24valvole ha scritto:
marimasse ha scritto:
rgs1000 ha scritto:
...Gradirei una presa di posizione del Direttore.
Credo sia una cosa abbastanza superflua.
E anche impossibile...
Forse l'aggettivo più idoneo è
inverosimile; l'ipotesi, insomma, non è realistica in rapporto al modo in cui ormai la pubblicità, in tutte le sue forme più o meno arroganti e disoneste, è entrata a far parte delle cose non solo normali e onnipresenti ma addirittura belle (e positive e utili...) della vita.
Diciamo che la pubblicità è perfettamente riuscita a
vendere, innanzitutto,
sé stessa, a piena dimostrazione del suo potere (che solo gli ingenui e gli ipocriti possono mettere in discussione) di influenzare pesantemente i pensieri e i comportamenti delle persone.
Non a caso, per esempio, molte persone "famose" vengono tutt'ora definite (e amano definirsi) presentatori, intrattenitori, comici e via dicendo mentre in realtà traggono la maggior parte dei loro redditi ricoprendo il ruolo di promotori commerciali.
Non a caso alcuni individui dello spettacolo non perdono occasione per sottolineare il loro impegno intellettuale "contro" (le varie forme di mercificazione, la civiltà del denaro, le speculazioni ecc. ecc.) ma contemporaneamente fanno con estrema disinvoltura gli spot pubblicitari, senza il benché minimo disagio "intellettuale" e senza perdere un solo grammo della stima dei loro ammiratori.
Non a caso nessuno sembra essere affatto disturbato (ammesso che se ne accorga) dal fatto che ormai una qualsiasi rivista sia costituita per
almeno la metà da pagine di pubblicità, quasi sempre disposte in maniera da essere molto più comodamente visibili e leggibili della altre. Nessuno sembra essere infastidito dal dover girare 7, 8, 10, 15 pagine all'inizio di una rivista prima di trovare traccia di qualcosa che non sia pubblicità.
Non a caso oggi esiste anche un diploma di laurea che ufficialmente certifica l'abilità di una persona nel prendere in giro il prossimo.
Ecco perché dicevo inverosimile e aggiungo, anche, che è meglio così.
Non vedo che cosa il direttore di una rivista potrebbe dire a questo proposito senza fare una assai trista figura: o si dichiara impotente o dichiara che non è vero, che la rivista mette al primo posto i lettori, che la tale iniziativa è stata motivata esclusivamente dall'interesse per gli interessi dei lettori, che la pubblicità in generale serve esclusivamente a fornire un migliore servizio ai lettori ecc. ecc. (o altri slogan del genere, specie se ha in mano il diploma di laurea di cui sopra).
Remissiva impotenza oppure spudorata ipocrisia: in entrambi i casi, appunto, una figura trista assai.