Lost. Il Milan è l?oggetto smarrito dell?estate. Rispetto alla celebre fiction c?è una differenza sostanziale, nel senso che i finali delle varie puntate non sono mai a
sorpresa: la squadra di Berlusconi perde sempre. Il precampionato rossonero per
ora assomiglia alla tournée di una rockstar assatanata: negli ultimi 9 giorni la squadra ha giocato 5 partite in quattro città e due continenti diversi. In un giro di concerti si raccolgono solitamente applausi: al contrario, sono arrivati in fila gli schiaffoni da Club America, Chelsea, Inter, Bayern.
Come Clint Eastwood nei western di Sergio Leone, quando subiva l?immancabile pestaggio nel cerchio dei cattivi brutaloni. Poi, finalmente, un cazzottino a segno: il pareggio col Boca, di puro orgoglio, nei 90 minuti, con sconfitta ai rigori.
Noi un precampionato così non l?avevamo mai visto: più uno sport estremo che una
preparazione ad una delicatissima stagione. I risultati non possono sorprendere, se la fisiologia umana conserva ancora un senso. La probabile motivazione di questo
massacro è la stessa che ha portato alle cessioni di Gourcuff e Kakà: esigenze di
bilancio. Ci chiediamo però chi inviterà più il Milan nelle prossime stagioni se
l?andazzo continuerà ad essere questo. Risuonano ancora i consigli del Presidente: «Il nuovo Milan dovrà nascondere la palla agli avversari, soprattutto negli ultimi minuti». Ecco il possesso palla del primo tempo della partita con i tedeschi: Bayern 60%, Milan 40%. I tifosi sono shockati: nei loro commenti, che
raccogliamo quotidianamente, tutta la gamma dei toni: dagli improperi, allo sbalordimento, alla rassegnazione. Fino alla cessione di Kakà inclusa, abbiamo sostenuto convintamente la società: il ritorno a bilanci più sani non è un difetto, ma un merito. E si tratta in ogni caso di una scelta obbligata. Del resto, un programma fondato sulla valorizzazione dei giovani è segno di buon senso. Soprattutto se messo in piedi dalla squadra dirigenziale più capace e vittoriosa del mondo, risultati alla mano. Ma dove sono questi giovani? Dov?è il progetto? Chi arriverà a rinforzare la rosa? E quando? Attorno a Leonardo, per ora non vediamo nè nuove e promettenti leve nè una squadra nè un gioco: aggrapparsi al pareggino col Boca per intravedere segnali di risveglio non sarebbe serio. Una ventina di giorni sono certamente pochi per giudizi definitivi, ma è una verità non solo statistica che negli ultimi 22 anni non si era mai visto un precampionato tanto scadente. Eppure una squadra che si
rifonda ha bisogno come il pane di risultati positivi per migliorare la propria autostima. Del resto il neotecnico quando avrebbe potuto allenare la squadra fra un
check-in e l?altro? Dunque, non ci permettiamo nemmeno di abbozzare un?idea critica sui piani di Leonardo, che deve assistere suo malgrado a esibizioni di gente stremata. Può essere che i giramenti di capo di Inzaghi avessero questa origine, se è lecito scherzarci un po? su. Ma il Milan è un patrimonio del calcio mondiale: dovrebbe far paura agli avversari, come è accaduto per lunghi anni, piuttosto che
indurre sincero compatimento o sorrisi indulgenti. Se il presidente Berlusconi ha
nuove idee, dopo quella, apprezzata anche da Mourinho, di mettere Ronaldinho in piedi su un tavolo davanti a tutti, è il momento di tirarle fuori con urgenza.
Fonte: Gazzetta
