<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Museo Alfa Romeo: finalmente il TAR ha respinto il vergognoso ricorso contro il vincolo. | Page 251 | Il Forum di Quattroruote

Museo Alfa Romeo: finalmente il TAR ha respinto il vergognoso ricorso contro il vincolo.

fpaol68 ha scritto:
Vi metto a conoscenza di quanto trovato sulla pagina Facebook di Alfa Club Milano, che bene mette in evidenza l'atteggiamento di fiat verso il museo ed i suoi difensori:

"Cari Amici, in privato ci state chiedendo insistentemente come mai non partecipiamo come associazione a questa iniziativa organizzata dal Comune di Arese "Rombo d'Autore" dedicata al Museo Storico.
Rispondiamo qui pubblicamente a tutti:
A gennaio Alfa Romeo Club Milano viene contattato dall'Assessore Roberta Tellini per un aiuto sull'organizzazione di questo evento che ha come fine la sensibilizzazione dei cittadini di Arese per la riapertura del Museo.
Insieme al Sindaco Michele Palestra ci viene chiesto una mano per organizzare il corteo per le vie cittadine, noi oltre a quello proponiamo di festeggiare anche i 60 anni della Giulietta organizzando la sfilata partendo da Piazza Sempione dove c'è l'Arco della Pace, dove la Giulietta Sprint era stata fotografata anni e anni fa, per entrare ad Arese, simbolicamente il passaggio dal Portello alla "Arese Industriale" con le Giulietta in testa.
Nel frattempo abbiamo avvisato i club storici più importanti di Milano e non solo.
Oltre a questo ci siamo attivati per ingaggiare due attori vestiti da Romeo e Giulietta e farli arrivare in elicottero tramite la Elite Aviation di Bresso esattamente come la presentazione del 1954 al Portello.
Purtroppo dopo il primo incontro non si è saputo più nulla ufficialmente ma solo un tiepido "tra le righe":
"Fiat e Riar non gradiscono la vostra presenza"!

Il Comune di Arese per evitare di dare l'ennesimo "pretesto" a Fiat nella questione Museo Storico, visto che comunque per lei o si svincolano le vetture o il Museo rimane chiuso, ci ha chiesto di non venire ma soprattutto che non possiamo collaborare insieme.
Hanno aggiunto che nel caso gli Alfisti di Alfa Romeo Club Milano possono parcheggiare sulle strade o nei parcheggi.
Scusateci: Non ce la siamo sentita di divulgare una simile "possibilità".
L'ennesimo bastone tra le ruote che questa associazione riceve per il suo costante impegno per la salvaguardia del Museo Storico.
Ogni Alfista può comunque partecipare ed entrare in Villa Valera parcheggiando di fronte al Museo o se volete al Parco Europa dove c'è il Monumento dedicato all'Alfa Romeo che ha presentato la persona che sta scrivendo in questo momento queste frasi.
Non ce la sentiamo di obbligare nessuno a non partecipare perchè è la passione che ci guida, quindi siete tutti liberi, d'altronde la brutta figura qui l'hanno fatta di nuovo le solite persone.
Un doppio lampeggio e FORZA ALFA sempre"
Il solito atteggiamento vergognoso!
 
Direi che dell'atteggiamento Fiat , che si sente le mani sporche e quindi evita il confronto, si sapeva già.

L'elemento di novità, e di peggior figura, a quanto pare va invece al Riar, che si presumeva organo di qualche caratura istituzionale, e che invece si rivela un pupazzo in mano a Fiat, prestandosi a giochini ad excludendum cui nessun altro organo indipendente potrebbe prestarsi senza risponderne ai propri iscritti che, in questo caso invece, evidentemente contano meno del puparo.

Qualcuno ha poi capito cosa c'entri Ferrari con questo evento?
 
PierUgoMaria1 ha scritto:
Direi che dell'atteggiamento Fiat , che si sente le mani sporche e quindi evita il confronto, si sapeva già.

L'elemento di novità, e di peggior figura, a quanto pare va invece al Riar, che si presumeva organo di qualche caratura istituzionale, e che invece si rivela un pupazzo in mano a Fiat, prestandosi a giochini ad excludendum cui nessun altro organo indipendente potrebbe prestarsi senza risponderne ai propri iscritti che, in questo caso invece, evidentemente contano meno del puparo.

Qualcuno ha poi capito cosa c'entri Ferrari con questo evento?

In realtà l'atteggiamento di totale sottomissione e complicità con fiat del riar era già stato evidenziato e commentato, proprio in questo topic, già da tempo. Da quando cioè il suo presidente si era pubblicamente espresso a favore dello smantellamento del museo e del suo spostamento in altro luogo in ossequio ai voleri di fiat. Del resto anche loro tengono famiglia, basta vedere dove hanno la sede per capire.

Per mia grande gioia non sono iscritto al riar, che se lo avessi fatto avrei stracciato immediatamente la tessera.
 
Ma un bel ESPROPRIO PER PUBBLIA UTILITA' non sarebbe l'uovo di Colombo?
Che poi non ho ancora capito se Fiat ha pagato o meno l'Alfa e quindi il Museo....
 
fpaol68 ha scritto:
Per mia grande gioia non sono iscritto al riar, che se lo avessi fatto avrei stracciato immediatamente la tessera.

E Marchionne questo lo sa, ecco perché non ti ci vuole. Te e qualche altro centinaio di persone muniti di Alfa storiche, ma questi sono dettagli trascurabili: tanto ci sono le Ferrari.

Anche qui direi che siamo davanti ad un fatto che, in un paese con una stampa, non potrebbe mancare di trovare pubblicità. In italia... dove il lettore é tradizionalmente piú dinamico ed intraprendente... può andarsi a cercare le notizie interessanti su facebook. Tanto ce l'avete tutti uno smartphone, no?
 
Ex Batri ha scritto:
Ma un bel ESPROPRIO PER PUBBLIA UTILITA' non sarebbe l'uovo di Colombo?
Che poi non ho ancora capito se Fiat ha pagato o meno l'Alfa e quindi il Museo....
Certo sarebbe l'uovo di Colombo...ma per certi Agnelli non c'è Pasqua che tenga....
 
Kren2 ha scritto:
Ex Batri ha scritto:
Ma un bel ESPROPRIO PER PUBBLIA UTILITA' non sarebbe l'uovo di Colombo?
Che poi non ho ancora capito se Fiat ha pagato o meno l'Alfa e quindi il Museo....
Certo sarebbe l'uovo di Colombo...ma per certi Agnelli non c'è Pasqua che tenga....

:thumbup:

Ma legalmente ci sarebbero i presupposti per poterlo effettivamente espropriare?
 
fpaol68 ha scritto:
Kren2 ha scritto:
Ex Batri ha scritto:
Ma un bel ESPROPRIO PER PUBBLIA UTILITA' non sarebbe l'uovo di Colombo?
Che poi non ho ancora capito se Fiat ha pagato o meno l'Alfa e quindi il Museo....
Certo sarebbe l'uovo di Colombo...ma per certi Agnelli non c'è Pasqua che tenga....

:thumbup:

Ma legalmente ci sarebbero i presupposti per poterlo effettivamente espropriare?
Secondo me si perchè non si può distruggere un bene pubblico qual'è il museo dell'Alfaromeo che è memoria nazionale. Non per niente è stato vincolato.
 
Sul sito del mio ordine professionale è stato pubblicato un articolo sul museo Alfa dove si spiega il perchè la Soprintendenza ha messo il vincolo non solo sull'immobile ma anche sul suo contenuto, le nostre amate Alfa

http://www.ordinearchitetti.mi.it/it/notizie/dettaglio/7339-maria-vittoria-capitanucci-museo-e-territorio

Qui lo riporto

"Maria Vittoria Capitanucci: museo e territorio
02/04/2014

Recentemente sullo storico mensile della Domus editore ?Quattoruote? sono apparse alcune proposte progettuali riguardo la ristrutturazione del Museo Alfa Romeo di Arese, in cui si spiega che, grazie alla vendita di alcuni dei modelli più prestigiosi ivi conservati per la raccolta dei fondi necessari, sarebbe possibile riaprire il museo in tempo per Expo 2015, pochi chilometri distante, rimettendo finalmente a disposizione del pubblico una collezione unica al mondo.

Ne abbiamo parlato con Maria Vittoria Capitanucci, critico e storico dell?architettura, autrice del volume dedicato all?opera dei fratelli Latis (skira 2007), progettisti del museo e degli uffici limitrofi nel 1974.
Docente incaricato al Politecnico di Milano e autrice di numerosi testi dedicati al professionismo milanese del dopoguerra, oltre che dell?ultima guida sull?architettura contemporanea milanese edita da Skira nel 2012, di cui, ci racconta, a breve in libreria il suo terzo aggiornamento. Non ultimo redattrice stabile de ?l?architetto?, la nuova rivista digitale del CNA diretta da Pierluigi Mutti.

Perché occuparci di un lavoro in fondo minore dello studio Latis, molto attivo a Milano nel dopoguerra, e in che direzione la sua conservazione può essere di qualche attualità?

Quest?opera, nata a cavallo degli anni ?60 e ?70, si inserisce in un momento in cui l?architettura industriale era terreno di sperimentazione su più fronti e parlava diversi linguaggi, non è un caso dunque che si proponesse l?accostamento degli uffici ai luoghi della produzione o, addirittura, come in quest?occasione ad un museo, che porta con sé la storia e l?identità del gruppo industriale. Dunque questo progetto ha un valore che va considerato sia nel significato che ha avuto nel suo contesto storico e culturale (un momento eroico ed illuminato per l?industria italiana e i suoi ?uomini?) sia sul piano prettamente architettonico, magari non superlativo, e nel suo carattere paesaggistico. È un esempio, questo dell?Alfa, emblematico della storia del ?900 industriale. Un sito, infatti, arricchitosi nel tempo di opere di progettisti di primo piano della storia dell?architettura, a partire da Giulio Minoletti a metà degli anni ?60, a seguire con Antonio Cassi Ramelli, che coinvolse a sua volta l?ing. Vittore Ceretti e i fratelli Vito e Gustavo Latis nella seconda metà degli anni ?70, per concludere con la costruzione degli uffici tecnici da parte di Ignazio Gardella. Insieme, costoro e i loro interventi, esprimono coralmente lo stato di avanzamento della cultura architettonica di quegli anni, evidenziando il raffinato utilizzo di elementi prefabbricati e del cemento, oltre alle soluzioni progettuali sulla distribuzione e sulla flessibilità degli spazi del lavoro.

In questo senso il museo ha un valore non solo riferito all?edificio in sè, quanto ad un elemento congruente ad un sistema complesso strutturale all?idea moderna di stabilimento. In questo senso Giuseppe Luraghi, presidente dell?Alfa Romeo, già parte del gruppo IRI, si dimostra un visionario colto e pragmatico, letterato ed economista, incarna una committenza illuminata che negli anni sessanta ha espresso forse le sue più alte potenzialità. Alla stregua degli Olivetti, dei Pirelli e di alcuni dei grandi industriali dello scorso secolo, fu un lungimirante conservatore che seppe coniugare l?attività manageriale a quella umanistica. Da semplice impiegato Pirelli agli inizi degli anni ?30, diviene dirigente IRI e per questo dal ?60, con alterne fortune, presidente dell?Alfa Romeo. Ma negli stessi anni fu anche fondatore delle edizioni della Meridiana, e lui stesso scrittore e poeta.

In cosa allora ritroviamo il valore che anche la Soprintendenza, nella sua azione di tutela rispetto alla collezione di automobili, di fatto riconosce nell?allestimento dei fratelli Latis?

Il museo nel suo allestimento ha sicuramente una maggior libertà di espressione rispetto agli edifici che lo contengono. La vicenda come ho detto si avvia con l?incarico nella seconda metà degli anni ?60 ad Antonio Cassi Ramelli. Successivamente intervengono Vittore Ceretti e i fratelli Latis, configurando così un lavoro corale, molto probabilmente con una suddivisione di competenze piuttosto precisa. Del resto sono tutti progettisti che afferiscono alla realtà industriale del periodo, con cui ognuno ha molteplici intersecazioni ma che si dedicano anche ad ambito completamente differenti, dei Latis ad esempio consociamo tutti la raffinata costellazione di esempi di ediliazia residenziale borghese nella città, meno le sperimentazioni di edifici religiosi prefabbricati (come Zanuso, Minoletti, Magistretti, etc...) e i numerosi edifici polifunzionali e per il terziario. Lo stesso Ceretti, in una delle chiacchierate che facemmo, mi accennò alle complesse vicissitudini di ?incarico? e di scelte progettuali che caratterizzarono la vicenda progettuale del Museo?Certo, se guardiamo i disegni conservati nell?archivio Latis, possiamo vedere con quale passione e profondità di dettaglio vi abbiano di fatto lavorato in prima persona.
E, mentre l?involucro si pone in relazione con il contesto costruito e in costruzione e con un linguaggio concertato tra i vari protagonisti della vicenda, l?allestimento interno, o meglio la concezione spaziale degli interni, ribadisco, ha una grande forza, un impatto e una distribuzione che potrebbe certamente essere oggetto di un rinnovamento contemporaneo senza di fatto doverne scalfire l?identità: i piani sfalsati e la scala che li collega tra loro, il percorso che conduce al centro dell?impluvio, a trionfo dell?allestimento museale, in cui sono collocati i 5 pezzi più importanti, posti sopra dei podi dimensionate ad hoc, in costante dialogo tra automobili e lo spazio che le contiene.

Pare si tratti degli stessi modelli che ora la proprietà Fiat vorrebbe vendere per realizzare i denari necessari alla ristrutturazione. Come se per i lavori del Louvre si vendesse la Gioconda, si legge da qualche parte?

... E la soprintendenza infatti, per tempo e con grande lungimiranza, ha posto il vincolo proprio sul patrimonio storico conservato e non soltanto sull?edificio. Ma è chiaro che questo allestimento va considerato tutt?uno con la collezione, la rara grazia di questo museo è proprio in questo inscindibile legame. A mio avviso è una struttura di tale potenza e attualità che si presta ad una azione di rinnovamento proprio nei termini in cui è stato ristrutturato il nuovo museo dell?automobile di Torino, dove l?innesto del recente progetto di Cino Zucchi non sembra stravolgere nei fatti l?edificio originario di Amedeo Albertini, ma ne ha con raffinato acume programmatico enfatizzato i caratteri già interessanti ri-immentendoli nella storia di oggi.

Del resto, e torniamo al punto di partenza, il museo dell?Alfa Romeo è una struttura di grande richiamo internazionale, che aggiunge rendita di posizione ad un distretto in grande rinnovamento, tra Expo, Fiera, e il nuovo polo commerciale e residenziale in via di costruzione sulle altre parti dismesse dell?Alfa?

Credo che proprio qui stia il grande interesse di questo Museo, come da anni stiamo cercando di evidenziare nello studio di quanto soprattutto la cultura architettonica lombarda ha espresso, che potremmo leggere in una sorta di doppio passo, a nostro modo di vedere inscindibile: da una parte il lavoro sulla città, dall?altra sul paesaggio contemporaneo. Studiosi come Tullia Iori e Sergio Poretti, Marzia Marandola, Claudia Conforti, ma lo stesso Carlo Olmo con il suo lungo lavoro su Nervi, si muovono da tempo per sottolineare con importanti contributi (su Morandi, Musmeci, De Miranda, Favini ?ma anche Zanuso, Mangiarotti, Morassutti) come la storia dell?ingegneria e della ?concezione strutturale? sia a tutti gli effetti una storia alta che ha disegnato il nostro paesaggio e la nostra cultura architettonica esattamente come i grandi musei, le abitazioni e tutta l?edilizia non infrastrutturale. Come la bella mostra ?L?architettura del mondo? dello scorso anno alla Triennale, curata da Alberto Ferlenga, ha evidenziato. Il paesaggio è oggi al centro dell?analisi proprio perché restituisce la complessità dell?azione compiuta da questi protagonisti ed insieme allarga gli orizzonti della storia moderna dell?architettura italiana.

Francesco de Agostini
"
 
fpaol68 ha scritto:
Kren2 ha scritto:
Ex Batri ha scritto:
Ma un bel ESPROPRIO PER PUBBLIA UTILITA' non sarebbe l'uovo di Colombo?
Che poi non ho ancora capito se Fiat ha pagato o meno l'Alfa e quindi il Museo....
Certo sarebbe l'uovo di Colombo...ma per certi Agnelli non c'è Pasqua che tenga....

:thumbup:

Ma legalmente ci sarebbero i presupposti per poterlo effettivamente espropriare?
Condivido il ragionamento di Batri. I presupposti ci sono tutti. Anzi, l'intervento dello Stato (che io solitamente aborro) sarebbe necessario ed auspicabile poiché il bene culturale è di fatto trascurato e non valorizzato.
 
Kren2 ha scritto:
fpaol68 ha scritto:
Kren2 ha scritto:
Ex Batri ha scritto:
Ma un bel ESPROPRIO PER PUBBLIA UTILITA' non sarebbe l'uovo di Colombo?
Che poi non ho ancora capito se Fiat ha pagato o meno l'Alfa e quindi il Museo....
Certo sarebbe l'uovo di Colombo...ma per certi Agnelli non c'è Pasqua che tenga....

:thumbup:

Ma legalmente ci sarebbero i presupposti per poterlo effettivamente espropriare?
Condivido il ragionamento di Batri. I presupposti ci sono tutti. Anzi, l'intervento dello Stato (che io solitamente aborro) sarebbe necessario ed auspicabile poiché il bene culturale è di fatto trascurato e non valorizzato.
Si in effetti l'ho buttata li ma è proprio l'uovo di Colombo, in più potrebbe anche essere una risposta dello Stato alla scelta discutibile di fiat di spostare all'estero la sua sede legale.
 
alexmed ha scritto:
Lo Stato, quello che lascia crollare Pompei? Parliamo dello stesso Stato? O a quale vi riferite?
Senza entrare nel tema politico, lo Stato oltre a quello centrale sono anche gli enti locali (il comune, la regione).
Certo l'ente che fa l'esproprio deve poi avere i fondi per mettere a reddito il museo e questo è un'altro paio di maniche. Però ci potrebbero essere degli sponsor che potrebbero investire in questo museo (certo non i tedeschi del gruppo VAG :lol: :lol: :lol: ) magari aziende di hardware come ad esempio è successo ad Ercolano. :thumbup:

Piccolo OT visto che hai citato Pompei vorrei portare all'attenzione che il sito di Ercolano, pur essendo non molto distante, è gestito molto meglio. Qui si sono trovati gli sponsor che hanno investito e la macchina statale non si è messa di traverso e ha collaborato.
Quindi non sempre l'equazione Stato=Pessimo servizio è valida (per fortuna!)
Per chi volesse approfondire
http://espresso.repubblica.it/attualita/cronaca/2012/07/24/news/ercolano-ok-pompei-ko-1.45197
 
Ex Batri ha scritto:
Kren2 ha scritto:
fpaol68 ha scritto:
Kren2 ha scritto:
Ex Batri ha scritto:
Ma un bel ESPROPRIO PER PUBBLIA UTILITA' non sarebbe l'uovo di Colombo?
Che poi non ho ancora capito se Fiat ha pagato o meno l'Alfa e quindi il Museo....
Certo sarebbe l'uovo di Colombo...ma per certi Agnelli non c'è Pasqua che tenga....

:thumbup:

Ma legalmente ci sarebbero i presupposti per poterlo effettivamente espropriare?
Condivido il ragionamento di Batri. I presupposti ci sono tutti. Anzi, l'intervento dello Stato (che io solitamente aborro) sarebbe necessario ed auspicabile poiché il bene culturale è di fatto trascurato e non valorizzato.
Si in effetti l'ho buttata li ma è proprio l'uovo di Colombo, in più potrebbe anche essere una risposta dello Stato alla scelta discutibile di fiat di spostare all'estero la sua sede legale.

Quello stato un cui ministro ha appena dichiarato che fiat essendo azienda privata può andare dove vuole con la sede? Oppure quello stato che ha regalato l'Alfa alla stessa fiat con il vincolo contrattuale di mantenere occupazione e siti produttivi?
Sarebbe bello, vorrebbe dire avere uno Stato, ma temo che sia impossibile.
 
fpaol68 ha scritto:
Quello stato un cui ministro ha appena dichiarato che fiat essendo azienda privata può andare dove vuole con la sede? Oppure quello stato che ha regalato l'Alfa alla stessa fiat con il vincolo contrattuale di mantenere occupazione e siti produttivi?
Sarebbe bello, vorrebbe dire avere uno Stato, ma temo che sia impossibile.

Si hai ragione è che mi piace essere ottimista e spero che prima i poi le cose cambino in meglio, magari avere un presidente del consiglio "Alfista" :D
 
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