<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> La "Transizione": vantaggi, svantaggi, perplessità, criticità | Page 1869 | Il Forum di Quattroruote

La "Transizione": vantaggi, svantaggi, perplessità, criticità

verranno installati nuovi motori termici su auto che oggi offrono poca scelta?

  • si

    Votes: 8 26,7%
  • si torneranno le sportive o comunque quelle più pepate

    Votes: 3 10,0%
  • no dipende dalle case

    Votes: 4 13,3%
  • no il futuro è elettrico

    Votes: 14 46,7%
  • no i motori costano troppo e saranno sempre gli stessi

    Votes: 9 30,0%

  • Total voters
    30
Non voglio entrare nella polemica né tantomeno scivolare in politica, se ci limitiamo a quanto si osserva però si nota qualche segnale di "correzione".

Leggo in questo modo, per esempio, l'introduzione del criterio delle zone FUA all'interno della tornata di incentivi che si appresta a partire, poi magari si potrà ragionare o criticare introduzione di questa o quella zona come l'aver ignorato quell'altra zona ancora, però a livello di concetto macro direi che va esattamente nella direzione di accelerare/agevolare (benché sia in "brodino") il ricambio in alcune zone più critiche.

Purtroppo il problema della pianura padana o delle grandi città italiane, soprattutto al nord, è qualcosa che richiederà tantissimo tempo e tantissime risorse ma che certamente va affrontato in maniera completa (auto, riscaldamenti, efficienza degli stabili, industrie, ecc.).

concordo in toto anche perchè va verso la mia critica alla transizione che secondo me è stata fatta senza considerare realtà differenti dei vari paesi, secondo me questa distinzione doveva essere alla base della transizione, poi certo non ho le basi per dire come sarebbe potuta essere tirata su una transizione ma pensare che il paese di mia nonna con 50 cittadini abbi lo stesso target della città con milioni di abitanti a me ha lasciato sempre dubbi
 
Non voglio entrare nella polemica né tantomeno scivolare in politica, se ci limitiamo a quanto si osserva però si nota qualche segnale di "correzione".

Leggo in questo modo, per esempio, l'introduzione del criterio delle zone FUA all'interno della tornata di incentivi che si appresta a partire, poi magari si potrà ragionare o criticare introduzione di questa o quella zona come l'aver ignorato quell'altra zona ancora, però a livello di concetto macro direi che va esattamente nella direzione di accelerare/agevolare (benché sia un "brodino" in termini di numeri assoluti) il ricambio in alcune zone più critiche.

Purtroppo il problema della pianura padana o delle grandi città italiane, soprattutto al nord, è qualcosa che richiederà tantissimo tempo e tantissime risorse ma che certamente va affrontato in maniera completa (auto, riscaldamenti, efficienza degli stabili, industrie, ecc.).
Ma infatti, non si può pensare di “padanizzare” l’Italia intera per un problema specifico della Pianura Padana.
 
Come ho detto più e più volte, la mia perplessità riguarda l'intero impianto della transizione, nel senso che (sempre IMHO), se l'obiettivo di tutte le azioni (nello specifico parliamo di bando delle auto ICE in favore delle BEV) è la decarbonizzazione, allora stiamo facendo come quello che inseguiva la ruota della carriola. Se invece parliamo di migliorare la qualità dell'aria nelle aree metropolitane, allora la cosa ha un senso, ma è totalmente un'altra cosa rispetto all'obiettivo.
 
Ma infatti, non si può pensare di “padanizzare” l’Italia intera per un problema specifico della Pianura Padana.
Ma allo stesso modo non si può andar avanti di status quo, ignorando i problemi che ci sono in un’area che ha quasi la metà della popolazione dello
stivale.
Altrimenti se vale il ‘ognuno pensi a se stesso’, facciamo che la ricchezza prodotta da Lombardia /Veneto e Piemonte la si tiene dentro i confini regionali.
 
...e neanche di tutta...
Solo il 99%
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Ma infatti, non si può pensare di “padanizzare” l’Italia intera per un problema specifico della Pianura Padana.
Come ho detto più e più volte, la mia perplessità riguarda l'intero impianto della transizione, nel senso che (sempre IMHO), se l'obiettivo di tutte le azioni (nello specifico parliamo di bando delle auto ICE in favore delle BEV) è la decarbonizzazione, allora stiamo facendo come quello che inseguiva la ruota della carriola. Se invece parliamo di migliorare la qualità dell'aria nelle aree metropolitane, allora la cosa ha un senso, ma è totalmente un'altra cosa rispetto all'obiettivo.
concordo in toto anche perchè va verso la mia critica alla transizione che secondo me è stata fatta senza considerare realtà differenti dei vari paesi, secondo me questa distinzione doveva essere alla base della transizione, poi certo non ho le basi per dire come sarebbe potuta essere tirata su una transizione ma pensare che il paese di mia nonna con 50 cittadini abbi lo stesso target della città con milioni di abitanti a me ha lasciato sempre dubbi
Mi trovo d'accordo con tutti e tre, abbiamo discusso più volte di questi argomenti ed in effetti sono le mie identiche e precise critiche a "questa" idea di transizione.

E il fatto che io abbia da 6 mesi un'auto elettrica naturalmente non cambia nulla del mio pensiero in merito.
 
Ma allo stesso modo non si può andar avanti di status quo, ignorando i problemi che ci sono in un’area che ha quasi la metà della popolazione dello stivale.
Altrimenti se vale il ‘ognuno pensi a se stesso’, facciamo che la ricchezza prodotta da Lombardia /Veneto e Piemonte la si tiene dentro i confini regionali.
Sono d'accordo su questo punto, che non mi pare in conflitto con la mia idea.
A proposito della situazione padana, ricordo male o durante il lockdown l'effetto della drastica riduzione del traffico privato non è stato così rilevante come si pensava?



Io non sto affatto sostenendo che ridurre il traffico nelle zone più congestionate sia inutile, dico solo che la strategia di contenimento delle emissioni non può riguardare solo la mobilitià privata (con un accanimento quasi da Santa Inquisizione) e che elettrificare gli impianti di riscaldamento non è cosa né di immediata né di semplice applicazione.
 
Ultima modifica:
A proposito della situazione padana, ricordo male o durante il lockdown l'effetto della drastica riduzione del traffico privato non è stato così rilevante come si pensava?
In realtà gli inquinanti gassosi (tipicamente i NOx) ad esmissione diretta sono diminuiti.
Quelli che sono diminuiti meno sono i PM, in quanto subsidenti e facilmente risospensibili in aria con le piccole correnti circolanti. Il tempo stabile, assenza di forti correnti direzionali e, sopratutto, di precipitazioni di qualsiasi sorta, hanno lasciato inalterato lo status quo, attenuando solo le emissioni e la risospensione per sollevamento da battistrada. Il che ci riporta alla necessità del lavaggio (non solo spazzolamento) delle strade.
 
Io non sto affatto negando che ridurre il traffico nelle zone più congestionate sia inutile, dico solo che la strategia di contenimento delle emissioni non può riguardare solo la mobilitià privata (con un accanimento quasi da Santa Inquisizione) e che elettrificare gli impianti di riscaldamento non è cosa né di immediata né di semplice applicazione.
La Santa Inquisizione lasciamola alle pagine della Storia, con il caso c'entra assai poco.
Questa era la situazione:
 
Per la precisione estraggo sintenticamente:

I principali risultati hanno messo in luce i seguenti dati.


Per quanto riguarda le emissioni:


  • Nei mesi di febbraio e marzo le emissioni di inquinanti sono diminuite in maniera decisa, per poi cominciare gradualmente a crescere con l’allentamento del lockdown, fino a tornare su livelli pressoché normali,
  • le emissioni di ammoniaca non hanno subito significative variazioni, visto che l’agricoltura non è stata interessata dal lockdown,
  • le emissioni di particolato hanno registrato una riduzione inferiore rispetto a quelle degli inquinanti, a causa dell’aumento del consumo generato dal riscaldamento domestico in modo differenziato da regione a regione, in funzione della diffusione della biomassa. il picco di riduzione delle emissioni di particolato si è registrato in aprile.

Per quanto riguarda le concentrazioni:


  • Le concentrazioni di inquinanti gassosi (NO, NO2, benzene) sono diminuite coerentemente con le emissioni degli stessi
  • Le concentrazioni di particolato mostrano una dinamica più complessa a causa dell’origine mista (primario + secondario) e del ruolo del meteo. Durante il lockdown sono stati registrati alcuni picchi con superamento delle concentrazioni limite di 50 μg/m3, tutti avvenuti in periodi e aree caratterizzate da meteo stabile favorevole alla concentrazione di particolato
 
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