Ho trovato queste interessanti (magari per qualcuno più esperto scontate) info,
non metto la fonte perchè magari potrebbe essere pubblicità!
Le batterie sono tante, con qualità e prezzi diversi: come sceglierle, controllarle e farle durare a lungo.
La fame di elettricità delle auto cresce di pari passo con il numero di accessori, tanto che è stato necessario inventare batterie più sofisticate (come le AGM, vedi riquadro "Piombo e acido") che danno più corrente senza essere più ingombranti. Per non parlare dei sistemi Start&Stop, che spengono e riavviano automaticamente il motore nelle brevi soste (per consumare meno). Tutti questi avviamenti metterebbero ko un normale accumulatore in un solo anno, quindi sono stati sviluppati prodotti dedicati (e costosi: per un'utilitaria, 120 euro invece di 70). MA QUANTE NOVITÀ! D'altro canto, sono nati anche caricabatteria e statami di contrailo "intelligenti". Insomma, le novità non mancano di certo: vediamole e impariamo a scegliere la batteria più adatta a noi, e a farla durare a lungo.
Piombo e acido
Le batterìe per auto accumulano e rilasciano energia elettrica per la reazione chimica che avviene tra una serie di piastre alternate: di piombo (Negate al polo "più") e di ossido di piombo (al "meno"). Le piastre si scambiano elettroni (è la corrente elettrica) facendoli "viaggiare" in un liquido (l'elettrolita: acido solforico diluito in acqua) in cui sono immerse; lo tensione che si ottiene è di 2,1 volt. Ci sono sei serie di piastre, contenute in "celle" delimitate da divisori, e collegate in serie per sommarne le tensioni; tra i poli misurano circo 12,8 volt a batteria carica (a 12,2 volt è già scarica). Tranne casi eccezionali, le batterie, sono di due tipi: "tradizionale'' (con elettrolita "libero") e AGM (Absorbent Gloss Mot, "miao fibra di vetro assorbente") in cui l'acido inzuppa un "feltro" che circonda le piastre. Nelle AGM, il liquido non si disperde neppure se in coso d'incidente si rompe l'involucro; inoltre, hanno più "corrente di spunto" al'avviamen-to. Però, costano quasi il doppio e devono essere posizionate nel baule o nell?abitacolo (perché "soffrono" le alte temperature).
Non è difficile scoprire quando è fuori forma
La durata di un accumulatore cambia molto in base alla qualità e all'utilizzo. Che cosa fare per non rimanere "a terra" all'improvviso? I primi segnali si notano all'avviamento, quan-do il motorino gira più lentamente del solito. Può succedere perché si fanno percorsi molto . brevi, magari d'inverno (quando fari, "tergi" ' e "clima" assorbono molta energia); in tal caso, basta fare una ventina di chilometri senza fermarsi per rimettere tutto a posto. Se la situazione non migliora, è meglio control-lare: la batteria potrebbe essere a fine vita. TUTTO OK SE LA SPIA È VERDE Per indicare lo stato di carica, alcune batterie hanno il cosiddetto ?occhio magico?: una finestrel-la che mostra una pallina di plastica verde galleggiante nell'elettrolita. Vìa via che la batteria si scarica, la concentrazione di acido si riduce fortemente (come pure la densità) finché la pallina viene a pesare più del Liquido e affonda ("l'occhio" diventa nero, indicando che b batteria è prossima a scaricarsi). In realtà, il sistema è poco affidabile: indica lo stato di una sola cella (su sei) e non tiene conto di eventuali danni alle piastre.
Senza manutenzione? Sì, ma una volta l'anno controllale
Le batterìe vengono sigillate per motivi di sicurezza: non perdono acido neppure se capovolte. Di conseguenza, sono anche "senza manutenzione": non si devono rabboccare di acqua distillata come si fa¬ceva un tempo. L'utilizzo di piombo più puro (con meno tracce di altri metalli) ha ridotto le reazioni chimiche che causano evaporazione; cosi l'elettrolita basta per tutta la vita dell'accumulatore. Più che manutenzione, è sufficiente un controllo.
Non dimenticate la cinghia!
Se non trovate la batterìa nel vano motore, guardate sul manuale d'uso: potrebbe esssere nel baule o nell'abitacolo. Iniziate controllando che il contenitore in plastica non sia rigonfio o fessurato; poi, tolte le protezioni, verificate lo stato di poli e morsetti. Infine, se non è troppo nascosta, date un'occhiata alla cinghia che aziona l'alternatore (ricarica la batteria): non dev'essere sfilacciata, screpolata o allentata.
Cambiarla da sé non è difficile, ma attenti quando la scegliete
Per chi è abituato al "fai-da-te", cambiare una batteria è un giochetto. Alcune (le AGM, o quelle delle auto con sistema Stop&Start) si comprano in concessionaria e dal ricambista, quelle "normali" anche nei centri commercia¬li. In questo caso si sceglie da soli, con i cataloghi; meglio prendere le misure della batteria vecchia (la nuova dovrà essere uguale, ma a volte c'è spazio per una più grande, che va comunque bene) e segnarsi la collocazione dei due poli e il loro segno (il "+" e il "-"). QUEL CHE RACCONTANO I NUMERI Per decidere tra batterie di marca diversa, si tenga conto della capacità Ah (Ampère-ora) e della corrente di spunto A (Ampère) riportate sulla scatola; più alte sono, meglio è. Gli Ah esprimono la capacità di alimentare gli acces¬sori per un tempo più o meno lungo (utile se si viaggia spesso a fan accesi); gli A, invece, indicano la corrente per far girare il motorino all'avviamento (molto importante se si abita in zone fredde o se il motore è un diesel con parecchi km). La vecchia batteria andrà smaltita (è gratis): chiedete dove al venditore.
La ricarica lenta è quella che non fa danni
Rimanere a piedi, magari perché si sono dimenticate le luci accese, non è solo fastidioso: riduce la durata della batteria . Infatti, il modo più rapido per cavarsela è collegarsi alla batteria di un'altra macchina oppure a un "booster" (ce l'hanno tutti i meccanici), ma ne deriva una à "botta" di energia che può far bollire l'elettrolita e sfaldare in parte le piastre; nell'imme diato non si nota nulla, ma l'accumulatore ha sicuramente perso un po' di "forza". SE PER UN PO' DI TEMPO NON USATE L'AUTO, FATE COSÌ Il problema lo risolve la ricarica "lenta" (otto o dieci ore), effettuata con un carico batteria "intelligente, che evita i sovraccarichi. Se, invece, si deve lasciare ferma l'auto per più di due mesi, meglio staccare il polo positivo; così, una batteria "regge" da sei o otto mesi. Oppure, la si può lasciare collegata a un caricabatteria elettronico, che la terrà "in forma" automaticamente.