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Parliamo di vino con gatto 'Lisse..

Il primo gennaio è il giorno ideale per bere un vino un po’ speciale
Oggi pranzo con immancabili cotechino e lenticchie, perfetto abbinamento della tradizione con

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Fascia di prezzo 9-10 euro, ben spesi..
 
Ciao Marcoleo63.
Prendendo anche spunto da un tuo intervento nella discussione sul prosecco, in cui consigli di "invecchiare" il Ferrari in cantina, dalla tua esperienza, c'è qualche vino di larga diffusione commerciale, nella categoria che io apprezzo di più, ossia rosso "corposo" (la mia cultura vitivinicola mi consente di partorire solo questa espressione :emoji_innocent:), che meriti di essere acquistato e conservato, giusto per fare un esperimento ...
Io resto aggrappatoai rossi della mia terra, magliocco e gaglioppo in primis e similari.
 
c'è qualche vino di larga diffusione commerciale, nella categoria che io apprezzo di più, ossia rosso "corposo" (la mia cultura vitivinicola mi consente di partorire solo questa espressione :emoji_innocent:), che meriti di essere acquistato e conservato, giusto per fare un esperimento ...
Credo che qualsiasi rosso "corposo" possa solo migliorare dopo un affinamento di due/tre anni dalla commercializzazione.
Fatico un po' a segnalarti delle etichette, non sono così ferrato sui rossi "da supermarket".. ipotizzando che ti riferisca ad etichette entro i 10€, mi viene in mente qualche vino del Sud, tipo il Salice Salentino della Cantina Due Palme oppure il Castel del Monte "Vigna Pedale" di Torrevento; etichetta molto reperibile è pure il Corvo Rosso di Duca di Salaparuta, ma non lo sento da una vita ed il ricordo non è proprio di rosso "corposo".
Al caso tuo potrebbe fare qualche Montepulciano d'Abruzzo, solitamente robusto e reperibile a costi contenuti.
Ma, ripeto, qualsiasi rosso corposo merita un affinamento..
Nella tua terra, trovo molto buoni i Cirò di 'A Vita.. e segnalo pure i produttori Sergio Arcuri e Cataldo Calabretta.
 
Innanzitutto grazie della risposta.
Farò tesoro dei tuoi consigli e mi metto alla ricerca delle cantine che hai menzionato che, così su 2 piedi, non mi sembra siano reperibili nella mia zona.
Ti ho chiesto consiglio perchè ho preso qualche bottiglia di Dragone Rosso delle cantine Lento (vendemmia 2016), di cui avevo un bel ricordo. Ne ho stappata una in queste feste e mi ha un po deluso, quindi proverò a conservarle, ovviamente con le dovute precauzioni, per l'anno prossimo.
Farò l'esperimento anche con qualche bottiglia delle cantine Ferrocinto, un produttore della mia zona che, a mio parere, sta ottenendo dei buoni risultati.
Volendo Dio tra un annetto riporterò i primi risultati di questo."esperimento".

:emoji_thumbsup:

p.s.
Non sono ne un grande bevitore ne un esperto, ma secondo me con un po di pazienza nella fascia di prezzo che hai indicato, qualcosa di buono si trova; almeno secondo la mia sensibilità.
 
Un vino rosso di produzione limitata ma, secondo me, veramente interessante è il Verduno Pelaverga (Verduno è uno dei comuni della DOCG Barolo), da uva Pelaverga Piccolo; esiste pure il Pelaverga Saluzzese, usato per il Colline Saluzzesi Pelaverga, ma è altra cosa.. io intendo unicamente il Verduno Pelaverga.
Colore scarico, naso e bocca speziata, si accompagna benissimo a molti piatti, anche per una certa mancanza di peso, nonostante gradazioni alcoliche fra i 13 ed i 14 gradi, che, comunque, non si avvertono; è molto piacevole anche servito un po' fresco, fino ad una decina di gradi e si beve bene anche d'estate.
I produttori sono pochini, quindici/venti se non ricordo male e le bottiglie complessivamente in commercio faticano a soddisfare la richiesta.
I due Pelaverga che prediligo sono quelli di BURLOTTO e di FRATELLI ALESSANDRIA.. oggi ho stappato lo "Speziale" 2017 di quest'ultimo e l'ho trovato ottimo, come sempre, pure se inferiore alla versione del 2016; prezzo: una dozzina di euro in enoteca onesta.
A proposito: segnatevi che la 2016 in Langa sarà annata strepitosa.. tutti gli assaggi da botte dei Barolo 2016 sono stati eccellenti (saranno commercializzabili dal 1 gennaio 2020).

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In un'osteria stile "vecchia Milano", ieri, con qualche amico, abbiamo tenuto la consueta "nebbiolata" post-natalizia.
Nessuna bottiglia da svuotare il portafoglio, tutto ben sotto il verdone.. a parte lo Chablis 1er di RAVENEAU da aperitivo, per il quale, attualmente, non basta il giallone..

Le bottiglie stagnolate
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Ma due avevano un vestitino (provenienza Hong Kong)
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La panoramica dei vuoti
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Poi, in ordine sparso, le altre bottiglie emerse:

Questo "Montestefano" 1995 dei PRODUTTORI BARBARESCO era ancora integro e con strada davanti

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Boca "Vigna Cristiana" 2010 di PODERE AI VALLONI, azienda che aveva avuto una flessione negli anni passati.. ora, pare, si sia ripresa.

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Delusione della giornata.. questo era proprio scollinato e brodoso:emoji_cry:.

Curiosità su questa bottiglia: i cloni di Nebbiolo autorizzati per produrre il Barolo sono tre, chiamati "Michet", "Lampia" e "Rosé".. il "Vigna Elena" di COGNO è uno dei pochissimi prodotti interamente col clone "Rosè".

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Aperitivo con Champagnino e poi il "Montsmains" 2010 di RAVENEAU.. buonissimo e con un paio di lustri davanti..

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Fino all'annata 2008 si poteva reperire, cercando bene, con una cinquantina di euro; poi, è scoppiata la speculazione, le bottiglie sono diventate introvabili ed il prezzo impennato a 200 e più..:emoji_dizzy_face:
 
Un’altra chicca dell’Italia enologica.

Chi ha percorso l’autostrada Torino-Aosta avrà notato, all’altezza dell’uscita di Quincinetto, dove la pianura lascia spazio alle colline, delle splendide vigne suddivise in piccoli appezzamenti terrazzati, alcuni, purtroppo, ormai abbandonati.

E’ la terra del Carema DOC, vino realizzato (per la gran parte) con uva Nebbiolo, qui chiamata Picotendro; le vigne sono coltivate in forma di pergola, localmente detta “tòpia”, con grande fatica: le vigne sono molto ripide e difficili da raggiungere, quindi il lavoro è tutto manuale.

Dopo il grande esodo alla ricerca di lavoro in città, a Torino ma pure alla OLIVETTI di Ivrea, la zona si è spopolata e le vigne, spesso realmente fazzoletti di terra, sono ormai coltivate come secondo lavoro oppure per hobby, sovente da pensionati tornati al paese d'origine.

La locale cantina sociale, i PRODUTTORI DEL NEBBIOLO DI CAREMA, è lo sbocco per la gran parte di questi piccoli coltivatori ed il principale vinificatore di Carema DOC.

L’unico altro produttore è FERRANDO, con sede ad Ivrea; troverete in commercio anche del Carema di ORSOLANI, di San Giorgio Canavese, ma si tratta di partite di vino da loro acquistate presso i PRODUTTORI DEL NEBBIOLO DI CAREMA.

Invece, con l’annata 2017 sarà disponibile un nuovo, piccolissimo, produttore: MURAJE, sembra con poco più di mille bottiglie; le precedenti sue annate, 2015 e 2016 (800-900 bottiglie per annata), sono state commercializzate come vino da tavola.

Preambolo per illustrare la bottiglia da me stappata, il Carema "etichetta nera" 2015 dei PRODUTTORI.. classico Nebbiolo montanaro, di colore scarico, sorso scarno ma elegante e beva molto piacevole per chi (come il sottoscritto) apprezza la tipologia; per me, si può bere anche fresco di cantina.

Se capitate in zona, vi invito a visitare il punto vendita presso la cantina, dove potrete acquistare questa bottiglia a meno di 12 euro e la versione “riserva” ("etichetta bianca"), con un anno di affinamento in più, a circa 17.

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