fpaol68 ha scritto:
quadrif ha scritto:
fpaol68 ha scritto:
quadrif ha scritto:
alfalele ha scritto:
killernoise ha scritto:
alfalele ha scritto:
Su un giornale concorrente cè la prova della BmwM550xd contro Audi A6 30tdi allroad..ok per colpa delle gomme Runflat ma al Balocco per qualche decimo vince l'Audi...Un Audi..non in versione Rs che batte in pista una Bmw M..e poi cè il confronto del tempo sul giro tra altre Bmw e Audi con differnze di Decimi di secondo..per dire a chi andrebbe in mano l'Alfa e le sue capacità....
E leggendo l'articolo di Coppini...in 3 mesi 121000 Golf contro 17000 G10..
Di cui la Golf a
fine vita e Giulietta nel suo ipotetico
apice.
La crisi cè ma non per tutti..se fai il tuo mestiere che è:1)costruire auto 2) incontrando le richieste e esigenze dei clienti,ci sono buone probabilità di venderle...
Ma se non fai ne il primo punto ne il secondo punto..e poi ti lamenti di avere fabbriche sottoutilizzate...
E i concorrenti che per qualche strano gioco del destino sfornano novità a go-go e chissà come mai vendono pure bene...
Poi licenzi 8.000 dipendenti come farà Psa/Citroen
o metti in cassa integrazione i dipendenti di Pomigliano, e annunci nemmeno troppo velatamente la chiusura di 2 stabilimenti in Italia, quando però ne hai appena aperto uno nuovo, unico di tutti i produttori europei, in Serbia.......
e così la telenovela continua, con nuovi articoli apparsi proprio in questi giorni e
"mettiamo domani l'Alfa Romeo"
Che la Fiat si stia disimpegnando dall'Italia è di tutta evidenza, ma non è un comportamento tanto diverso da quello di tutti gli altri imprenditori italiani che nel corso degli anni hanno delocalizzato. E' l'Italia, purtroppo, a non essere appetibile e concorrenziale. In Serbia, e non solo, ti fanno ponti d'oro.
Per alcuni, VAG nella fattispecie, invece l'Italia è molto appetibile. Ha comprato marchi, in ultimo la Ducati, ed investe sul territorio per esempio comprando e rilanciando l'anello di Nardò. Inoltre acquista in Italia oltre 1,3 mld di euro di componentistica. E con l'interesse verso l'Alfa dimostra di volere ulteriormente investire in Italia.
La non appetibilità dell'Italia non regge, è una scusa bella e buona.
"e mettiamo domani l'Alfa Romeo"
Perdonami, ma è tutt'altro che una scusa e non sono io a dirlo, basta osservare la situazione del nostro Paese o affidarsi alle disamine pubblicate dagli organi d'informazione. Non ce n'è uno nel quale non vengano sottolineate le barriere che impediscono agli investitori esteri di guardare con interesse all'Italia. Le motivazioni sono note: si va dall'elevata pressione fiscale (pare che la nostra sia da record mondiale), all'eccessiva burocrazia, alla carenza di servizi ed infrastrutture, all'inaccettabile lunghezza dei tempi di giustizia. Solo per citare le più importanti.
L'acquisto di Ducati e Nardò è la classica rondine che non fa primavera.
Un po' come l'acquisto della maison Valentino da parte del gruppo del Qatar, quando il tessile in Italia ormai sta sparendo. E' chiaro che un'azienda d'eccellenza mantiene intatto il proprio appeal e non faticherà a trovare un acquirente. Una "ordinaria", purtroppo, non avrà la fila di pretendenti.
Per la componentistica, non vedo novità rispetto al passato. Viene acquistata adesso, come veniva acquistata in passato. Qui stiamo parlando del prodotto, non dell'intera azienda.
Se davvero Vag considerasse strategica o anche solo vantaggiosa la sua calata in Italia, potrebbe farlo indipendentemente dalla conclusione dell'affare Alfa. Sono finiti i tempi in cui la politica andava a braccetto con la Fiat. Ci fosse ora un grande investitore straniero disposto a produrre da noi, con la fame di lavoro e di prodotto interno lordo che abbiamo, non verrebbe messo alla porta. Solo che la porta, in ingresso, non è proficuo varcarla, tranne negli sporadici casi di cui sopra.