Allora, vediamo di chiarire un po' meglio la faccenda del "mezzo pericoloso".
In tutti i corsi base sulla sicurezza, la prima cosa che viene insegnata sono i concetti fondamentali di danno, pericolo e rischio. Le definizioni più comuni sono le seguenti:
Il
pericolo è una condizione o un oggetto con la
capacità intrinseca di causare un danno, mentre il
rischio è la
probabilità che questo pericolo si manifesti causando un
danno. Il
danno è invece la
conseguenza negativa e concreta che deriva dal verificarsi dell'evento dannoso.
Più in dettaglio:
Pericolo
- Definizione:
È una proprietà o caratteristica intrinseca di una sostanza, un oggetto, un agente o una situazione che ha il potenziale di causare danno.
- Natura:
È un concetto potenziale, una fonte di danno che esiste ma non implica necessariamente che l'evento si verifichi.
- Esempi:
Una superficie scivolosa è un pericolo, un fungo velenoso nel bosco è un pericolo, un'automobile che passa è un pericolo.
Rischio
- Definizione:
È la probabilità che un pericolo si concretizzi, causando un danno, e la gravità potenziale di quel danno.
- Natura:
È la valutazione del "quanto" è probabile che un pericolo causi un danno e di quanto grave sarebbe il danno.
- Esempi:
La probabilità di cadere e farsi male su una superficie scivolosa è il rischio. L'azione di attraversare la strada senza attenzione quando un'automobile sta passando rappresenta il rischio.
Danno
- Definizione: È la conseguenza negativa e l'effetto reale che deriva dalla concretizzazione di un pericolo, chiudendo il circuito del rischio.
- Natura: È l'evento negativo che si è verificato, con varie gradazioni di gravità.
- Esempi: Una lesione, una malattia, un danno a oggetti o all'ambiente.
Per la gestione del rischio si mettono in atto misure di prevenzione e/o protezione: le prime servono a contenere la probabilità del verificarsi del danno, le seconde a ridurne le conseguenze una volta che il danno si sia verificato.
La prima considerazione da fare è che il concetto di "pericolo" è di natura esclusivamente potenziale, finchè non vi è interazione con il soggetto non si verifica alcun danno. A sua volta, questo può assumere diversa entità (gravità) a seconda delle situazioni con cui si verifica l'interazione, e la probabilità e gravità del verificarsi del danno è espressa dal rischio.
In altre parole, dire che "la bicicletta è un pericolo" è semplicemente un'osservazione della realtà, in quanto si tratta di un oggetto che possiede il potenziale per creare un danno ad altre entità che vi interagiscano (finchè la bici sta sul cavalletto o appoggiata al muro, non può provocare alcun danno, ma rimane comunque un "pericolo" in quanto ne possiede la capacità potenziale).
Una volta che la bicicletta viene usata da una persona, aumentano le
probabilità che da questa interazione possa verificarsi un
danno, la cui gravità dipende dalle circostanze in cui questo si verifica: ecco che entra in gioco il
rischio, che ovviamente è maggiore in proporzione alla frequenza delle interazioni con altri utenti. In pratica, a parità di pericolo, il rischio di farsi male aumenta se si percorre una strada statale rispetto a una strada di campagna o rispetto a una pista ciclabile.
In questo contesto si possono individuare sia misure di
prevenzione (evitare strade trafficate, guidare con prudenza e attenzione, tenere sempre le mani sul manubrio, usare il giubbetto rifrangente...), che di
protezione (caschetto, ginocchiere...). Ma come sempre, meglio prevenire....