precis ha scritto:
...Il problema non è quando si è già dentro la rotonda, ma quando si deve entrare!. A meno che non dia nessun fastidio aspettare i comodi degli altri e immettersi solo quando non giunga più nessuno.
A mio modesto avviso la freccia in uscita ha importanza irrisoria.
Per quanto mi riguarda io ho imparato a fidarmi, in simili circostanze,
non tanto della
freccia (=
intenzione di svolta) quanto delle
ruote sterzanti (=
effettiva svolta). Questo vale non solo all'ingresso in rotatoria, ma in generale in
ogni occasione in cui devo dare la precedenza e chi arriva aziona la freccia lasciando intendere che non mi passerà davanti. Finché non vedo che l'interessato
effettivamente svolta io
non parto. Potrebbe aver messo la freccia per sbaglio, potrebbe cambiare idea all'ultimo momento, potrebbe essere completamente ubriaco o fuori di testa, potrebbe avere un guasto meccanico. In ognuno dei suddetti casi se io uscissi confidando nel suo svoltare egli mi verrebbe addosso; non solo dovrei quindi subire danni di vario genere, ma avrei pochissime probabilità di dimostrare che quella freccia (quasi senz'altro distrutta nell'incidente) era accesa e quindi quasi certamente mi ritroverei attribuita buona parte della responsabilità dell'incidente.
Nelle rotatorie, quindi, io non stabilisco se entrare o meno in base alle frecce ma piuttosto in base alle
traiettorie dei veicoli già... rotanti, come appunto ho imparato a fare in Inghilterra più di 3O anni fa. Nei limiti del possibile cerco di farlo nel modo più fluido; rallento vistosamente o addirittura mi fermo
soltanto se vedo che entrando taglierei la strada a qualcuno, cosa che, specie se le rotatorie sono fatte come si deve, è alquanto improbabile e si verifica quasi esclusivamente in condizioni di traffico molto intenso.
Pertanto non si tratta di entrare quando
"non giunga più nessuno", affermazione esagerata che mai ho fatto, ma piuttosto di entrare quando si ha la certezza che nessuno ci venga addosso, concetto a mio avviso ben diverso.