Dice il Direttore Tedeschini nel suo blog:
.
Suvvia, ogni tanto di Fiat bisogna pur parlare. Anche perché siamo alla vigilia della settimana che potrebbe portare sotto controllo italiano l’americana Chrysler e, a dar retta alla stampa tedesca, persino la Opel. Non credo che sia il caso di suonare la grancassa, come hanno fatto molti giornali parlando di “Gran Torino”, dato che entrambe le operazioni sono piene di rischi. Ma è anche vero che, rispetto a tre-quattro annetti fa, la situazione è parecchio migliorata, facendo della Fiat un giocatore credibile nel campionato mondiale dell’auto. Con alcune certezze già acquisite:
1) la Fiat torna ad essere autocentrica, ventun anni dopo la cacciata di Vittorio Ghidella da parte di Cesare Romiti. Fu quest’ultimo a mettere alla porta l’ingegnere di Vercelli, sostenendo che altri settori erano molto più remunerativi dell’auto. Adesso le quattro ruote tornano protagoniste, rispetto a trattori, camion, giornali eccetera.
2) Nel risiko mondiale dell’auto, Torino è compratore e non venditore, a differenza di quanto aveva lasciato intendere Sergio Marchionne quando cominciò a parlare di fusioni per arrivare a produrre 6 milioni di auto all’anno, il triplo del livello attuale.
3) Lo stesso Marchionne, in questo momento, è il manager più reputato del globo nel far funzionare un’industria di macchine: non sono solo le lodi di Barack Obama a farlo pensare, ma anche gli elogi della stampa di tutto il mondo. L’uomo “a cui non si può dire non si può” ha fatto centro con la sua velocità di pensiero e anche con la sua capacità di rischiare in un mondo che lavora sempre con il freno a mano tirato.