<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Questo è il problema dell'economia italiana | Page 7 | Il Forum di Quattroruote

Questo è il problema dell'economia italiana

99octane ha scritto:
FedeSiena ha scritto:
Kren ha scritto:
FedeSiena ha scritto:
testerr ha scritto:
dx e sx (e lega) sono no global ma per motivi diversi. A me l'omolagazione non piace per nulla ma non vado a sfasciare vetrine come fanno i compagni.......Tutto qui.

Ho visto molte più azioni violente (gratuite e senza alcuna logica) durante le partite di calcio (che per inciso il Siena ha il gruppo Ultras dichiaratamente di destra, nonostante la città sia comunsita).
Non posso che confermare. Pure io mi sono preso una bella manganellata allo stadio, solamente perché mi trovavo nel posto sbagliato al momento sbagliato (seduto in curva).
Non sapevo che gli ultras del Siena fossero "dichiaratamente" di destra..... :oops: :oops:
Mi sembrava si definissero apolitici (anche se io li ho sempre ritenuti rossi come tutte le curve toscane...)

In realtà non si è mai capita questa cosa.
Il Gruppo Ultras Siena è "formalmente" apolitico nel senso che non si fanno cori politici o manifesti politicizzati.
Tuttavia, tutti i maggiori esponenti della curva Robur sono di fatto di destra, penso che sia più una questione di contrapposizione con Livorno e Firenze che sono invece dichiaratamente di sinistra (specialmente Livorno).

Ma si sa, Siena è nemica di Livorno, Firenze e Grosseto e quindi si deve contrapporre in toto.
Ogni volta che ci sono i derby toscani, sono botte.
:D
Cose che con lo sport non han niente a che fare. Un altro problema che non si vuole risolvere.
Panem et circensem.
Oggi le botte stanno sugli spalti e non nell'arena. Interessante variazione.

A me del calcio frega una mazza, io la partita la guardo (a scrocco) dalla finestra....
:D :D :D

E non partecipo agli scontri.
:D :D :D :D :D
 
99octane ha scritto:
jaccos ha scritto:
Siamo sicuri che agli occhi dell'imprenditore la delocalizzazione convenga più sull'aspetto fiscale quanto piuttosto sul costo del lavoro? :rolleyes:
Da quel che vedo nella mia zona, la delocalizzazione viene fatta quasi esclusivamente sulla produzione "semplice", cioè beni o di produzione in serie o che non necessitano di particolari processi produttivi. Cioè, a parità di lavoro eseguito, vado dove il lavoro costa meno. Con questo non sto rispondendo alla domanda che rimane aperta a chi ne sa di più.
Quello che voglio dire è che la professionalità c'è. La forza lavoro italiana (perlomeno da quel che vedo nel nordest) è eccellente e di conseguenza costosa. Se usata per produzioni per l'appunto "semplici", è uno spreco ed un costo inutile. Dispiace, ma la delocalizzazione oggigiorno non è reversibile, bisogna piuttosto attuare dei seri piani per la riqualificazione sia di impianti che di manodopera...

Piu' che delocalizzazione (che e' caratteristica della grande impresa) il fatto e' che il piccolo e medio imprenditore se ne va altrove tout court.
Fino a qualche anno fa era l'Irlanda (comunque molto appetita anche dalla grande impresa), oggi molti italiani vanno a imprendere in Spagna (ma oggi meno, a causa delle politiche suicide di Zapatero, che hanno fermato alla fine anche il volano economico messo in moto dal suo predecessore) e soprattutto all'est. Repubblica Ceca, meno in Bulgaria, molto in Romania.

Ogni giorno che mi alzo dal letto la mattina, MALEDICO IL GIORNO IN CUI LA ROMANIA è ENTRATA IN EUROPA
 
mammo4 ha scritto:
99octane ha scritto:
jaccos ha scritto:
Siamo sicuri che agli occhi dell'imprenditore la delocalizzazione convenga più sull'aspetto fiscale quanto piuttosto sul costo del lavoro? :rolleyes:
Da quel che vedo nella mia zona, la delocalizzazione viene fatta quasi esclusivamente sulla produzione "semplice", cioè beni o di produzione in serie o che non necessitano di particolari processi produttivi. Cioè, a parità di lavoro eseguito, vado dove il lavoro costa meno. Con questo non sto rispondendo alla domanda che rimane aperta a chi ne sa di più.
Quello che voglio dire è che la professionalità c'è. La forza lavoro italiana (perlomeno da quel che vedo nel nordest) è eccellente e di conseguenza costosa. Se usata per produzioni per l'appunto "semplici", è uno spreco ed un costo inutile. Dispiace, ma la delocalizzazione oggigiorno non è reversibile, bisogna piuttosto attuare dei seri piani per la riqualificazione sia di impianti che di manodopera...

Piu' che delocalizzazione (che e' caratteristica della grande impresa) il fatto e' che il piccolo e medio imprenditore se ne va altrove tout court.
Fino a qualche anno fa era l'Irlanda (comunque molto appetita anche dalla grande impresa), oggi molti italiani vanno a imprendere in Spagna (ma oggi meno, a causa delle politiche suicide di Zapatero, che hanno fermato alla fine anche il volano economico messo in moto dal suo predecessore) e soprattutto all'est. Repubblica Ceca, meno in Bulgaria, molto in Romania.

Ogni giorno che mi alzo dal letto la mattina, MALEDICO IL GIORNO IN CUI LA ROMANIA è ENTRATA IN EUROPA

allegro, fra un pò tocca alla Bulgaria, poi all'Albania, al Montenegro e dulcis in fundo, la Turchia.
La stramaledetta Eurabia ha deciso così e tu, cittadino, non conti proprio nulla.
Ma qualcosa si può fare...........ma non a gratis.
 
mammo4 ha scritto:
Ogni giorno che mi alzo dal letto la mattina, MALEDICO IL GIORNO IN CUI LA ROMANIA è ENTRATA IN EUROPA
E questo sparata a caso cosa vuol dire? Certamente all'Europa "conviene" che i paesi dell'est siano entrati nel "club", dove le quote di ingresso sono salate ....
:rolleyes:
 
Ci sono stati più danni che vantaggi a far entrare alcuni Paesi nell'Europa. Basta accendere un qualsiasi Tg, in qualsiasi giorno dell'anno. E non vadooltre, visto che non si può parlare di politica.

Ma perchè hanno fatto entrare certi Paesi, e la Croazia ad esempio no?

Semplice, ci sono interessi a far entrare qualcuno, interessi che non tengono conto del parere dei cittadini però!

Vuoi vedere se facciamo un sondaggio, quanti sono favorevoli all'entrata della Turchia in Europa?
 
leolito ha scritto:
testerr ha scritto:
allegro, fra un pò tocca alla Bulgaria...........
Va' che la Bulgaria appartiene alla EU gia' da un po' .... :D

che figura.....Ma non è che sia stato solo il
primo passo? in effetti della Bulgaria non si parla mai.
 
mammo4 ha scritto:
Ci sono stati più danni che vantaggi a far entrare alcuni Paesi nell'Europa. Basta accendere un qualsiasi Tg, in qualsiasi giorno dell'anno. E non vadooltre, visto che non si può parlare di politica.

Ma perchè hanno fatto entrare certi Paesi, e la Croazia ad esempio no?

Semplice, ci sono interessi a far entrare qualcuno, interessi che non tengono conto del parere dei cittadini però!

Vuoi vedere se facciamo un sondaggio, quanti sono favorevoli all'entrata della Turchia in Europa?

io sarei per la vecchia Europa a sei e basta. Altro che Turchia che oltretutto è inAsia
 
99octane ha scritto:
key-one ha scritto:
99octane ha scritto:
Comunque, con tutti i loro difetti, gli Stati Uniti sono enormemente meglio dell'Italia.
Il che da' un'idea di quanto mal messi siamo. :rolleyes:

Questi sono i padroni che dettano le tue veline?

Ma non suonavo il trombone?
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In realta' mi stipendia la CIA per preparare la testa di ponte per lo sbarco degli Americani ad Anzio. :lol: :lol: :lol:

Meno male che siamo tutti e due retribuiti :!:Almeno avremo qualche spicciolo da parte per affrontare la carestia prossima ventura :D :D :lol:
 
99octane ha scritto:
key-one ha scritto:

Bhe ,intanto, visto che così vengono considerate , ecco la seconda parte della velina ,nella speranza che prima o poi mi mettano a libro paga :D :

Secondo uno studio della Deloitte, una delle principali società di consulenza, «l?area dell?euro sta mettendo in opera un recupero sorprendente», e ci sono tutte le premesse per «un?espansione solida, fortemente caratterizzata dalle esportazioni». Per quanto riguarda il nostro Paese, dice l?amministratore delegato di Deloitte consultig Italia, Pierluigi Brienza, «un segnale positivo è l?aumento delle imprese che chiedono consulenze strategiche proiettate nel futuro». Una previsione che va nella stessa direzione della ricerca Unioncamere sulla piccola e media impresa, che si aspetta dal 2010 fatturato ed export in crescita. «La ripresa è in corso - spiega l?economista Fabrizio Onida - anche se molto lenta. Gli ordini sono ripartiti, il ciclo delle scorte dà origine, in qualche modo, a una nuova ripresa della domanda».
Un quadro su cui aleggiano rischi, da una nuova bolla finanziaria (segnalata anche dal ministro dell?Economia, Giulio Tremonti) all?andamento dei prezzi petroliferi. «Il peggio è passato - aggiunge Giacomo Vaciago, docente di economia monetaria - ma il meglio l?avrà solo chi se lo merita, si rimbocca le maniche e costruisce per il dopo crisi. Il 2010 sarà un anno molto impegnativo. Temo - aggiunge - che, mentre alcune imprese stanno ripartendo, qualche altra chiuderà». Non manca un suggerimento: «I cinesi nel 2010 gireranno l?Europa col libretto degli assegni, e se diventiamo un Paese attraente potremmo fare affari d?oro».
Gli economisti sono concordi nel chiedere alla politica di fare del 2010 l?anno delle riforme. «Ne abbiamo veramente bisogno - osserva Tito Boeri, professore all?università Bocconi - e sarei deluso se non fossero riforme di natura economica». L?economista suggerisce di concentrare gli interventi sul mercato del lavoro, che ha reagito alla crisi espellendo i giovani, anche i più qualificati. La disoccupazione, secondo il direttore Europa del Fmi, è un indicatore lento: reagisce solo quando l?attività economica si è ripresa....

Mi sembra che parlando di export non ci si riferisca a finanza ,bensì a prodotti industriali ,non solo automobili. Saluti

Gioiamo, gioiamo, che usciremo l'anno prossimo dalla crisi (se si puo' dar retta agli annunci trionfalistici) mentre il resto del mondo e' gia' fuori dall'anno scorso.
Nei tanto vituperati Stati Uniti le societa' che han beneficiato dei fondi di stato per il recupero li han gia' restituiti da un anno... Noi siamo qui ad arrancare. :rolleyes:
Basta vedere il commento sui giovani licenziati per capire che futuro puo' avere una gerontocrazia inerte come la nostra, dove il massimo sforzo dello stato e' nella conservazione dello status quo.
Ora esultano perche' proprio questo sforzo ci ha parato le chiappe nella crisi, dimenticando che poi e' la stessa palla al piede che quando gli altri vanno avanti ci tiene fermi al palo... Questa crisi e' un'occasione per approfittare del vantaggio e portarsi avanti. Ma chiamatemi pessimista ma, chissa' perche', son sicuro che riusciremo a perdere questo treno come abbiam perso tutti gli altri. Poi, per carita', non chiedo di meglio che di sbagliarmi, considerato che in questo cesso di paese purtroppo ci vivo e ci devo vivere.

Uno dei problemi dell'economia italiana è che il grande debito pubblico -ma anche le altre nazioni ci stanno raggiungendo- fa da contrappeso all'enorme ricchezza delle famiglie. Ma è poi davvero un grande problema? Basta vedere i livelli di spesa del nucleo famigliare medio italiano : auto ,vacanze, abbigliamento di lusso, immobili ,arredamento griffato ecc. Ma anche fondi di investimento,titoli,bot,obbligazioni.
Questa ricchezza diffusa concentrata nelle famiglie ha permesso all'Italia di essere meno sensibile alla crisi e di assorbirne meglio di altre zone economiche i riflessi negativi.
Ciò insieme al tessuto produttivo manufatturiero ben sviluppato soprattutto al nord e nord est ,ci ha consentito -nonostante le qui citate globalizzazione e delocalizzazione- di mantenere un livello di disoccupazione minore di altre zone ,come quella americana,e di essere meno permeabili ai titoli spazzatura che i tanto incensati Usa con le loro mecche Lehman Brother and co. hanno propinato a tutto il mondo con gli effetti che tutti sappiamo.
Non c'è troppo da gioire solo per quelli che sono stati e continuano a rimanere fuori dalla spartizione della torta : famiglie che non riescono a compensare gli effetti della crisi ,di solito nei centri urbani ,monoreddito ,senza anziani o invalidi in casa forniti di pensione ,senza
immobili di proprietà o titoli e obbligazioni. Questi sì ,hanno sentito e pagato gli effetti della crisi e la mancanza di servizi adeguati da parte dello stato. Loro sì, possono lamentarsi dello stato inefficiente e corrotto , non quelli -e sono molti- con la pancia piena.Saluti
 
mammo4 ha scritto:
Ci sono stati più danni che vantaggi a far entrare alcuni Paesi nell'Europa. Basta accendere un qualsiasi Tg, in qualsiasi giorno dell'anno. E non vadooltre, visto che non si può parlare di politica.

Ma perchè hanno fatto entrare certi Paesi, e la Croazia ad esempio no?

Semplice, ci sono interessi a far entrare qualcuno, interessi che non tengono conto del parere dei cittadini però!

Vuoi vedere se facciamo un sondaggio, quanti sono favorevoli all'entrata della Turchia in Europa?

Ovvio, anzi, ovvissimo.
E' la meraviglia dell'Europa Unita, con una costituzione inesistente (la Costituzione e' il sistema che detta le leggi che chi fa le leggi deve osservare... detto questo...) e con un sistema legislativo che permette ai nuovi eurodittatori di fare il bello e il cattivo tempo a loro piacere.
Basti vedere il trattato di Lisbona.
 
key-one ha scritto:
Meno male che siamo tutti e due retribuiti :!:Almeno avremo qualche spicciolo da parte per affrontare la carestia prossima ventura :D :D :lol:

Mi sa che ci servira', e tanto.
Se serve, tengo da parte un trombone anche per te. In fondo, in Italia darsi al brigantaggio e' sempre redditizio, oggi come una volta. :D
Tempo pero' che anche qui la piccola impresa sia soffocata dalle grandi holding statali e parastatali... :rolleyes: :lol: :lol: :lol:
 
99octane ha scritto:
mammo4 ha scritto:
Ci sono stati più danni che vantaggi a far entrare alcuni Paesi nell'Europa. Basta accendere un qualsiasi Tg, in qualsiasi giorno dell'anno. E non vadooltre, visto che non si può parlare di politica.

Ma perchè hanno fatto entrare certi Paesi, e la Croazia ad esempio no?

Semplice, ci sono interessi a far entrare qualcuno, interessi che non tengono conto del parere dei cittadini però!

Vuoi vedere se facciamo un sondaggio, quanti sono favorevoli all'entrata della Turchia in Europa?

Ovvio, anzi, ovvissimo.
E' la meraviglia dell'Europa Unita, con una costituzione inesistente (la Costituzione e' il sistema che detta le leggi che chi fa le leggi deve osservare... detto questo...) e con un sistema legislativo che permette ai nuovi eurodittatori di fare il bello e il cattivo tempo a loro piacere.
Basti vedere il trattato di Lisbona.

bravo octane!!! questa eurabia è un vero schifo.Hanno taroccato anche elezioni in Irlanda e chissà cosa hanno promesso alla Rep Ceca per firmare il trattato. Lo abbiamo preso nel beep.
 
key-one ha scritto:
Uno dei problemi dell'economia italiana è che il grande debito pubblico -ma anche le altre nazioni ci stanno raggiungendo- fa da contrappeso all'enorme ricchezza delle famiglie. Ma è poi davvero un grande problema? Basta vedere i livelli di spesa del nucleo famigliare medio italiano : auto ,vacanze, abbigliamento di lusso, immobili ,arredamento griffato ecc. Ma anche fondi di investimento,titoli,bot,obbligazioni.

Verissimo. Pero'... quanti possono DAVVERO permetterselo?
Questa abitudine di vivere a credito, cosi' come la situazione dell'industria dell'auto e il mito della crescita continua stanno, a mio parere, preparando una VERA crisi prossima ventura, al cui confronto questa ci sembrera' una barzelletta.
Senza contare che in Italia, purtroppo, Stato e cittadini sono due cose ben distinte, col primo che preda sui secondi, e i secondi che non si sentono minimamente parte del primo ma, anzi, cercano ogni modo per gabbarlo per non essere gabbati. :rolleyes:
Un'oligarchia regnante che detiene il potere da piu' di cinquant'anni e che fa quello che vuole, vessando i cittadini che a loro volta si comportano in modo irresponsabile e cercando sempre di essere piu' furbi che onesti (e per forza, con un esempio simile...).

Questa ricchezza diffusa concentrata nelle famiglie ha permesso all'Italia di essere meno sensibile alla crisi e di assorbirne meglio di altre zone economiche i riflessi negativi.
Ciò insieme al tessuto produttivo manufatturiero ben sviluppato soprattutto al nord e nord est ,ci ha consentito -nonostante le qui citate globalizzazione e delocalizzazione- di mantenere un livello di disoccupazione minore di altre zone ,come quella americana,e di essere meno permeabili ai titoli spazzatura che i tanto incensati Usa con le loro mecche Lehman Brother and co. hanno propinato a tutto il mondo con gli effetti che tutti sappiamo.
Verissimo, unitamente alla scarsa propensione al prestito "men che garantito", come quello ai giovani. Che pero', se qui ci ha salvato in parte, per il resto e' un freno pesantissimo al nostro sviluppo e alle prospettive dei giovani stessi...
Cosa di cui purtroppo, a chi detiene il potere e mira solo al mantenimento dello status quo, non puo' fregare di meno... :rolleyes:

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Non c'è troppo da gioire solo per quelli che sono stati e continuano a rimanere fuori dalla spartizione della torta : famiglie che non riescono a compensare gli effetti della crisi ,di solito nei centri urbani ,monoreddito ,senza anziani o invalidi in casa forniti di pensione ,senza
immobili di proprietà o titoli e obbligazioni. Questi sì ,hanno sentito e pagato gli effetti della crisi e la mancanza di servizi adeguati da parte dello stato. Loro sì, possono lamentarsi dello stato inefficiente e corrotto , non quelli -e sono molti- con la pancia piena.Saluti[/quote]
Anche i giovani, anche i giovani.
E anche chi cerca di costruire un futuro per i propri figli, o di imprendere per cercare di migliorare il proprio stato di vita.
Non basta sussistere...
 
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