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Tempo di elettrico: news, analisi di mercato, modelli, tecnologia, anticipazioni, avvistamenti, ovvero tutto ciò che riguarda i veicoli elettrici

ci mancano solo le discussione sull'efficienza dei motori elettrici e abbiamo chiuso.
Pero' ... quasi mi mancano quei mezzi invasati dei prowattari esaltati dei primi giorni.
Quelli che volevano salvare il mondo comprando tesla con i sussidi pubblici a fondo perduto.
Sono quasi scomparsi tutti insieme alla loro arroganza.
Poi arriva la realta' , la gente non le compra e l'industria dovra' essere riconvertita piu' gradualmente
perche' ci sono pure posti di lavoro da mantenere.
Non si puo' andare dietro al gigante cinese in questo modo , le aziende li sono finanziate dallo stato e le EV sono imposte.
Lo facessero pure qui allora.
Purtroppo l'Europa intesa come entita' politica non ha questa compatezza ed unita' e' un qualcosa che ancora si deve formare e prendi gli schiaffoni poi. Perche' li' impongono un progetto di lungo periodo qui
programmi oggi per domani e non c'e' unita' di intenti. Basta vedere pure come ci stiamo
comportanto con la guerra in Ucraina.
Ci sono segni di ravvedimento , 2035 diventera' 2040.
Pian piano si passera' all'elettrico. Ma i tempi non saranno quelli che pensavamo e non saranno quelli dell'utopia del 2035.
Quando arrivera' su larga scala a livello globale non credo neanche le tecnologie saranno quelle attuali.
 
Ok ma è la storia della coperta : tiri di qui scopre di la, tiri di là si scopre di qua.
Il mercato è già stato rivoluzionato e la via da seguire già indicata, solo i sordociechi o i lobbisti o i corrotti non la vogliono vedere.....si chiama plugin superibrido accontenta tutti e con le nuove release è alla portata di molti e se ci vorranno investire seriamente anche le case abbassando al seg. a questa possibilità è il futuro della mobilità occidentale.
 
Seguo il sign Roberto in tempi non sospetti quando aveva circa 2000 "seguaci".
A livello tecnico e' molto preparato , purtroppo oggi come oggi aprire un canale youtube
e dire 4 scemenze e' un attimo. Quello che e' importante e' fare intrattenimento e
ci sono canali con centinaia di migliaia di boccaloni al seguito che pendono dalla bocca
di questi tizi che potrebbero fare i cantastorie o altra attivita' di intrattenimento al pubblico.
Incidentalmente fanno gli esperti di meccanica ,magari fanno i video proprio con una tuta da meccanico.
Sufficiente per buttare giu' qualsiasi resistenza al credulone boccalone medio.
No questo ci capisce davvero.
Aggiungo , pochi giorni addietro ha fatto un analisi del nuovo 1.2 puretech a catena su sua durevolezza
nel tempo e... mi sa che il braccino corto di tavareshshhssh ha colpito ancora.
 
I bio carburanti di terza e quarta generazione per essere prodotti hanno bisogno di idrogeno, molto idrogeno che deve essere prodotto con energia rinnovabile se no cade tutto.
Abbiamo (plurale majestatis...) sempre detto che se guardiamo solo il bilancio energetico sia i bio, sia i sintetici sono in perdita, trovano un senso nella misura in cui:
• c'è un surplus di produzione elettrica non fossile
• permettono di superare dei limiti pratici dell'accumulo a batteria
Sul secondo punto, direi che ci siamo alla stragrandissima e non serve discuterci sopra, sul primo ci si può lavorare, ma comporta una decisa virata verso il nucleare....
 
Nel 2029 se faranno qualcosa di malo sarà sempre colpa sua?
il puretech a catena e' stato partorito sotto la sua gestione.
Quindi e' stato lui a decidere materiali da usare e processi produttivi che determinano poi la durata del motore.
Altra noticina per capire quanto la scure di tavareshsh abbia colpito orizzontalmente tutti i prodotti ,
ma qualcuno per caso ha notato che anche i motori FCA hanno problemi da alcuni anni che prima non avevano?
ho sentito di un richiamo sia sul 1.6 multijet che problemi alla catena del 1.5 ibrido..
e' stato capace di rovinare anche dove c'era eccellenza.
Un grande.
Chissa' perche' a certi livelli fai bene o fai male comunque ti becchi la tua buona uscita milionaria e
arrivederci e grazie. Se fosse stata un azienda di 20 persone gli avrebbero fatto causa.
 
Fonte dell'articolo ?
@Zero_cilindri guarda che è il suo settore in cui vanta un esperienza top....
Quale Energia
Mamma mia..... siamo ancora a discettare non solo sui biofuel vs. e-fuel, ma addirittura a disquisire sulle biomasse di prima-seconda-terza generazione?


Curiosita' ( pro alleggerimento )

Ma dopo MIGLIAIA di post....
E ZERO RISULTATI
nel modificare il pensiero pro VS contro e viceversa

MA NON SIETE ANCORA
( non tanto stufi )
MA DEMOTIVATI NEL PERSISTERE,
ognuno paro paro nel suo, rispetto le MIGLIAIA di cui sopra

??

:emoji_stuck_out_tongue_winking_eye: :emoji_stuck_out_tongue: :emoji_stuck_out_tongue_winking_eye:
 
@arizona77
Veramente questa discussione è nata per parlare solo di auto elettriche e quello che ci gira attorno e come “padrone di casa” ho trovato corretto rispondere ma su questo argomento come si può dire… non sa da fa ….
 
Ecco un'altra new entry in paese, una R5 nuova di pacca targata HB giò addocchiata diversi giorni fa oggi l'ho trovata al Lidl, chiuso, in ricarica. Evidentemente lasciano attive le colonnine anche oltre lì'orario di chiusura.

 
Ecco le dichiarazioni di Fabio Pressi di Motus E dopo la notizia di apertura dell'Unione Europea dei motori termici anche dopo il 2035, di cui mi trova sostanzialmente d'accordo.

ROMA 16 dicembre 2025 – “Ora che la Commissione europea ha messo fine alle discussioni sul 2035, speriamo che si inizi finalmente a parlare con pragmatismo e senza ideologie di politica industriale e competitività”. Così il presidente di Motus-E, Fabio Pressi, sulla proposta di Pacchetto Auto Ue presentata oggi a Strasburgo.
“Per anni il dibattito pubblico si è avvitato solo sul 2035 perdendo di vista i veri temi da affrontare, a cominciare dalla sostanziale assenza di un piano strategico condiviso per il rilancio della filiera automotive estesa europea”, aggiunge Pressi.
“La proposta di revisione del target Ue al 2035 – dal 100% delle vendite di nuove auto e van a zero emissioni all’obiettivo di una riduzione complessiva delle emissioni del 90%, compensando il 10% ad esempio con l’utilizzo di acciaio verde europeo – darà ossigeno a una parte della filiera automotive, ma chi pensa che ciò possa tradursi in un rallentamento del processo di elettrificazione commette un errore pericolosissimo, ignorando peraltro centinaia di miliardi di investimenti già messi a terra per questa trasformazione inevitabile”, spiega il presidente di Motus-E, ricordando che “la traiettoria tecnologica è segnata. Già oggi quasi un’auto su quattro venduta nel mondo è full electric. Nel 2015 erano una ogni 100”.
“Non si sfugge al progresso”, nota Pressi, “e se vogliamo salvare i posti di lavoro e preservare il ruolo centrale dell’Italia e dell’Europa nel settore automotive dobbiamo accelerare sull’innovazione, come sostenuto del resto nel rapporto Draghi, dando priorità assoluta a batterie, digitalizzazione e intelligenza artificiale. Non farlo vorrebbe dire lasciare campo libero al resto del mondo in un comparto a dir poco strategico”.
Positivo, “ma con riserva”, il giudizio di Pressi sulle proposte della Commissione in materia di semplificazioni normative per l’industria e sostegno alla filiera delle batterie. “Bisognerà passare velocemente dalle parole ai fatti”, evidenzia Pressi, “senza dimenticare che le risorse da sole, specialmente se così esigue, dovrebbero essere accompagnate da strumenti fruibili e adatti allo scopo. Finora i meccanismi Ue per il supporto industriale sono stati troppo rigidi e non hanno tenuto nella giusta considerazione costi operativi e produzione”.
Bene la spinta verso le piccole auto elettriche, sospeso invece il giudizio sui target del cosiddetto fleet mandate per le auto aziendali: “La direzione è giusta – sintetizza Pressi – ma non si potrà prescindere da adeguati strumenti di incentivazione per centrare i nuovi target previsti. Il tema è stato già sollevato dall’intera filiera anche in Italia, dove da tempo si chiede una revisione della fiscalità delle flotte aziendali”.
“Ora l’Unione europea deve puntare sulle premialità e guardare alle collaborazioni internazionali, rendendo al tempo stesso operativi in tempi rapidi schemi di supporto all’industria coerenti e strutturati, in grado anche di valorizzare le produzioni locali, obiettivo che la Commissione dimostra di voler perseguire anche attraverso vincoli alle politiche incentivanti”, chiarisce il presidente di Motus-E, rimarcando inoltre che “bisognerà essere chiari sugli effettivi volumi disponibili e i reali costi per i consumatori di biocarburanti avanzati ed e-fuel, il cui compito sarà in primis quello di alimentare navi e aerei, oltre a poter contribuire limitatamente, come previsto dalla Commissione, alla decarbonizzazione della quota residuale di auto con motore endotermico”.
Archiviata l’impasse sul quadro comunitario, ciascuno Stato membro deve fare adesso la propria parte. “Finora l’Italia si è mossa essenzialmente per una revisione delle normative europee, ma adesso che sostanzialmente il 2035 non c’è più è tempo di passare alle azioni concrete per industria e occupazione”, conclude il presidente di Motus-E. “Al momento il Fondo Automotive, già pesantemente ridotto lo scorso anno, è fermo in attesa del Dpcm che ne regoli l’utilizzo e servono piani per promuovere l’innovazione, stimolare la domanda di veicoli elettrici per privati e aziende, formare i lavoratori ed espandere la rete di ricarica. Non possiamo permetterci di rimanere indietro sulle nuove tecnologie se vogliamo proteggere un’industria che può e deve continuare a essere un orgoglio nazionale”.
 
Ecco le dichiarazioni di Fabio Pressi di Motus E dopo la notizia di apertura dell'Unione Europea dei motori termici anche dopo il 2035, di cui mi trova sostanzialmente d'accordo.

ROMA 16 dicembre 2025 – “Ora che la Commissione europea ha messo fine alle discussioni sul 2035, speriamo che si inizi finalmente a parlare con pragmatismo e senza ideologie di politica industriale e competitività”. Così il presidente di Motus-E, Fabio Pressi, sulla proposta di Pacchetto Auto Ue presentata oggi a Strasburgo.
“Per anni il dibattito pubblico si è avvitato solo sul 2035 perdendo di vista i veri temi da affrontare, a cominciare dalla sostanziale assenza di un piano strategico condiviso per il rilancio della filiera automotive estesa europea”, aggiunge Pressi.
“La proposta di revisione del target Ue al 2035 – dal 100% delle vendite di nuove auto e van a zero emissioni all’obiettivo di una riduzione complessiva delle emissioni del 90%, compensando il 10% ad esempio con l’utilizzo di acciaio verde europeo – darà ossigeno a una parte della filiera automotive, ma chi pensa che ciò possa tradursi in un rallentamento del processo di elettrificazione commette un errore pericolosissimo, ignorando peraltro centinaia di miliardi di investimenti già messi a terra per questa trasformazione inevitabile”, spiega il presidente di Motus-E, ricordando che “la traiettoria tecnologica è segnata. Già oggi quasi un’auto su quattro venduta nel mondo è full electric. Nel 2015 erano una ogni 100”.
“Non si sfugge al progresso”, nota Pressi, “e se vogliamo salvare i posti di lavoro e preservare il ruolo centrale dell’Italia e dell’Europa nel settore automotive dobbiamo accelerare sull’innovazione, come sostenuto del resto nel rapporto Draghi, dando priorità assoluta a batterie, digitalizzazione e intelligenza artificiale. Non farlo vorrebbe dire lasciare campo libero al resto del mondo in un comparto a dir poco strategico”.
Positivo, “ma con riserva”, il giudizio di Pressi sulle proposte della Commissione in materia di semplificazioni normative per l’industria e sostegno alla filiera delle batterie. “Bisognerà passare velocemente dalle parole ai fatti”, evidenzia Pressi, “senza dimenticare che le risorse da sole, specialmente se così esigue, dovrebbero essere accompagnate da strumenti fruibili e adatti allo scopo. Finora i meccanismi Ue per il supporto industriale sono stati troppo rigidi e non hanno tenuto nella giusta considerazione costi operativi e produzione”.
Bene la spinta verso le piccole auto elettriche, sospeso invece il giudizio sui target del cosiddetto fleet mandate per le auto aziendali: “La direzione è giusta – sintetizza Pressi – ma non si potrà prescindere da adeguati strumenti di incentivazione per centrare i nuovi target previsti. Il tema è stato già sollevato dall’intera filiera anche in Italia, dove da tempo si chiede una revisione della fiscalità delle flotte aziendali”.
“Ora l’Unione europea deve puntare sulle premialità e guardare alle collaborazioni internazionali, rendendo al tempo stesso operativi in tempi rapidi schemi di supporto all’industria coerenti e strutturati, in grado anche di valorizzare le produzioni locali, obiettivo che la Commissione dimostra di voler perseguire anche attraverso vincoli alle politiche incentivanti”, chiarisce il presidente di Motus-E, rimarcando inoltre che “bisognerà essere chiari sugli effettivi volumi disponibili e i reali costi per i consumatori di biocarburanti avanzati ed e-fuel, il cui compito sarà in primis quello di alimentare navi e aerei, oltre a poter contribuire limitatamente, come previsto dalla Commissione, alla decarbonizzazione della quota residuale di auto con motore endotermico”.
Archiviata l’impasse sul quadro comunitario, ciascuno Stato membro deve fare adesso la propria parte. “Finora l’Italia si è mossa essenzialmente per una revisione delle normative europee, ma adesso che sostanzialmente il 2035 non c’è più è tempo di passare alle azioni concrete per industria e occupazione”, conclude il presidente di Motus-E. “Al momento il Fondo Automotive, già pesantemente ridotto lo scorso anno, è fermo in attesa del Dpcm che ne regoli l’utilizzo e servono piani per promuovere l’innovazione, stimolare la domanda di veicoli elettrici per privati e aziende, formare i lavoratori ed espandere la rete di ricarica. Non possiamo permetterci di rimanere indietro sulle nuove tecnologie se vogliamo proteggere un’industria che può e deve continuare a essere un orgoglio nazionale”.
Della serie “come mescolare dati distorti (far rientrare la Cina nelle percentuali delle elettriche vendute) e fantasie oniriche (i consumatori che si auto castrerebbero)”
Gli investimenti assurdi nell’elettrico da parte di alcuni costruttori (mica tutti si sono lanciati dal trampolino a piscina vuota) creeranno problemi enormi a tutti, purtroppo, ma non per questo si possono obbligare tutti ad andare a sbattere.
 
Gli investimenti assurdi nell’elettrico da parte di alcuni costruttori (mica tutti si sono lanciati dal trampolino a piscina vuota)
Toyota, ormai diventata il simbolo della riluttanza verso le elettriche, ha appena inaugurato negli Usa una fabbrica di batterie dal valore di 13,5 miliardi di dollari portando gli investimenti per l'elettrico puro in territorio americano a ben 60 miliardi. Senza contare gli investimenti in patria per le batterie a stato solido e i miliardi spesi in Cina con diverse collaborazioni per lanciare 10 nuovi modelli elettrici.
Senza contare che il nuovo Bz3 in Cina è in cima alle vendite.
Tutti i costruttori hanno messo sul piatto notevoli valangate di soldi per l'elettrico, poi che alcuni lo facciano vedere e altri lo mascherano è un altro discorso.
 
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