Mi pare, ma potrei sbagliare, che la ricerca non sia focalizzata solo sulle auto elettriche.
Anzi, molti nuovi marchi vendono anche e soprattutto termiche (spesso bi-fuel benzina-GPL).
L'invasione di nuovi marchi, allora, non dipenderebbe tanto dalla futura svolta verso l'elettrico quanto dall'incapacità dell'industria europea di proporre mezzi con caratteristiche e, soprattutto prezzi, consoni alla nostra capacità di spesa.
Ma davvero si pensa che senza la transizione i marchi dell'Est se ne sarebbero rimasti a casa loro mentre i produttori locali si beavano del loro blasone?
A me pare una tesi abbastanza superficiale.
Senza per questo "giustificare" l'Europa, beninteso, istituzione con sempre meno appeal, con idee confuse e contraddittorie e dove il leader di turno pensa solo agli interessi del proprio paese (quando non a quelli personali) e non nell'interesse della comunità.
Ma sostenere che l'ingresso di nuovi marchi nel mercato europeo sia causato dalla transizione verso l'elettrico della mobilità è per me fuorviante.
Solo come esempio, in Europa avevamo Nokia ed Ericsson, aziende leader agli albori della telefonia mobile.
Di chi è la colpa se sono sparite dal mercato?
In Italia avevamo Olivetti...
Si potrebbe continuare all'infinito, ma a me dare la colpa dell'invasione dei prodotti dall'Est sempre all'istituzione europea sembra più una scusa che altro.
Molto comoda ma, appunto, una scusa.
Diciamocelo fuori dai denti, si è guardato (e si guarda tuttora) molto al profitto (soprattutto degli AD e degli azionisti) e poco al prodotto (ricerca, innovazione, qualità).
Non poteva durare...