A Milano su 200.000 caldaie solo 979 sono ancora a gasolio ( di cui meno di una decina in edifici comunali, che stanno virando verso il metano). Le restanti sono di palazzine i cui condomini nonostante gli incentivi negli anni se ne sono sempre sbattuti.
Poi, si dice che gli inquinanti sono in maggioranza causati da riscaldamento ed industrie. Bé in questi giorni di riscaldamenti fondamentalmente spenti, il pm10 è oltre i limiti. Se abbiamo una pianura padana con poca ventilazione non possiamo sempre sperare nella pioggia e far finta che il traffico non centri.
A Milano non c'e' una caldaia ogni 6 abitanti.
Gli impianti sono mediamente molto piu' grandi, per non parlare del teleriscaldamento disponibile in alcune zone.
Ci saranno poi molti termoautonomi, che pero' mi risultano non vengano piu' installati per evidenti limiti di efficienza rispetto ad impianti piu' grandi.
Poi in Lombardia, la fonte principale del pm10 e' la combustione della legna (fonte Arpa Lombardia), e non vanno dimenticati gli impianti industriali, i termovalorizzatori e le centrali termoelettriche.
Nella pianura Padana tutto si genera ma nulla si dissolve per mancanza di venti e quest'anno anche di piogge consistenti.
Aggiungo che anche i blocchi del traffico attuati in passato non hanno mai portato benefici riscontrabili dalle centraline.
In 20 anni siamo passati da una media di circa 100 giorni di sforamento della soglia di 50 microgrammi di PM10 (contro i max 35 imposti dall'Europa) a circa 70/80, nonostante il completo ricambio del parco automobilistico con la scomparsa di gran parte dei vecchi diesel senza filtri e l'importante riduzione di caldaie a gasolio.
E' un evidente segno che ci sono altre fonti importanti di PM10 che non vengono contrastate, perche' probabilmente provengono da oltre il confine cittadino e probabilmente anche provinciale.
Il PM10 deve essere contrastato in modo omogeneo all'interno di tutto il bacino Padano, altrimenti e' una guerra persa in partenza !!