<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Crisi: ma per chi? | Page 4 | Il Forum di Quattroruote

Crisi: ma per chi?

Ministri, parlamentari (ma anche il grosso degli amministratori) e tutto ciò che ci gira intorno son dipendenti pubblici? Boh........
 
Matteo__ ha scritto:
Ministri, parlamentari (ma anche il grosso degli amministratori) e tutto ciò che ci gira intorno son dipendenti pubblici? Boh........

Perchè che sono? I parlamentari hanno busta paga, mica emettono fatture allo Stato! Non capisco cosa intendi... :?
 
Scusa, che c'è da capire? Il fatto che per un relativamente breve periodo della vita si percepisca uno stipendio pubblico (il grosso delle volte addirittura autodeterminato) fa cambiare sfera relazionale, forma mentis e priorità a uno che abbia fatto per tutta la vita l'avvocato, l'imprenditore, il commercialista, il medico o via discorrendo? E soprattutto lo costringe a trattare il proprio datore di lavoro con un minimo di rispetto e considerazione?
Personalmente credo che il dipendente pubblico sia altro.

In ogni caso la discussione sta pesantemente derivando, io volevo solo fare una banale considerazione.
 
Matteo__ ha scritto:
Ministri, parlamentari (ma anche il grosso degli amministratori) e tutto ciò che ci gira intorno son dipendenti pubblici? Boh........

a parte i parlamentari (che arrivano da ovunque), tutti i vertici dei ministeri sono diretti da pubblici funzionari in ruolo dirigenziale.
chi materialmente scrive le leggi, sono le direzioni ministeriali e qualche (una volta, oggi penso sempre meno) dirigente di partito.
 
Matteo,
un funzionario commerciale con l'auto assegnata per lavoro ed in uso personale paga solo un modesto fringe benefit.
Un piccolo imprenditore che per lavoro percorra, poniamo, 20.000 km annui,
"scarica" (o meglio deduce) dal proprio reddito (non dalle imposte, ma dall'imponibile) solo il 20% del costo del mezzo, ma limitando il costo del mezzo sytesso a circa 18.000 euro, nonché il 20% del costo del carburante, delle assicurazoini e quant'altro. Per l'iva la detrazione è pari al 40% dell'imposta assolta.
In pratica (d'accordo, la metto un po' scenograficamente), secondo il minfinanze, un imprenditore è autoprixzzato a lavorare 1 giorno sì e 4 giorno no sotto il profilo dei costi e 2 giorni sì e 3 no sotto il profilo Iva, però quando si tratta di chiudere le denuncie dei redditi ci vuole una Commissione tributaria (cito casi recenti) per decretare che gli studi di settore (uno strumento di calcolo reddituale presuntivo che, a dir poco, è fuori dal mondo) sono del tutto inadeguati nel momento in cui rtaffrntano una piccola realtà in crisi con il cklassico negozio luyxury di Via Condotti. Commissione tributaria significa che il contribuente, presunto evasore a presciondere (c'è il ribaltamento della prova, sei te che devi dimostrare di non aver evaso) comunuqe deve cacciare fuori soldi, perdere tempo ed angustiarsi per difendersi dalle grinfie di un Fisco che è amico solo a parole (ti risparmio, ma avrei campionari molto vasti da racconatre)
A questi livelli, è' una vergogna del solo nostro paese (che presumibilmente costerà presto l'ennesima procedura di infrazione).

E lasciamo stare il danno erariale che si produce con queste vessazioni (che tali sono)

Non vedo personalmente alcun sbocco positivo a questo contesto che, per humus culturale, considera la piccola impresa non con il benevolo favore cui si dovrebbe guardare chi genere reddito ed occasioni di lavoro, ma con il sospetto prevenuto che si usa verso il malfattore abituale.
Il punto è che questi malfattori abituali si stanno vagamente rompendo gli zebedei.
 
belpietro ha scritto:
Matteo__ ha scritto:
Ministri, parlamentari (ma anche il grosso degli amministratori) e tutto ciò che ci gira intorno son dipendenti pubblici? Boh........

a parte i parlamentari (che arrivano da ovunque), tutti i vertici dei ministeri sono diretti da pubblici funzionari in ruolo dirigenziale.
chi materialmente scrive le leggi, sono le direzioni ministeriali e qualche (una volta, oggi penso sempre meno) dirigente di partito.

A giudicare da quello che è successo quando Monti ha cercato di liberalizzare qualcosa mi sembra che chi scriva le leggi non sia anche chi le pensa.
Se poi vogliamo stare a cavillare su forme e regolamentazioni possiamo dire tutto e il contrario di tutto, d'altronde mi sembra che il sistema italiano sia fatto apposta....
 
belpietro ha scritto:
chi materialmente scrive le leggi, sono le direzioni ministeriali e qualche (una volta, oggi penso sempre meno) dirigente di partito.
esatto, specie dopo il '92
e se qualche eletto con adeguate competenze tecniche mette giù o dà precise disposizioni su come metetre giù un testo, poi si trova a litigare su virgole e congiunzioni "casualmente" inserite dal burocrate di turno proprio là dove esplicano il maggior effetto :rolleyes:
 
Matteo__ ha scritto:
A giudicare da quello che è successo quando Monti ha cercato di liberalizzare qualcosa mi sembra che chi scriva le leggi non sia anche chi le pensa.
magari qualcuno pensava che intendesse favorire ben precise lobbies, altro che liberalizzare
nell'ambito professionale, ci sono solo due categorie "blindate": notai e farmacisti
giusto o sbagliato che sia, noto che:
il notaio ha l'obbligo giuridico di ricevere l'atto (a meno che non sia contro legge, ovvio) e risponde della legalità dello stesso (un sistema in cui non vi sono i notai come intesi nel mondo latino, l'avvocato - che di fatto lo sostituisce - ha l'obbligo di ricevere? e quale responsabilità ha sugli atti?)
i farmacisti hanno l'obbligo di garantire la reperibilità sul territorio del prontuario farmaceutico (da notare che le lenzuolate hanno eliminato a favore dei distributori l'obbligo di magazzinaggio di faramaci a bassa rotazine anche se importanti ... così per dire a paroposito di "caste" e lobbies). un negozio può fare l'orario che vuole, prendersi le ferie che vuole e decidere cosa vendere e cosa no, ed al prezzo che vuole
 
Matteo__ ha scritto:
Scusa, che c'è da capire? Il fatto che per un relativamente breve periodo della vita si percepisca uno stipendio pubblico (il grosso delle volte addirittura autodeterminato) fa cambiare sfera relazionale e priorità a uno che abbia fatto per tutta la vita l'avvocato, l'imprenditore, il commercialista, il medico o via discorrendo? E soprattutto lo costringe a trattare il proprio datore di lavoro con un minimo di rispetto e considerazione?
Personalmente credo che il dipendente pubblico sia altro.

In ogni caso la discussione sta pesantemente derivando, io volevo solo fare una banale considerazione.

Non voglio andare O.T. (anche se ci siamo già), ma tu hai parecchia confusione in merito! Che i parlamentari siano dipendenti pubblici è un fatto: hanno busta paga con ferie, malattia, previdenza e quant'altro...Che centra se lo fanno a vita (e molti lo fanno...) o no? Perchè un dipendente a contratto a termine non è un dipendente? BOH...
P.IVA, significa rischiare del proprio (i dipendenti pubblici lo fanno?) senza garanzie alcune: ti gira il lavoro guadagni (a volte anche bene), non ti gira, perdi soldi (puoi anche fallire). Questo, semplificando molto...
Per il resto, non capisco cosa vuoi dire, ma mi pare che tu intendi per liberi professionisti quelli che guadagnano troppo (magari immeritatamente), mentre i dipendenti pubblici sono solo quelli che prendono poco e hanno un capo che li fa lavorare? Beh, mooolto opinabile...
Sta di fatto che oggi, ci sono giovani medici che l'ospedale non assume più ma gli propone di aprire la P.IVA se vogliono continuare a lavorare...ne conosco giusto uno che prende 24000 euro LORDI all'anno! Come lo classifichiamo questo? Ribadisco, è una P.IVA!
Comprendi perchè mi fanno incazzare certi discorsi?
;)
 
Poi rispondo al resto.
Non ho nessunissima confusione in merito, però mi sembra che qui ci si attacchi alla forma delle cose piuttosto che andare a vedere la sostanza.
Non ho dubbi che formalmente un parlamentare sia, nel periodo di nomina, un dipendente pubblico. Però è un dipendente pubblico che innanzitutto non è rimovibile (se non per scelta personale o per decisione della sua stessa corporazione, che abbiamo visto come sia solita muoversi), si autodetermina lo stipendio e soprattutto non ha vincolo di mandato, in pratica può fare quello che gli pare, nei confini (ma abbiamo visto che ciò è vero anche molto oltre quei confini) della legge che lui stesso si è scritto. Ora poniamo che questo stesso parlamentare abbia studiato e sia cresciuto da avvocato: studio avviato, conoscenti avvocati, magari figli avvocati e pure una buona posizione all'interno dell'ordine: cosa ti fa pensare che costui possa anche solo lontanamente prendere decisioni che a suo modo di vedere vadano contro il suo mondo solo per amor di patria? E così via per altri tipi di professionalità.
E' tutto qui quello che volevo dire, e se leggi bene l'ho scritto pure chiaramente quando parlavo di sfera relazionale e forma mentis.
Credere che chiunque possa anche solo implicitamente affermare che un parlamentare o un ministro non siano formalmente dipendenti pubblici è ingeneroso verso l'intelligenza di quella persona, cerchiamo di andare oltre.... ;)
Il dipendente (non solo pubblico, tra l'altro) a cui mi riferivo nella prima considerazione che facevo nel thread (che poi voleva anche essere l'unica) era colui che percepisce uno stipendio e non può scaricare l'auto comprata personalmente pur utilizzandola per lavoro (in che misura poi, dicevo, andrebbe stabilito una volta per tutte).
 
Mauro 65 ha scritto:
Matteo,
un funzionario commerciale con l'auto assegnata per lavoro ed in uso personale paga solo un modesto fringe benefit.
Un piccolo imprenditore che per lavoro percorra, poniamo, 20.000 km annui,
"scarica" (o meglio deduce) dal proprio reddito (non dalle imposte, ma dall'imponibile) solo il 20% del costo del mezzo, ma limitando il costo del mezzo sytesso a circa 18.000 euro, nonché il 20% del costo del carburante, delle assicurazoini e quant'altro. Per l'iva la detrazione è pari al 40% dell'imposta assolta.
In pratica (d'accordo, la metto un po' scenograficamente), secondo il minfinanze, un imprenditore è autoprixzzato a lavorare 1 giorno sì e 4 giorno no sotto il profilo dei costi e 2 giorni sì e 3 no sotto il profilo Iva, però quando si tratta di chiudere le denuncie dei redditi ci vuole una Commissione tributaria (cito casi recenti) per decretare che gli studi di settore (uno strumento di calcolo reddituale presuntivo che, a dir poco, è fuori dal mondo) sono del tutto inadeguati nel momento in cui rtaffrntano una piccola realtà in crisi con il cklassico negozio luyxury di Via Condotti. Commissione tributaria significa che il contribuente, presunto evasore a presciondere (c'è il ribaltamento della prova, sei te che devi dimostrare di non aver evaso) comunuqe deve cacciare fuori soldi, perdere tempo ed angustiarsi per difendersi dalle grinfie di un Fisco che è amico solo a parole (ti risparmio, ma avrei campionari molto vasti da racconatre)
A questi livelli, è' una vergogna del solo nostro paese (che presumibilmente costerà presto l'ennesima procedura di infrazione).

E lasciamo stare il danno erariale che si produce con queste vessazioni (che tali sono)

Non vedo personalmente alcun sbocco positivo a questo contesto che, per humus culturale, considera la piccola impresa non con il benevolo favore cui si dovrebbe guardare chi genere reddito ed occasioni di lavoro, ma con il sospetto prevenuto che si usa verso il malfattore abituale.
Il punto è che questi malfattori abituali si stanno vagamente rompendo gli zebedei.

Pacifico, non capisco però cosa abbia scritto al riguardo tanto da indurti ad indirizzare il messaggio a me.
Io dicevo solo che già il fatto che qualcuno possa e altri no, pur utilizzando l'auto per le stesse cose (spostarsi) crea discussioni. Non ho nemmeno provato ad entrare nel merito della faccenda, perchè se un tempo avessi potuto aver delle certezze, oggi queste son sempre meno. E quando dicevo di non aver nessunissimo motivo per dubitare di chi certe cose le fa per mestiere, mi riferivo proprio a te. ;)
 
Mauro 65 ha scritto:
Matteo__ ha scritto:
A giudicare da quello che è successo quando Monti ha cercato di liberalizzare qualcosa mi sembra che chi scriva le leggi non sia anche chi le pensa.
magari qualcuno pensava che intendesse favorire ben precise lobbies, altro che liberalizzare
nell'ambito professionale, ci sono solo due categorie "blindate": notai e farmacisti
giusto o sbagliato che sia, noto che:
il notaio ha l'obbligo giuridico di ricevere l'atto (a meno che non sia contro legge, ovvio) e risponde della legalità dello stesso (un sistema in cui non vi sono i notai come intesi nel mondo latino, l'avvocato - che di fatto lo sostituisce - ha l'obbligo di ricevere? e quale responsabilità ha sugli atti?)
i farmacisti hanno l'obbligo di garantire la reperibilità sul territorio del prontuario farmaceutico (da notare che le lenzuolate hanno eliminato a favore dei distributori l'obbligo di magazzinaggio di faramaci a bassa rotazine anche se importanti ... così per dire a paroposito di "caste" e lobbies). un negozio può fare l'orario che vuole, prendersi le ferie che vuole e decidere cosa vendere e cosa no, ed al prezzo che vuole

Beh, allora dovresti anche spiegarmi la questione delle tariffe minime, i tassisti e via discorrendo. Possibile che sia tutta fuffa mediatica?
Che poi ci sia chi è più "blindato" di altri (all'estero i notai nemmeno esistono) non lo metto in dubbio, il problema è chi invece di tutela non ne ha nessuna (e stavolta non parlo di lavoratori dipendenti, almeno non di quelli regolari ;) ).
 
Mauro 65 ha scritto:
belpietro ha scritto:
chi materialmente scrive le leggi, sono le direzioni ministeriali e qualche (una volta, oggi penso sempre meno) dirigente di partito.
esatto, specie dopo il '92
e se qualche eletto con adeguate competenze tecniche mette giù o dà precise disposizioni su come metetre giù un testo, poi si trova a litigare su virgole e congiunzioni "casualmente" inserite dal burocrate di turno proprio là dove esplicano il maggior effetto :rolleyes:

Il succo è esattamente quello del mio discorso, l'unica differenza è l'inversione tra chi faccia il burocrate e chi faccia "il competente". Se ci pensate, vedrete che invertendo i fattori il risultato non cambia. E i mandanti e gli interessi son comunque gli stessi.... ;)
Il funzionario per i fatti suoi è per definizione un esecutore.
 
hewie ha scritto:
mark_nm ha scritto:
elancia ha scritto:
Di ritorno dal solito w.e. in una modesta località di villeggiatura montana, nulla a che fare con i posti "IN". Ebbene: Evoque come se piovessero, Audi nuove, Bmw, in generale tante auto nuove di pacca e di fascia ben oltre i 35.000 - 40.000 euro.

Ora mi chiedo: che siano quelli che anni fa avrebbero snobbato tali località e giravano su vetture di lusso ed ora invece hanno dei turbonafta 4 cilindri (o Cayenne diesel al più) e ripiegano su mete meno di prestigio o lontane??? Mah.

sono tutti liberi professionisti che possono scaricare, anzi, che conviene losro scaricare per on lasciare troppo allo stato in forma di tasse

Ma perchè si sparano cosi tante c....e ? Ma avete un minimo di conoscenze fiscali o parlate a vanvera e basta?
Gli unici che scaricano ancora l'automobile a cifre significative (80%) sono gli agenti enasarco. PUNTO.
Con le nuove regolamentazioni introdotte dal governo Monti, OGGI, le P.IVA sulle autovetture scaricano il 20% dell'iva come detraibilità, e il 20% dell'imponibile DEDUCIBILE (non detraibile) in 5 ANNI !!!! Vi rendete conto che stiamo parlando di una mancia?
Solo gli autocarri si scaricano al 100%.
Se un libero professionista, OGGI, ha un Cayenne, è solo perchè evidentemente se lo può permettere! Non perchè lo scarica... :rolleyes:

pero'.... mi risulta da 2 amici....
possono farlo attraverso una societa' che lo compra e gli fa pagare canoni.....
Intestati alle loro aziende
 
Matteo__ ha scritto:
Pacifico, non capisco però cosa abbia scritto al riguardo tanto da indurti ad indirizzare il messaggio a me.
Io dicevo solo che già il fatto che qualcuno possa e altri no, pur utilizzando l'auto per le stesse cose (spostarsi) crea discussioni...
Proprio per questo mi ero indirizzato a te :D ... è vero ciò che dici e aggiungo una cosa (importante) che mi era sfuggita prima. Diversi paese (che no criminalizzano l'automobile come simbolo del male e manifestaione di illecita ricchezza) prevedono da un lato ampia deducubilità/detraibilità per chi opera in proprio, dall'altro delle forme di detrazione fiscale collegata alla distanza casa-lavoro per i lavoratori subordinati con sede di lavoro fissa. Il che mi pare segno di grande civiltà.
 
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