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Quasi 3.000 morti sulle strade in un anno. L’Italia peggio della media europea

Stato
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l'anno scorso son morte 34 persone a milano, in bici.
piu' bici circoleranno, e piu' morti ci saranno.
la bici e' un mezzo abbastanza pericoloso.
e' facile cadere.
invece di chiedere i 30km/h, dovrebbero chiedere l'obbligo di caschetto, luci, targa ed uno straccio di assicurazione.
perche' e' molto piu' facile di quello che si pensa, scontrarsi in bici.
anche perche' non c'e' nessuna regola per il ciclista, mediamente han solo diritti, e quando si incrociano due che han solo diritti....
 
l'anno scorso son morte 34 persone a milano, in bici.
piu' bici circoleranno, e piu' morti ci saranno.
la bici e' un mezzo abbastanza pericoloso.
e' facile cadere.
invece di chiedere i 30km/h, dovrebbero chiedere l'obbligo di caschetto, luci, targa ed uno straccio di assicurazione.
perche' e' molto piu' facile di quello che si pensa, scontrarsi in bici.
anche perche' non c'e' nessuna regola per il ciclista, mediamente han solo diritti, e quando si incrociano due che han solo diritti....

Mah..
https://www.ilgiorno.it/cronaca/inc...-morti-feriti-auto-bici-monopattini-1.8165468

Città metropolitana di Milano
La Città Metropolitana di Milano (parco circolante 2.393.407) nel 2021 ha fatto registrare 11.385 incidenti (8.043) che hanno provocato 87 morti (74) e 14.390 feriti (10.207 nel 2020). Milano è tra le province dove sono state risparmiate più vite umane rispetto ai dodici mesi precedenti: Torino (-30 morti), Padova (-23), Verona (-23), Bolzano (-22), Forlì-Cesena e Milano (-19). Sempre a Milano l'indice di mortalità è inferiore ad 1 morto ogni 100 incidenti.

Infine un dato sui monopattini elettrici: nel 2021 sul territorio lombardo sono stati coinvolti in 811 incidenti che hanno provocato un morto e 776 feriti. Nel corso del 2021 in tutta Italia sono deceduti 471 pedoni, 220 ciclisti - di cui 13 su bici elettrica - e 9 conducenti di monopattino, più un pedone morto investito da un monopattino. Nella provincia di Roma il piu' alto numero di pedoni morti (50), seguita da Milano (20), Napoli (18) e Torino (15). Nella provincia di Milano il più alto numero di ciclisti morti (10), seguono Padova e Pavia (8), Ravenna e Forli'-Cesena (7). Dei 9 morti su monopattino ben 4 sono concentrati nella provincia di Roma che totalizza così il 44% dei morti a livello nazionale.

detto ciò i 20 morti della provincia di Milano non è che sono morti perchè sono andati a sbattere contro un auto, ma immagino investiti da un auto (al di fuori dei casi limite degli incoscienti, che ci sono da entrambi i lati).
 
anche tu, come penso ormai la maggioranza delle persone, dai per scontato che sia sempre colpa dell'auto.
e' il risultato della colpevolizzazione dilagante delle auto.
e' sempre colpa loro.
magari, di quei venti (il corriere dice 37, ma non importa) 19 sono passati col rosso, han girato senza guardare o andavano in giro di notte, vestiti di nero e senza luci, possono essere caduti da soli (in bici succede, io ho ancora i segni in faccia), scontrati con un camion della spazzatura, con un pedone o con un monopattino.
immaginarsi che siano stati investiti da un'auto, e' un punto di partenza sbagliato.
puoi dirlo solo se hai un elenco preciso, per ogni incidente si dovrebbe sapere chi era il colpevole. se non lo sai, non dovresti immaginarlo.
 
Forse questi numeri sono dovuti a una maggiore disciplina da parte degli automobilisti meneghini rispetto a quanto sembra trasparire da alcuni post ed articoli.
Penso sia solo grazie all'attenzione degli automobisti che il numero di morti/feriti in bicicletta e soprattutto in monopattino sia così basso.

Purtroppo noto sempre di più monopattini passare lanciati in rosso pieno come se per loro i semafori fossero solo arredo urbano.
Oltre che proteggere ciclisti e conduttori di monopattini dalle auto tramite piste ciclabili vere ( non solo una striscia verniciata sulla carreggiata ) occorrebbe proteggere anche i pedoni dai 2 ruote. Nelle aree pedonali non devono circolare biciclette e monopattini ( se il caso vanno condotte a mano )

Proprio sabato pomeriggio, se non avessi atteso qualche secondo prima di partire col verde avrei preso in pieno un monopattino lanciato in corso Buenos Aires ( vi ache si vrebbe pedonalizzare ) che ha attraversato con rosso pieno l'incrocio con viale Tunisia ( chi è di Milano può capire che non parliamo di strade secondarie e a basso traffico ) rischiando oltre, che di essere centrato da un auto o un tram, di investire qualche pedone ( vista l'ora da piena "vasca" )
 
La "colpa" è sempre e solo chi si ostina a voler far convivere sulla strada mezzi (e persone) con caratteristiche troppo diverse tra loro. Il grande urbanista e architetto Oscar Niemeyer lo intuì all'epoca della progettazione di Brasilia, che partì da un foglio bianco.

Automobili, pedoni, passeggini e biciclette già nel 1960 viaggiavano su percorsi che non si intersecavano mai. Anche le automobili si muovevano con incroci quasi mai a raso. Molte altre città nel mondo seguirono questo concetto di urbanistica, partendo dal presupposto che l'automobile era il mezzo del futuro, per il quale andava privilegiata la facilità di movimento, parcheggio e scorrimento. La separazione dei percorsi è anche l'ultima tendenza anche nelle megalopoli cinesi, soprattutto nello Zhejiang, Guangdong e altre provincie popolose, a Shanghai esistono delle vere e proprie "rotatorie pedonali" concentriche e sopraelevate rispetto a quelle per le auto. Sempre in Cina, i marciapiedi presentano dei dissuasori per biciclette, che permettono il passaggio di carrozzine e passeggini ma ostacolano il "Fausto Coppi" di turno (li ho visti anche a Corbetta - MI a dire il vero).

Ostinarsi a vederla diversamente come fanno i nostri amministratori locali, soprattutto in metropoli dalla pianta medievale, è pura ideologia (con i relativi scontri di opinione che si portano dietro tutte le ideologie imposte).

Nelle città tedesche, quasi tutte ricostruite dopo la guerra, ma mantenendo l'impianto storico, i centri urbani sono stati in gran parte pedonalizzati, separando quindi auto e mezzi su ruote da pedoni e biciclette. Anche se il senso civico e i controlli (elementi del tutto inesistenti in Italia) hanno facilitato da sempre la convivenza tra i mezzi pubblici, anche su rotaia o semi-rotaia (Translohr ecc..) e gli utenti delle zone pedonali o a traffico limitato. Anche in Italia vi sono casi virtuosi pur con l'impostazione appunto medievale, ma gestiti "alla tedesca": Mantova ne è un esempio.
 
anche tu, come penso ormai la maggioranza delle persone, dai per scontato che sia sempre colpa dell'auto.
e' il risultato della colpevolizzazione dilagante delle auto.
e' sempre colpa loro.
magari, di quei venti (il corriere dice 37, ma non importa) 19 sono passati col rosso, han girato senza guardare o andavano in giro di notte, vestiti di nero e senza luci, possono essere caduti da soli (in bici succede, io ho ancora i segni in faccia), scontrati con un camion della spazzatura, con un pedone o con un monopattino.
immaginarsi che siano stati investiti da un'auto, e' un punto di partenza sbagliato.
puoi dirlo solo se hai un elenco preciso, per ogni incidente si dovrebbe sapere chi era il colpevole. se non lo sai, non dovresti immaginarlo.
un ciclista l'auto la vede, non è detto viceversa (visti i punti ciechi). Ed aggiungiamo che mediamente chi è su una bicicletta è distratto in % nettamente inferiore rispetto a chi guida un auto (vedi uso dei telefoni alla guida per chiamate e chat).
Direi che non c'è un (ennesima) polemica da tirar su.
O diamo la colpa anche ai pedoni che vengono investiti?
 
aggiungiamo che mediamente chi è su una bicicletta è distratto in % nettamente inferiore rispetto a chi guida un auto (vedi uso dei telefoni alla guida per chiamate e chat).

Oddio io di ciclisti col telefono in mano ne vedo diversi.
E anche di ciclisti anziani che non usano lo smartphone ma considerarli non distratti sarebbe molto generoso.

un ciclista l'auto la vede, non è detto viceversa

Anche qui non sempre.
Sai quante volte mi è capitato il ciclista col cappuccio che si sposta di lato senza rendersi conto che arriva l'auto?
E io che sono in auto invece la bici la vedo e mi tengo a distanza.
Certo è molto più difficile vedere e sentire una bici che arriva da dietro rispetto a un'auto però a patto che anche il ciclista abbia gli specchietti (e quasi nessuno ce li ha) e stia attento.
Altrimenti un automobilista concentrato e che usa gli specchietti la bici la vede ma un ciclista senza specchietti e un po' spericolato non vede l'auto che non lo stira solo perchè chi è al volante ha un minimo di coscienza e sta attento anche per lui.
 
Io incrocio spesso un signore anziano che in bicicletta va a fare un po' di spesa e a prendere il giornale.
Alto alto ma con la schiena curva,non l'ho mai visto camminare,solo pedalare,ma immagino che cammini tutto ingobbito in avanti.
A me sembra che non riesca assolutamente a girare la testa di lato,come faccia agli incroci non ho idea.
Di solito quando mi capita di vederlo gli automobilisti (che probabilmente come me sono abituati) gli lasciano strada e si tengono a debita distanza.
Probabilmente per paura che possa barcollare e cadergli sul cofano con conseguente tempesta di XXXXX da pelare per il malcapitato automobilista coinvolto.
 
Possiamo far la lista di quelli che raggiunta una certa età fanno fatica ad entrare in auto, figurarsi voltarsi per vedere ostacoli. o di quanti con il cellulare in mano o all'orecchio vedi alla guida , rispetto a quanti si mettono in bicicletta. La % di quest'ultimi è sicuramente inferiore rispetto a chi guida un'auto.
 
Mah.
Io onestamente non vedo tanta prudenza in più da parte di chi pedala ne ciclisti più in condizione di guidare rispetto agli automobilisti.
Anche perchè prima o poi se non ci vedi o non ci senti o hai altri problemi di salute la patente non te la rinnovano,in bici se te la senti puoi andare anche se non sei in grado senza che nessuno possa impedirtelo.
Certo per una bici che gira per strada ci saranno 50 auto quindi sui grandi numeri saranno di più i distratti al volante che causano un incidente piuttosto che i distratti che stringono un manubrio in mano.
Però sull'uso del cellulare secondo me le percentuali sono vicinissime.
Ho visto addirittura delle signore in bici con entrambe le mani sul manubrio e il telefono premuto con la spalla contro l'orecchio.
 
A me fanno una paura tremenda quelli che per il freddo tengono le mani in tasca e pedalano come funamboli sul monociclo.
Mi sembra che da un momento all'altro possano sbandare.
Da ragazzino ricordo di averci provato e non essere mai stato in grado di levare entrambe le mani dal manubrio.
All'epoca diedi la colpa alla bici,pensai che forse gli altri avevano il manubrio meno ballerino del mio.
;Ma mi sa che era colpa mia.
 
La verità è molto semplice: le città non sono fatte per le auto, e le auto non sono fatte per la città.

E lo dice uno che ama (e ha sempre amato) le auto e che ama ancor di più guidare l'auto... ma non in città.

Fare la crociata contro i ciclisti, magari sperando che ogni ciclista si trasformi in automobilista aumentando così le auto circolanti in città, non credo porterebbe a niente di buono.
 
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