Sono frasi che si dicono così, per rendere l'idea. Io l'avrò dette 100 volte frasi così. Berrettini all'inizio era molto emozionato, ma ci stava, era la sua prima finale Slam e per giunta a Wimbledon, 1° italiano nella storia. Ma capita di dire "quel colpo lo potevo fare io", è una boutade.
Secondo me tu riesci a fare diventare seria qualsiasi cosa. Rilassati.
Poi sarà perchè per me mio padre era un mito, ma non l'ho mai criticato in pubblico (senza la sua presenza) se non al massimo in un contesto appunto scherzoso, ma è una cosa mia, ognuno fa quello che vuole.
Parto dal presupposto che io ho preso in mano una racchetta da tennis solo perchè me l'ha regalata mio padre.
Avevo 8 anni mi sembra (mi tennero sulle spine per settimane con questo misterioso regalo,mi dissero che era qualcosa che sia i miei genitori che mio fratello avevano,io pensai a una carta di credito,mai mi sarebbe venuto in mente).
Feci 2 anni di corso ma non era per me,rimpiangevo molto la piscina che purtroppo aveva chiuso.
Mio padre è stato un discreto tennista amatoriale,mio fratello era classificato (mi pare 4.1).
Il problema del tennis imho è che è uno sport che porta spesso a confrontarsi con una cerchia ristretta di avversari e qualche volta porta a sopravvalutare le proprie abilità.
E poi è uno sport democratico,nemmeno il più forte dei tennisti lascia l'avversario senza un game.
Riporto pari pari una conversazione tra mio padre e un suo amico con cui giocava,molto meno bravo di lui.
Dopo un set finito 6-4 per mio padre l'amico gli disse,quasi con un tono si sfottò,"Se mi impegno però a momenti vinco".
Mio padre replicò "Se ti impegni (o se mi impegno io,non ricordo bene) perdi 6-0".
E' questo che non mi piaceva del tennis.
In ogni caso non era per me,mai avuto il fisico adatto.
Più tardi feci un paio d'anni di Rugby e pur non essendo niente di che ero decisamente più portato per quello.
Poi i miei compagni erano tutti più piccoli di me,sia di statura che di età in certi casi,quindi forse avrei anche potuto montarmi la testa.
Ma alla prima partita contro una squadra vera mi resi conto della differenza,prendemmo una scoppola da dimenticare.
Detto questo quando guardo una partita di Rugby in tv e vedo un passaggio o un placcaggio sbagliato non penso mai "questo l'avrei azzeccato perfino io" perchè so che non è vero.
Gli atleti fanno sembrare tutto facile e a volte pare impossibile che sbaglino eppure succede perchè anche un gesto atletico apparentemente semplice e fondamentale richiede concentrazione e abilità fuori dal comune.
Quanto al discorso del criticare onestamente io non capisco l'ottica ottocentesca secondo cui i figli non possono aprire bocca sui genitori.
Io e mio padre siamo due adulti,ora sono io che prendo in braccio lui al bisogno e non il contrario (anche perchè visto il mio peso sarebbe un'impresa).
Premesso che nel 99% dei casi anche il mio tono è scherzoso,magari non si percepisce attraverso la tastiera,mi riservo il diritto di guardare i miei genitori senza idealizzarli.
Prendendo il buono e cercando invece di non prendere il meno buono.
L'essere tifoso,inteso nel senso negativo del termine,è una cosa che non ho preso da mio padre.