Quattroruote ne parla assai bene mi pare:
Aspettate, non siate precipitosi, non dite subito quello che pensate di una Maserati a gasolio. Che per di più, se non ci fosse stata, chissà che polverone avreste sollevato. E giustamente, visto che con i V6 e i V8 a benzina non si può certo pensare di mettersi in competizione con le berlinone tedesche. Già, perché la missione della Ghibli è (anche) questa: stanare le Audi, le BMW, le Mercedes-Benz, insomma i grandi classici del Made in Germany. Un'operazione complessa, perché si tratta di far uscire il Tridente dall'empireo nel quale è da sempre rinchiuso senza però svilirlo. Una faccenda che richiede doti non comuni da equilibrista, e in questo senso già lo stile ne è una dimostrazione: l'aria di famiglia c'è, eccome, e le somiglianze con la sorella maggiore sono lì da vedere. Ma nulla che dia la sensazione dell'auto pantografata: soprattutto quando la si vede di persona, la Ghibli ha una personalità molto forte e diversa da quella della Quattroporte.
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Lusso a bordo. Più sportiva, più dinamica, tutte cose che si ritrovano appena ci si siede al posto di guida. La plancia, invece, non ha nulla da spartire con quella della sorellona: le linee orizzontali qui hanno ceduto il passo a uno sviluppo verticale, anche se poi si riconosce quello stesso buon gusto tipico delle ammiraglie italiane, dove l'artigianalità e la sontuosità dei pellami ti fanno digerire alcuni dettagli di finitura un po' sottotono. Ma non perdiamo tempo: premiamo il pulsante Start, a sinistra del volante e un po' nascosto, e vediamo com'è una Maserati a gasolio.
Sound da V8. Il tre litri, al minimo ha qualche leggera vibrazione, ma dal punto di vista del sound non ci si può lamentare. Le sonorità diesel sono ridottissime, verrebbe da dire "morbide", e al resto pensano le note allo scarico, che fanno venire alla mente quelle di un V8, soprattutto quando si preme il tasto Sport e il Maserati Active Sound entra in gioco. Dal punto di vista delle pure prestazioni, non accade nulla che non si sia già visto sulle succitate rivali tedesche, ma i 275 cavalli diventano garanzia di divertimento grazie alle qualità del telaio.
Su strada. Come con la Quattroporte, il miracolo si rinnova e finisce che con la Ghibli ti diverti più che con molte coupé: è precisa, affilata, veloce nel rispondere ai comandi come nessuna delle sue pur ottime rivali è capace di fare. Le si avvicinano certe BMW, in termini di efficacia, ma questa Maserati ha un piglio e una capacità di far dimenticare i 1.800 e passa chili che è suo e soltanto suo. Insomma, ovvio che chiunque preferirebbe un V8 a benzina di pure ascendenze modenesi, ma se il motore a gasolio dev'essere lo scotto per guidare una Maserati, allora ben venga. Con la Ghibli si va fortissimo e non c'è curva dove quel muso superaggressivo non riesca a infilarsi, alla faccia del sottosterzo e di un passo da berlina di rappresentanza.
Al volante della Ghibli Q4. Un discorso ancora più vero quando nel cofano c'è il tre litri biturbo da 410 cavalli, un po' perché in questo caso con la potenza si comincia a fare davvero sul serio, un po' perché l'allungo di un motore a benzina è parte integrante (e irrinunciabile) della vera sportività. Questo motore l'abbiamo provato in abbinamento alla trazione integrale, che rende la Ghibli ancora più semplice e prevedibile. La sicurezza e la facilità di guida se ne giovano alla grande e solo agli appassionati più oltranzisti sembrerà che la Q4 sia un po' meno saporita da guidare. Ma sono dettagli: la Ghibli è esattamente quello che serve per far godere gli appassionati e convincerli definitivamente che non esistono soltanto le tedesche.
Alessio Viola
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