<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> floppone delle tanto attese auto elettriche | Page 5 | Il Forum di Quattroruote

floppone delle tanto attese auto elettriche

Belli pure questi 8) :

http://www.fotovoltaico103.it/Il_fotovoltaico/Progetto_fotovoltaico/Impatto_ambientale_fotovoltaico.asp
 
Caro Key-One, ti posto questa nota di Legambiente - che è un'associazione schierata su posizioni abbastanza radicali sulle tematiche ambientali, e proprio per questo il suo contributo può aiutare a farsi un'opinione - che fa capire che il problema, come al solito, non è sintetizzabile in due slogan.

Tutte le tecnologie diventano buone o cattive a seconda dell'uso che se ne fa; il problema per le fonti rinnovabili non è tanto la tecnologia in sé (che ha impatto molto basso rispetto alle tecnologie di produzione d'energia da combustibili fossili) ma l'uso smodato e speculativo, o in aree inadatte a ricevere impianti di questo genere, come quelle con caratteristiche paesaggistiche di grande pregio, soprattutto se si tratta di impianti di grandi dimensioni.

Infatti, nelle regioni più avanzate in tema di tutela paesaggistica sono già state emanate delle linee guida (in Toscana per esempio) che limitano la potenza degli impianti posti in aree agricole, favorendo quelli che integrano l'attività delle aziende agricole, e sfavorendo quelli di grandi dimensioni costruiti a fini speculativi.

mercoledì, 29 settembre 2010

FOTOVOLTAICO: LA MOZIONE DEL DIRETTIVO NAZIONALE DI LEGAMBIENTE

Legambiente ha approvato una mozione che si schiera in favore dello sviluppo del solare fotovoltaico in Italia, confermando, ancora una volta, la sua presenza in difesa delle ragioni delle rinnovabili.
Di seguito la mozione pubblicata da Legambiente.

La rivoluzione energetica appare oggi concretamente possibile. Uscire dalle fonti fossile per costruire una società "low carbon" è la sfida dei prossimi anni. Tanto che autorevoli soggetti (il rapporto McKinsey, l'Agenzia federale tedesca) sostengono che l'obiettivo di raggiungere il 100% di energia elettrica prodotta da rinnovabili in Europa al 2050 è praticabile e raggiungibile.

Le scelte energetiche oggi ancora di più hanno un valore e delle conseguenze che vanno ben oltre l'ambito di una discussione tecnica, e il dibattito che si sta svolgendo in Italia sulle fonti rinnovabili e sul nucleare rappresenta in questo senso un esempio lampante e pericoloso. È infatti in corso una campagna mediatica contro le rinnovabili da parte dei principali media nazionali - le vicende giudiziarie di Carboni e della P3 etichettate come la "truffa dell'eolico", anche quando l'eolico non c'entra nulla e gettando fango sull'intero settore; personaggi da sempre distratti sulle questioni ambientali che all'improvviso si scoprono paladini dell'ambiente contro i pannelli fotovoltaici e le pale eoliche - che ci preoccupa e che ci impegna a mettere in campo forti iniziative.

Come abbiamo scelto di fare alcuni anni fa a favore dell'eolico oggi allo stesso modo dobbiamo ribadire una netta posizione a favore del solare fotovoltaico e lavorare per una diffusa mobilitazione dell'associazione a favore delle rinnovabili e contro una campagna che fa comodo solo agli interessi forti che spingono il nucleare e il carbone e che continuano a rinviare qualsiasi politica di risparmio e riduzione delle fonti fossili. Legambiente è in prima linea nel difendere le ragioni delle rinnovabili, senza ambiguità, avendo chiare quali sono le emergenze e le priorità oggi in un Paese come l'Italia. Perché lo sviluppo delle energie rinnovabili è imprescindibile nella lotta ai cambiamenti climatici che rappresentano la principale emergenza ambientale del Pianeta, con sempre più drammatiche conseguenze umanitarie e sociali. Perché è nell'interesse di un Paese come il nostro di scegliere la strada fissata dall'Unione Europea al 2020 di un modello energetico più moderno e efficiente, democratico, incentrato sulla generazione distribuita e rinnovabile nel quale il nucleare non può e non deve avere posto. La difesa del paesaggio italiano e la lotta al consumo di suolo sono una scelta strategica che va condotta con forza nei confronti dei veri nemici che abbiamo di fronte: lo sviluppo edilizio che ha stravolto tante periferie e paesaggi italiani senza dare alcuna risposta ai bisogni delle famiglie, le infrastrutture stradali, le cave e gli altri usi speculativi del territorio.

La straordinaria crescita del solare fotovoltaico in Italia rappresenta una svolta di fondamentale importanza nella direzione di un sistema energetico che abbia al centro le fonti rinnovabili. In pochi anni si è passati da 50 MW installati nel 2006 agli attuali 1.525MW. Questi impianti permettono di produrre circa 2.059 GWh/a e di contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici evitando emissioni di CO2 pari a 1.235.713 tonnellate anno. La progressiva diffusione del fotovoltaico caratterizza tutte le Regioni italiane, con in testa Puglia e Lombardia rispettivamente con 305 e 170 MW installati. Questo cambiamento è stato reso possibile dal nuovo sistema di incentivi - il Conto Energia introdotto per la prima volta nel 2005 e confermato a regime nel 2006 - e proprio la grande diffusione ha permesso di ridurre in maniera rilevante il costo dei pannelli, spingendo la ricerca, e di creare in poco tempo un tessuto di imprese, progettisti e installatori che era difficile immaginare solo pochi anni fa. Lo scorso Luglio sono stati approvati due provvedimenti fondamentali per continuare in questa prospettiva: la proroga degli incentivi fino al 2013, con un taglio progressivo delle tariffe e in particolare per gli impianti a terra; e sono state finalmente approvate le Linee Guida per i progetti da fonti rinnovabili, che permettono ora alle Regioni di definire il quadro delle regole per una corretta integrazione degli impianti sugli edifici e nel territorio.

Gli impianti fotovoltaici sono però anche al centro di crescenti polemiche che riguardano gli impianti a terra, e in particolare quelli realizzati in aree agricole. L'accusa nei confronti di questi progetti è che stiano portando alla cancellazione di sempre più numerose aree agricole e di deturpare paesaggi di pregio. Ma gli allarmi riguardano anche l'impatto sui terreni per via dei plinti di cemento di sostegno e l'utilizzo di diserbanti, nonché il rischio che le strutture rimangano abbandonate per anni una volta terminati gli incentivi. Queste preoccupazioni sono state riprese più volte dagli organi di informazione nazionali e da noti opinionisti, che hanno rilanciato polemiche e allarmi sul rischio di speculazioni legate alla grande quantità di progetti presentati e di un aumento delle bollette elettriche per i troppo generosi incentivi.

Per Legambiente la crescita del solare fotovoltaico è una prospettiva di fondamentale importanza per ridisegnare il modello energetico in Italia e a livello mondiale. La forte accelerazione nella diffusione degli impianti avvenuta negli ultimi anni, sopratutto in Europa e Giappone, ha permesso di dare una spinta fondamentale alla ricerca nei materiali migliorando l'efficienza dei pannelli e riducendo i prezzi. Continuare in questa direzione rappresenta dunque una scelta strategica, che va indirizzata laddove è più importante il contributo che gli impianti fotovoltaici possono fornire: e quindi in primo luogo sui tetti, nella direzione di una riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, e nelle aree degradate (cave, terreni da bonificare, ecc.). E' invece sbagliato un modello che preveda lo sviluppo del fotovoltaico in sostituzione di colture agricole. Per aiutare una prospettiva virtuosa del solare occorre un impegno da parte di Legambiente tutta, per una corretta informazione dei cittadini e per arrivare a definire regole attente ai caratteri del paesaggio italiano.

Secondo i dati del GSE i 1.525 MW installati in Italia sono distribuiti tra circa 100mila impianti, con una media di dimensione per impianto attualmente limitata (15 kW). Ma ad alimentare le polemiche sono soprattutto gli impianti a terra, attualmente in tutto 476 MW, e in particolare alcuni progetti di impianti di diverse decine di MW proposti in alcune aree agricole italiane, dal Salento alla Pianura Padana. Ciò detto, dobbiamo contribuire con iniziative e proposte per una forte ed equilibrata crescita degli impianti capace di soddisfare progressivamente una quota sempre più importante del fabbisogno elettrico delle famiglie e in prospettiva nazionale. L'obiettivo fondamentale da perseguire non è tanto di escludere qualsiasi installazione in area agricola quanto quello di dare regole intelligenti che permettano di costruire intorno alle fonti rinnovabili, e dunque oltre al fotovoltaico anche l'eolico e le biomasse, una prospettiva che aiuti l'agricoltura italiana a rafforzarsi e a puntare sulla qualità in un periodo, oltretutto, di grande difficoltà, integrando le diverse fonti in base alle caratteristiche territoriali. Se correttamente progettati gli impianti fotovoltaici, anche quelli a terra se di dimensioni limitate e qualora sia impossibile valorizzare i tetti degli edifici, possono rappresentare una prospettiva da guardare con interesse che può contribuire a integrare il reddito agricolo e a soddisfare i fabbisogni elettrici delle attività presenti. Sono inoltre moltissime nel nostro Paese le aree dismesse che possono essere utilmente utilizzate e quando necessario bonificate per ospitare pannelli. Nella discussione pubblica è importante che non si mettano sullo stesso piano gli impatti provocati dal fotovoltaico in termini di consumo di suolo con quelli realizzati negli ultimi decenni da un'urbanizzazione che ha stravolto, in modo irreversibile, tanti paesaggi italiani di pregio. Né per un associazione come Legambiente è possibile fare della lotta al fotovoltaico a terra una diffusa vertenza generalizzata contro il fotovoltaico a terra, finendo per lasciare spazio al nucleare in un periodo in cui si sta cercando di realizzare in Italia un programma di nuove centrali.

Per queste ragioni il direttivo nazionale di Legambiente
- Impegna la segreteria nazionale e i comitati regionali di Legambiente a sollecitare l'approvazione di regole che permettano lo sviluppo del solare fotovoltaico e la sua integrazione nel paesaggio italiano. In particolare le Regioni devono definire, in attuazione delle Linee Guida per gli impianti da fonti rinnovabili, i criteri che permettano di semplificare al massimo la realizzazione degli impianti sui tetti e nelle aree dismesse e che al contempo definiscano le condizioni di tutela del paesaggio e di corretta progettazione degli impianti. L'obiettivo dovrebbe essere perseguito individuando le aree di interesse naturalistico e paesaggistico "non idonee" per la realizzazione degli impianti a terra e di fissare, come già previsto in alcune normative regionali, delle percentuali massime di occupazione delle aree agricole rispetto sia al totale di quelle presenti nel Comune che all'area agricola di proprietà del proponente. In questo modo si potrebbero realizzare alcuni impianti a terra ma di piccola taglia e nelle aree marginali.

- Impegna i circoli e i comitati regionali di Legambiente a contribuire con proposte e iniziative sul territorio a un forte sviluppo del solare fotovoltaico. Promuovendo il solare, sia quello fotovoltaico che quello termico, attraverso regolamenti edilizi comunali che ne semplifichino le regole sui tetti e li obblighino in tutti i nuovi interventi e nelle ristrutturazioni. Contribuendo ad aiutare i cittadini e le aziende per spingere gli impianti più adatti e integrati nei territori, e ad una trasparente informazione sugli impianti anche attraverso le campagne, la promozione di gruppi di acquisto solari (GAS) e i Dossier "Comuni Rinnovabili" e il "Campionato Solare", un'incisa azione nell'ambito del Patto dei Sindaci. In questa direzione è necessario che si arrivi sempre a condividere la posizione e la comunicazione rispetto alle proposte di impianti fotovoltaici a terra di grande taglia in aree agricole, tra circoli, comitati regionali e segreteria nazionale. Perché risulta fondamentale spiegare con attenzione le ragioni di critica, evitando ogni strumentalizzazione che possa risultare dannosa nella prospettiva di sviluppo del solare e di promozione di un sistema energetico che abbia al centro l'efficienza e le fonti rinnovabili.

Roma, 18 settembre 2010.
 
Le auto elettriche, al momento, sono molto simili per certi versi alle ibride: qualcosa di potenzialmente interessante dal punto di vista delle indubbie prospettive tecnologiche, qualcosa su cui è senz'altro opportuno e saggio investire in ricerca, ma non ancora qualcosa di pronto per essere proposto al comune mortale per un efficace e conveniente impiego quotidiano sulle strade reali.
 
Sempre ammesso che ci sia l'energia necessaria per far andare il mondo dell'auto verso l'elettrico (e pare che l'energia ci sia), attualmente le auto elettriche sono una tecnologia ancora troppo immatura perche' possano essere utilizzate (parlo della carica che dura ore).

Ci vorra' ancora parecchio tempo (diciamo una quarantina/una cinquantina d'anni) perche' le auto elettriche possano effettivamente diventare una realta' signifcativa nel mondo dell'automobile.

Regards,
The frog
 
Jambana ha scritto:
Caro Key-One, ti posto questa nota di Legambiente - che è un'associazione schierata su posizioni abbastanza radicali sulle tematiche ambientali, e proprio per questo il suo contributo può aiutare a farsi un'opinione - che fa capire che il problema, come al solito, non è sintetizzabile in due slogan.

Tutte le tecnologie diventano buone o cattive a seconda dell'uso che se ne fa; il problema per le fonti rinnovabili non è tanto la tecnologia in sé (che ha impatto molto basso rispetto alle tecnologie di produzione d'energia da combustibili fossili) ma l'uso smodato e speculativo, o in aree inadatte a ricevere impianti di questo genere, come quelle con caratteristiche paesaggistiche di grande pregio, soprattutto se si tratta di impianti di grandi dimensioni.

Infatti, nelle regioni più avanzate in tema di tutela paesaggistica sono già state emanate delle linee guida (in Toscana per esempio) che limitano la potenza degli impianti posti in aree agricole, favorendo quelli che integrano l'attività delle aziende agricole, e sfavorendo quelli di grandi dimensioni costruiti a fini speculativi.

mercoledì, 29 settembre 2010

FOTOVOLTAICO: LA MOZIONE DEL DIRETTIVO NAZIONALE DI LEGAMBIENTE

Legambiente ha approvato una mozione che si schiera in favore dello sviluppo del solare fotovoltaico in Italia, confermando, ancora una volta, la sua presenza in difesa delle ragioni delle rinnovabili.
Di seguito la mozione pubblicata da Legambiente.

La rivoluzione energetica appare oggi concretamente possibile. Uscire dalle fonti fossile per costruire una società "low carbon" è la sfida dei prossimi anni. Tanto che autorevoli soggetti (il rapporto McKinsey, l'Agenzia federale tedesca) sostengono che l'obiettivo di raggiungere il 100% di energia elettrica prodotta da rinnovabili in Europa al 2050 è praticabile e raggiungibile.

Le scelte energetiche oggi ancora di più hanno un valore e delle conseguenze che vanno ben oltre l'ambito di una discussione tecnica, e il dibattito che si sta svolgendo in Italia sulle fonti rinnovabili e sul nucleare rappresenta in questo senso un esempio lampante e pericoloso. È infatti in corso una campagna mediatica contro le rinnovabili da parte dei principali media nazionali - le vicende giudiziarie di Carboni e della P3 etichettate come la "truffa dell'eolico", anche quando l'eolico non c'entra nulla e gettando fango sull'intero settore; personaggi da sempre distratti sulle questioni ambientali che all'improvviso si scoprono paladini dell'ambiente contro i pannelli fotovoltaici e le pale eoliche - che ci preoccupa e che ci impegna a mettere in campo forti iniziative.

Come abbiamo scelto di fare alcuni anni fa a favore dell'eolico oggi allo stesso modo dobbiamo ribadire una netta posizione a favore del solare fotovoltaico e lavorare per una diffusa mobilitazione dell'associazione a favore delle rinnovabili e contro una campagna che fa comodo solo agli interessi forti che spingono il nucleare e il carbone e che continuano a rinviare qualsiasi politica di risparmio e riduzione delle fonti fossili. Legambiente è in prima linea nel difendere le ragioni delle rinnovabili, senza ambiguità, avendo chiare quali sono le emergenze e le priorità oggi in un Paese come l'Italia. Perché lo sviluppo delle energie rinnovabili è imprescindibile nella lotta ai cambiamenti climatici che rappresentano la principale emergenza ambientale del Pianeta, con sempre più drammatiche conseguenze umanitarie e sociali. Perché è nell'interesse di un Paese come il nostro di scegliere la strada fissata dall'Unione Europea al 2020 di un modello energetico più moderno e efficiente, democratico, incentrato sulla generazione distribuita e rinnovabile nel quale il nucleare non può e non deve avere posto. La difesa del paesaggio italiano e la lotta al consumo di suolo sono una scelta strategica che va condotta con forza nei confronti dei veri nemici che abbiamo di fronte: lo sviluppo edilizio che ha stravolto tante periferie e paesaggi italiani senza dare alcuna risposta ai bisogni delle famiglie, le infrastrutture stradali, le cave e gli altri usi speculativi del territorio.

La straordinaria crescita del solare fotovoltaico in Italia rappresenta una svolta di fondamentale importanza nella direzione di un sistema energetico che abbia al centro le fonti rinnovabili. In pochi anni si è passati da 50 MW installati nel 2006 agli attuali 1.525MW. Questi impianti permettono di produrre circa 2.059 GWh/a e di contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici evitando emissioni di CO2 pari a 1.235.713 tonnellate anno. La progressiva diffusione del fotovoltaico caratterizza tutte le Regioni italiane, con in testa Puglia e Lombardia rispettivamente con 305 e 170 MW installati. Questo cambiamento è stato reso possibile dal nuovo sistema di incentivi - il Conto Energia introdotto per la prima volta nel 2005 e confermato a regime nel 2006 - e proprio la grande diffusione ha permesso di ridurre in maniera rilevante il costo dei pannelli, spingendo la ricerca, e di creare in poco tempo un tessuto di imprese, progettisti e installatori che era difficile immaginare solo pochi anni fa. Lo scorso Luglio sono stati approvati due provvedimenti fondamentali per continuare in questa prospettiva: la proroga degli incentivi fino al 2013, con un taglio progressivo delle tariffe e in particolare per gli impianti a terra; e sono state finalmente approvate le Linee Guida per i progetti da fonti rinnovabili, che permettono ora alle Regioni di definire il quadro delle regole per una corretta integrazione degli impianti sugli edifici e nel territorio.

Gli impianti fotovoltaici sono però anche al centro di crescenti polemiche che riguardano gli impianti a terra, e in particolare quelli realizzati in aree agricole. L'accusa nei confronti di questi progetti è che stiano portando alla cancellazione di sempre più numerose aree agricole e di deturpare paesaggi di pregio. Ma gli allarmi riguardano anche l'impatto sui terreni per via dei plinti di cemento di sostegno e l'utilizzo di diserbanti, nonché il rischio che le strutture rimangano abbandonate per anni una volta terminati gli incentivi. Queste preoccupazioni sono state riprese più volte dagli organi di informazione nazionali e da noti opinionisti, che hanno rilanciato polemiche e allarmi sul rischio di speculazioni legate alla grande quantità di progetti presentati e di un aumento delle bollette elettriche per i troppo generosi incentivi.

Per Legambiente la crescita del solare fotovoltaico è una prospettiva di fondamentale importanza per ridisegnare il modello energetico in Italia e a livello mondiale. La forte accelerazione nella diffusione degli impianti avvenuta negli ultimi anni, sopratutto in Europa e Giappone, ha permesso di dare una spinta fondamentale alla ricerca nei materiali migliorando l'efficienza dei pannelli e riducendo i prezzi. Continuare in questa direzione rappresenta dunque una scelta strategica, che va indirizzata laddove è più importante il contributo che gli impianti fotovoltaici possono fornire: e quindi in primo luogo sui tetti, nella direzione di una riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, e nelle aree degradate (cave, terreni da bonificare, ecc.). E' invece sbagliato un modello che preveda lo sviluppo del fotovoltaico in sostituzione di colture agricole. Per aiutare una prospettiva virtuosa del solare occorre un impegno da parte di Legambiente tutta, per una corretta informazione dei cittadini e per arrivare a definire regole attente ai caratteri del paesaggio italiano.

Secondo i dati del GSE i 1.525 MW installati in Italia sono distribuiti tra circa 100mila impianti, con una media di dimensione per impianto attualmente limitata (15 kW). Ma ad alimentare le polemiche sono soprattutto gli impianti a terra, attualmente in tutto 476 MW, e in particolare alcuni progetti di impianti di diverse decine di MW proposti in alcune aree agricole italiane, dal Salento alla Pianura Padana. Ciò detto, dobbiamo contribuire con iniziative e proposte per una forte ed equilibrata crescita degli impianti capace di soddisfare progressivamente una quota sempre più importante del fabbisogno elettrico delle famiglie e in prospettiva nazionale. L'obiettivo fondamentale da perseguire non è tanto di escludere qualsiasi installazione in area agricola quanto quello di dare regole intelligenti che permettano di costruire intorno alle fonti rinnovabili, e dunque oltre al fotovoltaico anche l'eolico e le biomasse, una prospettiva che aiuti l'agricoltura italiana a rafforzarsi e a puntare sulla qualità in un periodo, oltretutto, di grande difficoltà, integrando le diverse fonti in base alle caratteristiche territoriali. Se correttamente progettati gli impianti fotovoltaici, anche quelli a terra se di dimensioni limitate e qualora sia impossibile valorizzare i tetti degli edifici, possono rappresentare una prospettiva da guardare con interesse che può contribuire a integrare il reddito agricolo e a soddisfare i fabbisogni elettrici delle attività presenti. Sono inoltre moltissime nel nostro Paese le aree dismesse che possono essere utilmente utilizzate e quando necessario bonificate per ospitare pannelli. Nella discussione pubblica è importante che non si mettano sullo stesso piano gli impatti provocati dal fotovoltaico in termini di consumo di suolo con quelli realizzati negli ultimi decenni da un'urbanizzazione che ha stravolto, in modo irreversibile, tanti paesaggi italiani di pregio. Né per un associazione come Legambiente è possibile fare della lotta al fotovoltaico a terra una diffusa vertenza generalizzata contro il fotovoltaico a terra, finendo per lasciare spazio al nucleare in un periodo in cui si sta cercando di realizzare in Italia un programma di nuove centrali.

Per queste ragioni il direttivo nazionale di Legambiente
- Impegna la segreteria nazionale e i comitati regionali di Legambiente a sollecitare l'approvazione di regole che permettano lo sviluppo del solare fotovoltaico e la sua integrazione nel paesaggio italiano. In particolare le Regioni devono definire, in attuazione delle Linee Guida per gli impianti da fonti rinnovabili, i criteri che permettano di semplificare al massimo la realizzazione degli impianti sui tetti e nelle aree dismesse e che al contempo definiscano le condizioni di tutela del paesaggio e di corretta progettazione degli impianti. L'obiettivo dovrebbe essere perseguito individuando le aree di interesse naturalistico e paesaggistico "non idonee" per la realizzazione degli impianti a terra e di fissare, come già previsto in alcune normative regionali, delle percentuali massime di occupazione delle aree agricole rispetto sia al totale di quelle presenti nel Comune che all'area agricola di proprietà del proponente. In questo modo si potrebbero realizzare alcuni impianti a terra ma di piccola taglia e nelle aree marginali.

- Impegna i circoli e i comitati regionali di Legambiente a contribuire con proposte e iniziative sul territorio a un forte sviluppo del solare fotovoltaico. Promuovendo il solare, sia quello fotovoltaico che quello termico, attraverso regolamenti edilizi comunali che ne semplifichino le regole sui tetti e li obblighino in tutti i nuovi interventi e nelle ristrutturazioni. Contribuendo ad aiutare i cittadini e le aziende per spingere gli impianti più adatti e integrati nei territori, e ad una trasparente informazione sugli impianti anche attraverso le campagne, la promozione di gruppi di acquisto solari (GAS) e i Dossier "Comuni Rinnovabili" e il "Campionato Solare", un'incisa azione nell'ambito del Patto dei Sindaci. In questa direzione è necessario che si arrivi sempre a condividere la posizione e la comunicazione rispetto alle proposte di impianti fotovoltaici a terra di grande taglia in aree agricole, tra circoli, comitati regionali e segreteria nazionale. Perché risulta fondamentale spiegare con attenzione le ragioni di critica, evitando ogni strumentalizzazione che possa risultare dannosa nella prospettiva di sviluppo del solare e di promozione di un sistema energetico che abbia al centro l'efficienza e le fonti rinnovabili.

Roma, 18 settembre 2010.

Ti ringrazio ,caro Jambana, di avermi -e a tutti i forumisti di questo thread-evidenziato l'interessante documento di Lega ambiente.
Detto questo e premesso che non sono un tecnico dell'energia , nè di quella alternativa , nè di quella fossile o nucleare , vi sono alcuni aspetti della relazione che ritengo utile sottolineare.
1) E' certamente affascinante la prospettiva di poter uscire dalle fonti tradizionali e raggiungere il 100% di energia elettrica prodotto da rinnovabili entro il 2050. Ma anche accantonando per un attimo il problema da me sollevato dell'impatto visivo sul paesaggio e in specie su quello dolce e delicato dell'Italia , resta quello delle risorse necessarie a produrre i pannelli fotovoltaici e le pale eoliche che , in quanto prodotti industriali , abbisognano di molta energia , materie prime anche rare e costose ,e hanno un ciclo di vita abbastanza limitato , credo intorno ai 25 anni e poi vanno smaltiti con aggravio di costi e di impatto sull'ambiente.Credo poi che una buona parte del fotovoltaico sia prodotto in Cina -e da quella nazione esportato- la quale come è noto ha un bassissimo impiego di rinnovabile e tuttora marcia a carbone -non quello di ultima generazione, ma quello pesantemente inquinante- e combustibili fossili. Tant'è che la pollution nell'Impero di mezzo è incredibilmente più pesante che da noi e aggrava l'impatto ambientale globale giustamente citato da Lega Ambiente.
 
2) Anche se sull'eolico non è stata tutta speculazione , questa è avvenuta eccome. Soprattutto al sud dove le mafie hanno intascato contributi e fatto business, incuranti dell'impatto terribilmente negativo dato dalla colpevole applicazione dell'enormi pale (e pali) eoliche su zone di altissimo pregio paesaggistico ,artistico e turistico. Inoltre si sono convertiti alle energie alternative terreni di alta e pregiata produzione agricola con evidente danno all'economia e alle famiglie di quelle zone e vantaggio per gli speculatori.
Stesso rischio si corre con il fotovoltaico a terra, soprattutto se di grandi dimensioni, che può fare letteralmente "terra bruciata" là dove viene installato ,sottraendo per di più terreno fertile alle coltivazioni ,dove queste siano qualificate e produttive , e alterando pure l'equilibrio del bio-sistema con la sparizione di alcune specie di insetti e l'alterazione dei cicli riproduttivi di altri animali.
Resta poi un altro dubbio fondamentale : senza gli incentivi statali e comunitari , l'eolico e fotovoltaico sono produttivi , economici e forniscono in maniera sufficiente energia e utili ? Oppure il costo per fabbricarli, la loro vita media piuttosto ridotta ,l'impiego dele materie prime di cui sono fatti, la non stabilità della loro produzione , legata ovviamente al sole e al vento rendono tali sistemi limitati ad ausilio dei sistemi tradizionali ?
 
3) I piccoli impianti fotovoltaici per uso famigliare ,soprattutto se installati sui tetti potrebbero essere un buon sistema per risparmiare combustibili tradizionali e nello stesso tempo migliorare il bilancio economico delle famiglie. Pure il micro-eolico a basso impatto visivo da installare nei pressi delle abitazioni potrebbe andare nella stessa direzione. Anche qui però occorrerebbe studiare bene il bilancio costi/benefici depurato dai contributi europei che , come riconosce anche Lega-ambiente, rischiano di aumentare il costo delle bollette anche a chi non usufruisce dei vantaggi offerti dalle energie rinnovabili .
Resta il problema in caso di diffusione su larga scala del fotovoltaico sui tetti di un cambiamento/peggioramento estetico , rispetto alle coperture in cotto dei nostri meravigliosi centri storici. Se nei condomini e nelle villette moderme i pannelli solari non possono danneggiare alcunchè , anzi in certi casi contribuiscono al miglioramento di architetture non sempre di buon gusto con un tocco di razionalismo tecnologico ,per i tetti rossi in coppo che rappresentano una caratteristica inconfondibile del paesaggio rurale e dei piccoli centri italiani il discorso si fa più complesso. Sostituire tale caratteristica plurimillenaria, anche solo parzialmente con il vetro - acciaio dei pannelli , si pensi a tanti paesini dell'appennino centrale e alle città d'arte, non rappresenta certo una tutela valida del nostro patrimonio storico-artistico.
Mi si dirà che anche le antenne satellitari non hanno un buon impatto visivo , ma questa non è una buona ragione per peggiorare ulteriormente le cose.
Occorrerebbe quindi molta attenzione pure sotto questo aspetto , anche se la cosa può scontentare le nuove lobbies dell'eco.business. Saluti
Saluti
 
Thefrog ha scritto:
Sempre ammesso che ci sia l'energia necessaria per far andare il mondo dell'auto verso l'elettrico (e pare che l'energia ci sia), attualmente le auto elettriche sono una tecnologia ancora troppo immatura perche' possano essere utilizzate (parlo della carica che dura ore).

Ci vorra' ancora parecchio tempo (diciamo una quarantina/una cinquantina d'anni) perche' le auto elettriche possano effettivamente diventare una realta' signifcativa nel mondo dell'automobile.

Regards,
The frog
e chi sei, Otelma?! :shock: :lol: :lol: :lol: :lol:
 
Io ricordo fin troppo bene (vantaggi dell'età) il periodo in cui le automobili diesel erano pochissime, avevano cilindrata 2mila e potenza 60 cavalli, necessitavano per la messa in moto di una cerimonia di dieci minuti, richiedevano si marciasse ad andatura funerea fino a che il motore non era caldo e poi, facendo un bel fumo e un rumore riconoscibile a centinaia di metri di distanza, potevano sfrecciare a 100 all'ora o anche a 120, purché in assenza di salita o di vento contrario.
Ricordo benissimo anche che in quel periodo era opinione diffusa tra tutti gli "esperti" che il motore diesel "veloce", ovvero capace di superare i 1500-2000 giri tipici dei motori da camion, mai avrebbe potuto ambire a prestazioni migliori di quelle, a causa di insormontabili intrinseci problemi.
Poi le cose sono andate un po' diversamente, mi pare.

Ricordo anche gli articoli sulle riviste specializzate che dichiaravano solennemente che mai si sarebbe potuta superare, per le connessioni ad Internet via cavo telefonico, la velocità di 56 Kbps, a meno di non sostituire il suddetto cavo con la fibra ottica...

Indubbiamente non si possono fare i miracoli, ma si possono fare tante cose, in misura direttamente proporzionale alle risorse che vengono investite nella ricerca, le quali a loro volta sono direttamente proporzionali alle prospettive di ritorno economico, le quali a loro volta sono direttamente proporzionali all'interesse e alla domanda che l'oggetto della ricerca suscita. Ragion per cui, come dicevo, se da un lato non è ancora il momento di comprare un'auto ibrida o elettrica, è certamente il momento di interessarsi alla cosa e anche dimostrare tale interesse, ad esempio non comprando più le automobili "normali" che non riescono a superare i 14 km con un litro di carburante e che hanno costi di mantenimento spudorati...
 
GheddoStella ha scritto:
Le auto elettriche van giusto bene per i vecchi rincoglioniti che è meglio che appendano le chiavi al chiodo piuttosto che guidare.

un pò come quelli che girano con le hyundai accent! :D

PS: sarà che la Leaf non la vendono perchè è una delle auto più brutte mai concepite, oltre a tutto il resto?
 
Le auto elettriche van giusto bene per i vecchi rincoglioniti che è meglio che appendano le chiavi al chiodo piuttosto che guidare.
Ecco, questa è proprio la frase che tanti anni fa sentivo spesso ripetere a proposito delle auto a gasolio.
 
La cosa bella è che tanto più si denigra un prodotto che funziona (non dimentichiamo che funziona) tanto più questo diverrà, nel tempo, lo standard!
 
Jambana ha scritto:
A me la possibilità - già attuale- di poter produrre l'energia per i propri spostamenti quotidiani (che per la maggior parte della gente rientrano nell'autonomia di un'auto elettrica) con il proprio impianto fotovoltaico pare una cosa bellissima!
Spostarsi quotidianamente senza dover dipendere dal petrolio.
Per i viaggi più lunghi, basterà un motore d'appoggio per poter ricaricare le batterie in marcia.
E' così fantascientifico?

Soprattutto caro ed illusorio.
Quando ricarichi la macchina è la rete che lavora, sopratutto la sera e di notte...
E poi caro. Al 30/11/2010 è stato installato in italia 1,6 GW di fotovoltaico. Ci costeranno 1 MILIARDO di Euro per i prossimi 20 anni e produrranno circa lo 0,6 % dell'energia elettrica di cui abbiamo bisogno.
Buttare i soldi dalla finestra in questo periodo di chiari di luna non è esattamente un lampo di genio.
Chi installa i pannelli FV ha ragione, perchè ci gudagna, ma pagano tutti gli altri.
La ION con una carica mette via 16 kWh, cioè l'equivalente di 4 litri di benzina (sarebbero 40 kWh ma c'è di mezzo il rendimento del motore).
Una macchina equivalente costa oggi 10000 Euro.
Il prezzo è però un mistero. Su un listino ho visto un prezzo di almeno 36500 Euro.
Con 26500 Euro, se ne compra di benzina...

Con
 
laurent15 ha scritto:
...Al 30/11/2010 è stato installato in italia 1,6 GW di fotovoltaico...
Il GSE ha pubblicato il 20 dicembre scorso quanto segue:

Superati in Italia i 2.000 MW di potenza fotovoltaica installata su tutto il territorio nazionale...
Considerando le ulteriori comunicazioni che perverranno al GSE nelle prossime settimane relative agli impianti entrati in esercizio tra l?inizio di novembre e il 31 dicembre 2010, si stima che la potenza fotovoltaica cumulativa in esercizio in Italia a fine anno con il Conto Energia potrebbe sfiorare i 3.000 MW, con una nuova potenza nel solo anno 2010 superiore a 1.500 MW contro i 720 MW installati nell?anno 2009


...Chi installa i pannelli FV...ci guadagna...
???
 
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