<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Questo è il problema dell'economia italiana | Page 6 | Il Forum di Quattroruote

Questo è il problema dell'economia italiana

FedeSiena ha scritto:
Beh anche qui la colpa è individuale ....
Basta contemplare la conoscenza di - almeno - l'inglese per i commerci che assumono in zone "turistiche" e vedi come si accellera la questione. Ma serve la volonta' per pressare su questo, anche .... :D
 
FedeSiena ha scritto:
Visto che quando le cose non le so mi informo, e visto che non ho avuto la "sventura" di studiare economia (la mia mente non è predisposta per i numeri, bensì per le materie letterarie) mi sono informato e "pressione fiscale" non significa niente nel contesto sopracitato visto che la "pressione fiscale" è un rapporto tra le entrate fiscali e il reddito nazionale.
Son contento continuiate a beccarvi su un mio sbaglio ... :D
Cmq presumo entrambi avete capito cosa intendevo, e non era certamente quello .... torniamo in tema: come convincere un'azienda a "restare" in Italia?
Se fossi imprenditore, al di la' di rimorsi "etici" e bel parolame che non riempiono il bilancio, non ci penserei due volte a 'delocalizzare' se mi costa un 20-40% meno in tasse ogni anno .... non bisogna essere un guru per capirlo.
 
Siamo sicuri che agli occhi dell'imprenditore la delocalizzazione convenga più sull'aspetto fiscale quanto piuttosto sul costo del lavoro? :rolleyes:
Da quel che vedo nella mia zona, la delocalizzazione viene fatta quasi esclusivamente sulla produzione "semplice", cioè beni o di produzione in serie o che non necessitano di particolari processi produttivi. Cioè, a parità di lavoro eseguito, vado dove il lavoro costa meno. Con questo non sto rispondendo alla domanda che rimane aperta a chi ne sa di più.
Quello che voglio dire è che la professionalità c'è. La forza lavoro italiana (perlomeno da quel che vedo nel nordest) è eccellente e di conseguenza costosa. Se usata per produzioni per l'appunto "semplici", è uno spreco ed un costo inutile. Dispiace, ma la delocalizzazione oggigiorno non è reversibile, bisogna piuttosto attuare dei seri piani per la riqualificazione sia di impianti che di manodopera...
 
Buon punto, penso che entrambe le cose vadano a braccetto.
E cmq la capacita' di manifattura (professionalita' come scritta sopra) non e' mica un qualcosa che altri non possano avere ... forse e' dato per scontato, purtroppo.
 
leolito ha scritto:
Buon punto, penso che entrambe le cose vadano a braccetto.
E cmq la capacita' di manifattura (professionalita' come scritta sopra) non e' mica un qualcosa che altri non possano avere ... forse e' dato per scontato, purtroppo.

Infatti precisavo che il mio riferimento è il nordest, non conoscendo le altre realtà produttive italiane. Qui sulle produzioni di alto livello non ci mangia la pasta in testa ancora nessuno (o quasi), almeno per ora... :rolleyes:
Quello che lo stato deve capire e di conseguenza su cui deve intervenire è che non possiamo competere a livello internazionale a livello di pura produzione. E' fisiologico che i grandi impianti chiudano, sono antieconomici. La vera sfida non è produrre in maniera più conveniente, ma produrre qualcosa che gli altri non riescono a fare ancora. Bisogna sempre essere un passo avanti: è dura, molto più di quanto lo sia stato finora, ma è l'unica via.
 
FedeSiena ha scritto:
Qua ti sbagli e di grosso.

Visto che quando le cose non le so mi informo, e visto che non ho avuto la "sventura" di studiare economia (la mia mente non è predisposta per i numeri, bensì per le materie letterarie) mi sono informato e "pressione fiscale" non significa niente nel contesto sopracitato visto che la "pressione fiscale" è un rapporto tra le entrate fiscali e il reddito nazionale.
O anche, per analogia, tra entrate del singolo e tasse che deve pagare.
E quando ti fai i dovuti conti...

Seconda cosa: io non ho mai provato ad imprendere (vorrei sapere poi quanti qua dentro hanno provato ad imprendere, evidentemente te che cricchi sempre con questa cosa o hai provato e ti è andata male oppure sei il portavoce della Marcegaglia) ma questo non vuol dire che "nulla so" di certe cose.
Io, personalmente, non mi son mai messo a imprendere, perche' ho fatto una scelta diversa, ma mio padre, mio fratello e mia moglie si', dunque so esattamente di cosa parlo.
Tu no, e il meglio che riesci a fare e' lanciare epiteti ad altri solo perche' la san piu' lunga di te per esperienza diretta.

Per inciso, visto che sei favorevole alle guerre all'estero per dar la caccia ai fantasmi Yemeniti e Afghani, e al tempo stesso sei contrario a qualsivoglia forma di tassazione, vuoi illuminarmi su DOVE penseresti di trovare le risorse economiche necessarie per bruciare qualche centinaio di miliardi di euro per finanziare codeste missioni?

Mai stato contro qualsiasi forma di tassazione. Sono contro il sistema Italia.
Non avrei niente in contrario con una tassazione da Svezia o Finlandia, con un sistema statale da Svezia o Finlandia, esattamente come non ho niente contro una tassazione bassissima che lascia tutto al singolo senza servizi di stato.
Ma non mi sta bene una tassazione "svedese" con i servizi da Ciad o Angola che abbiamo in Italia, dove praticamente tutto te lo devi pagare di tasca tua e dove quasi tutte le infrastrutture principali fan schifo, e dove l'efficienza e' un'eccezione.
 
key-one ha scritto:
99octane ha scritto:
Comunque, con tutti i loro difetti, gli Stati Uniti sono enormemente meglio dell'Italia.
Il che da' un'idea di quanto mal messi siamo. :rolleyes:

Questi sono i padroni che dettano le tue veline?

Ma non suonavo il trombone?
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In realta' mi stipendia la CIA per preparare la testa di ponte per lo sbarco degli Americani ad Anzio. :lol: :lol: :lol:
 
key-one ha scritto:

Bhe ,intanto, visto che così vengono considerate , ecco la seconda parte della velina ,nella speranza che prima o poi mi mettano a libro paga :D :

Secondo uno studio della Deloitte, una delle principali società di consulenza, «l?area dell?euro sta mettendo in opera un recupero sorprendente», e ci sono tutte le premesse per «un?espansione solida, fortemente caratterizzata dalle esportazioni». Per quanto riguarda il nostro Paese, dice l?amministratore delegato di Deloitte consultig Italia, Pierluigi Brienza, «un segnale positivo è l?aumento delle imprese che chiedono consulenze strategiche proiettate nel futuro». Una previsione che va nella stessa direzione della ricerca Unioncamere sulla piccola e media impresa, che si aspetta dal 2010 fatturato ed export in crescita. «La ripresa è in corso - spiega l?economista Fabrizio Onida - anche se molto lenta. Gli ordini sono ripartiti, il ciclo delle scorte dà origine, in qualche modo, a una nuova ripresa della domanda».
Un quadro su cui aleggiano rischi, da una nuova bolla finanziaria (segnalata anche dal ministro dell?Economia, Giulio Tremonti) all?andamento dei prezzi petroliferi. «Il peggio è passato - aggiunge Giacomo Vaciago, docente di economia monetaria - ma il meglio l?avrà solo chi se lo merita, si rimbocca le maniche e costruisce per il dopo crisi. Il 2010 sarà un anno molto impegnativo. Temo - aggiunge - che, mentre alcune imprese stanno ripartendo, qualche altra chiuderà». Non manca un suggerimento: «I cinesi nel 2010 gireranno l?Europa col libretto degli assegni, e se diventiamo un Paese attraente potremmo fare affari d?oro».
Gli economisti sono concordi nel chiedere alla politica di fare del 2010 l?anno delle riforme. «Ne abbiamo veramente bisogno - osserva Tito Boeri, professore all?università Bocconi - e sarei deluso se non fossero riforme di natura economica». L?economista suggerisce di concentrare gli interventi sul mercato del lavoro, che ha reagito alla crisi espellendo i giovani, anche i più qualificati. La disoccupazione, secondo il direttore Europa del Fmi, è un indicatore lento: reagisce solo quando l?attività economica si è ripresa....

Mi sembra che parlando di export non ci si riferisca a finanza ,bensì a prodotti industriali ,non solo automobili. Saluti

Gioiamo, gioiamo, che usciremo l'anno prossimo dalla crisi (se si puo' dar retta agli annunci trionfalistici) mentre il resto del mondo e' gia' fuori dall'anno scorso.
Nei tanto vituperati Stati Uniti le societa' che han beneficiato dei fondi di stato per il recupero li han gia' restituiti da un anno... Noi siamo qui ad arrancare. :rolleyes:
Basta vedere il commento sui giovani licenziati per capire che futuro puo' avere una gerontocrazia inerte come la nostra, dove il massimo sforzo dello stato e' nella conservazione dello status quo.
Ora esultano perche' proprio questo sforzo ci ha parato le chiappe nella crisi, dimenticando che poi e' la stessa palla al piede che quando gli altri vanno avanti ci tiene fermi al palo... Questa crisi e' un'occasione per approfittare del vantaggio e portarsi avanti. Ma chiamatemi pessimista ma, chissa' perche', son sicuro che riusciremo a perdere questo treno come abbiam perso tutti gli altri. Poi, per carita', non chiedo di meglio che di sbagliarmi, considerato che in questo cesso di paese purtroppo ci vivo e ci devo vivere.
 
leolito ha scritto:
FedeSiena ha scritto:
Visto che quando le cose non le so mi informo, e visto che non ho avuto la "sventura" di studiare economia (la mia mente non è predisposta per i numeri, bensì per le materie letterarie) mi sono informato e "pressione fiscale" non significa niente nel contesto sopracitato visto che la "pressione fiscale" è un rapporto tra le entrate fiscali e il reddito nazionale.
Son contento continuiate a beccarvi su un mio sbaglio ... :D
Cmq presumo entrambi avete capito cosa intendevo, e non era certamente quello .... torniamo in tema: come convincere un'azienda a "restare" in Italia?
Se fossi imprenditore, al di la' di rimorsi "etici" e bel parolame che non riempiono il bilancio, non ci penserei due volte a 'delocalizzare' se mi costa un 20-40% meno in tasse ogni anno .... non bisogna essere un guru per capirlo.

Abbassando le tasse.
Risolvere una crisi economica alzando le tasse e' come avere uno che soffoca col gas e aprirgli ancora di piu' il gas.
E fin'ora il Berlusca ha fatto meglio di quel delinquente di Prodi solo perche' le tasse non le ha ulteriormente alzate, ma degli sgravi fondamentali a far riprendere le imprese, nessuna traccia. Dell'eliminazione di sprechi e inefficienze, nessuna traccia. Si tagliano le spese lasciando intoccati gli sprechi... Perche'? Perche' ovviamente gli sprechi servono a mantenere i preziosi clientelismi e lottizzazioni che garantiscono la prosperita' degli oligarchi.
O credete ancora alla democrazia in un paese dove per sessant'anni si e' votato senza che mai cambiasse nulla?
 
99octane ha scritto:
Gioiamo, gioiamo, che usciremo l'anno prossimo dalla crisi (se si puo' dar retta agli annunci trionfalistici)

Del Berlusca.
Anche perchè sennò sei solo un povero comunista seminatore di odio disfattista che diffonde il panico e pessimismo.

99octane ha scritto:
mentre il resto del mondo e' gia' fuori dall'anno scorso.

Ahahahahah,
bella questa.
:D :D :D :D :D :D

99octane ha scritto:
Nei tanto vituperati Stati Uniti le societa' che han beneficiato dei fondi di stato per il recupero li han gia' restituiti da un anno... Noi siamo qui ad arrancare. :rolleyes:
Basta vedere il commento sui giovani licenziati per capire che futuro puo' avere una gerontocrazia inerte come la nostra, dove il massimo sforzo dello stato e' nella conservazione dello status quo.
Ora esultano perche' proprio questo sforzo ci ha parato le chiappe nella crisi, dimenticando che poi e' la stessa palla al piede che quando gli altri vanno avanti ci tiene fermi al palo... Questa crisi e' un'occasione per approfittare del vantaggio e portarsi avanti. Ma chiamatemi pessimista ma, chissa' perche', son sicuro che riusciremo a perdere questo treno come abbiam perso tutti gli altri. Poi, per carita', non chiedo di meglio che di sbagliarmi, considerato che in questo cesso di paese purtroppo ci vivo e ci devo vivere.

Veramente nei tanto vituperati Stati Uniti gli economisti dicono che i posti che si perderanno nel 2010 sono del 18% superiori a quelli già persi tra il 2007 e il 2008...
Dicono anche che l'uscita dalla crisi sarà lenta e non si vedrà una ripresa economica stabile se non prima del 2012...
Ogni giorno la FED vede al ribasso le stime di aumento del PIL USA.

Questo "nonostante" la loro "flessibilità" che in questi casi dovrebbe essere un ENORME vantaggio rispetto al resto del Mondo.

Resto del Mondo: Inghilterra ha già annunciato che il 2010 sarà il "bloody year" per disoccupazione e perdita dei sussidi di disoccupazione.
Danimarca: Crescita del PIL giù nel 2010 di almeno 2 punti.
Belgio: Prevista crescita del debito pubblico (già altissimo) pro capite.

Mi piacerebbe sentire Francia e Spagna che ancora non hanno rilasciato dichiarazioni in merito.

Quindi...... noi stiam messi male, ma anche gli altri non mi sembra che stiano messi granchè bene.
 
FedeSiena ha scritto:
Kren ha scritto:
FedeSiena ha scritto:
testerr ha scritto:
dx e sx (e lega) sono no global ma per motivi diversi. A me l'omolagazione non piace per nulla ma non vado a sfasciare vetrine come fanno i compagni.......Tutto qui.

Ho visto molte più azioni violente (gratuite e senza alcuna logica) durante le partite di calcio (che per inciso il Siena ha il gruppo Ultras dichiaratamente di destra, nonostante la città sia comunsita).
Non posso che confermare. Pure io mi sono preso una bella manganellata allo stadio, solamente perché mi trovavo nel posto sbagliato al momento sbagliato (seduto in curva).
Non sapevo che gli ultras del Siena fossero "dichiaratamente" di destra..... :oops: :oops:
Mi sembrava si definissero apolitici (anche se io li ho sempre ritenuti rossi come tutte le curve toscane...)

In realtà non si è mai capita questa cosa.
Il Gruppo Ultras Siena è "formalmente" apolitico nel senso che non si fanno cori politici o manifesti politicizzati.
Tuttavia, tutti i maggiori esponenti della curva Robur sono di fatto di destra, penso che sia più una questione di contrapposizione con Livorno e Firenze che sono invece dichiaratamente di sinistra (specialmente Livorno).

Ma si sa, Siena è nemica di Livorno, Firenze e Grosseto e quindi si deve contrapporre in toto.
Ogni volta che ci sono i derby toscani, sono botte.
:D
Cose che con lo sport non han niente a che fare. Un altro problema che non si vuole risolvere.
Panem et circensem.
Oggi le botte stanno sugli spalti e non nell'arena. Interessante variazione.
 
jaccos ha scritto:
Siamo sicuri che agli occhi dell'imprenditore la delocalizzazione convenga più sull'aspetto fiscale quanto piuttosto sul costo del lavoro? :rolleyes:
Da quel che vedo nella mia zona, la delocalizzazione viene fatta quasi esclusivamente sulla produzione "semplice", cioè beni o di produzione in serie o che non necessitano di particolari processi produttivi. Cioè, a parità di lavoro eseguito, vado dove il lavoro costa meno. Con questo non sto rispondendo alla domanda che rimane aperta a chi ne sa di più.
Quello che voglio dire è che la professionalità c'è. La forza lavoro italiana (perlomeno da quel che vedo nel nordest) è eccellente e di conseguenza costosa. Se usata per produzioni per l'appunto "semplici", è uno spreco ed un costo inutile. Dispiace, ma la delocalizzazione oggigiorno non è reversibile, bisogna piuttosto attuare dei seri piani per la riqualificazione sia di impianti che di manodopera...

Piu' che delocalizzazione (che e' caratteristica della grande impresa) il fatto e' che il piccolo e medio imprenditore se ne va altrove tout court.
Fino a qualche anno fa era l'Irlanda (comunque molto appetita anche dalla grande impresa), oggi molti italiani vanno a imprendere in Spagna (ma oggi meno, a causa delle politiche suicide di Zapatero, che hanno fermato alla fine anche il volano economico messo in moto dal suo predecessore) e soprattutto all'est. Repubblica Ceca, meno in Bulgaria, molto in Romania.
 
basta cazzeggio!!! tutti al lavoro, mica potete stare qui tutto il giorno............. :lol:
 
99octane ha scritto:
jaccos ha scritto:
Siamo sicuri che agli occhi dell'imprenditore la delocalizzazione convenga più sull'aspetto fiscale quanto piuttosto sul costo del lavoro? :rolleyes:
Da quel che vedo nella mia zona, la delocalizzazione viene fatta quasi esclusivamente sulla produzione "semplice", cioè beni o di produzione in serie o che non necessitano di particolari processi produttivi. Cioè, a parità di lavoro eseguito, vado dove il lavoro costa meno. Con questo non sto rispondendo alla domanda che rimane aperta a chi ne sa di più.
Quello che voglio dire è che la professionalità c'è. La forza lavoro italiana (perlomeno da quel che vedo nel nordest) è eccellente e di conseguenza costosa. Se usata per produzioni per l'appunto "semplici", è uno spreco ed un costo inutile. Dispiace, ma la delocalizzazione oggigiorno non è reversibile, bisogna piuttosto attuare dei seri piani per la riqualificazione sia di impianti che di manodopera...

Piu' che delocalizzazione (che e' caratteristica della grande impresa) il fatto e' che il piccolo e medio imprenditore se ne va altrove tout court.
Fino a qualche anno fa era l'Irlanda (comunque molto appetita anche dalla grande impresa), oggi molti italiani vanno a imprendere in Spagna (ma oggi meno, a causa delle politiche suicide di Zapatero, che hanno fermato alla fine anche il volano economico messo in moto dal suo predecessore) e soprattutto all'est. Repubblica Ceca, meno in Bulgaria, molto in Romania.

Certo, il discorso non cambia tra piccola, media o grande industria.
Tutte le lavorazioni che si possono fare altrove vengono delocalizzate, è normale che sia così. Peccato che sono settori in cui i nostri "lungimiranti" politici hanno pompato vagonate di denaro pubblico... e poi ci si stupisce se un manager cazzuto come marchionne vuole chiudere stabilimenti! Invece di mantenere funzionanti quei dinosauri con soldi pubblici, andavano usati per incentivare produzioni innovative e "non trasferibili" nelle zone in questione. Così invece abbiamo speso una marea di soldi per 4 muri vuoti e vagonate di disoccupati... :x
 
FedeSiena ha scritto:
leolito ha scritto:
FedeSiena ha scritto:
qui in Italia ci trastullavamo con il montaggio di elettrodomestici e un'industria medio-pesante che ha ripercussioni poco positive sul mercato del lavoro e molto negative sul mercato del turismo...
:?:

In Italia abbiamo un vantaggio notevole rispetto al resto del mondo:
circa il 61% delle ricchezze artistiche mondiali sono qua da noi.
Questo dovrebbe permetterci di vivere grattandoci la pancia semplicemente "gestendo" il turismo come una risorsa, invece abbiamo fatto colate di cemento per costruire industrie e case (inutli) che adesso vengono abbandonate per andare a produrre i manufatti all'estero.
Così abbiamo il paesaggio deturpato.

FedeSiena ha scritto:
Questo per un semplicissimo motivo: perchè se è abbastanza difficile creare un apparato infrastrutturale ed economico basato su ricerca, sviluppo di tecnologie e brevetti, è altresì relativamente facile spostare una fabbrica di frigoriferi da Pordenone alla Rep.Ceca dove il lavoro costa la metà. ;)
Non ho capito dove stai puntando il dito ... se io produttore produco in Italia e con orgoglio e qualita', ma tu Stato mi strozzi, e quindi allora io mi sposto altrove dove mi aprono la porta e mi accolgono con interesse .... mantenendo il livello qualitativo, allora chi ha la colpa? Chi deve tutelare gli interessi dell'industria e del commercio Italiano se non lo Stato Italiano? Boh ....

"Pressione fiscale" non significa niente dato che è soltanto un "rapporto" e non mi risulta che all'estero in Europa la pressione fiscale sia tanto più bassa che da noi.
Nello specifico, la "pressione fiscale" in Italia nel 2008 è stata del 42,8% (nel 2007 era stata del 42,1% e nel 2006 era del 41,9%) :rolleyes:
Danimarca (49,2%) e Svezia (47,6), paesi che storicamente hanno un evoluto sistema di welfare, seguiti da Belgio (45,9%), Francia (44,5%) e Austria (44,1%).

Quindi.

:rolleyes:

[/quote]

Ma stiamo cherzando????
In Svezia, nonostante la pressione fiscale più alta, ci sono molti più vantaggi per i cittadini, che qui neanche sogniamo:

Uno per tutti: asseggno sino a circa 1000 ? per i primi tre anni del nascituro.
Io in busta paga prendo un assegno di ? 28 lorde per mia figlia.

Ma di cosa stiamo parlando????
 
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