<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Stellantis ha chiesto ai suoi operai italiani di andare a lavorare in Serbia | Page 7 | Il Forum di Quattroruote

Stellantis ha chiesto ai suoi operai italiani di andare a lavorare in Serbia

Comunque la mia opinione l’ho detta. Si un operaio italiano forse non conosce l’inglese, ma qualche base si impara già alle scuole medie, e ci sono tanti autodidatti. Comunque in qualche modo si capiranno con i colleghi serbi e quando lavorano non penso che abbiamo tanto tempo per parlare.

Infine se vai in un locale notturno (se ce ne sono, questo non lo so), non hai tanto bisogno di sapere la lingua.
In tanti anni che vado in Slovacchia, ho incontrato pochissima gente che parlasse inglese, intendo per la strada. Nessun problema nei pub o ristoranti in cui chi ci lavora lo parla perche' sono abituati ai turisti. Ma viverci e' diverso: non si puo' pensare di poter parlare inglese con un ufficio pubblico, con l'azienda elettrica per una bolletta, con l'idraulico del posto, ecc. Ed in Serbia credo che sia uguale, per cui il problema della lingua per me esisterebbe.
 
La piega "romantica" della discussione è ben distante dalla realtà. Si citano altri tempi, trasferte lavorative ben pagate e possibilità di crescita economica inarrivabili attualmente. Addirittura che la distanza dal proprio contesto abitativo possa essere qualcosa di gradevole. La realtà è ben diversa, si tratta di andare in Serbia (non in Belgio, non in Canada, non in Olanda, insomma non in un luogo dove si potrebbe desiderare di vivere magari con la propria famiglia e pieno di possibilità ma in Serbia. Consiglierei di informarsi sulla realtà sociale serba di oggi, dove negli ultimi mesi ci sono enormi proteste contro il governo corrotto di Vucic) a fare gli operai, con possibilità di crescita lavorativa pari a zero e la quasi totale certezza che il tutto sia a tempo determinato. A fare un lavoro che nemmeno i serbi vogliono fare perché sottopagato. Ma davvero credete che ci siano persone che ambiscono ad andare in Serbia a fare l'operaio, sottopagato, a tempo determinato, lasciando a casa la famiglia, con zero prospettive per il futuro? Come si fa ad arrivare a dire che chi non accetta il trasferimento è uno scansafatiche e non merita la cassa integrazione?
Ci sarebbe da puntare il dito contro le enormi bugie di Stellantis, che negli anni ha solo incassato enormi quantità di denaro (pubblico, cioè nostri soldi) per delocalizzare e far lentamente morire il settore automotive in Italia, non contro chi si rifiuta di essere parte di questa porcata di dimensioni bibliche.

Perdonami, ma l'equazione "non troviamo lavoro perchè è sottopagato" tiene fino ad un certo punto.
Tra il fatto che probabilmente a parità stipendio ci saranno lavori meno "faticosi" , o che non è nei sogni di un neo diplomato o senza lavoro sognare di far l'operaio, in più parli di un paese che non è tra i più popolosi d'Europa.
Sul resto delle tensioni sociali, non metto becco perché la politica deve rimanere fuori da qui.

Comunque battere il dente su " lasciare la casa e la famiglia" quando più e più volte si è parlato qui dentro di chi non ha degli impedimenti personali, mi sembra voler far caciara.
Senza contare che per un padre di famiglia portare a casa l'80% dello stipendio (la CIG) e magari arrivare a fatica a fine mese, o portare a casa 70€ lordi in più al giorno (tassati meno del normale), per alcuni mesi, non mi pare che la scelta della CIG sia la più furba, almeno per me.
 
In tanti anni che vado in Slovacchia, ho incontrato pochissima gente che parlasse inglese, intendo per la strada. Nessun problema nei pub o ristoranti in cui chi ci lavora lo parla perche' sono abituati ai turisti. Ma viverci e' diverso: non si puo' pensare di poter parlare inglese con un ufficio pubblico, con l'azienda elettrica per una bolletta, con l'idraulico del posto, ecc. Ed in Serbia credo che sia uguale, per cui il problema della lingua per me esisterebbe.
Bisogna mettere in serbo di imparare il serbo... :emoji_thinking:
 
In tanti anni che vado in Slovacchia, ho incontrato pochissima gente che parlasse inglese, intendo per la strada. Nessun problema nei pub o ristoranti in cui chi ci lavora lo parla perche' sono abituati ai turisti. Ma viverci e' diverso: non si puo' pensare di poter parlare inglese con un ufficio pubblico, con l'azienda elettrica per una bolletta, con l'idraulico del posto, ecc. Ed in Serbia credo che sia uguale, per cui il problema della lingua per me esisterebbe.
Dipende dai contesti, pure a Milano o a Roma se esci dalla categoria degli universitari o sotto i 30 anni e fuori dal circolo di negozi o locali, la quantità che parlano inglese non è alta. Io che con gente dai paesi del blocco di Visegrad ci lavoro, e pure dall'ex Jugoslavia, il livello di inglese non mi pare malaccio, anzi.
 
Dipende dai contesti, pure a Milano o a Roma se esci dalla categoria degli universitari o sotto i 30 anni e fuori dal circolo di negozi o locali, la quantità che parlano inglese non è alta. Io che con gente dai paesi del blocco di Visegrad ci lavoro, e pure dall'ex Jugoslavia, il livello di inglese non mi pare malaccio, anzi.
Perché lo usano per lavoro, noi abbiamo un tecnico tra l'altro serbo e parla 4 lingue.

Gli unici paesi in cui puoi viverci parlando inglese e senza usare la loro lingua sono quelli del nord europa (ovviamente escludendo gli anglofoni).
 
Quando mi faccio la mia settimana annuale negli uffici nei Paesi Bassi, comunico esclusivamente in inglese (mia moglie anche in olandese, beata lei).
Ma lì l'inglese lo parlano benissimo anche i bambini, non c'è storia.
 
Perché lo usano per lavoro, noi abbiamo un tecnico tra l'altro serbo e parla 4 lingue.

Gli unici paesi in cui puoi viverci parlando inglese e senza usare la loro lingua sono quelli del nord europa (ovviamente escludendo gli anglofoni).
Certo, perché lo usano per lavoro. Come potresti aver difficoltà a trovare qualcuno che parli inglese a Limbadi o Novo Mesto.
 
Se il timore è che non ti capiscano al di fuori della comfort zone delle attività ricettive, allora mai uscire dai confini nazionali.
Metti che devi far benzina, far la spesa, chiedere indicazioni.
Timore fondato, per molti (non per me, visto che ho girato gran parte dell'Europa da solo).
Non so quanti comuni operai italiani siano a proprio agio con una lingua straniera... ammesso che in Serbia puoi usare l'inglese per comunicare normalmente con chiunque.
 
Dipende dai contesti, pure a Milano o a Roma se esci dalla categoria degli universitari o sotto i 30 anni e fuori dal circolo di negozi o locali, la quantità che parlano inglese non è alta. Io che con gente dai paesi del blocco di Visegrad ci lavoro, e pure dall'ex Jugoslavia, il livello di inglese non mi pare malaccio, anzi.
Un conto e' l'ambiente di lavoro in cui si e' obbligati a parlare inglese, un altro e' la vita quotidiana nel paese straniero: io se volessi troverei lavoro a Bratislava in una multinazionale in un paio di giorni con 3 lingue fluenti tra cui l'inglese, ma uscito dall'ufficio e rientrato a casa, se mi si rompe il tubo in casa non lo trovo l'idraulico slovacco che parla inglese. Allo stesso modo mio cognato slovacco che lavora a Bratislava per una multinazionale svizzera, ha nel suo team, colleghi stranieri con cui parla solo in inglese e lo stesso quando parla col suo capo svizzero o quando va in trasferta in Svizzera.
 
Quindi convieni con me che nei paesi dell'est europa l'inglese non si parla quasi nemmeno nelle capitali tranne chi lo usa per lavoro o per turismo?
tanto quanto in Italia, anzi penso in quota maggiore le persone che lo parlano.
E anche se ti trovassi in un paese dove l'inglese è poco parlato, diventa un muro invalicabile per accettare un trasferimento dove porti più soldi a casa?
 
Un conto e' l'ambiente di lavoro in cui si e' obbligati a parlare inglese, un altro e' la vita quotidiana nel paese straniero: io se volessi troverei lavoro a Bratislava in una multinazionale in un paio di giorni con 3 lingue fluenti tra cui l'inglese, ma uscito dall'ufficio e rientrato a casa, se mi si rompe il tubo in casa non lo trovo l'idraulico slovacco che parla inglese. Allo stesso modo mio cognato slovacco che lavora a Bratislava per una multinazionale svizzera, ha nel suo team, colleghi stranieri con cui parla solo in inglese e lo stesso quando parla col suo capo svizzero o quando va in trasferta in Svizzera.
Esistono app di traduzione simultanea con cui puoi risolvere il problema della lingua differente.
Che con gli anni sono decisamente migliorate.
 
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