serbarry
0
Io credo che questa situazione della trasferta in Serbia la potrei applicare alla mia esperienza: credo di essere l'unico qua dentro che e' espatriato molti anni fa. Ebbene se io fossi un operaio di Stellantis di 36 anni, che e' l'eta' in cui me ne andai, senza famiglia mia e senza un'alternativa lavorativa, probabilmente ci andrei in Serbia piuttosto che restare a casa dei miei a fare qualche lavoretto in nero. L'unico aspetto che mi frenerebbe sarebbe la lingua, ma io partirei gia' con l'inglese fluente (cosi' come fu quando venni in Irlanda) e soprattutto senza soffrire il distacco da Palermo. Ora tornando alla mia esperienza reale: io me ne andai perche' avevo perso il lavoro al call centre (neanche gran cosa poi visto che era un part time a 20 ore) e avrei potuto continuare a lavorare come insegnante come facevo gia' allora part time, con la possibilita' forse di fare piu' ore di insegnamento (ma era scuola privata, anzi diplomificio come lo chiamavo io), e invece preferii troncare tutto. I miei ex colleghi di allora mi presero per pazzo perche' lo consideravano un salto nel buio: lasciare la propria citta', la famiglia, gli amici, ecc. per andare in un posto completamente nuovo senza legami, ne' appoggio logistico di nessun tipo. Anche se io pero' non partii all'avventura, nel senso che partii con un contratto di lavoro gia' in tasca con una multinazionale americana, non andavo a cercare lavoro a tentativi. Fra l'altro con tutto pagato: voli, bagaglio extra, pasti in aeroporto, taxi per l'albergo, albergo a Cork per i primi 10 giorni dall'arrivo (tranne il vitto). E io non ero nessuno e la mia famiglia penso' ad una truffa sicura. Oggi ringrazio il call centre di Palermo che mi licenzio' allora, perche' altrimenti non avrei mai avuto lo stimolo a cercare altro e ad andarmenene. E i mei ex colleghi di allora, oggi in gran parte sono in mezzo alla strada perche' Almaviva ha quasi completamente chiuso a Palermo, e loro ormai hanno famiglie, figli, mutui, ecc.