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Un paese di poveracci

… allo stesso tempo il datore di lavoro parla sempre di Ral perche è quello che andrà a pagare,
Più correttamente, il datore parla di RAL perché sa che andrà a pagare il RAL più circa il 45-50% (contributi previdenziali c/ditta, premio INAIL e TFR che è fuori dal RAL)
 
Per Algepa.
Sarebbe un discorso valido se non esistessero i datori di lavoro che approfittano della gente che pur di lavorare accetta di avere tutele scarse o addirittura nulle.
Ovviamente non mi riferisco a lavoratori che hanno una specializzazione avanzata e possono permettersi di scartare le offerte di lavoro con retribuzione non adeguata.
In certi casi da una parte c'è convenienza mentre dall'altra solo bisogno.
 
Altrimenti dovrebbe metterne almeno altrettanti in busta per l'assicurazione privata, non facciamo facile demagogia.
Non esiste nessuna assicurazione privata che garantisca nemmeno lontanamente il trattamento di malattia erogato dall’Inps (con una quota a carico del datore di lavoro) a parità di onere.
 
Scusate ma quando un dipendete discute un contratto di lavoro lo discute proprio in termini di Ral perché sa che il netto di per sé indica poco, allo stesso tempo il datore di lavoro parla sempre di Ral perche è quello che andrà a pagare, se le parti accettano di firmare un contratto è perché tutte e due hanno una convenienza, non è quindi un discorso di essere tutelati ma di farsi riconoscere per quanto vale il proprio operato. Se uno si presenta e chiede il doppio di Ral di quanto vale probabilmente nessuno lo assume, per dire che se a me il datore di lavoro paga i versarmenti per la pensione quelli fanno parte del servizio che io gli offro.
Quoto, anche io ho sempre negoziato la Ral con tutto quello che include e di cui il netto è solo una parte
 
Più correttamente, il datore parla di RAL perché sa che andrà a pagare il RAL più circa il 45-50% (contributi previdenziali c/ditta, premio INAIL e TFR che è fuori dal RAL)

Non entravo nel merito del Ral, cercavo di far capire che io da dipendente contratto un assunzione e parlo di Ral perché considero anche i versamenti che mi interessano, è una parte di quello che voglio dal datore, se domani togliessero i versamenti non è che mi accontento di prendere il Ral meno i versamenti del datore, vorrei la stessa somma. Non so se sono riuscito a spiegarmi
 
Certo, i ricchi...

Io pensavo ad esempio ai dipendenti pubblici che durante il lockdown prendevano il 100% dello stipendio a differenza di quelli privati che prendevano l'80%.
Senza voler arrivare agli autonomi che non potevano alzare la serranda e magari avevano 1000 euro di affitto da pagare per il loro negozio e hanno ricevuto a mesi di distanza i famosi 600 euro...
 
Dovrei chiedere ai miei genitori ma mi pare di ricordare che a fine anni 90 avessero una sorta di polizza malattia.
Forse era solo un'estensione della polizza assicurativa del loro negozio.
Comunque si resero conto molto presto che era una spesa inutile perchè non copriva quasi nulla,come la polizza sui guasti ai macchinari.
Però va detto che il loro assicuratore è sempre stato un volpone quindi magari cercando era possibile ottenere delle vere tutele a parità di prezzo.
 
Non esiste nessuna assicurazione privata che garantisca nemmeno lontanamente il trattamento di malattia erogato dall’Inps (con una quota a carico del datore di lavoro) a parità di onere.
Semplicemente perchè l'INPS viene finanziato, per la parte mancante dal gettito di contributi, dalla fiscalità generale. Esattamente come il diritto alla salute, all'istruzione alla sicurezza, etc
 
Semplicemente perchè l'INPS viene finanziato, per la parte mancante dal gettito di contributi, dalla fiscalità generale. Esattamente come il diritto alla salute, all'istruzione alla sicurezza, etc

Proprio per questo bisogna ammettere che a beneficiare degli innegabili vantaggi che offre l'inps sono solo i dipendenti,nonostante a finanziarlo contribuiscano anche gli autonomi.
Ai quali viene detto a chiare lettere di attaccarsi al tram e di farsi una polizza assicurativa a parte che costa di più e non offre le stesse tutele.
 
però, in fondo, tutto questo discorso gira intorno al fatto (già sviscerato) che fra salario netto di un dipendente e costo del lavoro come fra guadagno netto di un "non dipendente" e prezzo del servizio c'è, in Italia, un abisso.
Di tasse e costi sociali.

Una grossa fetta degli italiani continua ad essere certa che questo divario ci sia solo per i dipendenti.
Gli altri, per definizione, sono evasori.

Pertanto accettano un costo delle prestazioni che è sopportabile solo facendo evasione.
E il cane si morde la coda.

Per cui il negoziante onesto finisce per fare la fame perché se non fa il prezzo di chi evade chiude, ma al contempo non evadendo va uguale a gambe all'aria e muore di fatica.
 
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