<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Gruppo Stellantis | Page 288 | Il Forum di Quattroruote

Gruppo Stellantis

mi scuso se mi ripeto sempre, negli ultimi anni come giustamente hai detto tu e la "percezione" del cliente finale , ma non tanto nel "prodotto" ( a cui interessa pochi bullonisti) quando nella veicolazione "pubblicitaria" che diciamolo e' piu' simile ad uno "pizzicagnolo" d'angolo che di una multinazionale.

ci sono state campagne pubblicitarie non solo in ambito ex-fiat
Pubblicità ne ho vista assai poca e quanto alla comunicazione, io "legato" con la memoria ai vecchi comunicati stampa Fiat spesso e volentieri la giudico "grottesca" enfatica nei toni, quasi una provocazione.....
una multinazione che non ha "coerenza" gia' nel linguaggio che usa e lo cambia continuamente ( come cambia i vari direttori responsabili) non venderà mai....ma alla lunga non avrà mai fiducia nel cliente ne' di quelli nuovi nei dei possibili ritorni.
Oppure si potrebbe vedere diversamente la cosa, come chi sapendo che ha una coppia rilancia a poker.....

invece nella probabile chiusura e/o sottoproduzione degli stabilimenti italiani per me a monte ci sono dei costi e delle "problematiche" ingestibili .... non dipendenti in parte dalla stessa Stellantis. qa mio avviso ( da non addetto ai lavori) la stessa Stellantis avrà molte meno "noie" a gestire l'impinato in Algeria che uno italiano.
Sono trenta anni che si lamenta il costo degli stabilimenti italiani e bla bla....sai la vera verità quale è è il famoso do ut des, io ti faccio un milione di auto se tu mi dai x, quando chiusi i rubinetti chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato e gli investimenti vanno dove il giochino funziona.....

Direi che uno stabilimento che deve importare mano d'opera ha più problemi.....altro che....e questo si riflette inevitabilmente sul prodotto.
 
Direi che uno stabilimento che deve importare mano d'opera ha più problemi.....altro che....e questo si riflette inevitabilmente sul prodotto.
anche qua ricordiamo di cose dette e stradette.

quando una multinazione apre un "grande" stabilimento inevitabilmente lo "stato" andrà incontro e si accorderanno su una serie di facilitazioni, io ti apro lo stabilimendo ti porto tecnologia e do lavoro ... tu mi dai...ect ect ect tali accordi si possono rinnovare cambiare .

ma quando le situazioni socio economiche del paese cominciano inevitabilmente a cambiare la mutinazionale che ha tot. stabilimenti in altri paesi fa due calcoli....
se in una certa "regione"
- non ho lavoratori o lavoratori giovani.
- devo pagare il costo energetico - mensa - trasporto - burocratico il xxx% in piu.
- non ho sufficenti garanzie sul trasporto dei lavoratori e dei prodotti a costi e tempi concorrenziali.
- non ho stabilità nelle scelte economiche e politiche
- la sicurezza, sociale , del territorio per alluvioni od altro e' inferiore o non c'e'.

ect ect ect

per un po' di anni tengo botta "per la bandiera" poi ciaone....
fatto piu' lampante per una multinazionale come Stellantis che , giustamente, non ha alcun vincolo con un dato paese...
e' "socialmente e democraticamente accettabile tutto cio' ?
si potrebbe dire di no ma e' cosi che abbiamo fatto girare il mondo da qualche decennio a questa parte...
 
fatto piu' lampante per una multinazionale come Stellantis che , giustamente, non ha alcun vincolo con un dato paese...
e' "socialmente e democraticamente accettabile tutto cio' ?
Scurdammoce ò passato.....non direi proprio che questa multinazionale non abbia vincoli col nostro paese.....e direi che altrettanti ne ha e forse maggiori varcando le alpi....facile far così.......
 
Scurdammoce ò passato.....non direi proprio che questa multinazionale non abbia vincoli col nostro paese.....e direi che altrettanti ne ha e forse maggiori varcando le alpi....facile far così.......
no allora, e' vero che gli amministratori si sono sempre ben disposti verso di noi....e li ringrazio
ma questo e' un post dedicato a Stellantis e relativo prodotto.
ok abbiamo divagato ed anche troppo

il fondo e' che anni fa lo "stato" per x motivi ha completamente delegato certe cose al "privato"
non si torna indietro....

se il "privato" per n motivi , che possono essere interni alla stabilimento, esterni o un mix dei primi due, non ha piu' interesse ne lucro chiude stop....
 
Manca il prodotto. E' il prodotto che fa il marchio non il viceversa.

Devono esserci entrambi. Un prodotto low cost dell'Eurospin (realizzato anche da una grande casa) può essere anche molto buono e pienamente acquistabile (soprattutto se sono tovagliolini o lamette da barba, per esempio, più che alimentari), ma non sarà mai pari a quello marchiato dalla grande casa, che usa ingredienti mediamente di qualità più elevata.

Una vettura cinese costa meno di una europea, ed esteticamente potrebbe anche piacere di più, ma la qualità è mediamente inferiore.

Poi, come ha detto Antonios, c'è anche la caratterizzazione, la manifattura, l'esperienza del Paese di appartenenza. Lui ha fatto l'esempio della mortadella. Si potrebbe anche fare quello del parmigiano americano, che esiste davvero e si chiama Parmesan.
Una simil-Maserati prodotta in Cina non potrebbe mai essere uguale o migliore di una Maserati progettata e prodotta a Modena, dai. Tanto meno una simil-Ferrari.

Una volta questo si poteva dire anche di Alfa Romeo, ma oggi la qualità di un'Alfa Romeo non è molto superiore a quella di una Peugeot o una Jeep, e infatti la percezione del marchio è molto scaduta rispetto al passato. Però è certamente superiore a quella di una Dacia, che per quanto possa fare un "prodotto" buono, resterà inferiore a un'Alfa o anche a una Renault, se no non costerebbe molto meno.

Quindi, riassumendo, non è il prodotto che fa il marchio, ma sono marchio e prodotto insieme che realizzano e configurano un modello competitivo sul mercato. Il prodotto da solo, per quanto buono, se è senza marchio vale poco.
 
Ultima modifica:
Devono esserci entrambi. Un prodotto low cost dell'Eurospin (realizzato anche da una grande casa) può essere anche molto buono e pienamente acquistabile (soprattutto se sono tovagliolini o lamette da barba, per esempio, più che alimentari), ma non sarà mai pari a quello marchiato dalla grande casa, che usa ingredienti mediamente di qualità più elevata.

Una vettura cinese costa meno di una europea, ed esteticamente potrebbe anche piacere di più, ma la qualità è mediamente inferiore.

Poi, come ha detto Antonios, c'è anche la caratterizzazione, la manifattura, l'esperienza del Paese di appartenenza. Lui ha fatto l'esempio della mortadella. Si potrebbe anche fare quello del parmigiano americano, che esiste davvero e si chiama Parmesan.
Una simil-Maserati prodotta in Cina non potrebbe mai essere uguale o migliore di una Maserati progettata e prodotta a Modena, dai. Tanto meno una simil-Ferrari.

Una volta questo si poteva dire anche di Alfa Romeo, ma oggi la qualità di un'Alfa Romeo non è molto superiore a quella di una Peugeot o una Jeep, e infatti la percezione del marchio è molto scaduta rispetto al passato. Però è certamente superiore a quella di una Dacia, che per quanto possa fare un "prodotto" buono, resterà inferiore a un'Alfa o anche a una Renault, se no non costerebbe molto meno.

Quindi, riassumendo, non è il prodotto che fa il marchio, ma sono marchio e prodotto insieme che realizzano e configurano un modello competitivo sul mercato. Il prodotto da solo, per quanto buono, se è senza marchio vale poco.
Mi si consenta, poi dipende a monte se il prodotto lo si vuole far stare su determinati standard "storici" o no ., come da te ricordato ci sono marchi prestigiosi nelle auto che hanno chiuso.
E/o scegliere la veicolazione della commercializzazione .
Vedasi dagli esempi da te citati la diatriba parmigiano reggiano - grana padano per cui un prodotto infinitamente più' industriale sorpassa quello "qualitativo".
a livello di produzione ,vendite di fatturato e penetrazione nel mercato.....
 
Mi si consenta, poi dipende a monte se il prodotto lo si vuole far stare su determinati standard "storici" o no ., come da te ricordato ci sono marchi prestigiosi nelle auto che hanno chiuso.
E/o scegliere la veicolazione della commercializzazione .
Vedasi dagli esempi da te citati la diatriba parmigiano reggiano - grana padano per cui un prodotto infinitamente più' industriale sorpassa quello "qualitativo".
a livello di produzione ,vendite di fatturato e penetrazione nel mercato.....

Ok, ma si commentava la frase "E' il prodotto che fa il marchio", che è un po' un ossimoro. Non è che se fai una Dacia eccezionale diventa una Bmw. Potrà anche vendersi bene ma resta una Dacia.....
 
Ok, ma si commentava la frase "E' il prodotto che fa il marchio", che è un po' un ossimoro. Non è che se fai una Dacia eccezionale diventa una Bmw. Potrà anche vendersi bene ma resta una Dacia.....
Io l'ho intesa differentemente. Sono i prodotti, fatti bene, con un certo imprinting, che fanno, col tempo la fama del marchio. Correttamente citi BMW, ma, sia sulle auto che sulle moto, negli anni 60-70 non godevano certo la nomea ultra premium di cui si ammantano ora.
 
Era una multinazionale pure prima con sedi sparse in tutto il mondo. La verità è che il prodotto non attira clienti, e non è tanto una questione di prezzo quanto di marchio. Il tallone di achille di Stellantis, ereditato da PSA e FCA, è proprio la percezione dei marchi
mi scuso se mi ripeto sempre, negli ultimi anni come giustamente hai detto tu e la "percezione" del cliente finale , ma non tanto nel "prodotto" ( a cui interessa pochi bullonisti) quando nella veicolazione "pubblicitaria" che diciamolo e' piu' simile ad uno "pizzicagnolo" d'angolo che di una multinazionale.

ci sono state campagne pubblicitarie non solo in ambito ex-fiat e una serie di richiami gestiti male ma molto male a livello mediatico....

una multinazione che non ha "coerenza" gia' nel linguaggio che usa e lo cambia continuamente ( come cambia i vari direttori responsabili) non venderà mai....ma alla lunga non avrà mai fiducia nel cliente ne' di quelli nuovi nei dei possibili ritorni.

invece nella probabile chiusura e/o sottoproduzione degli stabilimenti italiani per me a monte ci sono dei costi e delle "problematiche" ingestibili .... non dipendenti in parte dalla stessa Stellantis. qa mio avviso ( da non addetto ai lavori) la stessa Stellantis avrà molte meno "noie" a gestire l'impinato in Algeria che uno italiano.


Tempo fa,
ci fu un 3D che verteva sui tanti motivi possibili per cui le vendite tendevano al ribasso....
Fra le motivazioni c' era
( un po' una Tesla situation nostrana ),
una crescente antipatia verso la proprieta'.
 
Io l'ho intesa differentemente. Sono i prodotti, fatti bene, con un certo imprinting, che fanno, col tempo la fama del marchio. Correttamente citi BMW, ma, sia sulle auto che sulle moto, negli anni 60-70 non godevano certo la nomea ultra premium di cui si ammantano ora.

Credo che questo sia un discorso un po' diverso, se Guido intendeva questo ovviamente. Io penso che dobbiamo analizzare il presente, non la storia o il passato.

Se guardiamo all'oggi è come ho illustrato la cosa io, ovviamente se guardiamo agli andamenti storici è un po' diverso. Per Alfa per esempio siamo all'opposto di Bmw...
Ma lo avevo accennato anche nel mio post. Oggi Alfa è poco più di Peugeot. Un tempo era tra i marchi leader mondiali.
 
Ok, ma si commentava la frase "E' il prodotto che fa il marchio", che è un po' un ossimoro. Non è che se fai una Dacia eccezionale diventa una Bmw. Potrà anche vendersi bene ma resta una Dacia.....
Certamente.
Basta pero' ( questo e' assurdo lo so) che i dirigenti, per tagliare i costi non vogliano che BMW diventi una Dacia.
 
Alfa per esempio siamo all'opposto di Bmw...
Come evoluzione/involuzione indubbiamente, come base di partenza inversamente. Non so cosa intendesse @GuidoP , ho inteso che se vuoi essere un marchio caratterizzato in senso sportivo/premium, devi avere una gamma di prodotti, costantemente al livello giusto, di certo non rebadging senza plusvalore aggiunto (quello che sta accadendo ad AR e Lancia).
 
Basta pero' ( questo e' assurdo lo so) che i dirigenti, per tagliare i costi non vogliano che BMW diventi una Dacia.
Non accadrà, ma già sulle entry level di gamma, la piattaforma tecnica è in comune con Mini (elevata a premium "B", ma non all'altezza di BMW). Quindi un mezzo step down è già stato fatto sulla parte bassa della gamma.
 
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