Azzardo l'ipotesi che due transizioni allo stesso tempo sarebbero insostenibili sia a livello economico (perchè alla fine le stesse persone si ritroverebbero a dover optare per tecnologie più costose sia per gli spostamenti che per riscaldare la propria casa) che energetico.
Già sarà un problema produrre più energia elettrica per ricaricare le auto.
Se al posto del gas (che credo sia il metodo più usato per riscaldare le case) passiamo all'elettricità non faremo che aggravare il problema di come produrre e distribuire più energia di quella attuale.
Poi si può riflettere su quale delle due transizioni sia da fare prima.
Quale sia più sostenibile economicamente e più impattante (in senso positivo) sull'ambiente.
Io vedo la domanda al contrario:
se tu (UE) hai deciso che la lotta è alla CO2, "dovresti" (...condizionale più d'obbligo che mai, vista la situazione...) cercare di affrontare il problema più grande e potenzialmente risolutivo e non partire da quello più piccolo e meno impattante.
Poi fallo per gradi, ragiona bene prima di iniziare, usa step intermedi e quel che vuoi ma la logica quello "direbbe" (...ri-condizionale, come sopra...)!
Se in casa ho la cassetta del WC rotta che fa scorrere litri e litri d'acqua al minuto e due rubinetti che gocciolano, al di là di tutto, inizierei IN OGNI CASO dal sistemare il primo problema, nonostante costi di più, sia più complicato e richieda magari lavori invasivi: però mi risolverebbe il 95% del problema "perdita d'acqua".
Io credo (ma è una mia personalissima sensazione) che facessero tutto molto "semplice" e che una volta partiti hanno dovuto "tenere il punto" più per auto-convincimento che per reale bontà del progetto.
Ed ora ci troviamo in una situazione in cui continuano a esserci i problemi che c'erano 5 anni fa e chi può "sostenere" e sfruttare un'auto elettrica continua ad avere quel set ben preciso di requisiti (entusiasta della tecnologia, pioniere, casa singola magari con FV, adozione BEV come seconda auto, ricarica in ditta, ecc...).
Ma è un bacino d'utenza che se le cose non cambiano (prezzi, accesso alla ricarica, percorsi, zone d'Italia dove si vive, unica auto di famiglia, uso per lavoro, ecc...) non può far altro che ridursi sempre più.
E le vendite in picchiata di gennaio sono lì a testimoniare che certamente, in Italia, il problema c'è ed è estremamente ben delineato (e non siamo solo noi, ma mezza Europa ha lo stesso trend).