<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Produrre in Italia? Ecco la Verita' Vera. Con due V maiuscole. | Il Forum di Quattroruote

Produrre in Italia? Ecco la Verita' Vera. Con due V maiuscole.

La Fiat ha accettato di portare la produzione della Panda (spina dorsale della produzione Fiat) dalla Polonia a Pomigliano per salvare lo stabilimento e i posti degli operai italiani.
Ovviamente a patto che producano quanto meno allo stesso livello e con la stessa qualita' dei polacchi. Lavoro su tre turni, compreso il sabato.
Tetto massimo agli straordinari.
No scioperi.
E la FIOM?
Naturalmente ha detto no.

E allora nessuno venga mai piu' a fare storie perche' si produce all'estero, o che c'e' crisi, o che si "deve" salvare uno stabilimento FIAT.
In Italia ormai si salvano solo fannulloni, paraculi e "categorie speciali".

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-06-15/fiom-intesa-pomigliano-080100.shtml?uuid=AYdNfhyB

http://notizie.virgilio.it/notizie/economia/diritto/2010/06_giugno/16/fiat_brunetta_fiom_difende_fannulloni_e_opportunisti_pomigliano,24799544.html

:rolleyes:

E qualcuno faccia uno studio serio su Vendola.
http://www.agi.it/research-e-sviluppo/notizie/201006161558-eco-rt10253-fiat_vendola_a_pomigliano_cimitero_costituzione
A quanto pare vive in un mondo parallelo da cui puo' comunicare col nostro (a senso unico, evidentemente).
Chissa' che non ne esca qualcosa di utile per il programma spaziale...
 
tutto giusto
qualcuno pero' potrebbe affermare in altrettanta giustezza:
se i poveracci, pur di avere il lavoro, accettassero oggi certe condizioni al di fuori da quelle che sono le regole vigenti.... si prenderebbe la china senza ritorno che porta piano piano indietro nei secoli, a partire dalle 10 ore al giorno, ai bambini nelle miniere, per arrivare ai faraoni.
Ciao
 
99octane ha scritto:
La Fiat ha accettato di portare la produzione della Panda (spina dorsale della produzione Fiat) dalla Polonia a Pomigliano per salvare lo stabilimento e i posti degli operai italiani.
Ovviamente a patto che producano quanto meno allo stesso livello e con la stessa qualita' dei polacchi. Lavoro su tre turni, compreso il sabato.
Tetto massimo agli straordinari.
No scioperi.
E la FIOM?
Naturalmente ha detto no.

E allora nessuno venga mai piu' a fare storie perche' si produce all'estero, o che c'e' crisi, o che si "deve" salvare uno stabilimento FIAT.
In Italia ormai si salvano solo fannulloni, paraculi e "categorie speciali".

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-06-15/fiom-intesa-pomigliano-080100.shtml?uuid=AYdNfhyB

http://notizie.virgilio.it/notizie/economia/diritto/2010/06_giugno/16/fiat_brunetta_fiom_difende_fannulloni_e_opportunisti_pomigliano,24799544.html

:rolleyes:

E qualcuno faccia uno studio serio su Vendola.
http://www.agi.it/research-e-sviluppo/notizie/201006161558-eco-rt10253-fiat_vendola_a_pomigliano_cimitero_costituzione
A quanto pare vive in un mondo parallelo da cui puo' comunicare col nostro (a senso unico, evidentemente).
Chissa' che non ne esca qualcosa di utile per il programma spaziale...

partiamo dall'idea che la verità non esiste, e ne esistono sempre molte tutte vere, almeno una per persona.

da una parte, è giusto che una azienda che investe una cifra importante su di una fabbrica abbia garanzie di investirli bene.

dall'altro è preoccupante porre limitazioni al diritto di sciopero.

quello che sinceramente mi rammarica è pensare al perchè si è arrivati a questo punto: colpe profonde le hanno quelle persone - dirigenti, impiegati, operai e sindacalisti - che hanno permesso (per loro interesse e molti ora sono in pensione a godersi l'immeritato riposo) che uno stabilimento divenisse un salarificio per i soliti furbetti.

e a rimetterci ora sono come sempre gli onesti ed i giovani...
 
99octane ha scritto:
La Fiat ha accettato di portare la produzione della Panda (spina dorsale della produzione Fiat) dalla Polonia a Pomigliano per salvare lo stabilimento e i posti degli operai italiani.
Io, che purtroppo sono un fetido fetente, penso invece che, con i recenti aumenti delle paghe polacche e con una previsione a m/l di aumento dei costi di trasporto, non sia più tanto conveniente realizzare in Polonia un'utilitaria che già di suo offre pochi margini di contribuzione e che, per di più, viene venduta prevalentemente nei mercati meridionali e solo grazie a forti campagne promozionali (tipo prendi oggi ed inizia a pagare nel 2012 ...) Viceversa conviene lasciare spazio per produrre la KA (mercati settentrionali) eo vetture a maggior valore aggiunto.

Ovviamente a patto che producano quanto meno allo stesso livello e con la stessa qualita' dei polacchi. Lavoro su tre turni, compreso il sabato.
Tetto [massimo] MINIMO agli straordinari.
In realtà c'è un minimo di straordinari obbligatorio: detto questo, non è che le maestranze debbano farli gratis, ovviamente, sono pagati.
Sempre proseguendo nel fetidume del mio pensiero, mi sovviene che non pochi operai di Pomigliano abbiano in realtà una seconda occupazione "non ufficiale" e magari più remunerativa ...

Comunque, alla fine, secondo me è tutto uina manfrina per chiudere Pomigliano e spostare tutto a Kragujevac dove, per altro, la Marelli sta già costruendo un nuovo stabilimento ...
 
migliazziblu ha scritto:
tutto giusto
qualcuno pero' potrebbe affermare in altrettanta giustezza: se i poveracci, pur di avere il lavoro, accettassero oggi certe condizioni al di fuori da quelle che sono le regole vigenti.... si prenderebbe la china senza ritorno che porta piano piano indietro nei secoli, a partire dalle 10 ore al giorno, ai bambini nelle miniere, per arrivare ai faraoni. Ciao
Boh, dove sono realtà che funzionano non vedo mai fare solo 40 ore settimanali, nelle fabbriche si lavora anche il sabato perlomeno la mattina, nelle banche vedo o il sabato mattina o la domenica mattina, negli uffici una o due ore in più+ si fanno sempre .... e poi tutto torna in busta ... in Francia con la settimana di 35 ore mi pare sia successo un mezzo macello
 
99octane ha scritto:
La Fiat ha accettato di portare la produzione della Panda (spina dorsale della produzione Fiat) dalla Polonia a Pomigliano per salvare lo stabilimento e i posti degli operai italiani.
Ovviamente a patto che producano quanto meno allo stesso livello e con la stessa qualita' dei polacchi. Lavoro su tre turni, compreso il sabato.
Tetto massimo agli straordinari.
No scioperi.
E la FIOM?
Naturalmente ha detto no.

E allora nessuno venga mai piu' a fare storie perche' si produce all'estero, o che c'e' crisi, o che si "deve" salvare uno stabilimento FIAT.
In Italia ormai si salvano solo fannulloni, paraculi e "categorie speciali".

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-06-15/fiom-intesa-pomigliano-080100.shtml?uuid=AYdNfhyB

http://notizie.virgilio.it/notizie/economia/diritto/2010/06_giugno/16/fiat_brunetta_fiom_difende_fannulloni_e_opportunisti_pomigliano,24799544.html

:rolleyes:

E qualcuno faccia uno studio serio su Vendola.
http://www.agi.it/research-e-sviluppo/notizie/201006161558-eco-rt10253-fiat_vendola_a_pomigliano_cimitero_costituzione
A quanto pare vive in un mondo parallelo da cui puo' comunicare col nostro (a senso unico, evidentemente).
Chissa' che non ne esca qualcosa di utile per il programma spaziale...

Premetto che in linea di massima sono d'accordo per la chiusura degli stabilimenti non redditizi di fiat (pomigliano e temini imerese).
Detto ciò, non sono d'accordo con l'analisi di octane in quanto, imho, quando si vanno a togliere i diritti dei lavoratori è sempre un passo indietro.
Se la risposta alle economie emergenti è di toglierci i diritti ed abbasarci al loro livello, mi dispiace ma non è la strada giusta e per giunta è pure persa in partenza. E' semplicemente la via più breve e facile per avere un riscontro nel breve periodo ma serve solo a rinviare lo sfacelo che avverrebbe in maniera ancora più amplificata più avanti. Un metodo buono solo per i politici... :rolleyes:
Pomigliano è un esempio di industria non più sostenibile (o forse non lo è mai stato, ma questo è un'altro discorso) e va chiuso, c'è poco da fare.
Dall'altra parte, fiat ha dimostrato per l'ennesima volta di accettare ben volentieri gli aiuti di stato salvo poi non dare nulla in cambio. E' ora di darci un taglio, fiat non è più in grado di assicurare lavoro in italia e pertanto faccia le sue scelte, chiuda ciò che vuole chiudere, lo stato lo farà coi rubinetti del denaro pubblico... e amici come prima. Certo è dura, bisognerà prendersi carico di molta gente improvvisamente disoccupata e di aree del paese completamente incentrate sulla fiat, indotto compreso, ma sono del parere che più si aspetta e più grave si ripresenterà il problema.... :rolleyes:
 
Curiosità:

qualcuno sà quante ore di manodopera diretta ci vogliono per assemblare la Panda?

Sarebbe interessante per capire quale è la differenza di costo tra farlo in Italia e in Polonia.
 
jaccos ha scritto:
Premetto che in linea di massima sono d'accordo per la chiusura degli stabilimenti non redditizi di fiat (pomigliano e temini imerese).
Detto ciò, non sono d'accordo con l'analisi di octane in quanto, imho, quando si vanno a togliere i diritti dei lavoratori è sempre un passo indietro.
Non credo sia esplicitamente questo il punto (ovvero togliere i diritti dei lavoratori), ma questo tuo passaggio e' un'ottimo spunto: ricordate l'anno scorso il tira e molla dei "Big Three" con i sindacati per portare il livello dei lavoratori almeno a quello delle competitive fabbriche "Giapponesi" sul territorio Americano?
Non credo il problema sia "togliere i diritti" bensi' accettare la "flessibilita'" che il lavoro richiede.
Nella mia esperienza lavorativa (12 anni "in chiaro", 3 anni "in nero"), il datore di lavoro chiede sempre "flessibilita'", che invariabilmente si traduce in un allungamento degli orari di lavoro e dei servizi richiesti.
Raramente questo 'elastico' si accorcia per contemplare condizioni che cambiano ...

Adesso se c'e' da rimboccarsi le maniche e sedersi al tavolino per dimostrare "competitiva o si chiude", ci vuole un dialogo improntato appunto a evitare il peggio: la chiusura e/o perdita di posti di lavoro.
Ma spesso leggo di sindicati arrocati su posizioni inflessibili che invariabilmente finiscono in un compromesso di natura politica (ergo C.I.).
Dev'esserci un altro modo .... :?
 
jaccos ha scritto:
Detto ciò, non sono d'accordo con l'analisi di octane in quanto, imho, quando si vanno a togliere i diritti dei lavoratori è sempre un passo indietro. Se la risposta alle economie emergenti è di toglierci i diritti ed abbasarci al loro livello, mi dispiace ma non è la strada giusta e per giunta è pure persa in partenza.
Magari nelle "economie emergenti" (parlo di quelle serie) c'è semplicemente più voglia di lavorare: possiamo continuare tranquillamente ad attaccarci ai nostri diritti, tra un po' di anni chiederemo un posto di labvoro a "loro".
Ho già avuto modo di vedere estracomunitari trasformarsi in imprenditori grazie al fancazzismo strisciante di molti occidentali evoluti e tutelati ...
 
|Mauro65| ha scritto:
jaccos ha scritto:
Detto ciò, non sono d'accordo con l'analisi di octane in quanto, imho, quando si vanno a togliere i diritti dei lavoratori è sempre un passo indietro. Se la risposta alle economie emergenti è di toglierci i diritti ed abbasarci al loro livello, mi dispiace ma non è la strada giusta e per giunta è pure persa in partenza.
Magari nelle "economie emergenti" (parlo di quelle serie) c'è semplicemente più voglia di lavorare: possiamo continuare tranquillamente ad attaccarci ai nostri diritti, tra un po' di anni chiederemo un posto di labvoro a "loro".
Ho già avuto modo di vedere estracomunitari trasformarsi in imprenditori grazie al fancazzismo strisciante di molti occidentali evoluti e tutelati ...
Se è per questo anche gli italiani emigranti hanno spesso avuto una forte spinta imprenditoriale (vedi veneti e friulani in australia ad esempio) ma la differenza è abissale, lo facevano per loro scelta e non in maniera coatta levandogli dei diritti. Mi puoi fare qualche esempio di paese emergente dove han tanta voglia di lavorare?
 
jaccos ha scritto:
Mi puoi fare qualche esempio di paese emergente dove han tanta voglia di lavorare?
Cechìa e Slovacchia, per fare un esempio europeo
Turchia, se ne usciamo
E gli operai ed impiegati in questi paesi non sono certo servi della gleba
 
migliazziblu ha scritto:
tutto giusto
qualcuno pero' potrebbe affermare in altrettanta giustezza:
se i poveracci, pur di avere il lavoro, accettassero oggi certe condizioni al di fuori da quelle che sono le regole vigenti.... si prenderebbe la china senza ritorno che porta piano piano indietro nei secoli, a partire dalle 10 ore al giorno, ai bambini nelle miniere, per arrivare ai faraoni.
Ciao

Vero. Però la proposta non dovrebbe essere così "faraonica" visto che è stata accettata da TUTTE le sigle sindacali TRANNE la Fiom
 
leolito ha scritto:
Non credo sia esplicitamente questo il punto (ovvero togliere i diritti dei lavoratori), ma questo tuo passaggio e' un'ottimo spunto: ricordate l'anno scorso il tira e molla dei "Big Three" con i sindacati per portare il livello dei lavoratori almeno a quello delle competitive fabbriche "Giapponesi" sul territorio Americano?
Non credo il problema sia "togliere i diritti" bensi' accettare la "flessibilita'" che il lavoro richiede.
Nella mia esperienza lavorativa (12 anni "in chiaro", 3 anni "in nero"), il datore di lavoro chiede sempre "flessibilita'", che invariabilmente si traduce in un allungamento degli orari di lavoro e dei servizi richiesti.
Raramente questo 'elastico' si accorcia per contemplare condizioni che cambiano ...

Adesso se c'e' da rimboccarsi le maniche e sedersi al tavolino per dimostrare "competitiva o si chiude", ci vuole un dialogo improntato appunto a evitare il peggio: la chiusura e/o perdita di posti di lavoro.
Ma spesso leggo di sindicati arrocati su posizioni inflessibili che invariabilmente finiscono in un compromesso di natura politica (ergo C.I.).
Dev'esserci un altro modo .... :?
La flessibilità è un conto, la precarietà è un'altra. La flessibilità non è un male, ma va regolamentata e come tutti i servizi aggiuntivi va PAGATA. Allo stato attuale CONVIENE un lavoratore precario quando dovrebbe essere il contrario. Conviene obbligare a fare gli straordinari invece che assumere un'altra persona. Se i contratti flessibili imponessero una retribuzione ben maggiore del contratto indeterminato per la stessa mansione e gli straordinari venissero innazitutto pagati (che non sempre avviene) e percentualmente più di adesso, vedresti lavoratori che SCELGONO la flessibilità e gli straordinari invece di essere obbligati ad essi ed imprenditori che se vedono che con le ore di straordinario fatte in ditta possono assumere una persona LO FANNO. Non parlo di aumenti stratosferici, parlo di uno strumento da calibrare per portare all'equilibrio la domanda e l'offerta di lavoro.
Oltre a ciò c'è da considerare ciò che la flessibilità ha portato, cioè un inaridimento della domanda interna che deve ancora pienamente manifestarsi e sarà devastante: i giovani (ma anche moltissimi over 30-35) non hanno i soldi per fare acquisti e scelte importanti: la casa, l'auto, metter su famiglia ecc. Molti vivono ancora coi genitori non perchè bamboccioni bensì perchè non riescono a mantenersi da soli.
Hanno iniziato un circolo vizioso che, se non daranno una decisa sterzata in senso opposto, porterà a ben peggio della "crisi" attuale... :rolleyes:

Concordo con te che bisogna rimboccarsi le maniche ma bisogna rendersi conto che i lavoratori dipendenti diciamo di basso livello hanno un potere d'acquisto che è ai minimi storici, meno di così è la miseria...
 

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