Prima di tutto, se c'è un approccio pericoloso questo è proprio il tuo, o comunque quello di chi non vuole votare : le elezioni, a tutti i livelli, sono l'unico modo - imperfetto, l'abbiamo detto fino allo sfinimento, ma
sempre migliore dell' "alternativa" che si chiamerebbe violenza e legge del più forte - per contarsi e far quindi in modo che le decisioni siano prese da quella che è la maggioranza pro tempore : unico sistema per evitare che le decisioni siano prese d'autorità da qualcuno, arrivato al potere in base alla legge del più forte (e più ricco...) anche se magari rappresenta solo una piccola minoranza, nonché per evitare continui scontri, proteste ed alla fine anche guerre civili.
Quanto alla politica come "fede calcistica", questo, senza essere vero completamente neppure allora, era casomai più vero nella c.d. "Prima Repubblica", in cui si era più abituati - non tutti di certo, io assolutamente no neppure allora e ricordo benissimo che tra il 1975 ed il 1992 votai per non meno di 4 partiti diversi - a votare per il proprio partito di bandiera.
Dopo il 1992, con la crisi dei grandi partiti tradizionali e tutti i ben noti stravolgimenti politici, parlare di fede calcistica mi pare veramente assurdo e contro ogni evidenza, con tutti i cambi di maggioranze che ci sono stati.
Infine, non si può non notare che questa frase è un assurdo, e soprattutto è scollegata a quello che è, ed è sempre stato, il mondo reale : "
mi interessa che la Democrazia torni a lavorare utilizzando la critica ed il confronto per arrivare ad una sintesi che porti al bene di tutti".
Quel "torni a lavorare" farebbe supporre che in passato ci sia stata (quando mai ? quale sarebbe stato, di grazia, questo periodo da Paese di Bengodi ?) una fase storica idilliaca, da favola, in cui tutti i pubblici amministratori abbiano lavorato di comune accordo, e senza corruzione (
Vedi l'allegato 31038per la serie vai avanti tu che mi vien da ridere) per gestire nel migliore dei modi gli affari pubblici.
Un periodo così
non è mai esistito in nessun Paese, e tantomeno in Italia, dove la scelta di chi governa e di chi legifera viene fatta in modo democratico, ricordo, da soli 77 anni : in precedenza c'era stata qualche modesta elezione, ma a suffragio tutt'altro che universale (potevano votare solo gli uomini di condizione sociale e culturale più alta, le donne poi erano escluse dal voto) e poi c'è stato il ben noto ventennio di dittatura e conseguente guerra, decisa d'autorità senza alcuna considerazione della volontà della gente.
Non è quindi questione né di partiti di bandiera, né di come votavano le buon'anime di papà o di nonno (i miei nonni erano comunque entrambi contrari al fascismo come anche al comunismo) ma è semplicemente una questione pratica, per eleggere i nostri rappresentanti nel modo meno imperfetto possibile, consci che chi non vuole votare, illudendosi di restare fuori da un gioco percepito come "sporco", in realtà non fa altro che avallare il ritorno, antistorico, dei sistemi autoritari di triste memoria.