hewie ha scritto:
...TUTTI lavorano per ricavarne un beneficio!...
Mi pare ovvio. Tutti, nel mondo di oggi, siamo
commercianti (compriamo e vendiamo delle merci), compresi coloro che pensano di non esserlo affatto e invece lo sono eccome, nel momento in cui vendono il proprio lavoro, cercando ovviamente di venderlo al prezzo più alto possibile.
...come se un commerciante dovesse lavorare solo per "la gloria" ... altrimenti non è onesto...
Non ho detto questo, così come non penso affatto che per essere lavoratori onesti si debba lavorare gratis.
Questa sarebbe una visione estremista e quindi, proprio in quanto tale, esente da buon senso. Esattamente come la visione diametralmente opposta, secondo cui per "avere successo" ciascuno di noi dovrebbe ricorrere a qualsivoglia metodo, sfruttando tutte le possibili armi che ha a disposizione, per indurre il prossimo a... comprare la sua merce (di qualunque genere) e per riuscire a ricavarne il profitto più alto possibile.
Dopo di che, nella realtà, siamo tutti in una posizione intermedia tra le due estreme; qualcuno più spostato in una direzione, qualcuno nell'altra, in base anche alle proprie personali convinzioni circa il concetto di correttezza.
...Resta il fatto ... che NESSUNO punta la pistola al consumatore che ha sempre l'ultima parola, il coltello dalla parte del manico...
Questo è vero in senso tecnico, formale, così come è vero, ad esempio, che le multe vengono appioppate dai vigili solo a chi infrange la legge (e quindi si comporta male e merita il castigo). Se così fosse, i vigili sarebbero tutti automaticamente immacolati.
Nella realtà sappiamo benissimo tutti che, purtroppo,
"non infrangere la legge" non significa automaticamente
"comportarsi in maniera leale e corretta". Come dicevo, se io ad esempio sono più intelligente e acculturato e scaltro e furbo di un'altra persona (e magari ho anche studiato psicologia e, come si dice oggi,
"strategie di comunicazione"), posso benissimo sfruttare queste mie doti per influenzare quella persona e anche, al limite, per ingannarla o addirittura truffarla.
Sì o no?
...non posso pensare che i disonesti siano la maggior parte!...
Infatti io non ho detto questo, non ho parlato di maggioranza di "disonesti", ma piuttosto di molti che, senza necessariamente essere cattive persone, semplicemente si adeguano al modo odierno di concepire il mercato, la vendita, la promozione, il rapporto tra cliente e fornitore. Poi ci sono altri, meno immacolati, che invece progettano scientificamente la strategie di "promozione", studiando accuratamente le caratteristiche (livello culturale, debolezze, paure, ambizioni...) dei loro "target".
Basta fare due parole, ad esempio, con un giovane neolaureato in
"marketing e comunicazione" e domandargli
che cosa gli hanno fatto studiare, quali sono le conoscenze ed abilità su cui il corso di laurea ha puntato. Cosa che io ho fatto in più occasioni, sempre ottenendo delle piene conferme a quanto sopra esposto. Anche in questo caso, peraltro, il neolaureato non è necessariamente una persona cattiva, perché da quando è venuto al mondo è sempre stato immerso in questo andazzo, che quindi gli sembra del tutto normale. Al limite potrà essere più o meno "zelante" nello sfruttare quello che ha imparato.
Magari potrà essere una persona poco abituata ad osservare le cose con una certa dose di oggettività ed autocritica, ma anche queste sono cose che uno può imparare soltanto se qualcun altro gliele insegna.