<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Prendo spunto dal Direttore della testata che ci ospita... | Page 13 | Il Forum di Quattroruote

Prendo spunto dal Direttore della testata che ci ospita...

BelliCapelli3 ha scritto:
quadrif ha scritto:
La risposta è corretta. Serve però un'integrazione.
Da più parti è filtrata la notizia che l'affare non è andato in porto a causa del rifiuto, da parte tedesca, di acquisire assieme al marchio anche uno stabilimento (l'indiziato era Pomigliano).
fpaol sostiene invece che Vw abbia un serio interesse a produrre in Italia e che le considerazioni che ho riportato sulla scarsa propensione degli stranieri ad investire nel nostro Paese, siano delle scuse prive di fondamento.
Per cui, ti chiedo io qual'è il motivo per cui Vw si è opposta all'acquisizione di Pomigliano, se, diversamente da come penso io, l'Italia rappresenta il bengodi per ogni imprenditore.
Volendo chiudere la parentesi Vw/Alfa, resterebbe sempre la possibilità per qualsiasi costruttore di automobili (Vw compresa) di impiantare uno stabilimento sul suolo italico, nella regione che più gli aggrada. Credi che qualcuno si opporrebbe?
Spero di essere stato chiaro. ;)

L'Italia non è il bengodi dell' imprenditore, lo sappiamo tutti, anzi, sta diventando un posto sinistro un po' per tutti,

Se io fossi un imprenditore estero, non solo non avrei preso Pomigliano, notoriamente un verminaio infiltrato dalla camorra, ma probabilmente non avrei proprio considerato di scendere a sud, neppure a Cassino, che invece pare un impianto accettabile, ma non ha un'immagine Alfa spendibile. Per ragioni logistiche e di criminalità organizzata.

Avrei puntato invece Arese, il cui solo nome suona Alfa anche oltreoceano ( come "Maranello", "Sant'Agata Bolognese" o "Borgo Panigale" ).

Infatti loro lo hanno fatto quasi sicuramente. Poi è andata male, forse anche perchè Marchionne gli voleva ammollare un sito (sovra)produttivo, e non uno fermo da anni.

In questo momento dall'Italia si va via. A partire dai soldi, che escono ogni giorno via bonifici internazionali.

Mi permetto di invitarti ad abbassare i toni e a ricalibrare le affermazioni tendenzialmente esagerate sulla situazione nel meridione d'Italia. Non fosse altro per la maggioranza delle persone che con questo tipo di "cose" non ha nulla a che fare o ci combatte magari. E'ovvio che non voglio nemmeno lontanamente iniziare un'inutile polemica. Grazie. Saluti.
 
GenLee ha scritto:
Mi permetto di invitarti ad abbassare i toni e a ricalibrare le affermazioni tendenzialmente esagerate sulla situazione nel meridione d'Italia. Non fosse altro per la maggioranza delle persone che con questo tipo di "cose" non ha nulla a che fare o ci combatte magari. E'ovvio che non voglio nemmeno lontanamente iniziare un'inutile polemica. Grazie. Saluti.

Genlee, mi devi perdonare se ho urtato la tua sensibilità. Bisogna anche capirsi: l'industria, italiana ma soprattutto estera, sotto Roma non si spinge ( e Roma è già tanto periferica ) per due ragioni sostanziali: la distanza dai centri produttivi del Nord Europa, da coprirsi con infrastrutture inesistenti ( SA - RC? ) e poi la criminalità organizzata, che nel sistema economico e politico è infiltrata ad un livello pervasivo. Le infiltrazioni della Camorra e del clientelismo della politica locale a Pomigliano ( e spero che usando questa associazione la camorra non mi quereli per diffamazione ) è un fatto documentato.

Questo vale almeno fino a ieri. Ma se consideri che oggi questo problema cominciano ad averlo fino a dentro Milano, capisci che non è in nessun caso una considerazione razziale, ma solo medio - statistica.

Naturalmente nella media statistica ci stanno anche centinaia di migliaia di persone corrette e non criminali, io ne conosco tante. Ma quelle non rappresentano il problema in discussione, e quindi non le menziono. In nessun caso metto tutti dentro un fascio solo, mai fatto.

Scusa ancora.
 
BelliCapelli3 ha scritto:
GenLee ha scritto:
Mi permetto di invitarti ad abbassare i toni e a ricalibrare le affermazioni tendenzialmente esagerate sulla situazione nel meridione d'Italia. Non fosse altro per la maggioranza delle persone che con questo tipo di "cose" non ha nulla a che fare o ci combatte magari. E'ovvio che non voglio nemmeno lontanamente iniziare un'inutile polemica. Grazie. Saluti.

Genlee, mi devi perdonare se ho urtato la tua sensibilità. Bisogna anche capirsi: l'industria, italiana ma soprattutto estera, sotto Roma non si spinge ( e Roma è già tanto periferica ) per due ragioni sostanziali: la distanza dai centri produttivi del Nord Europa, da coprirsi con infrastrutture inesistenti ( SA - RC? ) e poi la criminalità organizzata, che nel sistema economico e politico è infiltrata ad un livello pervasivo. Le infiltrazioni della Camorra e del clientelismo della politica locale a Pomigliano ( e spero che usando questa associazione la camorra non mi quereli per diffamazione ) è un fatto documentato.

Questo vale almeno fino a ieri. Ma se consideri che oggi questo problema cominciano ad averlo fino a dentro Milano, capisci che non è in nessun caso una considerazione razziale, ma solo medio - statistica.

Naturalmente nella media statistica ci stanno anche centinaia di migliaia di persone corrette e non criminali, io ne conosco tante. Ma quelle non rappresentano il problema in discussione, e quindi non le menziono. In nessun caso metto tutti dentro un fascio solo, mai fatto.

Scusa ancora.

C'è anche chi produce e lavora onestamente, nin fa CIG, assume, e nin conosce crisi, anche tra i plant Fiat, non credi??
 
quadrif ha scritto:
Non credo alla riapertura di Arese.
Se proprio vogliamo crederci, dobbiamo considerare che il ripristino costerebbe più o meno come impiantare una nuova fabbrica in una qualsiasi località italiana. Quindi, torniamo alla questione esposta sopra.
Per il resto, quoto il tuo intervento.

Tu dici che a fondare uno stabilimento nuovo ci vogliono troppi soldi. Allora provo a girare la domanda. Se Vag dovesse considerare di acquistare uno stabilimento italiano come Cassino, e quindi pagarlo prezzo di mercato in quanto già funzionante ed avviato, cosa ci troverebbe di utile, cosa risparmierebbe? Le mura prefabbricate? Costano due spiccioli. Le linee produttive? Sono di Fiat e fatte su misura per modelli Fiat: vanno smantellate. Le mestranze già formate? Ni: sono formate a fare produzione in maniera diversa, e comunque ti devi sobbarcare un mare di diritti acquisiti ed intoccabili. Sicuro che alla fine non convenga tirar su una fabbrica da zero?

Secondo me Vag voleva tentare proprio questo tipo di colpo. Pagare poco il marchio Alfa in quanto privo di contenuto, prodotto e tecnologie. E poi pagare poco Arese in quanto trattasi ormai di una landa desolata. Ma con entrambi acquisire formalmente un pezzo di storia. Arese poi sarebbe stata l'unica accettabile dal punto di vista logistico.

Vag voleva le insegne, non i muri a cui stanno attaccate. Marchionne invece voleva vendergli anche i muri, il tetto, e tutte le persone che stavano nella taverna. Il che costava un mare di più, ma a VAG, che voleva rifondare tutto, non portava alcun beneficio. imho
 
BelliCapelli3 ha scritto:
GenLee ha scritto:
Mi permetto di invitarti ad abbassare i toni e a ricalibrare le affermazioni tendenzialmente esagerate sulla situazione nel meridione d'Italia. Non fosse altro per la maggioranza delle persone che con questo tipo di "cose" non ha nulla a che fare o ci combatte magari. E'ovvio che non voglio nemmeno lontanamente iniziare un'inutile polemica. Grazie. Saluti.

Genlee, mi devi perdonare se ho urtato la tua sensibilità. Bisogna anche capirsi: l'industria, italiana ma soprattutto estera, sotto Roma non si spinge ( e Roma è già tanto periferica ) per due ragioni sostanziali: la distanza dai centri produttivi del Nord Europa, da coprirsi con infrastrutture inesistenti ( SA - RC? ) e poi la criminalità organizzata, che nel sistema economico e politico è infiltrata ad un livello pervasivo. Le infiltrazioni della Camorra e del clientelismo della politica locale a Pomigliano ( e spero che usando questa associazione la camorra non mi quereli per diffamazione ) è un fatto documentato.

Questo vale almeno fino a ieri. Ma se consideri che oggi questo problema cominciano ad averlo fino a dentro Milano, capisci che non è in nessun caso una considerazione razziale, ma solo medio - statistica.

Naturalmente nella media statistica ci stanno anche centinaia di migliaia di persone corrette e non criminali, io ne conosco tante. Ma quelle non rappresentano il problema in discussione, e quindi non le menziono. In nessun caso metto tutti dentro un fascio solo, mai fatto.

Scusa ancora.

Gent.mo,
figurati, non è questione di sensibilità e che magari per colpa di pochi, vengono "etichettate" la maggioranza delle persone oneste.
Purtroppo il "cancro" è diffussisimo in quelle zone e ne mina constantemente la volontà di combaterlo e vincerlo. Ma purtroppo,come evidenzi, è un pò ovunque. Ho compreso il tuo discorso e non fatico a darti ragione in un certo senso.
Scusami tu.
Saluti.
 
Il che ha il sapore della beffa: in Europa, in attesa delle nuove Alfa (Marchionne ha confidato ad Automotive News di averne bocciate quattro perché troppo Fiat style), il marchio del Biscione venderà quest?anno meno di 100 mila vetture. Intanto gli Stati Uniti si abituano al ritorno della vettura che sarà prodotta in Michigan o in Canada. Piuttosto che ai coupé Alfa che saranno sfornati da Fiat presso gli stabilimenti di Mazda in quel di Hiroshima per poi raggiungere la California. ?Secondo voi ? è il parere di Airaudo ? per l?Italia conta di più un modello Alfa sviluppato da un?azienda a proprietà straniera ma con lavoro italiano od operazioni di questo genere??. Conta il rispetto della proprietà privata, visto che il marchio Alfa è degli azionisti Fiat. ?Vero, Marchionne cerchi di trarre tutto il vantaggio possibile. Ma lo stato non può più essere assente: Fiat ha firmato contratti con il governo in Brasile, Serbia e Usa. Ma da noi non c?è nemmeno un post it?.

Intanto, proprio oggi, il giorno dopo l?annuncio che, causa l?invenduto di nuove Panda sui piazzali, nello stabilimento gioiello di Pomigliano scatterà dopo le ferie la Cassa integrazione, Volkswagen pianta in forma definitiva la sua bandierina sulla Ducati, dopo il via libera dell?Antitrust. Da Wolfsburg è arrivato un bell?assegno da 860 milioni, tanto per dimostrare che l?ammiraglia dell?auto tedesca, impegnata nella sua scalata al primato mondiale (dieci milioni di vetture nel 2018), non ha paura a puntare sul Bel Paese, dove già contano più di un piede grazie al controllo di Lamborghini, L?Italdesign di Giorgetto Giugiaro e, più ancora, grazie a una fitta rete di fornitori destinata a crescere dopo la sessione di incontri che De Silva, assieme allo stesso Giugiaro, hanno avuto con una fitta schiera di medie e piccole aziende cresciute a suo tempo nell?indotto Fiat. Oltre a una folta schiera di emigrati di lusso che non vedono l?ora di rimetter mano al Biscione. Primo fra tutti Walter De Silva da Como che, prima di sbattere la porta e approdare alla corte di Ferdinand Piech (che gli ha affidato il design di tutti i 12 marchi del gruppo), ha disegnato la linea delle Alfa che ancora caratterizza la Giulietta.
?Gli incontri tra Volkswagen e Marchionne a suo tempo ci sono stati ? commenta lo storico Berta ? Da quel che ne so io i tedeschi erano interessati solo al marchio per cui hanno offerto una bella cifra, un miliardo almeno. Marchionne ha sparato molto più in alto. Non solo, ha posto come condizione la cessione di uno stabilimento in Italia, mentre il gruppo Volkswagen era interessato solo al marchio?. Fin qui le trattative passate. Ma, anche nel mondo dell?auto, non bisogna mai dire mai. Lo stesso De Silva ha fatto notare che Volkswagen ha pure investito in paesi ad alto costo del lavoro, vedi il Belgio. ?Sarebbe un fatto nuovo ? riconosce Berta ? anche se non penso che i tedeschi siano interessati a uno solo degli stabilimenti Fiat in Italia. Semmai potrebbero aprirne uno nuovo. Ma è presto per parlarne?. Intanto, la casa di Wolfsburg ha appena introdotto per i suoi mille e passa dipendenti italiani il contratto alla tedesca. Se domani si aprisse un tavolo a Palazzo Chigi o presso il ministero di Passera sul futuro dell?auto in Italia, il colosso che affida una bella parte dei componenti dell?Audi ai fornitori del nord est potrebbe far la parte del convitato di pietra. O anche dell?ospite ufficiale, nel nome di un?amicizia industriale che frau Angela Merkel, a dire il vero, non dimostrò quando scartò l?ipotesi Lingotto per la Opel: visto com?è andata (tre anni dopo aver incassato i contributi governativi, Gm si prepara a chiudere almeno uno stabilimento oltre Reno), forse valeva fidarsi di Marchionne, come ha fatto Obama.
Ma bando al futuribile. La sensazione è che molte decisioni, le più importanti, dovranno essere prese nei prossimi mesi. ?Io mi fido di Marchionne ? chiude Airaudo ? lui aveva detto che i conti si sarebbero tirati con l?ultimo trimestre. Siamo vicini?. Le prospettive? ?E? stato lui a spiegarci al tavolo delle trattative che con una quota di mercato inferiore al 7 per cento fai fatica a tenere in piedi una rete distributiva e di assistenza a livello continentale?.

http://www.ilfoglio.it/soloqui/14281
 
BelliCapelli3 ha scritto:
quadrif ha scritto:
Non credo alla riapertura di Arese.
Se proprio vogliamo crederci, dobbiamo considerare che il ripristino costerebbe più o meno come impiantare una nuova fabbrica in una qualsiasi località italiana. Quindi, torniamo alla questione esposta sopra.
Per il resto, quoto il tuo intervento.

Tu dici che a fondare uno stabilimento nuovo ci vogliono troppi soldi. Allora provo a girare la domanda. Se Vag dovesse considerare di acquistare uno stabilimento italiano come Cassino, e quindi pagarlo prezzo di mercato in quanto già funzionante ed avviato, cosa ci troverebbe di utile, cosa risparmierebbe? Le mura prefabbricate? Costano due spiccioli. Le linee produttive? Sono di Fiat e fatte su misura per modelli Fiat: vanno smantellate. Le mestranze già formate? Ni: sono formate a fare produzione in maniera diversa, e comunque ti devi sobbarcare un mare di diritti acquisiti ed intoccabili. Sicuro che alla fine non convenga tirar su una fabbrica da zero?

Secondo me Vag voleva tentare proprio questo tipo di colpo. Pagare poco il marchio Alfa in quanto privo di contenuto, prodotto e tecnologie. E poi pagare poco Arese in quanto trattasi ormai di una landa desolata. Ma con entrambi acquisire formalmente un pezzo di storia. Arese poi sarebbe stata l'unica accettabile dal punto di vista logistico.

Vag voleva le insegne, non i muri a cui stanno attaccate. Marchionne invece voleva vendergli anche i muri, il tetto, e tutte le persone che stavano nella taverna. Il che costava un mare di più, ma a VAG, che voleva rifondare tutto, non portava alcun beneficio. imho
Se Vag avesse acquistato Cassino l'unico vantaggio sarebbe stato quello di trovare del personale già formato. Probabilmente, come dici tu, non è un vantaggio tale da far propendere per questo tipo di scelta. Legittimamente Vag può preferire avere le mani libere anche nell'assunzione e gestione del personale.
Ma a questo punto, torniamo a quella considerazione che ho riportato sopra e che ti è parsa una provocazione: perchè non impiantano uno stabilimento nuovo, magari proprio nel milanese, tanto per dare un segnale "forte"?

La questione Pomigliano o Cassino, secondo me, non va vista tanto nell'ottica del vantaggio portato al compratore. E' semplicemente una "condicio sine qua non" che il venditore pone per concludere l'operazione di vendita del marchio.
Fiat riuscirebbe così a liberarsi di uno stabilimento di troppo, salvaguardando l'occupazione di chi ci lavora, evitando le rogne con governo e sindacati.
Anche questa è una posizione legittima, del resto chi vende è libero di farlo alle condizioni che ritiene più opportune.
Se domani decidessi di vendere la mia abitazione, potrei tranquillamente porre come condizione che il compratore acquisti anche un terreno adiacente, che se vendo casa non mi serve più. Se all'acquirente non sta bene, vorrà dire che l'affare non si concluderà.

Leggevo ieri su Automotive News che Porsche avrebbe intenzione di produrre una berlina di segmento E.
Davano anche per possibile il recupero del progetto baby-Boxster.
Se ricordi, alcune settimane fa avevo caldeggiato una soluzione in questi termini, ovvero la "discesa" di Porsche nei segmenti più bassi.
Alfa non gli serve nemmeno. Volendo, Vag ha già tutto in casa.
 
quadrif ha scritto:
BelliCapelli3 ha scritto:
quadrif ha scritto:
Non credo alla riapertura di Arese.
Se proprio vogliamo crederci, dobbiamo considerare che il ripristino costerebbe più o meno come impiantare una nuova fabbrica in una qualsiasi località italiana. Quindi, torniamo alla questione esposta sopra.
Per il resto, quoto il tuo intervento.

Tu dici che a fondare uno stabilimento nuovo ci vogliono troppi soldi. Allora provo a girare la domanda. Se Vag dovesse considerare di acquistare uno stabilimento italiano come Cassino, e quindi pagarlo prezzo di mercato in quanto già funzionante ed avviato, cosa ci troverebbe di utile, cosa risparmierebbe? Le mura prefabbricate? Costano due spiccioli. Le linee produttive? Sono di Fiat e fatte su misura per modelli Fiat: vanno smantellate. Le mestranze già formate? Ni: sono formate a fare produzione in maniera diversa, e comunque ti devi sobbarcare un mare di diritti acquisiti ed intoccabili. Sicuro che alla fine non convenga tirar su una fabbrica da zero?

Secondo me Vag voleva tentare proprio questo tipo di colpo. Pagare poco il marchio Alfa in quanto privo di contenuto, prodotto e tecnologie. E poi pagare poco Arese in quanto trattasi ormai di una landa desolata. Ma con entrambi acquisire formalmente un pezzo di storia. Arese poi sarebbe stata l'unica accettabile dal punto di vista logistico.

Vag voleva le insegne, non i muri a cui stanno attaccate. Marchionne invece voleva vendergli anche i muri, il tetto, e tutte le persone che stavano nella taverna. Il che costava un mare di più, ma a VAG, che voleva rifondare tutto, non portava alcun beneficio. imho
Se Vag avesse acquistato Cassino l'unico vantaggio sarebbe stato quello di trovare del personale già formato. Probabilmente, come dici tu, non è un vantaggio tale da far propendere per questo tipo di scelta. Legittimamente Vag può preferire avere le mani libere anche nell'assunzione e gestione del personale.
Ma a questo punto, torniamo a quella considerazione che ho riportato sopra e che ti è parsa una provocazione: perchè non impiantano uno stabilimento nuovo, magari proprio nel milanese, tanto per dare un segnale "forte"?

La questione Pomigliano o Cassino, secondo me, non va vista tanto nell'ottica del vantaggio portato al compratore. E' semplicemente una "condicio sine qua non" che il venditore pone per concludere l'operazione di vendita del marchio.
Fiat riuscirebbe così a liberarsi di uno stabilimento di troppo, salvaguardando l'occupazione di chi ci lavora, evitando le rogne con governo e sindacati.
Anche questa è una posizione legittima, del resto chi vende è libero di farlo alle condizioni che ritiene più opportune.
Se domani decidessi di vendere la mia abitazione, potrei tranquillamente porre come condizione che il compratore acquisti anche un terreno adiacente, che se vendo casa non mi serve più. Se all'acquirente non sta bene, vorrà dire che l'affare non si concluderà.

Leggevo ieri su Automotive News che Porsche avrebbe intenzione di produrre una berlina di segmento E.
Davano anche per possibile il recupero del progetto baby-Boxster.
Se ricordi, alcune settimane fa avevo caldeggiato una soluzione in questi termini, ovvero la "discesa" di Porsche nei segmenti più bassi.
Alfa non gli serve nemmeno. Volendo, Vag ha già tutto in casa.

Concordo sù Pomigliano come conditio sine qua non.

Quanto allo stabilimento italiano, per farci cosa? Uno dei biglietti da visita delle auto tedesche è il made in Germany, a che scopo venire a produrre la Golf a Milano, per dare quale segnale, a chi?

I movimenti di Porsche invece secondo me suggellano la chiusura trattative con Fiat. C'era spazio per un prodotto Alfa nella gamma vag, ma ora ci dovrà pensare Porsche, non senza spostare un'altra volta il proprio baricentro. Movimenti rischiosi.
 
BelliCapelli3 ha scritto:
quadrif ha scritto:
BelliCapelli3 ha scritto:
quadrif ha scritto:
Non credo alla riapertura di Arese.
Se proprio vogliamo crederci, dobbiamo considerare che il ripristino costerebbe più o meno come impiantare una nuova fabbrica in una qualsiasi località italiana. Quindi, torniamo alla questione esposta sopra.
Per il resto, quoto il tuo intervento.

Tu dici che a fondare uno stabilimento nuovo ci vogliono troppi soldi. Allora provo a girare la domanda. Se Vag dovesse considerare di acquistare uno stabilimento italiano come Cassino, e quindi pagarlo prezzo di mercato in quanto già funzionante ed avviato, cosa ci troverebbe di utile, cosa risparmierebbe? Le mura prefabbricate? Costano due spiccioli. Le linee produttive? Sono di Fiat e fatte su misura per modelli Fiat: vanno smantellate. Le mestranze già formate? Ni: sono formate a fare produzione in maniera diversa, e comunque ti devi sobbarcare un mare di diritti acquisiti ed intoccabili. Sicuro che alla fine non convenga tirar su una fabbrica da zero?

Secondo me Vag voleva tentare proprio questo tipo di colpo. Pagare poco il marchio Alfa in quanto privo di contenuto, prodotto e tecnologie. E poi pagare poco Arese in quanto trattasi ormai di una landa desolata. Ma con entrambi acquisire formalmente un pezzo di storia. Arese poi sarebbe stata l'unica accettabile dal punto di vista logistico.

Vag voleva le insegne, non i muri a cui stanno attaccate. Marchionne invece voleva vendergli anche i muri, il tetto, e tutte le persone che stavano nella taverna. Il che costava un mare di più, ma a VAG, che voleva rifondare tutto, non portava alcun beneficio. imho
Se Vag avesse acquistato Cassino l'unico vantaggio sarebbe stato quello di trovare del personale già formato. Probabilmente, come dici tu, non è un vantaggio tale da far propendere per questo tipo di scelta. Legittimamente Vag può preferire avere le mani libere anche nell'assunzione e gestione del personale.
Ma a questo punto, torniamo a quella considerazione che ho riportato sopra e che ti è parsa una provocazione: perchè non impiantano uno stabilimento nuovo, magari proprio nel milanese, tanto per dare un segnale "forte"?

La questione Pomigliano o Cassino, secondo me, non va vista tanto nell'ottica del vantaggio portato al compratore. E' semplicemente una "condicio sine qua non" che il venditore pone per concludere l'operazione di vendita del marchio.
Fiat riuscirebbe così a liberarsi di uno stabilimento di troppo, salvaguardando l'occupazione di chi ci lavora, evitando le rogne con governo e sindacati.
Anche questa è una posizione legittima, del resto chi vende è libero di farlo alle condizioni che ritiene più opportune.
Se domani decidessi di vendere la mia abitazione, potrei tranquillamente porre come condizione che il compratore acquisti anche un terreno adiacente, che se vendo casa non mi serve più. Se all'acquirente non sta bene, vorrà dire che l'affare non si concluderà.

Leggevo ieri su Automotive News che Porsche avrebbe intenzione di produrre una berlina di segmento E.
Davano anche per possibile il recupero del progetto baby-Boxster.
Se ricordi, alcune settimane fa avevo caldeggiato una soluzione in questi termini, ovvero la "discesa" di Porsche nei segmenti più bassi.
Alfa non gli serve nemmeno. Volendo, Vag ha già tutto in casa.

Concordo sù Pomigliano come conditio sine qua non.

Quanto allo stabilimento italiano, per farci cosa? Uno dei biglietti da visita delle auto tedesche è il made in Germany, a che scopo venire a produrre la Golf a Milano, per dare quale segnale, a chi?

I movimenti di Porsche invece secondo me suggellano la chiusura trattative con Fiat. C'era spazio per un prodotto Alfa nella gamma vag, ma ora ci dovrà pensare Porsche, non senza spostare un'altra volta il proprio baricentro. Movimenti rischiosi.

Lo stabilimento italiano l'ho citato in virtù del supposto interesse del gruppo Vag ad investire in Italia.
Il segnale sarebbe: "voi chiudete le fabbriche, noi le apriamo".
Io, nei loro panni, non lo farei.
Se serve avere un sito produttivo in più, come abbiamo già detto, ci sono Paesi più attraenti del nostro. Dubito però che ci sia questa esigenza in un mercato europeo in forte contrazione.
Comunque sono soldi loro, se proprio vogliono.....
 
Adesso non so chi abbia voluto far passare Piech per filantropo, ovviamente non è la filantropia il suo fine. Se l' Italia gli desse Alfa, lui saprebbe rendere la cortesia in modo profittevole anche per Vag. Sennò ciccia.

Senza scordare che vag, anche senza aprire impianti in Italia, mantiene qui un indotto considerevole, forse superiore alla stessa Fiat, che procura di coccolare.

Più di così cosa pretendiamo, un etto di mortadella?
 
BelliCapelli3 ha scritto:
Adesso non so chi abbia voluto far passare Piech per filantropo, ovviamente non è la filantropia il suo fine. Se l' Italia gli desse Alfa, lui saprebbe rendere la cortesia in modo profittevole anche per Vag. Sennò ciccia.

Senza scordare che vag, anche senza aprire impianti in Italia, mantiene qui un indotto considerevole, forse superiore alla stessa Fiat, che procura di coccolare.

Più di così cosa pretendiamo, un etto di mortadella?

No quella no per carità! E' grazie alla mortadella che Alfa ha fatto la fine che ha fatto. ;)
 
killernoise ha scritto:
alfaromeonext ha scritto:
fpaol68 ha scritto:
Visto che sempre del blog del Direttore si parla, posto qui una risposta del Direttore Cavicchi nel suo ultimo blog:

"Le prove di modelli singoli sono tutte su 14 pagine ( italiane o straniere, tedesche o francesi). La Seat è spagnola a meno che lei non giudichi tedesche la Lamborghini, la Bentley e mettiamo domani l?Alfa Romeo. L?alternativa alla Seat era la Kia ma due numeri prima avevamo messo la Hyundai gemella. In quanto alla Vw ha avuto una copertina lo scorso dicembre e quella precedente era stata 8 anni prima?"

Beh il Direttore continua a sbilanciarsi circa le sorti future dell'Alfa, e prende anche una posizione netta circa la nazionalità dei marchi automobilistici distinguendola dalla proprietà. Tutto molto interessante.

Quelli che ritengono la SEAT spagnola, mi potrebbero spiegare in che senso lo è?
Il caso della Lamborghini è diverso, ma anch'essa ha molto di tedesco.

Puoi anche spiegarci tu il perchè non dovrebbe esserlo.

La ricerca scentifica è spagnola o tedesca?
La tecnologia che c'è in una SEAT è spagnola o tedesca?
L'industrializzazione corrisponde a modelli e standard spagnoli o tedeschi?
Il fatto che le auto vengano assemblate in stabilimenti che si trovano in Spagna, o in Polonia, o dove volete, non è sufficiente per poter definire un'auto spagnola, polacca, ecc...
 
Scusatemi, butto li un'ipotesi: e se proponessimo a quelli del forum VW un gemellaggio tra i due forum, Alfa e VW?
Così, tanto per iniziare a prendere confidenza in vista di future ancillari parentele.
 
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