<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> licei + 3% | Page 4 | Il Forum di Quattroruote

licei + 3%

pi_greco ha scritto:
moogpsycho ha scritto:
pi_greco ha scritto:
resta il fatto che raramente le aggenzia interinali gestiscono profassionisti (intendo con profilo quadro o dirigenziale) per cui hanno una visione parziale su lavori anche specialistici ma non di concetto o progettazione o sviluppo o ricerca

certo, ma noi stiamo parlando di giovani neo laureati o neo diplomati che generalmente non si inseriscono come quadri o dirigenti.

dipende un giocane medico fa il medico e non l'infermiere o barelliere, idem l'ingegnere o il biologo, e non credo che una finanziaria o una banca assuma il laureato e con master per metteerlo allo sportello o un avvocato si prenda un tirocinante per farli lustrare i pavimenti etcetcetc
Succede succede, eccome se succede... :rolleyes:
Però chiamiamola gavetta, difficilmente il dottore fa il cassiere al supermercato per sempre, è solo un parcheggio temporaneo... ;)
 
DareAvere(exTDI89) ha scritto:
Tasso di occupazione(35-54 anni), diplomati: 82,6%. Per i laureati è il 90,7%.

I dati sono di una indagine ISTAT, e si riferiscono al 2008(dopo la crisi penso che la situazione dell'occupazione sia peggiorata nel complesso, ma è importante notare il vantaggio a favore di chi possiede una laurea).
http://en.istat.it/lavoro/unilav/focus.pdf
E diciamolo cribbio!
Un diplomato dall'ipsia farà l'operaio o giù di li, e lo farà in un mercato del lavoro di produzione sempre più delocalizzato o cmq in contrazione, senza contare la concorrenza data dall'immigrazione. La carriera è limitatissima e fondamentalmente le prospettive sono quelle di svolgere la stessa mansione quantomeno per un lunghissimo tempo, piaccia o meno.
Un laureato ha cmq sempre delle carte in più da giocare... e lo dicono le statistiche, per quanto concerne carriera e trattamento economico il laureato è sempre in vantaggio.
Questo quanto al lavoro.

L'università non è solo una preparazione al lavoro, è anche (e imho soprattutto) un'esperienza di vita che apre la mente, che rende indipendenti... un'esperienza indimenticabile che rimane nel cuore per tutta la vita...
 
alfistaConvinto ha scritto:
personalmente se uno vuole diventare uno sviluppatore consiglio di fare l'itis poi studiare l'informatica da autodidatta (come hanno fatto tutti i più grandi programmatori)

Azzz......adesso capisco perchè ogni volta che prendi in mano un software ci trovi più buchi che in una grattugia!
 
bumper morgan ha scritto:
pi_greco ha scritto:
bumper morgan ha scritto:
scuole professionali - 3,4 %
continuiamo a farci del male......

perchè?
perchè la laurea non garantisce più nulla, perchè di laureati ce ne sono già troppi, perchê mancano gli artigiani. Ma quanto ci vuole a capirlo?
il problema è che poi si lamentano di essere disoccupati, soprattutto coloro che si cimentano in lauree che sono poco spendibili.Si lamentano e se la prendono col governo. Piove governo ladro.
Per esempio, quanti sono i laureati in architettura o giurisprudenza che le università sfornano ogni anno? migliaia! ma non c'è spazio per aprire migliaia di studi ogni anno, la si vuol capire o no?

1-mancano alcune figure artigianali

2-eccedono i laureati in discipline non rischieste dal mondo del laovor

3-mancano laureati in discipline ostiche e molto richieste dal mondo del lavoro

tre affermazioni veritiere e non mutuamente esclusive
 
bumper morgan ha scritto:
pi_greco ha scritto:
lo studio per amore della cultura (tipico della struttura liceale) non è per forza negoziabile con l'indirizzamento al lavoro manuale (parliamo di scuole professionali e non di sitituti tecnici dove il discorso è leggermente diverso)
poi non capisco come possano esser in concorrenza un diplomato ad una scuola professionale (tipo IPSIA) con un laureato in qualsiasi disciplina possa essere
talvolta al massimo un diplomato in istituto tecnico (speci in passato) poteva essere in competizione con un laureato omologo (ragioniere vs dottore in economia e commercio, geometra vs ing civile o architetto, perito vs ingenere, etcetc)

ma se devi formare medici, informatici, biologi, chimici, fisici, matematici, ingegneri, avvocati, etcetc, hai bisogno di formazione almeno tecnica se non liceale, perchè devo ancora vedere uno che passa da un IPSIA ad una facoltà come medicina o giuripsrudenza
lo ha fatto mio figlio il quale dopo il diploma in grafica si è laureato in ingegneria gestionale. In 5 anni. M ricordo che all'inizio aveva avuto un pò di difficoltà con l'analisi matematica. Per il resto se l'è cavata. Ovvio che se avesse fatto il liceo avrebbe avuto qualche difficoltà in meno

QED o CVD
 
jaccos ha scritto:
DareAvere(exTDI89) ha scritto:
Tasso di occupazione(35-54 anni), diplomati: 82,6%. Per i laureati è il 90,7%.

I dati sono di una indagine ISTAT, e si riferiscono al 2008(dopo la crisi penso che la situazione dell'occupazione sia peggiorata nel complesso, ma è importante notare il vantaggio a favore di chi possiede una laurea).
http://en.istat.it/lavoro/unilav/focus.pdf
E diciamolo cribbio!
Un diplomato dall'ipsia farà l'operaio o giù di li, e lo farà in un mercato del lavoro di produzione sempre più delocalizzato o cmq in contrazione, senza contare la concorrenza data dall'immigrazione. La carriera è limitatissima e fondamentalmente le prospettive sono quelle di svolgere la stessa mansione quantomeno per un lunghissimo tempo, piaccia o meno.
Un laureato ha cmq sempre delle carte in più da giocare... e lo dicono le statistiche, per quanto concerne carriera e trattamento economico il laureato è sempre in vantaggio.
Questo quanto al lavoro.

L'università non è solo una preparazione al lavoro, è anche (e imho soprattutto) un'esperienza di vita che apre la mente, che rende indipendenti... un'esperienza indimenticabile che rimane nel cuore per tutta la vita...
be se la vedi da questo punto ti forma molto!! anni e anni a dover dire sempre si a professori spesso pazzi, che decidono della tua vita! gente che ti vuole mettere i bastoni fra le ruote.. il resto dopo nn ti spaventa!
 
a_gricolo ha scritto:
alfistaConvinto ha scritto:
personalmente se uno vuole diventare uno sviluppatore consiglio di fare l'itis poi studiare l'informatica da autodidatta (come hanno fatto tutti i più grandi programmatori)

Azzz......adesso capisco perchè ogni volta che prendi in mano un software ci trovi più buchi che in una grattugia!
scusa agri, una volta si chiamavano bachi e le release erano bacate. A proposito di grattuge, la sai quella di quel cieco che, per caso, appoggiando le dita sulla grattugia lasciata in giro dalla moglie esclama: ma chi è che scrive ste ca22ate!?
 
DareAvere(exTDI89) ha scritto:
G5 ha scritto:
Non mancano ne dottori ne avvocati ..... mancano falegnami, fabbri, contadini, ecc ecc
I laureati in Italia non sono troppi, sono TROPPO POCHI.
La laurea è sempre un investimento. Il tasso di disoccupazione per i laureati è sempre inferiore a quello dei diplomati, così come è più alto il tasso di occupazione. Dopo un certo numero di anni, le retribuzioni medie dei laureati sono nettamente superiori a quelle dei diplomati.
Saluti

forse non conviene dal punto di vista economico, non sul medio periodo, forse sul lungo e per alcune professioni

se pensi a quanto costa (specie oggi studiare) tasse, testi, spesso spese di trasferta o di trasferimento in sede lontana, mancati guadagni e mancato tempo libero, perchè se studi non hai tutte le sere ed i weekend liberi per divertirti (e nemmeno hai i soldi per farlo) e poi non hai la mente sgombra ma sempre al pensiero del'esame e del programma da padroneggiare bene prima dell'esame e poi sulle paturnie che ti fanno venire le fisse di chi interroga o contro interroga

poi all'inizio magari resti in uni per tentare la ricerca e la docenza poi ti accorgi che è meglio fare il dottorato, ma poi non serve, allora il perfezionamento o master, poi magari alla fine la sis o magari come nel mio caso la scuola quadriennale di specializzazione, totale (sempre nel mio caso) oltre dodici anni passati in ateneo e alcuni con contratti atipici (cococò, consulenze, borse, sostituzioni e quant'altro), ora comincio a guadagnare ed avere una posizione congrua, anche se con attribuzion non tutte retribuite, però se vedo i miei TSRM che a 22 anni guadagnavano già lo stipendio attuale (entrano con circa 1500 ? mensili, il che equivale a più della metà dei miei, ma con una preparazione che dire universitaria fa ridere di soli 3 anni con tasse ridotte e poche spese per i testi e poche ore di studio e magari qualche forma di contratto di presalario.

certo non mi è finora convenuto, ma sono soddisfatto, e non per le pergamene che ho lasciato esporre ai miei genitori orgogliosi e ma veri artefici e sponsor della mi riuscita. faccio un lavoro per cui ottengo soddisfazioni quotidiane,umane, professionali ed etiche
 
a_gricolo ha scritto:
alfistaConvinto ha scritto:
personalmente se uno vuole diventare uno sviluppatore consiglio di fare l'itis poi studiare l'informatica da autodidatta (come hanno fatto tutti i più grandi programmatori)

Azzz......adesso capisco perchè ogni volta che prendi in mano un software ci trovi più buchi che in una grattugia!
bella battuta ma è offensiva verso gli altri! nn su di me..
xke se io prendo in mano un sw fatto da altri e ci trovo tanti buchi, è implicito che i buchi nn li ho fatti io!
:D
 
bumper morgan ha scritto:
DareAvere(exTDI89) ha scritto:
G5 ha scritto:
Non mancano ne dottori ne avvocati ..... mancano falegnami, fabbri, contadini, ecc ecc
I laureati in Italia non sono troppi, sono TROPPO POCHI.
La laurea è sempre un investimento. Il tasso di disoccupazione per i laureati è sempre inferiore a quello dei diplomati, così come è più alto il tasso di occupazione. Dopo un certo numero di anni, le retribuzioni medie dei laureati sono nettamente superiori a quelle dei diplomati.
Saluti

Emanuele, dipende. Se hai una laurea in filosofia o sociologia ti ci fai le pippe (scusa il francesismo) per non parlare delle lauree ridicole (della scienza e del fiore e scemate simili).
Cmq il problema è essere consapevoli che con la laurea non hai più niente di garantito.

se la prendi studiando la cultura che ti lascia, e quell nessuno te la può rubare
 
pi_greco ha scritto:
DareAvere(exTDI89) ha scritto:
G5 ha scritto:
Non mancano ne dottori ne avvocati ..... mancano falegnami, fabbri, contadini, ecc ecc
I laureati in Italia non sono troppi, sono TROPPO POCHI.
La laurea è sempre un investimento. Il tasso di disoccupazione per i laureati è sempre inferiore a quello dei diplomati, così come è più alto il tasso di occupazione. Dopo un certo numero di anni, le retribuzioni medie dei laureati sono nettamente superiori a quelle dei diplomati.
Saluti

forse non conviene dal punto di vista economico, non sul medio periodo, forse sul lungo e per alcune professioni

se pensi a quanto costa (specie oggi studiare) tasse, testi, spesso spese di trasferta o di trasferimento in sede lontana, mancati guadagni e mancato tempo libero, perchè se studi non hai tutte le sere ed i weekend liberi per divertirti (e nemmeno hai i soldi per farlo) e poi non hai la mente sgombra ma sempre al pensiero del'esame e del programma da padroneggiare bene prima dell'esame e poi sulle paturnie che ti fanno venire le fisse di chi interroga o contro interroga

poi all'inizio magari resti in uni per tentare la ricerca e la docenza poi ti accorgi che è meglio fare il dottorato, ma poi non serve, allora il perfezionamento o master, poi magari alla fine la sis o magari come nel mio caso la scuola quadriennale di specializzazione, totale (sempre nel mio caso) oltre dodici anni passati in ateneo e alcuni con contratti atipici (cococò, consulenze, borse, sostituzioni e quant'altro), ora comincio a guadagnare ed avere una posizione congrua, anche se con attribuzion non tutte retribuite, però se vedo i miei TSRM che a 22 anni guadagnavano già lo stipendio attuale (entrano con circa 1500 ? mensili, il che equivale a più della metà dei miei, ma con una preparazione che dire universitaria fa ridere di soli 3 anni con tasse ridotte e poche spese per i testi e poche ore di studio e magari qualche forma di contratto di presalario.

certo non mi è finora convenuto, ma sono soddisfatto, e non per le pergamene che ho lasciato esporre ai miei genitori orgogliosi e ma veri artefici e sponsor della mi riuscita. faccio un lavoro per cui ottengo soddisfazioni quotidiane,umane, professionali ed etiche
pensa te io credo che sia giusto far accedere il personale "per fare la ricerca e didattica" nelle univ anche se nn hanno la laurea o il diploma!
credo che sia profondamente sbagliato il fatto che si accede alla ricerca laureandosi poi facendo il dottorato ecccc
 
HomerJ-2 ha scritto:
pi_greco ha scritto:
alfistaConvinto ha scritto:
pi_greco ha scritto:
lo studio per amore della cultura (tipico della struttura liceale) non è per forza negoziabile con l'indirizzamento al lavoro manuale (parliamo di scuole professionali e non di sitituti tecnici dove il discorso è leggermente diverso)

poi non capisco come possano esser in concorrenza un diplomato ad una scuola professionale (tipo IPSIA) con un laureato in qualsiasi disciplina possa essere

talvolta al massimo un diplomato in istituto tecnico (speci in passato) poteva essere in competizione con un laureato omologo (ragioniere vs dottore in economia e commercio, geometra vs ing civile o architetto, perito vs ingenere, etcetc)

ma se devi formare medici, informatici, biologi, chimici, fisici, matematici, ingegneri, avvocati, etcetc, hai bisogno di formazione almeno tecnica se non liceale, perchè devo ancora vedere uno che passa da un IPSIA ad una facoltà come medicina o giuripsrudenza
hahahahahaahahaha
che grandi informatici possono venir fuori dopo un liceo + università di informatica (che in italia a parte rare eccezioni studi solo matematica e altra robaccia)

quindi matematica, logica, algebra geometria, analisi, etcetc non servono per fare l'informatico? lo dirò ai mie amici che hanno studiato a torino, milano e genova, di restituire subito le reasponsabilità da quadro/dirigente che hanno da anni e relativi pingui stipendi

se uno volesse fare lo sviluippatore, sistemista, programmatore cosa consiglieresti?

Io di liceali che conoscono matematica, algebra, logica ne ho conoscoiuti pochi. Che possano apprenderla, sicuro, ma che escano dal liceo con queste conoscenze..solo dallo scientifico.
Detto questo, il liceo classico non serve a nulla, non è mai servito a nulla, non servirà mai a nulla (almeno se la vediamo nell'ottica che gli studi debbano portare ad una formazione che ti introduca al mondo del lavoro).

mi sono diplomato presso un liceo scientifico, un quarto di secolo addietro, gli amici iscritti a fisica provenivano in maggioranza dalla mia estrazione, me c'erano anche periti e classicisti

chi faceva meno fatica in assoluto sull'algebra e analisi nei primi tenpi erano i periti informatici ed elettronici (le studuavano sin dal 4° anno, poi noi, buoni ultimi i provenienti dal classico.

sono bastati 4 mesi per invertire la tendenza, chi provien dal classico ha mente elastica e metodo di studio, tanto per il greco, la filosofia, la logica, la mtematica, l'anatomia o il diritto.

se tornassi indietro provgerei a non farmi bocciare al classico, se avvessi tempo studierei il greco antico per svegliare quel poco di materia grigia quasi del tutto atrofizzata
 
bumper morgan ha scritto:
scuole professionali - 3,4 %
continuiamo a farci del male......

caro giuann, credo che il problema inquadrato così, nel numero generale, sia mal posto. e anche molto.

spiego:
prima di tutto le persone dovrebbero pensare a un ciclo di studi finalizzato alla VITA che desiderano fare, tenendo anche conto delle loro effettive capacità e possibilità, dei sacrifici che sono disposti a compiere, delle occasioni che ritengono di procurarsi.
non si può pensare che uno inizi un percorso formativo "a casaccio" secondo dove c'è più posto.

d'altro lato non è nemmeno astuto imboccare le via che al momento sembra più facile, senza guardare in là dove ti porta (esempio: la caterva di iscritti a facoltà "riposanti" tipo scienze sociali o psicologia, non per scelta di settore ma perché ingegneria è dura...)

poi finisce appunto che mancano laureati dove servono e abbondano dove non servono.
e viceversa, non è che si può dire a un ragazzo che ha l'animo di fare il medico, la capacità di fare il medico, la volontà di fare il medico, che deve fare l'operaio perché ne servono.
ti pare?

siccome ci sono parecchi diplomati alle superiori che poi non si iscrivono all'università, e anche parecchi universitari che non terminano il corso di studi, il problema non è quello di far iscrivere meno ragazzi ai licei, ma di far iscrivere quelli "giusti".
ovvero, una funzione efficace di inquadramento; che non so se la scuola italiana faccia.
 
renatom ha scritto:
bumper morgan ha scritto:
scuole professionali - 3,4 %
continuiamo a farci del male......

Da insegnante di materie professionali passato quest'anno dall'IPSIA all'ITI dico che gli Istituti Professionali sono stati definitivamente uccisi dalla riforma in quanto:

- nei primi due anni il quadro orario è quasi esattamente identico a quello di un'Istituto Tecnico con la pressoché totale assenza di attività pratiche

- in conseguenza si questo il diploma di qualifica del III anno è diventato una farsa dato che praticamente si dovrebbe formare un operatore in poche ore settimanali (mi sembra 6) solo al terzo anno
Teoricamente la scuola avrebbe un monte ore di flessibilità del curriculum, ma dato che la cosa deve essere a costo zero e ci sono altri vincoli economici e non che non sto qui a raccontare, non ha la reale possibilità di decidere di sostituire un'ora di scienze della terra con un'ora di pratica.

- non esistono più le qualifiche che hanno fatto la forza dell'Istruzione Professionale e anche delle imprese industriali ed artigianali e cioè operatori macchine utensili, idraulici, autoriparatori, elettricisti, etc. , ma è stato tutto accorpato in una generica figura di manutentore elettromeccanico, che, per forza di cose, visto anche quanto precedentemente scritto non saprà realmente fare nulla.

Quindi, secondo me, gli Istituti Professionali sono destinati alla morte entro pochi anni.

C'è da chiedersi il perché di questa scelta, io una risposta ce l'ho, ma la scrivo fra un po'.

dice le stesse cose mia moglie, passata da in IPSIA (per esaurimento nervoso) ad un ITIG, dove vivacchia senza aver bisogno di menarsela, anche se se la mena per indole masochistica, certo al liceo sarebbe più impegnata e stimolata, ma con la bibmba piccola non vuole, però un po' sono in programmi ed un po' sono i dicenti, se obbligano gli IPSIA a formare la gente per 5 anni (forse per trovare posto ai docenti?) e far fare a loro un programma di materie umanistiche quasi al livello di un liceo...

..però al primo anno in IPSIA ha dovuto far portare come testo d'esame (insegna Inglese) il ritratto di dorian gray, adottato dal docente precedente, se questo è un testo da IPSIA...
 
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