Visto che si è toccato un argomento delicato relativo alle case di riposo ed ai relativi costi spropositati vorrei portare il mio contributo per indirizzare meglio gli interessati.
Ho avuto, qualche anno fa, l'incredibile esperienza di provvedere alla "sistemazione" di mia suocera (pensione circa 1300 €mese).
Ricoverata in ospedale (all'età di 83 anni) per problemi di varia natura (compreso un inizio di demenza senile) dopo una ventina di giorni era giunto il momento delle dimissioni.
Non reggendosi in piedi avrebbe avuto bisogno di assistenza h24 domiciliare.
Circa un anno e mezzo prima avevo inziato le pratiche per l'assegno di accompagnamento (circa 500 €/mese) che l'INPS, dopo circa 9 mesi, aveva ovviamento rifiutato di riconoscere nonostante la dichiarazione di invalidità al 100%.
Mi sono rivolto all'Associazione invalidi civili che hanno prontamente fatto ricorso e, guarda caso, nel giro di altri 4/5 mesi l'Inps ha dovuto concedere l'assegno di accompagnamento. (mai arrendersi)
Lo Stato riconosce un contributo pari a circa il 50% per il ricovero in case di riposo RSA se si supera un certo punteggio di SVAMA (documento rilasciato dall'ospedale)
Ebbene, gli ospedali faranno di tutto per non farvelo superare questo punteggio facendo risparmiare allo Stato circa 1500/1700 €/mese. Vi invoglieranno in tutti modi a portarvi a casa il malato invalido promettendoti mari e monti sull'assistenza domiciliare e l'attrezzatura. (tutte balle, una vola sbolognato il paziente ai familiari tutte le promesse verranno poco elegantemente dimenticate).
A questo punto cercando in Internet ho scoperto un sito che dava dei suggerimenti molto interessanti e citava parecchi articoli di legge che tutelavano il malato.
Seguendo i loro consigli ho inviato una serie di raccomandate in cui dichiaravo opposizione alle dimissioni.
Non vi racconto il vespaio che ne è venuto fuori (minacce di carabinieri comprese). Fatto sta che dopo un mese di tira e molla chissa come e perchè la mitica SVAMA con punteggio adeguato è stata redatta ed in automatico una quindicina di case di riposo hanno dato l'immediata disponibilità ad accoglire la suocera.
Da notare che secondo i medici le attese si assestavano sui tre anni
(sempre per spaventare i familiari ed invogliarli ad accettare l'invalido a casa con assistenza h24 tramite badante).
In conclusione.
Bisogna lottare per avere riconosciuti i propri diritti.
Chi fosse interessato può inviarmi MP per maggiori dettagli.