<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Panda My 2011: il motore fire 1100 va in pensione... e forse non solo quello... | Page 3 | Il Forum di Quattroruote

Panda My 2011: il motore fire 1100 va in pensione... e forse non solo quello...

autofede2009 ha scritto:
sul sito fiat c'è la nuova gamma...

http://www.fiat.it/cgi-bin/pbrand.dll/FIAT_ITALIA/carconfig/carconfig.jsp?BV_SessionID=@@@@1116056956.1284748672@@@@&BV_EngineID=cccgadelhkhhlmgcefecejgdfkhdfji.0&modelKey=1693#

oltre al 1100 esce di produzione anche il 1400 della 100hp e le versioni GPL e NP...

pure la Anniversary per il momento non c'è... (nel caso è stata veramente una meteora...)

il 1300mj ora è in versione DPF... ma un listino che parte da 12.800 mi pare francamente eccessivo...

correggo... c'è anche una Active 1.3mj dpf a 12.250...
 
probabile... se ne era parlato qualche mese fa... per la Cross NP 1.4 77cv presentata mi pare a Ginevra... ma poi più nulla... anche probabilmente x la fine degli incentivi...
 
nickymartin ha scritto:
Hai ragione per la Uno 60, ricordavo male.
Per la storia della inadeguatezza dei piccoli Fire alle nuove normatico Eco, sarebbe bello capire perchè la ragione tecnica e non quella commerciale ne abbia decretato la fine a tuo giudizio...

Diciamo che il Fire è stato un passo avanti per quanto riguardava la semplicità di costruzione e il costo/numero di particolari in rapporto ai risultati ottenuti, che però non erano in assoluto eclatanti.
La lungimiranza nei riguardi dell'ecologia -intesa come controllo delle emissioni-, non c'è stata. Il 750 aveva i collettori di aspirazione talmente sottili, lunghi e freddi che era impossibile mantenere il controllo della formazione della miscela. Erano arcinoti i problemi di funzionamento a freddo, con prestazioni imbarazzanti finchè il liquido non avesse acquistato almeno una 50ina di gradi. C'era gente che non riusciva a salire le rampe dei garages.....ci si metteva anche una scarsa affidabilità dell'impianto di accensione a spinterogeno Marelli, fonte di ulteriori dissesti nel campo dell'anticipo dell'accensione.
Il difetto venne molto mitigato (se non risolto...) con l'iniezione elettronica e poi adottando accensioni statiche, senza spinterogeno. Rimaneva però la difficoltà a governare la combustione in modo adeguato. C'era anche qualche ingenuità, per esempio la presa sui collettori di aspirazione per la depressione da utilizzare nel servofreno, su alcuni modelli era posta sul ramo del quarto cilindro invece che in posizione centrale o comunque riferibile a tutti i cilindri. Pompando ripetutamente sul pedale dei freni, le pulsazioni di pressione prodotte in un singolo condotto, provocavano finanche il funzionamento -al minimo- a tre cilindri.
Insomma, furono tante luci ma anche qualche ombra e soprattutto non una rivoluzione.
 
modus72 ha scritto:
Una Panda np con il 1.4?
Mhhh.. Non si corre il rischio che venga giudicato "grosso" per una Panda?

Se lo prezzano come il 1,2 direi di no...e poi sono convinto che un'acquirente metanista sia contento di trovarsi 20cv in più e consumi inalterati. E poi mi pare che allo stato attuale il 1,4 sia l'unico motore in Fiat che abbinato al gpl o al metano sia gia ?5.
 
Grattaballe ha scritto:
nickymartin ha scritto:
Hai ragione per la Uno 60, ricordavo male.
Per la storia della inadeguatezza dei piccoli Fire alle nuove normatico Eco, sarebbe bello capire perchè la ragione tecnica e non quella commerciale ne abbia decretato la fine a tuo giudizio...

Diciamo che il Fire è stato un passo avanti per quanto riguardava la semplicità di costruzione e il costo/numero di particolari in rapporto ai risultati ottenuti, che però non erano in assoluto eclatanti.
La lungimiranza nei riguardi dell'ecologia -intesa come controllo delle emissioni-, non c'è stata. Il 750 aveva i collettori di aspirazione talmente sottili, lunghi e freddi che era impossibile mantenere il controllo della formazione della miscela. Erano arcinoti i problemi di funzionamento a freddo, con prestazioni imbarazzanti finchè il liquido non avesse acquistato almeno una 50ina di gradi. C'era gente che non riusciva a salire le rampe dei garages.....ci si metteva anche una scarsa affidabilità dell'impianto di accensione a spinterogeno Marelli, fonte di ulteriori dissesti nel campo dell'anticipo dell'accensione.
Il difetto venne molto mitigato (se non risolto...) con l'iniezione elettronica e poi adottando accensioni statiche, senza spinterogeno. Rimaneva però la difficoltà a governare la combustione in modo adeguato. C'era anche qualche ingenuità, per esempio la presa sui collettori di aspirazione per la depressione da utilizzare nel servofreno, su alcuni modelli era posta sul ramo del quarto cilindro invece che in posizione centrale o comunque riferibile a tutti i cilindri. Pompando ripetutamente sul pedale dei freni, le pulsazioni di pressione prodotte in un singolo condotto, provocavano finanche il funzionamento -al minimo- a tre cilindri.
Insomma, furono tante luci ma anche qualche ombra e soprattutto non una rivoluzione.

Grazie per la puntuale risposta!
Approfitto della tua grande competenza in materia e cortesia per (cercare di) capire questo: perchè questi problemi non sono presenti sulle motorizzazioni di maggiore cilindrata? Intendo: l'iniezione ha consentito di superare i problemi di carburazione in alcune condizioni d'uso del motore, i collettori di aspirazione si adeguano se serve... :!:
dove sarebbe stato il vantaggio dello storico 903 c.c. (o 899 c.c. da un certo punto in poi) al riguardo? :?:

Grazie ancora.
 
nickymartin ha scritto:
Grattaballe ha scritto:
nickymartin ha scritto:
Hai ragione per la Uno 60, ricordavo male.
Per la storia della inadeguatezza dei piccoli Fire alle nuove normatico Eco, sarebbe bello capire perchè la ragione tecnica e non quella commerciale ne abbia decretato la fine a tuo giudizio...

Diciamo che il Fire è stato un passo avanti per quanto riguardava la semplicità di costruzione e il costo/numero di particolari in rapporto ai risultati ottenuti, che però non erano in assoluto eclatanti.
La lungimiranza nei riguardi dell'ecologia -intesa come controllo delle emissioni-, non c'è stata. Il 750 aveva i collettori di aspirazione talmente sottili, lunghi e freddi che era impossibile mantenere il controllo della formazione della miscela. Erano arcinoti i problemi di funzionamento a freddo, con prestazioni imbarazzanti finchè il liquido non avesse acquistato almeno una 50ina di gradi. C'era gente che non riusciva a salire le rampe dei garages.....ci si metteva anche una scarsa affidabilità dell'impianto di accensione a spinterogeno Marelli, fonte di ulteriori dissesti nel campo dell'anticipo dell'accensione.
Il difetto venne molto mitigato (se non risolto...) con l'iniezione elettronica e poi adottando accensioni statiche, senza spinterogeno. Rimaneva però la difficoltà a governare la combustione in modo adeguato. C'era anche qualche ingenuità, per esempio la presa sui collettori di aspirazione per la depressione da utilizzare nel servofreno, su alcuni modelli era posta sul ramo del quarto cilindro invece che in posizione centrale o comunque riferibile a tutti i cilindri. Pompando ripetutamente sul pedale dei freni, le pulsazioni di pressione prodotte in un singolo condotto, provocavano finanche il funzionamento -al minimo- a tre cilindri.
Insomma, furono tante luci ma anche qualche ombra e soprattutto non una rivoluzione.

Grazie per la puntuale risposta!
Approfitto della tua grande competenza in materia e cortesia per (cercare di) capire questo: perchè questi problemi non sono presenti sulle motorizzazioni di maggiore cilindrata? Intendo: l'iniezione ha consentito di superare i problemi di carburazione in alcune condizioni d'uso del motore, i collettori di aspirazione si adeguano se serve... :!:
dove sarebbe stato il vantaggio dello storico 903 c.c. (o 899 c.c. da un certo punto in poi) al riguardo? :?:

Grazie ancora.

costava molto meno... ;)
 
:D :D

Aveva il monoiniettore appoggiato direttamente alla parte superiore della testata, che era molto più libera mancando l'albero a camme e tutti i suoi annessi. I condotti di ammissione (che erano sempre quattro rispetto a un solo iniettore...) risultavano perciò molto più corti e comunque compresi nella fusione della testata stessa, quindi anche più velocemente riscaldati, allontanando il fastidio della condensa del carburante sulle pareti fredde.
Per le cilindrate superiori è più agevole (viste le maggiori dimensioni della camera di scoppio...) optare per una iniezione multipoint, cioè con un iniettore per cilindro. A quel punto i problemi del Fire sono praticamente risolti, visto che la distanza (sia di tempo che di spazio...) tra il getto di benzina e la corrispondente valvola è annullata.
 
Grattaballe ha scritto:
:D :D

Aveva il monoiniettore appoggiato direttamente alla parte superiore della testata, che era molto più libera mancando l'albero a camme e tutti i suoi annessi. I condotti di ammissione (che erano sempre quattro rispetto a un solo iniettore...) risultavano perciò molto più corti e comunque compresi nella fusione della testata stessa, quindi anche più velocemente riscaldati, allontanando il fastidio della condensa del carburante sulle pareti fredde.
Per le cilindrate superiori è più agevole (viste le maggiori dimensioni della camera di scoppio...) optare per una iniezione multipoint, cioè con un iniettore per cilindro. A quel punto i problemi del Fire sono praticamente risolti, visto che la distanza (sia di tempo che di spazio...) tra il getto di benzina e la corrispondente valvola è annullata.
Il fire è un motore degli anni 80, concepito per ridurre il più possibile i consumi e la manutenzione; la strategia pensata da Fiat era quella di adottare delle carburazioni estremamente magre con lo scopo di aver prestazioni elevate e consumi ridotti, per far questo servivano condotti di aspirazione lunghi atti a generare elevate turbolenze in camera per garantire comunque la propagazione del fronte di fiamma; il rovescio della medaglia con il funzionamento a carburatore veniva dato dall'ulteriore smagrimento della miscela dato dalla condensazione della benzina lungo i condotti , cosa che rendeva la miscela troppo magra: chi aveva le panda, le uno , le y10 fire a carburatore si ricorda sicuramente le irregolarità a freddo e il lungo tempo con cui si doveva girare con lo starter tirato.. E' poi bastato adottare l'iniezione elettronica, anche monopoint, per riuscire a regolare molto meglio dei carburatori il tenore della miscela e quindi azzerare o diminuire le irregolarità. Il 903, come diceva grattaballe, aveva condotti d'aspirazione cortissimi e miscele più grasse, riusciva quindi ad essere molto più performante a freddo.
 
Grattaballe ha scritto:
nickymartin ha scritto:
Hai ragione per la Uno 60, ricordavo male.
Per la storia della inadeguatezza dei piccoli Fire alle nuove normatico Eco, sarebbe bello capire perchè la ragione tecnica e non quella commerciale ne abbia decretato la fine a tuo giudizio...

Diciamo che il Fire è stato un passo avanti per quanto riguardava la semplicità di costruzione e il costo/numero di particolari in rapporto ai risultati ottenuti, che però non erano in assoluto eclatanti.
La lungimiranza nei riguardi dell'ecologia -intesa come controllo delle emissioni-, non c'è stata. Il 750 aveva i collettori di aspirazione talmente sottili, lunghi e freddi che era impossibile mantenere il controllo della formazione della miscela. Erano arcinoti i problemi di funzionamento a freddo, con prestazioni imbarazzanti finchè il liquido non avesse acquistato almeno una 50ina di gradi. C'era gente che non riusciva a salire le rampe dei garages.....ci si metteva anche una scarsa affidabilità dell'impianto di accensione a spinterogeno Marelli, fonte di ulteriori dissesti nel campo dell'anticipo dell'accensione.
Il difetto venne molto mitigato (se non risolto...) con l'iniezione elettronica e poi adottando accensioni statiche, senza spinterogeno. Rimaneva però la difficoltà a governare la combustione in modo adeguato. C'era anche qualche ingenuità, per esempio la presa sui collettori di aspirazione per la depressione da utilizzare nel servofreno, su alcuni modelli era posta sul ramo del quarto cilindro invece che in posizione centrale o comunque riferibile a tutti i cilindri. Pompando ripetutamente sul pedale dei freni, le pulsazioni di pressione prodotte in un singolo condotto, provocavano finanche il funzionamento -al minimo- a tre cilindri.
Insomma, furono tante luci ma anche qualche ombra e soprattutto non una rivoluzione.

Sicuramente qualche "ingenuità" c'era: risolta con lo sviluppo dei motori.
Non si era mai parlato di rivoluzione anche se conosciamo la tendenza di Fiat nel "pubblicizzare" alcune tecnologie, d'altronde difetto comune ad altri.
L'accensione elettronica anche senza i.e. dava buoni risultati. Bastava adottare uno "stile" di guida adeguato per non avere "problemi imbarazzanti":qualche minuto di riscaldamento anche in moto e si andava senza problemi. Consumo di olio irrisori e ridotta manutanzione: tagliandi già a 20000 km; valvole che non si "incrinavano" in caso di ruttore della cinghia.
E ottimi riscontri prestazioni/consumi. Non è che sia stata tutta questa rivoluzione ma solo uno dei migliori motori della Fiat. :D
 
autofede2009 ha scritto:
nickymartin ha scritto:
Grattaballe ha scritto:
nickymartin ha scritto:
Hai ragione per la Uno 60, ricordavo male.
Per la storia della inadeguatezza dei piccoli Fire alle nuove normatico Eco, sarebbe bello capire perchè la ragione tecnica e non quella commerciale ne abbia decretato la fine a tuo giudizio...

Diciamo che il Fire è stato un passo avanti per quanto riguardava la semplicità di costruzione e il costo/numero di particolari in rapporto ai risultati ottenuti, che però non erano in assoluto eclatanti.
La lungimiranza nei riguardi dell'ecologia -intesa come controllo delle emissioni-, non c'è stata. Il 750 aveva i collettori di aspirazione talmente sottili, lunghi e freddi che era impossibile mantenere il controllo della formazione della miscela. Erano arcinoti i problemi di funzionamento a freddo, con prestazioni imbarazzanti finchè il liquido non avesse acquistato almeno una 50ina di gradi. C'era gente che non riusciva a salire le rampe dei garages.....ci si metteva anche una scarsa affidabilità dell'impianto di accensione a spinterogeno Marelli, fonte di ulteriori dissesti nel campo dell'anticipo dell'accensione.
Il difetto venne molto mitigato (se non risolto...) con l'iniezione elettronica e poi adottando accensioni statiche, senza spinterogeno. Rimaneva però la difficoltà a governare la combustione in modo adeguato. C'era anche qualche ingenuità, per esempio la presa sui collettori di aspirazione per la depressione da utilizzare nel servofreno, su alcuni modelli era posta sul ramo del quarto cilindro invece che in posizione centrale o comunque riferibile a tutti i cilindri. Pompando ripetutamente sul pedale dei freni, le pulsazioni di pressione prodotte in un singolo condotto, provocavano finanche il funzionamento -al minimo- a tre cilindri.
Insomma, furono tante luci ma anche qualche ombra e soprattutto non una rivoluzione.

Grazie per la puntuale risposta!
Approfitto della tua grande competenza in materia e cortesia per (cercare di) capire questo: perchè questi problemi non sono presenti sulle motorizzazioni di maggiore cilindrata? Intendo: l'iniezione ha consentito di superare i problemi di carburazione in alcune condizioni d'uso del motore, i collettori di aspirazione si adeguano se serve... :!:
dove sarebbe stato il vantaggio dello storico 903 c.c. (o 899 c.c. da un certo punto in poi) al riguardo? :?:

Grazie ancora.

costava molto meno... ;)

Eh eh e te pareva :D
 
GenLee ha scritto:
autofede2009 ha scritto:
costava molto meno... ;)

Eh eh e te pareva :D
Beh è un motivo validissimo...
Oltre a rinfrescare le vendite, buona parte dei restyling dei vari modelli ha proprio lo scopo di variare certi processi produttivi al fine di diminuire i costi di fabbricazione. Il che non vuol dire impoverire il prodotto, anzi, ma di ottimizzarne la produzione. La Punto prima serie ne è un bell'esempio, il restyling estetico fu limitatissimo ma abbastanza corposo sottopelle nelle componentistiche invisibili.
 
GenLee ha scritto:
Sicuramente qualche "ingenuità" c'era: risolta con lo sviluppo dei motori.
Non si era mai parlato di rivoluzione anche se conosciamo la tendenza di Fiat nel "pubblicizzare" alcune tecnologie, d'altronde difetto comune ad altri.
L'accensione elettronica anche senza i.e. dava buoni risultati. Bastava adottare uno "stile" di guida adeguato per non avere "problemi imbarazzanti":qualche minuto di riscaldamento anche in moto e si andava senza problemi. Consumo di olio irrisori e ridotta manutanzione: tagliandi già a 20000 km; valvole che non si "incrinavano" in caso di ruttore della cinghia.
E ottimi riscontri prestazioni/consumi. Non è che sia stata tutta questa rivoluzione ma solo uno dei migliori motori della Fiat. :D

Insomma....fino all'avvento del catalizzatore i tagliandi erano a 10mila o un anno. Le valvole (e qui vorrei sfatare un mito...) il più delle volte non toccavano il cielo dei pistoni. Non era garantito che lo facessero sempre. Comunque la cosa era dovuta alle ridotte alzate delle camme, non sicuramente alla previsione di rotture della cinghia, tralaltro parecchio sottile già di suo. Per l'accensione, posso dirti (a puro titolo di statistica..) che dal 1998 ho venduto (cittadina di 11.000 anime...) 455 correttori di anticipo per gli spinterogeni Fire non cat e 96 per quelli catalizzati. Una 90ina di impulsori e 185 calotte. Se pensi che lo spinterogeno è sparito con l'avvento della Punto, nel 1994, possiamo dire senz'altro che era parecchio rognoso anche in rapporto al circolante, destinato comunque a ridursi dopo l'avvento dell'accensione statica.
A proposito di bobine, tolto lo spinterogeno sono sparite intere tipologie di guasti ma naturalmente la bobina (due per vettura) non ne è del tutto esente: dal 1999 il consumo è stato di 160 pezzi.
 
agusmag ha scritto:
autofede2009 ha scritto:
cogliamo l'occasione per salutare il glorioso 4 cilindri 1108cc che ci ha accompagnato con i suoi 54cv da parecchio tempo... ;)

non ricordo la prima installazione... fu sulla Uno 60 o sulla Ypsilon LX i.e.?

ciao a tutti

Nessuna della due. Dovrebbe aver debuttato l'anno prima nel 1988 sulla Fiat Tipo.

Confermo
 
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