<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Questo è il problema dell'economia italiana | Il Forum di Quattroruote

Questo è il problema dell'economia italiana

"persone iscritte a questa offerta: 150" ...questo numero, che sicuramente aumenterà, fà pensare: siamo messi così male ?
 
al lavoro di mia mamma che lavora in un self service a rischio chiusura ora assumono a ore o la cosidetta assunzione a "gettone" praticamente al sabato assumo 2 persone per 4 ore
 
FedeSiena ha scritto:
L'avete voluta la globalizzazione?
:twisted:

ma che globalizaqzione qui si tratta di fare guadagno come si puio fare guadagno?? assumendo una persona il tempo necessario per svolgere il lavoro basti pensare che come noi "subappaltiamo " i lavori alla cina perchè prendopno poco loro li subappaltano in vietnam perchè l'operaio cinese costa troppo ( per loro una buona paga è di 300 euro al mese ) ... noi siamo in competizione con gente che se un operaio prende 300 euro al mese è un costo!!!!! ...

poi ci sono i minatori di una parte del messico che se non mi sbaglio lavorano a gratis per 29-30 giorni in cambio di lavorare un giorno per loro

cioè per 29 giorni trovano l'oro per la ditta il 30 lo trovano per loro
 
FedeSiena ha scritto:
L'avete voluta la globalizzazione?
:twisted:
la globalizzazione non la vuole nessuno, ne a dx ne a sx; a parte qualcuno ovviamente, titolare di aziende molto grandi o dirigenti di multinazionali.
 
La globalizzazione non e' qualcosa di "voluto", non piu' della pioggia o del vento. Esiste e basta.
E, come tutti i fenomeni, ha i suoi lati positivi e i suoi lati negativi: tutto sta a imparare a godere dei primi minimizzando e tenendo sotto controllo i secondi.
Poi ci sono gli allarmisti, che tengon sempre banco, e quelli che cercano di mostrare solo i lati negativi perche' uno dei lati positivi principali e' il fatto che la gente esce dal suo orticello e si accorge che le cose altrove van diversamente, e non devono necessariamente essere come glie le han sempre raccontate... E questo, a chi la racconta, da' molto fastidio. :rolleyes:
 
Io credo che qualcuno dei potenti, forse non ha capito che senza lavoro stabile, l'economia andrà sempre peggio:

Lavoro stabile = sicurezza = fiducia nel futuro = propensione a spendere, fare casa e famiglia.

Mi sembra un equazione talmente logica e favorevolmente economica a tutti questa.
 
mammo4 ha scritto:
Stavo dando un'occhiata agli annunci di lavoro per mia moglie. Stavo vedendo se ci fosse qualcosa di meglio di quello che fa, per carità, un lavoro normalissimo, ma abbastanza alienante.

Sono icappato in questo annuncio.

Notare la durate del contratto:

2 GIORNI O UNA SETTIMANA.

MA VAFF..........!!!! :evil:

http://www.infojobs.it/oferta/pOfer...sh&utm_medium=email&utm_campaign=ofertas_push

Non vedo dove stia il problema...
Se un'azienda ha bisogno di una persona in soprannumero per qualche giorno, la chiede. Ti sta bene? Accetti. Non ti sta bene? Guardi da un'altra parte.
Non capisco cosa dovrebbero fare: assumere qualcuno a tempo indeterminato che non gli serve per coprire una esigenza temporanea, con spreco di risorse spendibili altrimenti?
Gli altri dipendenti ringraziano... :rolleyes:
O forse, non dovrebbero nemmeno chiedere una persona per pochi giorni?
Quello che avrebbe potuto mettersi in tasca qualche euro preferirebbe averla l'offerta.
Il mito del posto fisso e' finito, cari miei (e per fortuna! che si stava andando in malora). Nemmeno in Giappone, dove era praticamente un'istituzione intoccabile al pari dell'Imperatore, e' sparito.
Il mondo e' pieno di paesi dove si cambia spesso lavoro e si vive benissimo. Tutto sta a trovare il giusto equilibrio.
Negli Stati Uniti e' facile essere licenziati, ma difficilmente qualcuno resta senza lavoro per piu' di 15 giorni, al contrario che nell'Italia del "posto fisso", privilegio di pochi, mentre altri stavano magari 2-3 anni senza lavoro... roba da matti. Pero' magari ci si deve trasferire e traslocare per 3000 km.
Bisognerebbe raggiungere un equilibrio tra mobilita' produttiva e tutela di una stabilita' indispensabile a ottenere una societa' equilibrata e a garantire ai cittadini una situazione famigliare decente.

Il VERO problema dell'economia italiana, semmai, e' che a livello impiegatizio, una ristretta cerchia di lavoratori e' tutelata al 1000%, anche quando non lo meriterebbe o non sarebbe corretto e onesto farlo, mentre gli altri si attaccano, e a livello imprenditoriale (ossia di coloro che il lavoro lo creano) il sistema e' strangolante e sempre piu' italiani giovani che han voglia di fare... vanno a farlo altrove, con buona pace di chi potrebbe avere un nuovo posto di lavoro che invece va a un romeno, o uno spagnolo, o un ceco (giusto per citare tre paesi dove gli Italiani vanno a imprendere di piu' ultimamente).
 
99octane ha scritto:
La globalizzazione non e' qualcosa di "voluto", non piu' della pioggia o del vento. Esiste e basta.
E, come tutti i fenomeni, ha i suoi lati positivi e i suoi lati negativi: tutto sta a imparare a godere dei primi minimizzando e tenendo sotto controllo i secondi.
Poi ci sono gli allarmisti, che tengon sempre banco, e quelli che cercano di mostrare solo i lati negativi perche' uno dei lati positivi principali e' il fatto che la gente esce dal suo orticello e si accorge che le cose altrove van diversamente, e non devono necessariamente essere come glie le han sempre raccontate... E questo, a chi la racconta, da' molto fastidio. :rolleyes:

No, la globalizzazione è qualcosa di "voluto" da precise scelte politiche.
Da precise scelte politiche degli ultimi anni, tra l'altro.

Il nostro potere d'acquisto si sta riducendo sempre più, negli anni '80 facevi la vita del signore con un solo stipendio e la moglie a casa, oggi non bastano 2 stipendi per arrivare a fine mese.
Dobbiamo capire che noi NON POSSIAMO ESSERE competitivi con paesi che lavorano 60 ore la settimana e guadagnano 300 euro al mese.

Tanto più per come era messa (era, perchè adesso non è neanche più) la nostra industria manifatturiera che era praticamente costituita da piccole e medie imprese che producono beni di consumo in grande scala.
Non abbiamo un brevetto, non abbiamo ricerca, non abbiamo niente.
Avevamo fabbriche di mobili e frigoriferi, ma vedo che se ne stanno andando...
 
@99octane: Certo, ma come se la comprano una casa i precari, visto che i mutui non li danno se non hai un rweddito fisso?
Ci hai pensato?

L'Italia, è un paese provinciale, non è flessibile com gli Usa.
Qui il datore di lavoro ti sfrutta, anche per 12 ore al giorno, a nero, e stiamo parlando di titolari italiani, che fanno leva sulla crisi. Ricordati che parte di questa crisi è stata montata a dovereper far snellire qualche grande azienda.

Comunque rispondimi alla prima domanda...
 
testerr ha scritto:
FedeSiena ha scritto:
L'avete voluta la globalizzazione?
:twisted:
la globalizzazione non la vuole nessuno, ne a dx ne a sx; a parte qualcuno ovviamente, titolare di aziende molto grandi o dirigenti di multinazionali.

E' curioso vedere come fino a non molto tempo fa, al solo parlare di scetticismo nei confronti dei benefici derivanti dal sistema globalizzato, venivi subito additato come un pericoloso No-Global comunista e facinoroso.
:twisted:
Adesso, da un pò di tempo a questa parte invece, sento solo SILENZIO quando si parla di globalizzazione.
:twisted:
Chissà, tra un pò, sentirò degli ELOGI.
:D
 
mammo4 ha scritto:
@99octane: Certo, ma come se la comprano una casa i precari, visto che i mutui non li danno se non hai un rweddito fisso?
Ci hai pensato?

L'Italia, è un paese provinciale, non è flessibile com gli Usa.
Qui il datore di lavoro ti sfrutta, anche per 12 ore al giorno, a nero, e stiamo parlando di titolari italiani, che fanno leva sulla crisi. Ricordati che parte di questa crisi è stata montata a dovereper far snellire qualche grande azienda.

Comunque rispondimi alla prima domanda...

Non è un discorso di essere "provinciali" o "flessibili", è un discorso di essere civili.

In Italia abbiamo abbastanza chiara la differenza tra "lavoro" e "sfruttamento", cosa che in USA non hanno ancora capito.
Questo perchè NOI abbiamo la storia e loro NO.
"Loro" sono "abituati" (ma mi verrebbe da dire "li hanno" abituati) a questo sistema orribile (Orribile, ma efficiente, lo riconosco) dove si vive per lavorare.

Mentre in realtà si dovrebbe lavorare per vivere.

8)
 
99octane ha scritto:
mammo4 ha scritto:
Stavo dando un'occhiata agli annunci di lavoro per mia moglie. Stavo vedendo se ci fosse qualcosa di meglio di quello che fa, per carità, un lavoro normalissimo, ma abbastanza alienante.

Sono icappato in questo annuncio.

Notare la durate del contratto:

2 GIORNI O UNA SETTIMANA.

MA VAFF..........!!!! :evil:

http://www.infojobs.it/oferta/pOfer...sh&utm_medium=email&utm_campaign=ofertas_push

Non vedo dove stia il problema...
Se un'azienda ha bisogno di una persona in soprannumero per qualche giorno, la chiede. Ti sta bene? Accetti. Non ti sta bene? Guardi da un'altra parte.
Non capisco cosa dovrebbero fare: assumere qualcuno a tempo indeterminato che non gli serve per coprire una esigenza temporanea, con spreco di risorse spendibili altrimenti?
Gli altri dipendenti ringraziano... :rolleyes:
O forse, non dovrebbero nemmeno chiedere una persona per pochi giorni?
Quello che avrebbe potuto mettersi in tasca qualche euro preferirebbe averla l'offerta.
Il mito del posto fisso e' finito, cari miei (e per fortuna! che si stava andando in malora). Nemmeno in Giappone, dove era praticamente un'istituzione intoccabile al pari dell'Imperatore, e' sparito.
Il mondo e' pieno di paesi dove si cambia spesso lavoro e si vive benissimo. Tutto sta a trovare il giusto equilibrio.
Negli Stati Uniti e' facile essere licenziati, ma difficilmente qualcuno resta senza lavoro per piu' di 15 giorni, al contrario che nell'Italia del "posto fisso", privilegio di pochi, mentre altri stavano magari 2-3 anni senza lavoro... roba da matti. Pero' magari ci si deve trasferire e traslocare per 3000 km.
Bisognerebbe raggiungere un equilibrio tra mobilita' produttiva e tutela di una stabilita' indispensabile a ottenere una societa' equilibrata e a garantire ai cittadini una situazione famigliare decente.

Il VERO problema dell'economia italiana, semmai, e' che a livello impiegatizio, una ristretta cerchia di lavoratori e' tutelata al 1000%, anche quando non lo meriterebbe o non sarebbe corretto e onesto farlo, mentre gli altri si attaccano, e a livello imprenditoriale (ossia di coloro che il lavoro lo creano) il sistema e' strangolante e sempre piu' italiani giovani che han voglia di fare... vanno a farlo altrove, con buona pace di chi potrebbe avere un nuovo posto di lavoro che invece va a un romeno, o uno spagnolo, o un ceco (giusto per citare tre paesi dove gli Italiani vanno a imprendere di piu' ultimamente).

il probblema che voleva far notare e che ci sono aziende che lavorano solo con personale a gettone per cui non e che si dica va bhe ho diciamo 10 fissi e poi per le ferie prendo 2 persone a ore e la cosa puo starci ci sono aziende che assumo 10 persone a gettone per avere un guadagno maggiore e pagare il meno possibile di contributi!
 
I problemi dell'economia italiana sono molto variegati,cominciando dal fatto che vi e' una evasione fiscale spaventosa ( e qui i tanto vituperati lavoratori dipendenti pagano le tasse per tutti o quasi ). Abbiamo una economia sommersa,vedi lavoro nero,altro grave problema.Poi la cosidetta delocalizzazione,ossia aziende italiane che sbaraccano dall'Italia per andare a produrre all'estero dove la manodopera costa meno.Ed il bello e' che come faceva giustamente notare FedeSiena,vent'anni fa con uno stipendio solo si campava dignitosamente mentre oggi si fa la fame.Discorso lavori precari:spariamo pure a zero sulle categorie privilegiate dei lavoratori con il posto fisso ma mi chiedo quale futuro puo' avere un giovane che lavora tre mesi di qua' e due mesi di la' per anni ed anni.Ovvio che poi l'economia ne risente(voglio vedere che fa finanziamenti ad un precario).E se uno ci crede,accenda un cero alla Madonna di non rimanere disoccupato dopo i 35 anni altrimenti non ti assumono neanche morto,salvo poi allungare l'eta' pensionabile a limiti che non tengono conto delle tipologie di certe mansioni.
 

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