Davide330621 ha scritto:
X Octane
Nel libro che ho indicato (da cui è anche tratto il concetto che hai riportato), la cultura mondiale è un pelo diversa dalla nostra.
Un tratto che mi ha molto colpito e fatto pensare, è dato proprio dal modo di guidare le auto. Le velocità, in ittà, venivano narrate di molto superiori ai 130 orari.
In un punto, il protagonista viene "puntato" da ragazzi automuniti, che cercano assolutamente di investirlo. Apposta.
Oppure la moglie del protagonista completamente presa ed assuefatta alla velocità, non si accorgeva dei rischi che correva guidando a velocità folli (160 orari mi pare).
Il discorso che voglio fare citanto quel libro, è che effettivamente la velocità da asuefazione. E quando si è assuefatti non si può più fare a meno della velocità. E arrivati a questo punto, non si capisce più il rischio.
Da qui arriviamo a quanto hai riportato tu nel post precedente...
Si', ha dato luogo anche a un famosissimo racconto breve, dove si teorizza una societa' di "guerra" tra automobilisti che cercano di investire i pedoni, e pedoni armati con armi da fuoco che fanno il tiro a segno sulle auto...

Chiaramente, l'enfatizzazione ed estremizzazione delle situazioni non va presa alla lettera, dato che e' solo un modo per evidenziare, tramite l'iperbole, certi problemi.
Comunque l'assuefazione alla velocita' non e' di per se' un male: ha aspetti positivi ed aspetti negativi.
L'essere umano e', per sua natura, spaventato dalla velocita'. Non e' una condizione "normale" per il nostro corpo, e il cervello reagisce segnalandoci timore.
Con l'abitudine, ci si rende conto che la velocita' non e' affatto un "demone" di cui essere spaventati: ci si assuefa' ad essa.
Tale assuefazione e' positiva nella misura in cui e' equilibrata e ci rende guidatori sicuri, privandoci dell'irrazionale e infondato timore aprioristico per la velocita', consentendoci di guidare a velocita' sicure senza essere preda del terrore o dello stress.
E' negativa quando e' squilibrata, e va oltre l'insensibilita' costruttiva e positiva a pericoli del tutto immaginari, a renderci insensibili e ciechi a pericoli ben reali e presenti, solo perche' una ripetuta esposizione, unitamente a una buona dose di fortuna, ce l'ha sempre fatta passar liscia.
Poi c'e' una via di mezzo tra il conducente competente e responsabile e l'irresponsabile squilibrato, data da una progressiva erosione dei margini di sicurezza.
Se sei fortunato e intelligente, prima o poi "ci vai vicino" e riprendi la giusta prospettiva. Se sei un pirla, oppure anche solo sfortunato, la vita insegna una di quelle lezioni da cui purtroppo non si puo' imparare.

Alla fine, come si diceva, non e' una questione di velocita', ma di "uso responsabile ed equilibrato" della stessa.
Chi predica limiti follemente bassi e limitazioni a destra e a manca paventando chissa' quali teoriche possibilita' non e' meno squilibrato e pericoloso di chi guida a velocita' folli ignorando completamente le possibili implicazioni di tale condotta.
Non a caso un timore sproporzionato della velocita' (come si legge in diversi forumiti, purtroppo) e' sottolineato da chi insegna guida sicura come uno dei principali indici di un rapporto inadeguato e migliorabile con l'auto.