Beh la sovrabbondanza di rifiuti comporta un gran fabbisogno di energia tra produrli e smaltirli.
Sicuramente è anche quello un aspetto su cui bisognerà lavorare,non si può continuare a produrre la stessa quantità di rifiuti che produciamo oggi.
Anche se vengono smaltiti correttamente e riciclati,cosa che non sempre avviene.
Come disse, e poi si coniò il detto, Antoine-Laurent Lavoisier nel tardo 1700 "Nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma", il fatto di produrre rifiuti non è un grandissimo problema. E' da quando esiste la vita sulla terra che tutte le creature viventi creano rifiuti. Chi prevalentemente organici, gli animali, e chi anche altri, gli umani. Il fatto che un rifiuto non si produca naturalmente in natura non vuol dire che non esista, è stato comunque creato anche se in maniera complessa, con materiali esistenti sulla terra. D'altronde anche l'universo da prova di creare, in maniera "fortuita" elementi complessi. Tutto il problema è quello di trattarli in maniera corretta e lasciare meno "residui" possibili in poco tempo. Anzi a volte con i nostri "rifiuti" diamo la possibilità a specie marine di non estinguersi, come nel caso dei coralli e di molte specie di pesci.
Spesso e volentieri la presenza di un relitto fornisce complessità strutturale in paesaggi “omogenei” favorendo la proliferazione di specie altrimenti assenti. Infatti, la presenza di un substrato solido può facilitare lo sviluppo di organismi che necessitano di una superficie dura per la propria crescita come, ad esempio, i coralli. Allo stesso tempo, le complesse strutture dei relitti possono fornire protezione a potenziali prede e un terreno ideale per la posa delle uova. I relitti possono addirittura costituire degli ambienti unici in quelle aree prevalentemente caratterizzate da fondali morbidi, in espansione nei mari del nord a causa della pesca a strascico – che prevede l’utilizzo di strumenti che raschiano il fondale marino, con particolari conseguenze negative per quelle specie ancorate al substrato, e dell’erosione naturale dei fondali. Secondo uno studio recentemente condotto nelle acque belghe, vecchie navi possono anche ospitare un numero molto più elevato di specie rispetto alle acque circostanti. Circa 50 specie rare o solitamente assenti nelle aree marine studiate sono state registrate all’interno di questi scheletri di metallo o di legno.
Poi bisognerebbe sviluppare nel contempo una efficacie e globale economia circolare, ovvero una filiera di approvvigionamento costante di materiali di riciclo per costruire i nuovi prodotti. Ad esempio in Italia dato che arriva tutto dall'estero abbiamo un sacco di rifiuti che potrebbe rivelarsi una fonte di profitto.