<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Quale futuro per Alfa Romeo? | Page 68 | Il Forum di Quattroruote

Quale futuro per Alfa Romeo?

Stato
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Io da parte di quotidiani web generalisti leggo quasi sempre articoli anti-FCA, non li leggo invece su quasi tutta la stampa mensile automobilistica, QR in primis, ovviamente più competente, che esprime giudizi molto più tecnici, economicamente validi, politicamente equilibrati e non faziosi, e appunto più competenti e autorevoli.

Anche secondo me. Anche perché fa più click una notizia allarmistica.
 
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Io da parte di quotidiani web generalisti leggo quasi sempre articoli anti-FCA, non li leggo invece su quasi tutta la stampa mensile automobilistica, QR in primis, ovviamente più competente, che esprime giudizi molto più tecnici, economicamente validi, politicamente equilibrati e non faziosi, e appunto più competenti e autorevoli.
In ogni caso fca ha da poco chiesto un prestito milionario con soldi statali italiani prima operazione altre auto in polonia....quindi direi che un po' di articoli anti fca ci stanno eccome!!
Ma ripeto nessuno scandalo per me hanno sempre fatto così prima fiat, poi fga, poi fca.
 
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quindi è più che logico che la si faccia in un Paese dove la mano d'opera è molto meno costosa. Parliamo di Multinazionali, non di aziendine dietro l'angolo di casa.
Si potrà ribattere che la Mito veniva costruita a Mirafiori, ma infatti è pressochè sicuro che venisse prodotta in perdita, e anche per questo è stata cancellata.
Dal punto di vista industriale il ragionamento che non fa una grinza, produrre dove il costo del lavoro è più conveniente risulta più redditizio (per le multinazionali).
Poi dipende cosa produci, un discorso sono magliette e jeans, un altro la meccanica ( e tutto il resto nell' automotive).
Volkwagen è stata fortunata ad esempio a trovare in Slovacchia personale tecnico e maestranze preparati e con buona cultura tecnica automobilistica storica (a Bratislava esisteva già dal 1971 la BAZ "Bratislavské automobilové závody - Fabbrica di automobili Bratislava), e dall' iniziale joint venture fatta per tastare il terreno, la casa tedesca ha poi acquisito tutto fondando Volkwagen Slovakia a.s.; hanno iniziato con le Passat, arrivando ai suv di fascia alta Touareg, Cayenne, Q7 e Q8 ( e per un un pelo pure il Lamborghini Urus, ma lo stato italiano una volta tanto ha convinto Audi a produrlo in Italia, in cambio sicuramente di forti incentivi fiscali).
Ma non pensare che un operaio là prenda trecento euro al mese, arrivano oltre i mille, pesa meno la tassazione statale sul lavoro e i contributi, e la contrattazione generale del lavoro è più snella.
Un cugino di mia moglie che ci lavora mi raccontava (questo parecchi anni fa, adesso non saprei) che VW prevedeva un bonus fino al 30% sulla paga base per gli operai slovacchi che imparavano il tedesco (chiamala se vuoi... germanizzazione).
Ma ritornando al discorso principale, Volkwagen ha radici in terra di Germania e da là partono gli ordini (die Befehle) altroché sede in Olanda, tasse in Inghilterra, plancia comando in Francia.
Siamo sinceri: cosa ci guadagnerà l' Italia? Che fine faranno le nostre fabbriche, produrranno i segmenti D che non vuole più nessuno, o svilupperanno tecnologie elettriche facendo concorrenza ai cinesi per cui sarà sempre una guerra persa?
Andranno tutti a lavorare alla Ferrari?
Per tutti gli altri punti di vista quindi, per me è una catastrofe.
 
Dal punto di vista industriale il ragionamento che non fa una grinza, produrre dove il costo del lavoro è più conveniente risulta più redditizio (per le multinazionali).
Poi dipende cosa produci, un discorso sono magliette e jeans, un altro la meccanica ( e tutto il resto nell' automotive).
Volkwagen è stata fortunata ad esempio a trovare in Slovacchia personale tecnico e maestranze preparati e con buona cultura tecnica automobilistica storica (a Bratislava esisteva già dal 1971 la BAZ "Bratislavské automobilové závody - Fabbrica di automobili Bratislava), e dall' iniziale joint venture fatta per tastare il terreno, la casa tedesca ha poi acquisito tutto fondando Volkwagen Slovakia a.s.; hanno iniziato con le Passat, arrivando ai suv di fascia alta Touareg, Cayenne, Q7 e Q8 ( e per un un pelo pure il Lamborghini Urus, ma lo stato italiano una volta tanto ha convinto Audi a produrlo in Italia, in cambio sicuramente di forti incentivi fiscali).
Ma non pensare che un operaio là prenda trecento euro al mese, arrivano oltre i mille, pesa meno la tassazione statale sul lavoro e i contributi, e la contrattazione generale del lavoro è più snella.
Un cugino di mia moglie che ci lavora mi raccontava (questo parecchi anni fa, adesso non saprei) che VW prevedeva un bonus fino al 30% sulla paga base per gli operai slovacchi che imparavano il tedesco (chiamala se vuoi... germanizzazione).
Ma ritornando al discorso principale, Volkwagen ha radici in terra di Germania e da là partono gli ordini (die Befehle) altroché sede in Olanda, tasse in Inghilterra, plancia comando in Francia.
Siamo sinceri: cosa ci guadagnerà l' Italia? Che fine faranno le nostre fabbriche, produrranno i segmenti D che non vuole più nessuno, o svilupperanno tecnologie elettriche facendo concorrenza ai cinesi per cui sarà sempre una guerra persa?
Andranno tutti a lavorare alla Ferrari?
Per tutti gli altri punti di vista quindi, per me è una catastrofe.
Concordo in tutto, ma non dimentichiamoci che la desertificazione industriale è già stata fatta in modo graduale dal 2004 al 2018...
 
Concordo in tutto, ma non dimentichiamoci che la desertificazione industriale è già stata fatta in modo graduale dal 2004 al 2018...
Ah certo, e non solo nel settore automotive.
Tecnologie energetiche nucleari, chimica, elettronica, informatica.
Negli anni cinquanta due erano le tecnologie nucleari ad uso civile: quella USA e quella italiana.
Negli anni sessanta la chimica italiana apriva la via alle materie plastiche (il famoso moplen).
Negli anni settanta, la "programma 101" di Olivetti fu il primo computer "da casa o ufficio" cosí come li concepiamo oggi ed avrebbe potuto essere una via italiana all'informatica alternativa a quella americana.
Tutto sparito.
La desertificazione ha origini e cause ben piú lontane nel tempo.
 
Pesa tantissimo sapere che molto probabilmente il modello più venduto dei prossimi anni Alfa Romeo sarà costruito fuori dall'Italia. Ma se grazie a questo modello con margini buoni anche per esser costruito in Polonia, si riuscisse a mantenere e sopratutto aumentare l'alto di gamma costruito in Italia, sarebbe un prezzo accettabile?
 
Ah certo, e non solo nel settore automotive.
Tecnologie energetiche nucleari, chimica, elettronica, informatica.
Negli anni cinquanta due erano le tecnologie nucleari ad uso civile: quella USA e quella italiana.
Negli anni sessanta la chimica italiana apriva la via alle materie plastiche (il famoso moplen).
Negli anni settanta, la "programma 101" di Olivetti fu il primo computer "da casa o ufficio" cosí come li concepiamo oggi ed avrebbe potuto essere una via italiana all'informatica alternativa a quella americana.
Tutto sparito.
La desertificazione ha origini e cause ben piú lontane nel tempo.
Certo ma come progettazione, design, componentistica, fornitori, concessionari, officine i tagli della ex fiat sono già stati molto drastici negli ultimi 20 anni.... Chi è rimasto è perché lavora anche per case straniere o ferrari.
I francesi come dici taglieranno ancora sicuramente, ma gli "italiani" ci sono andati già giù pesanti.
 
Pesa tantissimo sapere che molto probabilmente il modello più venduto dei prossimi anni Alfa Romeo sarà costruito fuori dall'Italia. Ma se grazie a questo modello con margini buoni anche per esser costruito in Polonia, si riuscisse a mantenere e sopratutto aumentare l'alto di gamma costruito in Italia, sarebbe un prezzo accettabile?
La progettazione forse sarà italiana insieme al minicompass sarebbe già qualcosa.
Per Giulia e co vedremo che deciderà tavares.
 
Pesa tantissimo sapere che molto probabilmente il modello più venduto dei prossimi anni Alfa Romeo sarà costruito fuori dall'Italia. Ma se grazie a questo modello con margini buoni anche per esser costruito in Polonia, si riuscisse a mantenere e sopratutto aumentare l'alto di gamma costruito in Italia, sarebbe un prezzo accettabile?

Mi intrometto nella discussione perché continuo a sentir parlare della Polonia come se fosse l'equivalente del Vietnam qua in Europa (non nello specifico in questo post, ma anche qua si fa riferimento a stipendi più bassi).
Ho amici polacchi e ci sono stato qualche anno fa (purtroppo solo una volta!) con loro e posso dire che il tenore di vita è assolutamente paragonabile al nostro (con un welfare anche migliore del nostro per alcune cose), sebbene il costo della vita sia un po' più basso. Gli stipendi sono certamente più bassi dei nostri, ma non certo come qualcuno immagina (ossia, non è che l'operaio va a casa a fine mese con un tozzo di pane e una pacca sulla spalla). Una volta c'erano differenze certamente più marcate, ma la Polonia è cresciuta molto nel frattempo (e l'Italia no...). Poi non so se ci siano differenze significative sul costo del lavoro, io sto parlando solo degli stipendi che i dipendenti percepiscono.

Ciò detto, concordo con mg27, quella di spostare la produzione del basso di gamma fuori Italia (per diverse ragioni tecniche e/o economiche) credo possa essere una scelta accettabile per tenere la produzione del resto della gamma e la progettazione in Italia. Del resto hanno una fabbrica in Polonia, sarebbe folle non utilizzarla, così come sarebbe folle dividere su più fabbriche la produzione di auto basate sulla stessa piattaforma.
 
Dal punto di vista industriale il ragionamento che non fa una grinza, produrre dove il costo del lavoro è più conveniente risulta più redditizio (per le multinazionali).
Poi dipende cosa produci, un discorso sono magliette e jeans, un altro la meccanica ( e tutto il resto nell' automotive).
Volkwagen è stata fortunata ad esempio a trovare in Slovacchia personale tecnico e maestranze preparati e con buona cultura tecnica automobilistica storica (a Bratislava esisteva già dal 1971 la BAZ "Bratislavské automobilové závody - Fabbrica di automobili Bratislava), e dall' iniziale joint venture fatta per tastare il terreno, la casa tedesca ha poi acquisito tutto fondando Volkwagen Slovakia a.s.; hanno iniziato con le Passat, arrivando ai suv di fascia alta Touareg, Cayenne, Q7 e Q8 ( e per un un pelo pure il Lamborghini Urus, ma lo stato italiano una volta tanto ha convinto Audi a produrlo in Italia, in cambio sicuramente di forti incentivi fiscali).
Ma non pensare che un operaio là prenda trecento euro al mese, arrivano oltre i mille, pesa meno la tassazione statale sul lavoro e i contributi, e la contrattazione generale del lavoro è più snella.
Un cugino di mia moglie che ci lavora mi raccontava (questo parecchi anni fa, adesso non saprei) che VW prevedeva un bonus fino al 30% sulla paga base per gli operai slovacchi che imparavano il tedesco (chiamala se vuoi... germanizzazione).
Ma ritornando al discorso principale, Volkwagen ha radici in terra di Germania e da là partono gli ordini (die Befehle) altroché sede in Olanda, tasse in Inghilterra, plancia comando in Francia.
Siamo sinceri: cosa ci guadagnerà l' Italia? Che fine faranno le nostre fabbriche, produrranno i segmenti D che non vuole più nessuno, o svilupperanno tecnologie elettriche facendo concorrenza ai cinesi per cui sarà sempre una guerra persa?
Andranno tutti a lavorare alla Ferrari?
Per tutti gli altri punti di vista quindi, per me è una catastrofe.

Rispondo punto per punto, sempre a mio modesto parere ovviamente.

Non sono certo solo le case che producono jeans e magliette ad avere fabbriche in diversi Paesi, ma anche tutti i principali gruppi automobilistici.

Il segmento D non include solo Giulia, ma anche Stelvio, un Suv che si vende bene, in Italia e fuori. E includerà anche la Maserati Grecale, che dovrebbe fare buoni numeri s sarà costruita in Italia.
Le produzioni che prevedono mano d’opera altamente qualificata e vetture di impatto premiun resteranno quindi in Italia.

L’elettrica italiana Fiat 500 è partita bene e sono sicuro che si venderà molto bene, con quantitativi crescenti, ed è un’auto progettata e costruita in Italia. Anche la Centoventi potrebbe essere costruita a Mirafiori. E la segmento C Tonale sarà costruita a Pomigliano.

Che le segmento B sarebbero state su pianali PSA e costruite in Polonia era arcinoto da tempo, non capisco perché tutta questa meraviglia. Semmai la nota positiva è la certezza che ci sarà anche l’Alfa.

La Ferrari fa ormai 10.000 vetture, un fatturato di tutto rispetto (dati i prezzi è come se fossero almeno 100.000) e le azioni hanno fatto guadagnare tanto a chi le ha comprate. E’ una eccellenza italiana, fa automobili, e credo che ne possiamo andare orgogliosi. Non vedo perché debba essere sminuita. Forse perché non è di FCA (ma di Exor) e non se ne può sparlare perché va a gonfie vele?

Quindi ascolto e ovviamente rispetto tutti, ma conservo il mio personale pensiero.
Per carità, non dico che FCA abbia fatto tutto bene, ha fatto un sacco di errori, ma in questa fase credo che i vertici stiano operando in modo tutto sommato positivo.
 
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Rispondo punto per punto, sempre a mio modesto parere ovviamente.

Non sono certo solo le case che producono jeans e magliette ad avere fabbriche in diversi Paesi, ma anche tutti i principali gruppi automobilistici.

Il segmento D non include solo Giulia, ma anche Stelvio, un Suv che si vende bene, in Italia e fuori. E includerà anche la Maserati Grecale, che dovrebbe fare buoni numeri s sarà costruita in Italia.
Le produzioni che prevedono mano d’opera altamente qualificata e vetture di impatto premiun resteranno quindi in Italia.

L’elettrica italiana Fiat 500 è partita bene e sono sicuro che si venderà molto bene, con quantitativi crescenti, ed è un’auto progettata e costruita in Italia. Anche la Centoventi potrebbe essere costruita a Mirafiori. E la segmento C Tonale sarà costruita a Pomigliano.

Che le segmento B sarebbero state su pianali PSA e costruite in Polonia era arcinoto da tempo, non capisco perché tutta questa meraviglia. Semmai la nota positiva è la certezza che ci sarà anche l’Alfa.

La Ferrari fa ormai 10.000 vetture, un fatturato di tutto rispetto (dati prezzi è come se fossero almeno 100.000) e le azioni hanno fatto guadagnare tanto a chi le ha comprate. E’ una eccellenza italiana, fa automobili, e credo che ne possiamo andare orgogliosi. Non vedo perché debba essere sminuita. Forse perché non è di FCA (ma di Exor) e non se ne può sparlare perché va a gonfie vele?

Quindi ascolto e ovviamente rispetto tutti, ma conservo il mio personale pensiero.
Per carità, non dico che FCA abbia fatto tutto bene, ha fatto un sacco di errori, ma in questa fase credo che i vertici stiano operando in modo tutto sommato positivo.
Vorrei essere anche io cosí ottimista. Io oggi vedo solo le premesse per l' avvio dell' industria automobilistica italiana ad assumere un ruolo periferico (anticamera del marginale).
Come tutto il resto. Le "eccellenze" non ci salveranno. Con un quattro in tutte le materie meno una, anche se si ha dieci in questa, la bocciatura é sicura (almeno ai miei tempi).
 
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Rispondo punto per punto, sempre a mio modesto parere ovviamente.

Non sono certo solo le case che producono jeans magliette ad avere fabbriche in diversi Paesi, ma anche tutti i principali gruppi automobilistici.

Il segmento D non include solo Giulia, ma anche Stelvio, un Suv che si vende bene, in Italia e fuori. E includerà anche la Maserati Grecale, che dovrebbe fare buoni numeri s sarà costruita in Italia.
Le produzioni che prevedono mano d’opera altamente qualificata e vetture di impatto premiun resteranno quindi in Italia.

L’elettrica italiana Fiat 500 è partita bene e sono sicuro che si venderà molto bene, ci. Quantitativi crescenti, ed è un’auto progettata e costruita in Italia. Anche la Centoventi potrebbe essere costruita a Mirafiori. E la segmento C Tonale sarà costruita a Pomigliano.

Che le segmento B sarebbero state su pianali PSA e costruite in Polonia era arcinoto da tempo, non capisco perché tutta questa meraviglia. Semmai la nota positiva è la certezza che ci sarà anche l’Alfa.

La Ferrari fa ormai 10.000 vetture, un fatturato di tutto rispetto (dati prezzi è come se fossero almeno 100.000) e le azioni hanno fatto guadagnare tanto a chi le ha comprate. E’ una eccellenza italiana, fa automobili, e credo che ne possiamo andare orgogliosi. Non vedo perché debba essere sminuita. Forse perché non è di FCA (ma di Exor) e non se ne può sparlare perché va a gonfie vele?

Quindi ascolto e ovviamente rispetto tutti, ma conservo il mio personale pensiero.
Per carità, non dico che FCA abbia fatto tutto bene, ha fatto un sacco di errori, ma in questa fase credo che i vertici stiano operando in modo tutto sommato positivo.
Ma da un lato per te è tutto buono e bello, dall'altro per quantum è tutto finito.
Ma dei soldi italiani dati a pioggia a fca durante il covid e dopo pochi mesi un bel investimento in Polonia?
Ripeto che a me non scandalizza la polonia è solo un'ennesima caduta di immagine.
 
Ma da un lato per te è tutto buono e bello, dall'altro per quantum è tutto finito.
Ma dei soldi italiani dati a pioggia a fca durante il covid e dopo pochi mesi un bel investimento in Polonia?
Ripeto che a me non scandalizza la polonia è solo un'ennesima caduta di immagine.

Non voglio difendere FCA e non m'interessa farlo, ma mi risulta che a FCA "a pioggia", come ad altre aziende, siano stati dati i soldi della cassa integrazione: se costringi un'azienda a non lavorare, devi anche aiutarla a pagare gli stipendi se non vuoi che licenzi i dipendenti.
Gli altri soldi che ha ricevuto sono un prestito, erogato da banche private, garantito dallo stato, quindi non soldi a pioggia né a fondo perduto.

A parte questo, magari mi sbaglio, ma non mi pare che, a seguito della scelta di produrre in Polonia, rimarranno impianti senza nulla da fare in Italia. Magari non saturi, questo si, ma non si può nemmeno mettere la produzione di auto basate su piattaforme diverse sulla stessa linea... Che so, la B Alfa, Giulia e Stelvio tutte a Cassino...
 
Gli altri soldi che ha ricevuto sono un prestito, erogato da banche private, garantito dallo stato, quindi non soldi a pioggia né a fondo perduto

Tratto dal Corriere Economia del 21 giugno:
"Ecco le condizioni a Fca per ottenere il maxi-prestito da 6,3 miliardi di euro, garantito all’80% da Sace: investimenti in Italia per 5,2 miliardi (200 milioni in più per Melfi rispetto ai programmi originari del gruppo presieduto da John Elkann), delocalizzazioni da evitare e piena occupazione fino al 2023. Inoltre nessuno stacco del dividendo nel 2020. Ecco gli impegni individuati da Sace al termina dell’istruttoria che ora saranno inseriti nel contratto di finanziamento con Intesa Sanpaolo. Impegni che ora andranno sanciti in un decreto del ministero dell’Economia, nell’ambito della task force prevista per questo genere di aiuti alle imprese, insieme con ministero dello Sviluppo economico e Sace.
Non ci saranno comunque vincoli a Fca — che ha in cantiere la maxi-fusione con la francese Psa entro il primo trimestre 2021, come ribadito dalle due società — a staccare la cedola straordinaria nel 2021 da 5,5 iliardi di euro legata proprio alla fusione con Psa, in quanto compatibile con la norma del Crescita Italia, come scrive Il Sole 24 Ore domenica.
La garanzia Sace supporterà all’ 80% il finanziamento di 6,3 miliardi concesso da Intesa Sanpaolo a Fca Italy spa e alle altre società del gruppo Fca con sede legale in Italia. L’obiettivo è tutelare la filiera in Italia. La stima è che 800 milioni del prestito siano destinati ai costi del personale degli stabilimenti italiani, 4,5 miliardi al circolante, compreso il pagamento della filiera che comprende circa 10 mila fornitori (di cui però 1.400 stranieri e per i quali si pensa a un tetto di 1,2 miliardi di euro), circa 1 miliardo alla ricerca e sviluppo.
Il Sole evidenzia inoltre che c’è l’ impegno a non spostare all’ estero la produzione di veicoli oggetto di quasi tutti i progetti industriali previsti (8 su 10)e per gli aggiornamenti delle versioni dei modelli. C’ è poi l’ impegno a non cedere i marchi Maserati, Alfa Romeo, Fiat, Fiat Professional, Abarth e Lancia, oltre alla quota partecipata in Sevel. Dal punto di vista finanziario, è previsto un preammortamento fino al 31 dicembre 2021 e 15 mesi di rimborso in cinque rate."

Attendo vostri commenti, io non sono un esperto di economia e finanza, mi limito a riportare l' articolo, ma mi sembra abbastanza chiaro.
 
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OK, ma non sono comunque soldi a pioggia, ma un prestito garantito per l'80%. Sinceramente non so se le condizioni sono rispettate: le frasi da te riportate sono estremamente generiche: cosa significa "piena occupazione" in concreto? Che non licenziano nessuno anche se sono tenuti in CIG? Oppure che tutti devono lavorare al 100% del tempo? Idem per "delocalizzazione da evitare": si intendono nuove delocalizzazioni o la cosa riguarda anche delocalizzazioni già esistenti? E cosa vuol dire "nuove delocalizzazioni", che non costruisco nuove fabbriche, che non alloco nuovi modelli su impianti all'estero o che non sposto modelli esistenti da fabbriche italiane a fabbriche all'estero?

Non si tratta di trovare l'inganno, ma di come sono stati definiti i dettagli della cosa (che io non conosco) al di là delle dichiarazioni ad effetto.

Tratto dal Corriere Economia del 21 giugno:
"Ecco le condizioni a Fca per ottenere il maxi-prestito da 6,3 miliardi di euro, garantito all’80% da Sace: investimenti in Italia per 5,2 miliardi (200 milioni in più per Melfi rispetto ai programmi originari del gruppo presieduto da John Elkann), delocalizzazioni da evitare e piena occupazione fino al 2023. Inoltre nessuno stacco del dividendo nel 2020. Ecco gli impegni individuati da Sace al termina dell’istruttoria che ora saranno inseriti nel contratto di finanziamento con Intesa Sanpaolo. Impegni che ora andranno sanciti in un decreto del ministero dell’Economia, nell’ambito della task force prevista per questo genere di aiuti alle imprese, insieme con ministero dello Sviluppo economico e Sace.
Non ci saranno comunque vincoli a Fca — che ha in cantiere la maxi-fusione con la francese Psa entro il primo trimestre 2021, come ribadito dalle due società — a staccare la cedola straordinaria nel 2021 da 5,5 iliardi di euro legata proprio alla fusione con Psa, in quanto compatibile con la norma del Crescita Italia, come scrive Il Sole 24 Ore domenica.
La garanzia Sace supporterà all’ 80% il finanziamento di 6,3 miliardi concesso da Intesa Sanpaolo a Fca Italy spa e alle altre società del gruppo Fca con sede legale in Italia. L’obiettivo è tutelare la filiera in Italia. La stima è che 800 milioni del prestito siano destinati ai costi del personale degli stabilimenti italiani, 4,5 miliardi al circolante, compreso il pagamento della filiera che comprende circa 10 mila fornitori (di cui però 1.400 stranieri e per i quali si pensa a un tetto di 1,2 miliardi di euro), circa 1 miliardo alla ricerca e sviluppo.
Il Sole evidenzia inoltre che c’è l’ impegno a non spostare all’ estero la produzione di veicoli oggetto di quasi tutti i progetti industriali previsti (8 su 10)e per gli aggiornamenti delle versioni dei modelli. C’ è poi l’ impegno a non cedere i marchi Maserati, Alfa Romeo, Fiat, Fiat Professional, Abarth e Lancia, oltre alla quota partecipata in Sevel. Dal punto di vista finanziario, è previsto un preammortamento fino al 31 dicembre 2021 e 15 mesi di rimborso in cinque rate."

Attendo vostri commenti, io non sono un esperto di economia e finanza, mi limito a riportare l' articolo, ma mi sembra abbastanza chiaro.
 
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