In astratto e, soprattutto, in un altro paese, ti darei ragione.
Ma siamo in Italia.
Una ben determinata area politica concesse, con un contratto per anni secretato, ad una ben nota famiglia la rete autostradale costruita con i soldi delle nostre tasse. Il risultato fu l’aumento spaventoso dei pedaggi, la diminuzione delle costose pattuglie della Polizia Stradale (che sono pagate dal concessionario) sostituite con l’economico Tutor accompagnato da una campagna stampa (amica?) che mistificava i dati statistici (basta leggere con attenzione i dati pubblicati dalla società per vedere che la diminuzione dei tassi di incidentalità e mortalità è pochissimo correlata con il tutor in quanto la diminuzione è omogenea sui tratti tutorati e non tutorati.
Ora questi egregi signori, gli stessi che prelevano i pedaggi in Italia e si appoggiano fiscalmente in Lussemburgo, protestano paventando danni economici.
Io sono tutto fuorché giacobino, ma la voglia di forca mi sale tanto.
Non riesco a ritrovarla, stamane avevo letto un’intervista a Gamberale, ex ad di Autostrade. Ha indicato con chiarezza l’esasperata ricerca di redditività della concessionaria quale elemento scatenante la sua decisione di chiudere quell’esperienza.
Ripeto, sono tutto fuorché un forcaiolo, ma qui si presenta l’occasione, grazie purtroppo a queste disgraziate vittime, di passare alla resa dei conti con certe modalità di gestione della cosa pubblica.