<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Un paese di poveracci | Page 57 | Il Forum di Quattroruote

Un paese di poveracci

Ti vedo comunque in quel quadretto che esprime
in primis: " Serenita' "
E temo siano tanti che la ritengono un sinonimo di felicita'.
Cosa che NON e'.
Sono d'accordo, la serenità richiede uno sforzo proattivo, una lucidità di valutazione e analisi critica delle situazioni che tanti non hanno ma soprattutto non pensano di dover (o poter) avere!

Tu me lo dici, non è la prima volta, ma io non mi ci vedo affatto così sereno! :D

Diciamo che ci si prova, perché lo trovo giusto come concetto, soprattutto da tramandare alle bimbe!
 
Pensa che io non sono d' accordo sul giusto.
Per una semplice questione di giustizia sociale
E ricito il famoso:
" Quando Valletta....12 volte un suo operaio "
Cioè intendi che il dipendente tutelato dalle garanzie offerte dal datore di lavoro [che ti paga anche se il lavoro latita] e da quelle dello stato sociale, deve guadagnare l'ora (per usare un metro) la stessa cifra netta che guadagna con un'ora di lavoro un analogo autonomo?

Non avrebbe senso perché vorrebbe dire che al secondo vengono negati i costi legati al rischio d'impresa.

Quindi sarebbe giustizia sociale che due che fanno lo stesso mestiere siano uno tutelato in caso di malattia o infortunio mentre l'altro no e possa trovarsi in mezzo alla strada?

Mio padre a 50 anni s'è fatto sei mesi di malattia per un grave problema di salute.
Gli si fossero azzerate le entrate saremmo finiti in mezzo alla strada in quattro.
 
Oltre un certo numero anche io trovo ci sia una disparità davvero eccessiva che travalica il liberismo e il capitalismo più spinti.

Se poi dovessi dire cosa penso di come si comportssero le 4 persone (quattro di numero) con cui ho avuto più volte a che fare negli ultimi 25 anni con introiti personali stimati oltre il milione l'anno (di uno si diceva una decina di milioni) vorrebbe dire essere bannato da qui, quindi non lo dico! :D

Per fortuna ho una grande stima per tantissime altre persone, anche più che benestanti!


E' un po' il discorso di quando si raffrontano
-automobilisti
-motociclisti
-ciclisti / monopattinisti
e
-pedoni.
Chi si comporta male lo fa in tutti gli ambiti....

Per dire che ci sono bravissime e pessime persone
sia fra ricchissimi che fra poverissimi
 
Pensa che io non sono d' accordo sul " e' giusto sia cosi' ".
Per una semplice questione di Giustizia Sociale
E ricito il famoso:
" Quando Valletta....12 volte un suo operaio "
Oggi si stima
( fra i loro " discendenti "
siano 600 volte

Sulle proporzioni posso concordare quando sono eccessive.
Ma il principio secondo cui chi si mette in proprio può aspirare a guadagnare di più secondo me è giusto.
Mi spiego.
Una persona che oggi ambisce a guadagnare tanto o semplicemente più della media deve sicuramente investire nella formazione e specializzarsi.
Dopo di che può scegliere se mettere le sue competenze al servizio di un'azienda oppure mettersi in proprio.
Se opta per la prima ipotesi potrà ambire a crearsi una posizione affermata e avere buoni guadagni.
Se vuole qualcosa di più dovrà invece mettersi in proprio affrontando degli investimenti che se fosse rimasto un dipendente sarebbero stati a carico dell'azienda per cui lavorava (anche i corsi di formazione li considero investimenti ma più banalmente dovrà acquistare o affittare una sede per la sua azienda,comprare mobili o macchinari,assumere personale etc etc).
E quindi assumersi dei rischi che secondo me valgono una contropartita in termini di possibili guadagni.
In piccolo che il panettiere che lavora all'esselunga possa ambire a guadagnare di meno del panettiere che decide di aprire un panificio tutto suo mi sembra coerente.
Guadagni minori ma più sicuri nel primo caso.
Nel secondo caso invece le cose potrebbero andare bene e il panettiere potrebbe aprire altri negozi oppure potrebbero portargli via anche le mutande,rischio che un dipendente non corre perchè al massimo rischia che non gli rinnovino il contratto o che lo licenzino o che l'azienda vada gambe all'aria.
E potrà usufruire dei cosiddetti ammortizzatori sociali.
In proprio rischi di più perchè speri di guadagnare di più,se non fosse così nessuno si metterebbe in proprio e verrebbe meno anche l'offerta di lavoro per tanti dipendenti.
 
Oltre un certo numero anche io trovo ci sia una disparità davvero eccessiva che travalica il liberismo e il capitalismo più spinti.
e qui è un altro discorso e siamo d'accordo tutti, credo.

Il compenso deve essere proporzionato alla professionalità ed alla responsabilità* che certe posizioni comportano.

*) In Italia ce se ne ricorda solo quando si finisce sui giornali perché qualcuno ha fatto una vaccata. Prima è sempre un "eh ma che vuoi che sia..."
 
Cioè intendi che il dipendente tutelato dalle garanzie offerte dal datore di lavoro [che ti paga anche se il lavoro latita] e da quelle dello stato sociale, deve guadagnare l'ora (per usare un metro) la stessa cifra netta che guadagna con un'ora di lavoro un analogo autonomo?

Penso che arizona intenda che la proporzione non può essere 1 a 600.
Che non vuol dire che debba essere 1 a 1.
 
Cioè intendi che il dipendente tutelato dalle garanzie offerte dal datore di lavoro [che ti paga anche se il lavoro latita] e da quelle dello stato sociale, deve guadagnare l'ora (per usare un metro) la stessa cifra netta che guadagna con un'ora di lavoro un analogo autonomo?

Non avrebbe senso perché vorrebbe dire che al secondo vengono negati i costi legati al rischio d'impresa.

Quindi sarebbe giustizia sociale che due che fanno lo stesso mestiere siano uno tutelato in caso di malattia o infortunio mentre l'altro no e possa trovarsi in mezzo alla strada?

Mio padre a 50 anni s'è fatto sei mesi di malattia per un grave problema di salute.
Gli si fossero azzerate le entrate saremmo finiti in mezzo alla strada in quattro.


Intendo che trovo giusto il rapporto di 1 a 12
facendoti un esempio di cosa intendo
------------su questo ordine di cifre-----------
Quindi....
Quando un operaio di Valletta prendeva 100.000 lire
e Valletta 1.200.000....
Anche il figlio, spesso i 2 figli, dell'operaio erano in grado di studiare e trovare ottimi lavori....E nel frattempo quell' operaio, sempre con sacrifici, si comprava casa.
Oggi questo non e' piu' possibile perche' la ricchezza derivante dai beni prodotti dall' operaio
si e' spostata tutta verso il Valletta odierno
 
e qui è un altro discorso e siamo d'accordo tutti, credo.

Il compenso deve essere proporzionato alla professionalità ed alla responsabilità* che certe posizioni comportano.

*) In Italia ce se ne ricorda solo quando si finisce sui giornali perché qualcuno ha fatto una vaccata. Prima è sempre un "eh ma che vuoi che sia..."
Credo che il senso del messaggio di @arizona77 fosse esattamente quello, ossia della clamorosa sproporzione che si è arrivata a creare e che fino al millennio scorso (quindi poco più di una ventina d'anni) non era assolutamente in quei termini.
 
Chi si comporta male lo fa in tutti gli ambiti....
infatti basta vedere la gente come si comporta in auto indipendentemente dalla vettura che guida:

Due esempi lampanti del civismo italico:
martedì sera parcheggio al supermercato di paese per fare la spesa ai miei genitori.
Piazzale deserto, solo due auto dei dipendenti poste lontano dall'ingresso. Occupo il primo stallo e, mentre prendo le borse dal bagagliaio, mi sfiora una Picasso che si arresta di traverso nella corsia di carico scarico...

Questa mattina vado da un cliente abituale in zona industriale.
Tanti sono ancora in ferie, quindi ampi spazi liberi.
Tornando a prendere la mia auto mi rendo conto che non posso attraversare dove ci sono le strisce (e l'abbassamento del marciapiede per i disabili) perché c'è parcheggiata la vettura di un dipendente.
 
Pensa che io non sono d' accordo sul " e' giusto sia cosi' ".
Per una semplice questione di Giustizia Sociale
E ricito il famoso:
" Quando Valletta....12 volte un suo operaio "
Oggi si stima
( fra i loro " discendenti "
siano 600 volte

Mi pare di avere letto che Platone, a suo tempo, avesse scritto che, in una società giusta, il rapporto tra il più ricco e il più povero dovrebbe essere di 7.
Però non lo ho più trovato.
 
infatti basta vedere la gente come si comporta in auto indipendentemente dalla vettura che guida:

Due esempi lampanti del civismo italico:
martedì sera parcheggio al supermercato di paese per fare la spesa ai miei genitori.
Piazzale deserto, solo due auto dei dipendenti poste lontano dall'ingresso. Occupo il primo stallo e, mentre prendo le borse dal bagagliaio, mi sfiora una Picasso che si arresta di traverso nella corsia di carico scarico...

Questa mattina vado da un cliente abituale in zona industriale.
Tanti sono ancora in ferie, quindi ampi spazi liberi.
Tornando a prendere la mia auto mi rendo conto che non posso attraversare dove ci sono le strisce (e l'abbassamento del marciapiede per i disabili) perché c'è parcheggiata la vettura di un dipendente.
Queste sono cose che mi fanno incaxxare in una maniera sublime (ossimoro doveroso)!

Le capisco (comunque poco) quando c'è il pieno raso ma sono sintomo di un'ignoranza assoluta e di rasa (tabula, come la loro testa) quando capitano in contesti come quelli da te descritti, ossia tendenti al paradisiaco!

È a questi che porterei via l'auto per non restituirla mai più!
 
Ma non e' la domanda....
Fra i benestanti....Tu ( generico Latino ) ne conosci di piu' cosi' o cosa'
??
Perdonami ma la tua è una domanda senza senso logico o, perlomeno, faccio fatica io a trovarci un senso. Non puoi confrontare la tipologia reddituale subordinato/autonomo se non a parità di settore. E poi ci sono gli imprenditori che sono altra cosa rispetto agli autonomi.
 
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