La mia auto attuale ad ogni accensione indica quanti km mancano al prossimo cambio di olio. La documentazione tecnica della casa (posseggo anche il cd predisposto per le officine concessionarie) dice che l'intervallo predefinito tra un cambio e l'altro è di 24mila km, che corrispondono al valore che il display mostra subito dopo che l'officina, dopo aver fatto il tagliando, azzera il contatore. Da quel momento in avanti il computer di bordo abbassa il valore sulla base dei km percorsi e del tipo di impiego cui l'auto viene sottoposta (frequenza avviamenti, velocità media, consumi di carburante ecc.).
L'ultima volta ho cambiato l'olio un po' in anticipo (dopo 22mila km) perché erano ormai trascorsi due anni dal cambio precedente. Stando al display, comunque, avrei potuto percorrerne altri 6500, arrivando quindi a quasi 30mila.
Ho l'impressione che i motori diesel odierni, se guidati in maniera tranquilla, possano convivere benissimo con cambi di olio poco frequenti, specie se si parla di oli sintetici non affetti da rischi di ossidazione. Il possessore di auto diesel che si muove sulle strade nostrane lo fa ad una velocità media reale di 100km/h in autostrada (2mila giri circa) e di 40km/h altrove; se a questo si aggiunge una guida "da diesel" si ha un motore che per la quasi totalità del tempo rimane sotto i 2000-2200 giri, sottoposto a sforzi irrisori rispetto alle proprie potenzialità.
Inoltre, visto che siamo immersi fino al collo nell'era dello spreco fine a se stesso, non credo proprio che gli intervalli di cambio olio stabiliti dalle case ne siano immuni.