<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Ponti: la sf..a continua | Page 29 | Il Forum di Quattroruote

Ponti: la sf..a continua

Il ponte ha un proprietario. Percui sarà il proprietario a essere in difetto no? Se il tuo cane ti scappa e mi morde il sedere la colpa è tua non del panettiere
È naturale pensare che le responsabilità gravino sul titolare della concessione. Ma prima di emettere sentenze, cosa che gran parte degli italiani ha già fatto (talvolta a distanza di pochi minuti dall’accaduto), bisogna fare approfondite indagini e non processi sommari fondati sull’emotività
 
Secondo me l'opera di Morandi è stata progettata in maniera ardita ovvero osando più del solito per realizzare un ponte snello,per giunta utilizzando dei materiali ancora poco conosciuti.
Altri ponti,perfino più vecchi,sono stati progettati e costruiti invece in maniera prudente (non so se sia vero ma ho sentito dire che il ponte di Brooklyn è stato costruito 6 volte più robusto di quanto si ritenesse necessario,cosa che sicuramente ha inciso molto sui costi però pur con tutti i lavori di adeguamento necessari il ponte è li da quasi 150 anni).
Non penso che dipenda dalle tecnologie dell'epoca perchè esistono opere anche più vecchie evidentemente riuscite meglio o più semplici che si sono rivelate più longeve.
Un esperto in tv ha detto che se un ponte nei primi 20 anni di vita necessita già di rinforzi e lavori importanti significa che è nato male,e il fatto che il ponte Morandi non sia stato preso come modello per costruirne a centinaia ma solo poche unità in tutto il mondo secondo me la dice lunga su quanto il progetto col senno di poi sia stato considerato valido.
 
È naturale pensare che le responsabilità gravino sul titolare della concessione. Ma prima di emettere sentenze, cosa che gran parte degli italiani ha già fatto (talvolta a distanza di pochi minuti dall’accaduto), bisogna fare approfondite indagini e non processi sommari fondati sull’emotività


L unica cosa che mi mette dubbi e angoscia è come diavolo ha fatto a cadere. Quelli che sostenevano che sarebbe caduto secondo me o contano balle o le sparavano giusto cosi. Era di cemento armato, a vederlo ma come vedi tante strutture,come potevi pensare che si sbriciolasse? Boh magari sono ingenuo io.
 
Secondo me l'opera di Morandi è stata progettata in maniera ardita ovvero osando più del solito per realizzare un ponte snello,per giunta utilizzando dei materiali ancora poco conosciuti.
Altri ponti,perfino più vecchi,sono stati progettati e costruiti invece in maniera prudente (non so se sia vero ma ho sentito dire che il ponte di Brooklyn è stato costruito 6 volte più robusto di quanto si ritenesse necessario,cosa che sicuramente ha inciso molto sui costi però pur con tutti i lavori di adeguamento necessari il ponte è li da quasi 150 anni).
Non penso che dipenda dalle tecnologie dell'epoca perchè esistono opere anche più vecchie evidentemente riuscite meglio o più semplici che si sono rivelate più longeve.
Un esperto in tv ha detto che se un ponte nei primi 20 anni di vita necessita già di rinforzi e lavori importanti significa che è nato male,e il fatto che il ponte Morandi non sia stato preso come modello per costruirne a centinaia ma solo poche unità in tutto il mondo secondo me la dice lunga su quanto il progetto col senno di poi sia stato considerato valido.


I costruiti cosi sono tre,due venuti giu ( uno per una petroliera giusto dirlo) e il terzo è stato dichiarato inutilizzabile da due anni.
 
Per chi vuole approfondire le tematiche ingegneristiche, consiglio la lettura di un testo americano (tradotto in italiano) semplice e divulgativo non recente ma concettualmente valido, "Perchè gli edifici cadono" di M.Levy e M.Salvadori (Bompiani).
Un excursus tra i più importanti crolli strutturali, dalle piramidi (si pure quelle hanno avuto i loro problemi) ai ponti, alle coperture a membrana sottile, e così via.
 
Per chi vuole approfondire le tematiche ingegneristiche, consiglio la lettura di un testo americano (tradotto in italiano) semplice e divulgativo non recente ma concettualmente valido, "Perchè gli edifici cadono" di M.Levy e M.Salvadori (Bompiani).
Un excursus tra i più importanti crolli strutturali, dalle piramidi (si pure quelle hanno avuto i loro problemi) ai ponti, alle coperture a membrana sottile, e così via.

Sarebbe interessante data la mia ignoranza
 
Ma scusate, perchè cazzarola un ponte dev'essere "snello"? Mica deve fare la prova costume....

Per ragioni estetiche e secondo me perchè chi progetta un'opera simile vuole che sia unica o innovativa.
Magari ci saranno state anche delle ragioni pratiche dovute al posto in cui il ponte andava costruito ma io propendo più per ragioni legate all'estetica e al fatto che il ponte doveva in qualche modo essere un simbolo perciò è stato scelto un progetto ardito che si è rivelato poi poco valido.
D'altra parte finora ho sentito parlare di altri 3 ponti progettati da Morandi con quella struttura,uno è crollato in sud america mi sembra,e altri due sono chiusi uno in sicilia e l'altro in Libia.
Io non sono un esperto ma penso che si possa dire,col senno di poi,che quella struttura si è rivelata fallimentare.
 
Questo il testo della concessione, che non è (non dovrebbe essere) un contratto inter pares

Come scrivevo ieri mattina, ci sono i requisiti per iniziare la procedura per la revoca (decadenza per inadempimento).

Al riguardo, vorrei sottolineare, scusandomi in anticipo con la moderazione per il momentaneo sconfinamento oltre il nastro segnaletico, che la persona che ha fatto l'annuncio, se non mi sbaglio, è un azzeccagarbugli piuttosto quotato.....
 
Non sono ingegnere civile, ma sono "del ramo", sebbene in un'altra nazione.
In queste ore ne ho sentite e lette di tutti i colori.
A iniziare dalla manutenzione: il gestore non può decidere di suo di chiudere un collegamento di quel tipo per manutenzione. Lo farebbe subito se potesse!
La manutenzione fatta a pezzi, di notte, oltre ad essere meno efficace, costa anche molto di più. Sarebbe nell'interesse del gestore chiudere per un paio d'anni e ciao, piuttosto che fare decine di cantieri notturni parziali.
Ma c'è l'opinione pubblica, ci sono le forze politiche... già, perché quando è tutto "normale" il problema è non arrecare disturbo al traffico (altrimenti ti riempiono FB di post in cui ti danno dello scemo, o fanno interrogazioni, ecc.), mantenere aperte le vie, soprattutto quelle strategiche e prive di alternative come quella in questione.
Chi avrebbe accettato 4 o 5 anni di disagi per chiudere il ponte e rifarlo o risanarlo completamente? Si sarebbero schierati tutti, ma proprio tutti, contro. Oggi invece scrivono e dicono che così andava fatto!

Prima di parlare sarebbe meglio capire come sono andate le cose (chi ha deciso cosa, a che livello e su che basi), come sarebbe giusto in una situazione di ragionevolezza. Situazione in cui, evidentemente, non siamo.
In astratto e, soprattutto, in un altro paese, ti darei ragione.

Ma siamo in Italia.

Una ben determinata area politica concesse, con un contratto per anni secretato, ad una ben nota famiglia la rete autostradale costruita con i soldi delle nostre tasse. Il risultato fu l’aumento spaventoso dei pedaggi, la diminuzione delle costose pattuglie della Polizia Stradale (che sono pagate dal concessionario) sostituite con l’economico Tutor accompagnato da una campagna stampa (amica?) che mistificava i dati statistici (basta leggere con attenzione i dati pubblicati dalla società per vedere che la diminuzione dei tassi di incidentalità e mortalità è pochissimo correlata con il tutor in quanto la diminuzione è omogenea sui tratti tutorati e non tutorati.

Ora questi egregi signori, gli stessi che prelevano i pedaggi in Italia e si appoggiano fiscalmente in Lussemburgo, protestano paventando danni economici.

Io sono tutto fuorché giacobino, ma la voglia di forca mi sale tanto.

Non riesco a ritrovarla, stamane avevo letto un’intervista a Gamberale, ex ad di Autostrade. Ha indicato con chiarezza l’esasperata ricerca di redditività della concessionaria quale elemento scatenante la sua decisione di chiudere quell’esperienza.

Ripeto, sono tutto fuorché un forcaiolo, ma qui si presenta l’occasione, grazie purtroppo a queste disgraziate vittime, di passare alla resa dei conti con certe modalità di gestione della cosa pubblica.
 
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