<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> La "Transizione": vantaggi, svantaggi, perplessità, criticità | Page 1829 | Il Forum di Quattroruote

La "Transizione": vantaggi, svantaggi, perplessità, criticità

verranno installati nuovi motori termici su auto che oggi offrono poca scelta?

  • si

    Votes: 8 28,6%
  • si torneranno le sportive o comunque quelle più pepate

    Votes: 3 10,7%
  • no dipende dalle case

    Votes: 4 14,3%
  • no il futuro è elettrico

    Votes: 13 46,4%
  • no i motori costano troppo e saranno sempre gli stessi

    Votes: 8 28,6%

  • Total voters
    28
Stato
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Però ci sono anche soggetti che sembrano non averlo capito.... vedi questi
Il fatto che alcuni "semplici" distorcano la realtà non significa che essa non sia reale. Non voglio essere più realista del re, neppure trastullarmi come un "Candido" qualsiasi nel mondo ideale. Ma sono consapevole che l'estinzione, biologicamente parlando, è un avvenimento ineluttabile, naturalisticamente, nel senso di gestione dell'ecosistema lo stiamo accelerando notevolmente con l'uso sconsiderato delle risorse non infinite del nostro ecosistema, inoltre l'esplosione demografica e la corsa a nuove tecnologie energivore sono un detonatore potentissimo. Sulle soluzioni mi fermo per non entrare nell'agone politico o comunque morale, di certo non c'è nulla, ma si possono tranquillamente escludere le soluzioni semplici ed omnicomprensive.
 
capisco che, guidando un'auto a gasolio, devo aver torto a prescindere
?
e che mi hai ribattuto come se io avessi detto il contrario,
Veramente hai scritto
perche', secondo te, non siamo in grado di fare camion a guida autonoma, su strade che son sempre le stesse, e senza gatti che attraversano (e se lo fanno, pazienza)?
Come se stessi mettendo in dubbio le nostre capacità esaltando i cinesi.
Almeno io questo interpreto.
Allora ho ribattuto che in realtà non è questioni di capacità tecniche ma di volontà che negli altri paesi hanno e mettono in atto “trascurando” alcuni aspetti.
Quindi o si gioca sullo stesso piano o si subisce. Visto che la prima non accadrà mai, la seconda.
 
Interessante statistica e previsioni sul futuro della diffusione di marchi cinesi nell'automotive.

"
L’osservatorio Marchi Auto Emergenti, opera del Centro Studi e Ricerche di Quintegia, evidenzia che tra il 2021 e il 2024 in Italia sono arrivati 18 nuovi marchi contro i 27 negli altri quattro principali mercati europei. Tra quest’anno e il 2028 ne sono attesi altri nove in Italia, per un totale di 27. Entro i prossimi tre anni, nei più importanti mercati dell’Unione Europea si arriverebbe addirittura a 43 nuovi brand, 16 in più rispetto al nostro Paese.

Numeri davvero sorprendenti se pensiamo che dal 2010 al 2020 in Europa i nuovi marchi emergenti erano stati appena tre. Nel 2013 dall’America era arrivata Tesla, poi due europei, Polestar, la divisione sportiva di Volvo che dal 2017 è diventata un marchio indipendente, come avvenuto nel 2018 per Cupra, la divisione sportiva di Seat. Da dove arrivano i nuovi marchi della seconda ondata? «Per il 90% sono cinesi - di origine o proprietà spinti da un mix competitivo di prezzo e tecnologia. Ottenuta l’omologazione, la sfida è affermarsi sul mercato dimostrando la qualità dei prodotti e la continuità nel servizio », spiega Elisa Giubilato, research manager & retail channel expert di Quintegia.

Tra i più conosciuti e con volumi degni di nota troviamo MG, il brand di origine inglese, rilanciato dal gruppo cinese Saic nel 2021, con il 3,6% di quota in Italia nel primo quadrimestre. Al secondo posto Byd, che ha raggiunto lo 0,9% di quota e per il secondo anno consecutivo si è confermato il mandato più desiderato dai dealer italiani tra i nuovi marchi.[...] Lo studio evidenzia anche l’elevata percentuale di apertura e curiosità verso le nuove proposte del mercato: il 44% dei consumatori italiani si dichiara pronto a considerare marchi emergenti, cifra che sale al 74% tra i giovani della Generazione Z, dimostrando che le nuove generazioni sono meno legate ai marchi tradizionali e più aperte a innovazione e proposte di valore.I marchi emergenti, spesso focalizzati su veicoli elettrici e nuove tecnologie, sono percepiti dai consumatori come portatori di innovazione non fine a sé stessa, ma utile a migliorare l’esperienza di guida e il comfort. In molti casi vantano un design fresco e attraente e un miglior rapporto qualità-prezzo rispetto ai marchi tradizionali."

Grazie Europa ci state regalando un bel futuro con scelte e imposizioni veramente lungimiranti.
 
Interessante statistica e previsioni sul futuro della diffusione di marchi cinesi nell'automotive.

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L’osservatorio Marchi Auto Emergenti, opera del Centro Studi e Ricerche di Quintegia, evidenzia che tra il 2021 e il 2024 in Italia sono arrivati 18 nuovi marchi contro i 27 negli altri quattro principali mercati europei. Tra quest’anno e il 2028 ne sono attesi altri nove in Italia, per un totale di 27. Entro i prossimi tre anni, nei più importanti mercati dell’Unione Europea si arriverebbe addirittura a 43 nuovi brand, 16 in più rispetto al nostro Paese.

Numeri davvero sorprendenti se pensiamo che dal 2010 al 2020 in Europa i nuovi marchi emergenti erano stati appena tre. Nel 2013 dall’America era arrivata Tesla, poi due europei, Polestar, la divisione sportiva di Volvo che dal 2017 è diventata un marchio indipendente, come avvenuto nel 2018 per Cupra, la divisione sportiva di Seat. Da dove arrivano i nuovi marchi della seconda ondata? «Per il 90% sono cinesi - di origine o proprietà spinti da un mix competitivo di prezzo e tecnologia. Ottenuta l’omologazione, la sfida è affermarsi sul mercato dimostrando la qualità dei prodotti e la continuità nel servizio », spiega Elisa Giubilato, research manager & retail channel expert di Quintegia.

Tra i più conosciuti e con volumi degni di nota troviamo MG, il brand di origine inglese, rilanciato dal gruppo cinese Saic nel 2021, con il 3,6% di quota in Italia nel primo quadrimestre. Al secondo posto Byd, che ha raggiunto lo 0,9% di quota e per il secondo anno consecutivo si è confermato il mandato più desiderato dai dealer italiani tra i nuovi marchi.[...] Lo studio evidenzia anche l’elevata percentuale di apertura e curiosità verso le nuove proposte del mercato: il 44% dei consumatori italiani si dichiara pronto a considerare marchi emergenti, cifra che sale al 74% tra i giovani della Generazione Z, dimostrando che le nuove generazioni sono meno legate ai marchi tradizionali e più aperte a innovazione e proposte di valore.I marchi emergenti, spesso focalizzati su veicoli elettrici e nuove tecnologie, sono percepiti dai consumatori come portatori di innovazione non fine a sé stessa, ma utile a migliorare l’esperienza di guida e il comfort. In molti casi vantano un design fresco e attraente e un miglior rapporto qualità-prezzo rispetto ai marchi tradizionali."

Grazie Europa ci state regalando un bel futuro con scelte e imposizioni veramente lungimiranti.
Mi pare, ma potrei sbagliare, che la ricerca non sia focalizzata solo sulle auto elettriche.
Anzi, molti nuovi marchi vendono anche e soprattutto termiche (spesso bi-fuel benzina-GPL).
L'invasione di nuovi marchi, allora, non dipenderebbe tanto dalla futura svolta verso l'elettrico quanto dall'incapacità dell'industria europea di proporre mezzi con caratteristiche e, soprattutto prezzi, consoni alla nostra capacità di spesa.

Ma davvero si pensa che senza la transizione i marchi dell'Est se ne sarebbero rimasti a casa loro mentre i produttori locali si beavano del loro blasone?

A me pare una tesi abbastanza superficiale.

Senza per questo "giustificare" l'Europa, beninteso, istituzione con sempre meno appeal, con idee confuse e contraddittorie e dove il leader di turno pensa solo agli interessi del proprio paese (quando non a quelli personali) e non nell'interesse della comunità.

Ma sostenere che l'ingresso di nuovi marchi nel mercato europeo sia causato dalla transizione verso l'elettrico della mobilità è per me fuorviante.

Solo come esempio, in Europa avevamo Nokia ed Ericsson, aziende leader agli albori della telefonia mobile.
Di chi è la colpa se sono sparite dal mercato?

In Italia avevamo Olivetti...

Si potrebbe continuare all'infinito, ma a me dare la colpa dell'invasione dei prodotti dall'Est sempre all'istituzione europea sembra più una scusa che altro.
Molto comoda ma, appunto, una scusa.

Diciamocelo fuori dai denti, si è guardato (e si guarda tuttora) molto al profitto (soprattutto degli AD e degli azionisti) e poco al prodotto (ricerca, innovazione, qualità).

Non poteva durare...
 
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