<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> POS: in arrivo le nuove regole | Page 46 | Il Forum di Quattroruote

POS: in arrivo le nuove regole

Guarda caso, c'è più evasione dove è maggiore l'utilizzo del contante.

Io sono convinto che se uno vuole evadere evade lo stesso anche senza usare il contante.
E che allo stesso modo se uno è onesto e non vuole evadere non lo fa nemmeno usando esclusivamente il contante.

Io l'altro giorno sono andato (dopo aver sbagliato strada e aver citofonato per errore in una palestra dove fanno yoga) a fare una consegna per i miei genitori.
Ho portato due tappeti a una coppia di clienti dei miei che sono un po' avanti con l'età.
La transazione si è svolta interamente in contanti.
I miei genitori hanno pagato in contanti e alla consegna il trattamento dei tappeti al loro laboratorio di fiducia,che emette regolare fattura elettronica.
E il cliente ha pagato ai miei,o meglio a me,in contanti il prezzo di listino.
Essendo al loro domicilio non era possibile per me rilasciare una copia cartacea della ricevuta (documento commerciale online) quindi ho detto alla moglie che la prima volta che andava a fare la spesa poteva ritirare la copia cartacea della ricevuta nel negozio dei miei.
Cosa che ha fatto due o tre giorni dopo.

Ora di occasioni per evadere ce ne sarebbero state a bizzeffe.
Una volta che il furgone è scaricato chi va a controllare quanto hai pagato al laboratorio?
E consegnando a domicilio i tappeti quante probabilità c'erano che qualcuno contestasse la mancata emissione della ricevuta?
Probabilmente nemmeno il cliente l'avrebbe chiesta a fronte del ritiro e della consegna a domicilio gratuiti.
Eppure abbiamo fatto le cose per bene e nel rispetto delle norme.

Ci metto il carico da undici.
Avrei anche potuto con sumup far pagare con la carta al loro domicilio quei clienti.
In realtà non avevo dietro il lettore dei miei quindi se avessero chiesto di pagare con la carta gli avrei detto di passare dal negozio come hanno fatto per ritirare la copia cartacea della ricevuta.

Il parallelismo tra uso del contante e evasione imho è solo statistico ma se si vuole combattere l'evasione bisogna fare i controlli sul territorio.
 
La faccenda del "pagare alla consegna" o casomai "pagare al ritiro" proviene dal vecchio (arriverei a dire antico) motto
"chi paga prima é mal servito", che fin troppe volte (per poche che siano) si rivela tragicamente vero.

Absit iniuria verbis per tutti quei professionisti (tanti) ed artigiani (tanti anche loro) che svolgono splendidamente il loro lavoro a fronte di una remunerazione difficile e per niente esosa.
A queste persone va tutto il mio rispetto di impiegato che vede piovere regolarmente sul proprio conto corrente lo stipendio stabilito, senza doversi scervellare per tenere in attivo il proprio bilancio.
 
Se il nuovo modello presenta aspetti positivi, nulla da eccepire.
Io non conosco il futuro. Adesso ritengo prematuro giudicarlo o anche solo immaginarlo. Credo che il modello di mobilità si integrerà con le esigenze produttive, energetiche e di tempo libero, altrimenti, come sempre il sistema sociale e produttivo si adeguerà con le contromisure del caso. Il comportamento vincente sarà quello che meglio si adeguerà alle condizioni che ci saranno, che non sono quelle di oggi.
 
Se anche l'evasione in Calabria fosse del 90%, inciderebbe per pochissimi punti percentuali sul totale dell'evasione nazionale.

Quello che è diffuso è il lavorare "alla giornata" in nero ... ma se anche regolarizzazione tutti i poveri cristi che si insegnano a fare di tutto (speso purtroppo con risultati desolanti) per mettere un piatto di pasta in tavola alla famiglia si recupererebbe pochissimo.

Chiudo precisando che la mia è una constatazione dello stato di fatto e non una giustificazione del tipo "è evasione di sopravvivenza".

Per aumentare il gettito fiscale del meridione ci vuole ben altro che la lotta all'evasione o la costruzione di ponti improbabili e strade mangiasoldi (sulle infrastrutture che servono di può aprire un altro tomo, ma rischio di divagare troppo).

Bisognerebbe rilanciare, anzi lanciare da zero un tessuto di microimprese e microeconomia.
sono d'accordo, la gente (spero la maggior parte) ha voglia di lavorare, in questi 2 anni rivoluzionari nel bene e nel male ho visto gente rimettersi in gioco, chi è stato licenziato e chi si è licenziato e ha aperto una propria attività, purtroppo di queste tante hanno chiuso nel giro di 6 mesi o 1 anno così come hanno chiuso tante attività storiche. Non colpevolizzo nessuno perchè io sono stato tentato e lo sono tutt'ora di chiudere, secondo me bisognerebbe ritornare al sistema della licenza e del corso per ottenerla. In quel paio di mesi di "scuola" si aveva il tempo di riflettere e di cambiare anche il tipo di attività che si aveva in mente, si faceva amicizia fra aspiranti nuovi commercianti, si cominciava a fare rete, magari essendo di settori diversi ci si aiutava a vicenda.....la situazione economica era diversa ma la liberalizzazione ha tolto questo aspetto, questo rapporto umano. Oggi si pensa "apro bottega, faccio 100 euro d'incassi al giorno e ciaone!" Vedono i primi euro in tasca e li spendono in capricci anzichè reinvestirli nell'attività, pensano che una pagina facebook e instagram risolve la questione, poi arrivano le spese e restano spiazzati. Peggio ancora quando si mettono in società 2-3 persone, c'è sempre quello che lavora di meno, c'è sempre quello che fa la vacanza in più.
 
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Oggi si pensa "apro bottega, faccio 100 euro d'incassi al giorno e ciaone!" Vedono i primi euro in tasca e li spendono in capricci anzichè reinvestirli nell'attività, pensano che una pagina facebook e instagram risolve la questione, poi arrivano le spese e restano spiazzati. Peggio ancora quando si mettono in società 2-3 persone, c'è sempre quello che lavora di meno, c'è sempre quello che fa la vacanza in più.
A Roma si dice "Le società devono essere composte da un numero dispari di soci. Tre sono già troppi" ;)
 
sono d'accordo, la gente (spero la maggior parte) ha voglia di lavorare, in questi 2 anni rivoluzionari nel bene e nel male ho visto gente rimettersi in gioco, chi è stato licenziato e chi si è licenziato e ha aperto una propria attività, purtroppo di queste tante hanno chiuso nel giro di 6 mesi o 1 anno così come hanno chiuso tante attività storiche. Non colpevolizzo nessuno perchè io sono stato tentato e lo sono tutt'ora di chiudere, secondo me bisognerebbe ritornare al sistema della licenza e del corso per ottenerla. In quel paio di mesi di "scuola" si aveva il tempo di riflettere e di cambiare anche il tipo di attività che si aveva in mente, si faceva amicizia fra aspiranti nuovi commercianti, si cominciava a fare rete, magari essendo di settori diversi ci si aiutava a vicenda.....la situazione economica era diversa ma la liberalizzazione ha tolto questo aspetto, questo rapporto umano. Oggi si pensa "apro bottega, faccio 100 euro d'incassi al giorno e ciaone!" Vedono i primi euro in tasca e li spendono in capricci anzichè reinvestirli nell'attività, pensano che una pagina facebook e instagram risolve la questione, poi arrivano le spese e restano spiazzati. Peggio ancora quando si mettono in società 2-3 persone, c'è sempre quello che lavora di meno, c'è sempre quello che fa la vacanza in più.

Qui hanno appena aperto una gelateria.
Penso usando quelle formule che pubblicizzano in tv (arredo più corso di formazione a tot e hai un certo numero di mesi per trovare il locale).
Io gli auguro ogni bene ma mi sembra veramente un azzardo.
A parte la stagione fredda ma anche il punto che hanno scelto,senza possibilità di parcheggiare e non in centro ma all'inizio di un corso trafficato dove è raro vedere gente a piedi.
Ci sono un paio di aziende abbastanza grandi nei paraggi,magari i dipendenti potrebbero offrire un bacino di potenziali clienti.
Spero di non rivedere quella serranda chiusa visto che è rimasta tale per 3 anni.
 
il paradosso è che ormai anche l'ecommerce è passato, dobbiamo immaginare il futuro nel metaverso, nella realtà virtuale dove ci sarà un mondo parallelo uguale e diverso da quello reale, dove nella realtà c'è un negozio chiuso ma nella virtualità e nello stesso posto ci sarà un negozio virtuale aperto e funzionante, che puoi scegliere la merce da casa e ti arriva in mezz'ora col delivery. Ancor più paradossale è che il proprietario della bottega decidere di affittare sia quella reale sia quella virtuale se qualcuno non è arrivato prima di lui ad acquistare quello spazio per poi affittarlo.
 
2% di commissione, ovviamente è ancora sigillato nella sua scatola …

ho seguito le istruzioni per attivare il POS, sia mai che si presenta un furbacchione e mi coglie impreparato

Peraltro i professionisti che hanno obbligo di preventivo scritto possono inserire in contratto che il pagamento deve avvenire anticipatamente ed esclusivamente tramite bonifico bancario

con ciò si potrebbe eludere l'obbligo del POS
 
dobbiamo immaginare il futuro nel metaverso, nella realtà virtuale dove ci sarà un mondo parallelo uguale e diverso da quello reale, dove nella realtà c'è un negozio chiuso ma nella virtualità e nello stesso posto ci sarà un negozio virtuale aperto e funzionante.

direi che questo non è possibile per i distributori di benzina

e dubito assai per prodotti alimentari deperibili, tipo frutta e verdura, con rischio di vedersi arrivare mele bacate o pomodori marci

Ok consulenza legale stragiudiziale per iscritto tramite email/pec, ma fattibile solo per clienti abituali "strutturati". Non lo vedo fattibile per i privati
 
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