<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Stellantis ha chiesto ai suoi operai italiani di andare a lavorare in Serbia | Page 6 | Il Forum di Quattroruote

Stellantis ha chiesto ai suoi operai italiani di andare a lavorare in Serbia

Quando queste trasferte si facevano alla BNL (non so se si facciano ancora), il motivo era simile a quello di Stellantis. Dove c'era bisogno di un "aiuto", sotto il profilo umano, si richiedeva personale disposto a viaggiare, e c'erano 3 opzioni:

- Opzione 1: aderire alla "massa di manovra" locale, e al massimo ti potevano spostare in un comune vicino, o una provincia vicino, e ti pagavano un'indennità minima, che sostanzialmente copriva la benzina, lo "sfrido macchina" e il pranzo fuori. Ciò perchè si prevedeva che si tornasse ogni sera a casa.

- Opzione 2: aderire alla "massa di manovra nazionale", e allora potevi essere mandato in tutta Italia, con le indennità forfettarie giornaliere (corpose) che ho indicato prima. Nei miei ultimi anni di servizio però (2010-2013 circa), trasformate mi pare obbligatoriamente in "piè di lista", che prevedevano rimborso su fatture o biglietti di aerei, alberghi (3 stelle per gli impiegati), case, pranzi e cene. Oggi non so cosa sia previsto. Fu l'opzione che scelsi io (quella forfettaria ovviamente), con la promessa che dopo circa 1 anno avrei operato da vice-settorista, come poi avvenne prima di 1 anno, con promozione.

- Opzione 3: accettare di andare anche all'estero, in Filiali europee, non so con quali modalità, perchè io avevo rifiutato l'estero, avendo famiglia in Italia. Ma non si trattava di stare qualche mese fuori, bensì di una disponibilità pluriennale, a tempo indeterminato salvo revoca, anche unilaterale del dipendente.
 
La piega "romantica" della discussione è ben distante dalla realtà. Si citano altri tempi, trasferte lavorative ben pagate e possibilità di crescita economica inarrivabili attualmente. Addirittura che la distanza dal proprio contesto abitativo possa essere qualcosa di gradevole. La realtà è ben diversa, si tratta di andare in Serbia (non in Belgio, non in Canada, non in Olanda, insomma non in un luogo dove si potrebbe desiderare di vivere magari con la propria famiglia e pieno di possibilità ma in Serbia. Consiglierei di informarsi sulla realtà sociale serba di oggi, dove negli ultimi mesi ci sono enormi proteste contro il governo corrotto di Vucic) a fare gli operai, con possibilità di crescita lavorativa pari a zero e la quasi totale certezza che il tutto sia a tempo determinato. A fare un lavoro che nemmeno i serbi vogliono fare perché sottopagato. Ma davvero credete che ci siano persone che ambiscono ad andare in Serbia a fare l'operaio, sottopagato, a tempo determinato, lasciando a casa la famiglia, con zero prospettive per il futuro? Come si fa ad arrivare a dire che chi non accetta il trasferimento è uno scansafatiche e non merita la cassa integrazione?
Ci sarebbe da puntare il dito contro le enormi bugie di Stellantis, che negli anni ha solo incassato enormi quantità di denaro (pubblico, cioè nostri soldi) per delocalizzare e far lentamente morire il settore automotive in Italia, non contro chi si rifiuta di essere parte di questa porcata di dimensioni bibliche.
 
In Serbia per i nostri parametri la vita costa poco, con ben meno della metà dell’indennità di trasferta proposta vivi bene. In meno di due ore d'auto sei a Belgrado che è una città piena di vita.
Comprendo le difficoltà del cinquantenne con famiglia, ma se fossi un giovane operaio mi ci butterei a capofitto.
 
In Serbia per i nostri parametri la vita costa poco, con ben meno della metà dell’indennità di trasferta proposta vivi bene. In meno di due ore d'auto sei a Belgrado che è una città piena di vita.
Comprendo le difficoltà del cinquantenne con famiglia, ma se fossi un giovane operaio mi ci butterei a capofitto.
Se hai figli o nipoti che sono in età lavorativa, prova a chiedere il loro parere.
 
La piega "romantica" della discussione è ben distante dalla realtà. Si citano altri tempi, trasferte lavorative ben pagate e possibilità di crescita economica inarrivabili attualmente. Addirittura che la distanza dal proprio contesto abitativo possa essere qualcosa di gradevole. La realtà è ben diversa, si tratta di andare in Serbia (non in Belgio, non in Canada, non in Olanda, insomma non in un luogo dove si potrebbe desiderare di vivere magari con la propria famiglia e pieno di possibilità ma in Serbia. Consiglierei di informarsi sulla realtà sociale serba di oggi, dove negli ultimi mesi ci sono enormi proteste contro il governo corrotto di Vucic) a fare gli operai, con possibilità di crescita lavorativa pari a zero e la quasi totale certezza che il tutto sia a tempo determinato. A fare un lavoro che nemmeno i serbi vogliono fare perché sottopagato. Ma davvero credete che ci siano persone che ambiscono ad andare in Serbia a fare l'operaio, sottopagato, a tempo determinato, lasciando a casa la famiglia, con zero prospettive per il futuro? Come si fa ad arrivare a dire che chi non accetta il trasferimento è uno scansafatiche e non merita la cassa integrazione?
Ci sarebbe da puntare il dito contro le enormi bugie di Stellantis, che negli anni ha solo incassato enormi quantità di denaro (pubblico, cioè nostri soldi) per delocalizzare e far lentamente morire il settore automotive in Italia, non contro chi si rifiuta di essere parte di questa porcata di dimensioni bibliche.

Io non sono entrato nel merito di giudizi sul comportamento di stellantis,ho semplicemente cercato di vedere il bicchiere mezzo pieno.
Tu dici che la distanza dal proprio contesto abitativo e famigliare non può essere gradevole.
Imho dipende da qual è questo contesto.
Ripeto non tutti vivono nella famiglia del mulino bianco.
Se hai una bella casa,moglie e figli piccoli ovviamente accetti di spostarti solo a fronte di un vantaggio economico rilevante.
È un sacrificio che molte persone in altri ambiti lavorativi fanno.
Ma ci sarà anche qualcuno che invece a casa in cassa integrazione non vive una situazione idilliaca e potrebbe approfittarne per cambiare aria.
Sul sottopagato a me pare di aver capito che la paga sarà quella che prendono in Italia più 70 euro circa al giorno,da capire quanti sono netti,per la trasferta.
Alla fine credo che i dipendenti si faranno i conti e vedranno se gli conviene oppure no.
Se un'ipotetica trasferta da 45 giorni desse loro la possibilità di guadagnare,tolte le spese,un migliaio di euro in più rispetto a stare 45 giorni in cassa integrazione senza doversi spostare magari per qualcuno sarà una cosa positiva.
Ripeto al netto dei giudizi su stellantis,che anche da parte mia non sono positivi,non vedo perché dobbiamo dipingerla come una faccenda sicuramente tragica per gli operai.
Auguriamoci innanzitutto che gli convenga a livello economico e poi che si trovino bene.
Imho considerata la situazione in cui vivono e lavorano in Italia piena di incertezza potrebbe anche essere un modo per staccare un po' la spina.
Poi nota a margine vedo un sacco di preoccupazione per la sorte degli stabilimenti italiani ma se si vuole fare qualcosa per aiutarli bisogna comprare i modelli che producono,assicurare loro che il lavoro non manchi.
Invece tra poco correremo a comprare le auto cinesi e poi ci lamentiamo se gli operai sono in cassa integrazione.
 
Perchè qui sono in esubero, mentre in Serbia c'è bisogno (temporaneo) di più personale. Quindi anzichè metterli (qui) in cassa integrazione all'80% e assumere là delle persone, preferiscono trasferire temporaneamente là alcuni operai italiani, a stipendio pieno + 70 euro al giorno per la trasferta.

A me sembra una decisione logica. E poi chi rinuncia non escluderei che venga messo in cassa integrazione.
C'è da chiedersi perchè là non trovino persone e le devono importare....

Quando Fiat fece gli stabilimenti al sud c'era un codazzo che.....altro che Nepalesi....e chi lavorava in Fiat era un privilegiato....oggi?
 
torno a quanto dicevo prima specificando una cosa che non avevo specificato. Mi riferivo al fatto dell'età perchè a 20 anni posso andare in trasferta per n motivi , anche come esperienza personale, ma se ho una famiglia se ci vado è per incassare qualcosa , se devo rinunciare alla mia famiglia per portarmi a casa 700/800 euro almeno per me non vale la candela. Poi lasciamo perdere il discorso che magari l'operaio si prende 70 euro al giorno mentre il dirigente viaggia in prima classe e se ne porta qualche centinaio...questo è un altro discorso
 
Noi però non eravamo operai e le differenze ci sono nelle trasferte. Ovviamente un impiegato/quadro ha maggiori pretese, se no non ci va in trasferta.
Anche gli operai, sopratutto se specializzati. Ho amici in Gefit, allestiscono linee produttive pe BMW, Brembo, Tesla, etc... le trasferte sono in albergo, spesati da capo a piedi, extra inclusi e pure indenndtà per il "disagio"... il rispetto per il lavoratore trascende la sua posizione lavorativa.
 
Se capitasse a me, inizierei (ma forse avrei già iniziato) a cercarmi un altro lavoro. Perchè questi ricatti sono l'anteprima del lienziamento falsamente cammuffato da mobilità, ti do 9 mesi di stipendio basta che ti levi dai piedi, altrimenti... peggio per te... eh, quanti ne vedo, non solo in FIAT et similia, ma anche nell'indotto, amici e conosenti, 50 anni o più, famiglia, genitori anziani... arrangiati... bella società, chi ha la panciapiena ed i piedi al caldo, magari pure pensionato molto prima di quanto potremo fare noi, da agli altri il onsiglio di alzare i tacchi (ma mica per stare meglio altrove, solo per non finire sotto un ponte). Poi mi si domanda perchè non ho fiducia nel paese dove vivo...
 
L'errore è stato di andare ad aprire in Serbia solo per prendere gli incentivi dove non hai sufficiente personale qualificato, quindi produci meno di quanto dovresti, sottraendo produzione agli stabilimenti italiani dove potresti produrre assai di più... per mero guadagno fiscale deprimi produzione e rovini il tessuto lavorativo e sociale... proprio geniale...
Aveva ragione Della Valle quando disse anni fa che sarebbe stato meglio che gli Agnelli si godessero la vita andando a sciare e a giocare a Golf, cedendo Fiat ad altri.
 
Esatto, stessa cosa io, da 1.800.000 a 5 milioni al mese, e l’ho fatto dai 33 ai 40 anni, con la moglie di allora e mio figlio che si erano trasferiti a Pisa (dove mia moglie prese una cattedra di ruolo), mentre io passavo qualche mese in un posto e qualche mese in un altro, talvolta anche solo 1 o 2 mesi.

Da un lato loro mi mancavano, da un altro lato ho visto e vissuto posti nuovi, ho conosciuto gente nuova, modi di lavorare diversi, mangiato cibi sempre diversi, visto panorami unici, girato in pista a Monza e Varano, dove non avrei mai pensato di girare, frequentato qualche locale notturno, fatto gite e viaggetti, anche con moglie e figlio, che talvolta mi raggiungevano in treno per passare il week-end insieme. Ma anche simpatiche cene con colleghi di lavoro. E sono stato 7 anni consecutivi al Motor Show dei tempi d’oro.
Sono stato persino sulla barca di appoggio/assistenza di una piccola barca a vela "laser" che faceva una regata sul lago di Garda (quando ero a Bassano del Grappa).

Quando sono stato 9 mesi a Como, con la famiglia siamo stati due volte in Svizzera, principalmente a Lugano, e relativo lago (da CT non ci saremmo andati mai…). E due volte ho portato mio figlio (allora ovviamente bambino) a realizzare un suo sogno: Gardaland. Portai moglie e figlio anche in Costa Azzurra una settimana, da Pisa erano circa 300 chilometri. Venne persino mia suocera, che ci raggiunse a Pisa col treno.

E inoltre mio figlio imparò a suonare benissimo il pianoforte, prendendo tantissime lezioni private (me le potevo permettere anche grazie alle trasferte). Cosa che poi lo portò a fondare una cover band dei mitici Queen, suonando in tutta Italia, e io gli facevo le sorprese, spuntando come un fungo, ma ero già rientrato a CT.

Insomma per me sono stati 7 anni bellissimi, se tornassi indietro rifarei tutto, ma ovviamente non ero un operaio, e la trasferta era pagata molto bene…
E ovviamente la Serbia non è l’Italia o la Svizzera o la Francia.
Pilota, però è una situazione ben diversa dettata anche dal ruolo lavorativo che ricoprivi.
Fermo restando i disagi per la lontananza relativa dalla famiglia (che comunque si era avvicinata dalla Sicilia).

Tu ti eri trasferito al Nord, con una buona remunerazione, in zone belle e servite anche meglio, perdonami non voglio assolutamente denigrare, della zona tua di origine.

Qui vengono spostati in Serbia, sicuramente in una zona rurale, le sovvenzioni vengono date per creare posti di lavoro in zona disagiate. Sicuramente per trovare casa dovranno vivere a distanza dalla fabbrica in zona non servite e desumo isolate.
La gente in est europa non parla inglese come non lo parla la gente nei paesini di provincia isolati italiani, anzi forse anche peggio.
In Slovacchia a Bratislava non parlava inglese nessuno se non i giovani. In Polonia un vigile urbano mi chiese se parlassi tedesco al mio parlare in inglese. A budapest nel frequentare un centro termale poco frequentato da turisti, l'impiegata alla cassa mi parlò a gesti...immagino fuori da Belgrado...inoltre la Serbia in alcune zone non è che sia tranquillissima...
 
Aveva ragione Della Valle quando disse anni fa che sarebbe stato meglio che gli Agnelli si godessero la vita andando a sciare e a giocare a Golf, cedendo Fiat ad altri.
Altro imprenditore, più stile Olivetti, ho conosciuto chi lavorava per lui, ha avuto disgrazie famigliari, lui lo ha saputo e gli ha prestato senza vinoli ed interessi i soldi e dato ferie aggiuntive per curare i propri cari...
 
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