<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Museo Alfa Romeo: finalmente il TAR ha respinto il vergognoso ricorso contro il vincolo. | Page 250 | Il Forum di Quattroruote

Museo Alfa Romeo: finalmente il TAR ha respinto il vergognoso ricorso contro il vincolo.

Gt_junior ha scritto:
Ritorno, non me ne voglia il buon Giampi47, sull'argomento museo, perché ho leto ieri, non ricordo il link, che Marchionne annuncerà ben 7 modelli (in realtà 5 + 2varianti) per il 2018, di cui la prima non prima del 2016 (alla faccia di chi sosteneva che almeno un modello era già pronto da sfornare).
Ora mi domando, al di la' del merito della notizia di per se, come può essere che Fiat debba vendere parte della sua collezione per sostenere il costo della tanto agognata ristrutturazione, valore intorno ai 20mil euro Max, e dall'altra parte annunciare un piano di rilancio che vorrà almeno 7miliardi di investimento.
Ecco perché il quadro delle cose non torna.

@ ROSARIO

@ FPAOL

Ragazzi , Vi assicuro : nessuna interferenza da parte vostra ed avete fatto bene a tornare sulla tematica cui è preposto questo topic. :D .....e seguitiamo pure così che va benone. ;)
Come ben sapete la mia presenza e contribuzione al prosieguo dello stare in "allerta" , per tanta parte si basa su ricordi di vita vissuta , su letture di libri vari ed a volte non comuni e strani ma anche per lo più per desiderare di informare i giovani di cosa era
l' ALFA ROMEO.

Un caro saluto e...........perdonate se momentaneamente ( ormai da almeno 2 mesetti ) non sono più attivo come qualche tempo addietro.
Comunque ho qui tutto scritto- tutti gli appunti - circa il materiale che prossimamente devo sviluppare - stilare - per poi inserirlo qua.

Ciao. :D :thumbup:
 
Maxetto883 ha scritto:
Gt_junior ha scritto:
Maxetto883 ha scritto:
PierUgoMaria1 ha scritto:
Maxetto883 ha scritto:
La soluzione della Fondazione voluta da Maroni avrebbe potuto funzionare, le vetture sarebbero rimaste nel museo.
Cosa è andato storto?

Forse il giudice non era scemo quanto sperato?
Il giudice? :shock: Non erano alcuni imprenditori e la Regione che dovevano trovare un'accordo?

L'accordo doveva trovare il benestare della Sovrintendenza. Non è che ognuno fa e decide quello che vuole in barba a regole determinate.
Inoltre l'escamotage della Fondazione era una vera scemenza, un raggiro per creare un precedente.

Penso che tu non voglia capire.

Il Vincolo è una forma di Tutela ed è giusto che vi sia.

Se tolgo anche solo parzialmente il Vincolo, viene meno il principio di autorità e crea un precedente per cui tra due anni Fiat chiederà di svincolare altro appellandosi alla sentenza regressa.
Tolto lo svicolo, si vendono le auto, alcune si tengono e si svende tutta l'area. Frittata fatta in barba alla storia e all'intelligenza degli italiani.

Poi è tua facoltà avere idee diverse, come ben stai dimostrando.
Che posso dire ? Libero di averle, augurandosi che siano sempre avallate da coerenza intellettuale.
Ma la fondazione non aveva lo scopo di lasciare le auto nel museo?
Quindi senza forzare il vincolo?

No, leggi bene l'articolo.
La Fondazione le avrebbe acquistate e gestite, lasciandone la destinazione d'uso museale/manifestazioni.
Ma in ogni caso per vendere le n.x auto, la Sovrintendenza dovrebbe svincolarle. Quindi torniamo a quanto ti dicevo.

Non sforzarti di trovare interpretazioni avulse dall'oggettivita' di quanto scritto. Poi, ripeto, pensa ciò che meglio credi, basta non impestare il topic con interventi fuorvianti.
 
C'é una cosa che va chiarita,  credo,  anche per capire meglio le mosse di fca.

Il vincolo culturale non inibisce il diritto di proprietà,  né vieta la vendita ( salvo obbligo di conunicarla,  e di rispettare il diritto di prelazione riservato allo Stato ),  ma piuttosto vincola l'uso e la destinazione del bene. Non a caso é un diritto reale,  cioé connesso direttamente al bene, che come tale vale per ogni successivo proprietario.

Il vincolo quindi,  ripetiamolo perché non se ne parla abbastanza,  NON é la causa della chiusura del museo,  NON impedisce la vendita,  né la ristrutturazione dello stesso.

Non impedisce che fca possa vendere dei pezzi ad un collezionista mediorientale,  o tutto il museo in blocco a Piech: impedisce solo che i beni,  di precipuo interesse culturale  italiano,  vengano trasferiti in un garage del Bahrein oppure a Wolfsburg. Chiaro che a queste condizioni alcuni interessenti privatissimi si eclissino ( tipicamente il sultano del Bahrein che avesse voluto usare la 159 come mangiatoia per il proprio purosangue arabo), ma non perché la vendita sia impedita. 

Se ne evince che la cordata di Maroni,  fosse stata interessata ad acquistare dei pezzi rispettandone la destinazione d'uso vincolata,  le auto potrebbe averle già acquistate ( sempre che lo stato non avesse reclamato prelazione).

Perché allora non lo ha fatto?  Perché come condizione al proprio acquisto ha chiesto una gestione piú "elastica"  ( segnatevi questo termine)  dei pezzi eventualmente acquistati.

Cosa vuol dire "elastica"?  Boh...  Non lo ha mai chiarito Maroni, non lo ha mai chiarito la cordata,  né Fca.  Ed ovviamente la stampa non é andata ad impiccciarsi della questione facendo domande fastidiose.  Di fatto risulta che i pezzi del museo,  già in costanza di vincolo, siano tranquillamente usciti dallo stesso,  abbiano viaggiato,  siano stati altrove esposti ed abbiano anche gareggiato in occasione di manifestazioni storiche.

Quindi con "gestione piú elastica" gli imprenditori maroniti intendevano necessariamente qualcosa di piú di quanto sopra,  che é giá  attestato e legittimo.  È questo quid in piú,  che evidentemente va oltre i limiti del vincolo, ( che reclama i beni sul territorio italiano) che necessitava di una trattativa ad hoc. È questo "elastico"  che preludeva ad una ridiscussione del vincolo,  non la vendita in sé,  che é concessa.

Ma se non vanno bene sul territorio di Arese,  dove li dovevano portare,  questi pezzi eventualmente acquistati? Ecchilosà. Se questo paese avesse una stampa,  qualcuno avrebbe già posto la domanda.  Invece questo paese ha uffici stampa,  che si preoccupano di stampare comunicati.

Di fatto,  se lo scopo fosse stato quello di tenerli nel museo,  ci sarebbe già stato il passaggio di proprietà.
 
PierUgoMaria1 ha scritto:
C'é una cosa che va chiarita,  credo,  anche per capire meglio le mosse di fca.

Il vincolo culturale non inibisce il diritto di proprietà,  né vieta la vendita ( salvo obbligo di conunicarla,  e di rispettare il diritto di prelazione riservato allo Stato ),  ma piuttosto vincola l'uso e la destinazione del bene. Non a caso é un diritto reale,  cioé connesso direttamente al bene, che come tale vale per ogni successivo proprietario.

Il vincolo quindi,  ripetiamolo perché non se ne parla abbastanza,  NON é la causa della chiusura del museo,  NON impedisce la vendita,  né la ristrutturazione dello stesso.

Non impedisce che fca possa vendere dei pezzi ad un collezionista mediorientale,  o tutto il museo in blocco a Piech: impedisce solo che i beni,  di precipuo interesse culturale  italiano,  vengano trasferiti in un garage del Bahrein oppure a Wolfsburg. Chiaro che a queste condizioni alcuni interessenti privatissimi si eclissino ( tipicamente il sultano del Bahrein che avesse voluto usare la 159 come mangiatoia per il proprio purosangue arabo), ma non perché la vendita sia impedita. 

Se ne evince che la cordata di Maroni,  fosse stata interessata ad acquistare dei pezzi rispettandone la destinazione d'uso vincolata,  le auto potrebbe averle già acquistate ( sempre che lo stato non avesse reclamato prelazione).

Perché allora non lo ha fatto?  Perché come condizione al proprio acquisto ha chiesto una gestione piú "elastica"  ( segnatevi questo termine)  dei pezzi eventualmente acquistati.

Cosa vuol dire "elastica"?  Boh...  Non lo ha mai chiarito Maroni, non lo ha mai chiarito la cordata,  né Fca.  Ed ovviamente la stampa non é andata ad impiccciarsi della questione facendo domande fastidiose.  Di fatto risulta che i pezzi del museo,  già in costanza di vincolo, siano tranquillamente usciti dallo stesso,  abbiano viaggiato,  siano stati altrove esposti ed abbiano anche gareggiato in occasione di manifestazioni storiche.

Quindi con "gestione piú elastica" gli imprenditori maroniti intendevano necessariamente qualcosa di piú di quanto sopra,  che é giá  attestato e legittimo.  È questo quid in piú,  che evidentemente va oltre i limiti del vincolo, ( che reclama i beni sul territorio italiano) che necessitava di una trattativa ad hoc. È questo "elastico"  che preludeva ad una ridiscussione del vincolo,  non la vendita in sé,  che é concessa.

Ma se non vanno bene sul territorio di Arese,  dove li dovevano portare,  questi pezzi eventualmente acquistati? Ecchilosà. Se questo paese avesse una stampa,  qualcuno avrebbe già posto la domanda.  Invece questo paese ha uffici stampa,  che si preoccupano di stampare comunicati.

Di fatto,  se lo scopo fosse stato quello di tenerli nel museo,  ci sarebbe già stato il passaggio di proprietà.

Chiarissimo PierUgoMaria1!
 
Gt_junior ha scritto:
PierUgoMaria1 ha scritto:
C'é una cosa che va chiarita,  credo,  anche per capire meglio le mosse di fca.

Il vincolo culturale non inibisce il diritto di proprietà,  né vieta la vendita ( salvo obbligo di conunicarla,  e di rispettare il diritto di prelazione riservato allo Stato ),  ma piuttosto vincola l'uso e la destinazione del bene. Non a caso é un diritto reale,  cioé connesso direttamente al bene, che come tale vale per ogni successivo proprietario.

Il vincolo quindi,  ripetiamolo perché non se ne parla abbastanza,  NON é la causa della chiusura del museo,  NON impedisce la vendita,  né la ristrutturazione dello stesso.

Non impedisce che fca possa vendere dei pezzi ad un collezionista mediorientale,  o tutto il museo in blocco a Piech: impedisce solo che i beni,  di precipuo interesse culturale  italiano,  vengano trasferiti in un garage del Bahrein oppure a Wolfsburg. Chiaro che a queste condizioni alcuni interessenti privatissimi si eclissino ( tipicamente il sultano del Bahrein che avesse voluto usare la 159 come mangiatoia per il proprio purosangue arabo), ma non perché la vendita sia impedita. 

Se ne evince che la cordata di Maroni,  fosse stata interessata ad acquistare dei pezzi rispettandone la destinazione d'uso vincolata,  le auto potrebbe averle già acquistate ( sempre che lo stato non avesse reclamato prelazione).

Perché allora non lo ha fatto?  Perché come condizione al proprio acquisto ha chiesto una gestione piú "elastica"  ( segnatevi questo termine)  dei pezzi eventualmente acquistati.

Cosa vuol dire "elastica"?  Boh...  Non lo ha mai chiarito Maroni, non lo ha mai chiarito la cordata,  né Fca.  Ed ovviamente la stampa non é andata ad impiccciarsi della questione facendo domande fastidiose.  Di fatto risulta che i pezzi del museo,  già in costanza di vincolo, siano tranquillamente usciti dallo stesso,  abbiano viaggiato,  siano stati altrove esposti ed abbiano anche gareggiato in occasione di manifestazioni storiche.

Quindi con "gestione piú elastica" gli imprenditori maroniti intendevano necessariamente qualcosa di piú di quanto sopra,  che é giá  attestato e legittimo.  È questo quid in piú,  che evidentemente va oltre i limiti del vincolo, ( che reclama i beni sul territorio italiano) che necessitava di una trattativa ad hoc. È questo "elastico"  che preludeva ad una ridiscussione del vincolo,  non la vendita in sé,  che é concessa.

Ma se non vanno bene sul territorio di Arese,  dove li dovevano portare,  questi pezzi eventualmente acquistati? Ecchilosà. Se questo paese avesse una stampa,  qualcuno avrebbe già posto la domanda.  Invece questo paese ha uffici stampa,  che si preoccupano di stampare comunicati.

Di fatto,  se lo scopo fosse stato quello di tenerli nel museo,  ci sarebbe già stato il passaggio di proprietà.

Chiarissimo PierUgoMaria1!

Concordo, le cose stanno esattamente così.
La fondazione era il classico cavallo di Troia, ennesimo tentativo furbo di fiat per scardinare il vincolo.
Fortunatamente nè il ministero nè il giudice ci sono cascati.
 
fpaol68 ha scritto:
Gt_junior ha scritto:
PierUgoMaria1 ha scritto:
C'é una cosa che va chiarita,  credo,  anche per capire meglio le mosse di fca.

Il vincolo culturale non inibisce il diritto di proprietà,  né vieta la vendita ( salvo obbligo di conunicarla,  e di rispettare il diritto di prelazione riservato allo Stato ),  ma piuttosto vincola l'uso e la destinazione del bene. Non a caso é un diritto reale,  cioé connesso direttamente al bene, che come tale vale per ogni successivo proprietario.

Il vincolo quindi,  ripetiamolo perché non se ne parla abbastanza,  NON é la causa della chiusura del museo,  NON impedisce la vendita,  né la ristrutturazione dello stesso.

Non impedisce che fca possa vendere dei pezzi ad un collezionista mediorientale,  o tutto il museo in blocco a Piech: impedisce solo che i beni,  di precipuo interesse culturale  italiano,  vengano trasferiti in un garage del Bahrein oppure a Wolfsburg. Chiaro che a queste condizioni alcuni interessenti privatissimi si eclissino ( tipicamente il sultano del Bahrein che avesse voluto usare la 159 come mangiatoia per il proprio purosangue arabo), ma non perché la vendita sia impedita. 

Se ne evince che la cordata di Maroni,  fosse stata interessata ad acquistare dei pezzi rispettandone la destinazione d'uso vincolata,  le auto potrebbe averle già acquistate ( sempre che lo stato non avesse reclamato prelazione).

Perché allora non lo ha fatto?  Perché come condizione al proprio acquisto ha chiesto una gestione piú "elastica"  ( segnatevi questo termine)  dei pezzi eventualmente acquistati.

Cosa vuol dire "elastica"?  Boh...  Non lo ha mai chiarito Maroni, non lo ha mai chiarito la cordata,  né Fca.  Ed ovviamente la stampa non é andata ad impiccciarsi della questione facendo domande fastidiose.  Di fatto risulta che i pezzi del museo,  già in costanza di vincolo, siano tranquillamente usciti dallo stesso,  abbiano viaggiato,  siano stati altrove esposti ed abbiano anche gareggiato in occasione di manifestazioni storiche.

Quindi con "gestione piú elastica" gli imprenditori maroniti intendevano necessariamente qualcosa di piú di quanto sopra,  che é giá  attestato e legittimo.  È questo quid in piú,  che evidentemente va oltre i limiti del vincolo, ( che reclama i beni sul territorio italiano) che necessitava di una trattativa ad hoc. È questo "elastico"  che preludeva ad una ridiscussione del vincolo,  non la vendita in sé,  che é concessa.

Ma se non vanno bene sul territorio di Arese,  dove li dovevano portare,  questi pezzi eventualmente acquistati? Ecchilosà. Se questo paese avesse una stampa,  qualcuno avrebbe già posto la domanda.  Invece questo paese ha uffici stampa,  che si preoccupano di stampare comunicati.

Di fatto,  se lo scopo fosse stato quello di tenerli nel museo,  ci sarebbe già stato il passaggio di proprietà.

Chiarissimo PierUgoMaria1!

Concordo, le cose stanno esattamente così.
La fondazione era il classico cavallo di Troia, ennesimo tentativo furbo di fiat per scardinare il vincolo.
Fortunatamente nè il ministero nè il giudice ci sono cascati.

....e intanto sto ancora aspettando una replica al mio intervento sull'articolo della giornalista Confalonieri......ed io aspetto...
 
Gt_junior ha scritto:
fpaol68 ha scritto:
Gt_junior ha scritto:
PierUgoMaria1 ha scritto:
C'é una cosa che va chiarita,  credo,  anche per capire meglio le mosse di fca.

Il vincolo culturale non inibisce il diritto di proprietà,  né vieta la vendita ( salvo obbligo di conunicarla,  e di rispettare il diritto di prelazione riservato allo Stato ),  ma piuttosto vincola l'uso e la destinazione del bene. Non a caso é un diritto reale,  cioé connesso direttamente al bene, che come tale vale per ogni successivo proprietario.

Il vincolo quindi,  ripetiamolo perché non se ne parla abbastanza,  NON é la causa della chiusura del museo,  NON impedisce la vendita,  né la ristrutturazione dello stesso.

Non impedisce che fca possa vendere dei pezzi ad un collezionista mediorientale,  o tutto il museo in blocco a Piech: impedisce solo che i beni,  di precipuo interesse culturale  italiano,  vengano trasferiti in un garage del Bahrein oppure a Wolfsburg. Chiaro che a queste condizioni alcuni interessenti privatissimi si eclissino ( tipicamente il sultano del Bahrein che avesse voluto usare la 159 come mangiatoia per il proprio purosangue arabo), ma non perché la vendita sia impedita. 

Se ne evince che la cordata di Maroni,  fosse stata interessata ad acquistare dei pezzi rispettandone la destinazione d'uso vincolata,  le auto potrebbe averle già acquistate ( sempre che lo stato non avesse reclamato prelazione).

Perché allora non lo ha fatto?  Perché come condizione al proprio acquisto ha chiesto una gestione piú "elastica"  ( segnatevi questo termine)  dei pezzi eventualmente acquistati.

Cosa vuol dire "elastica"?  Boh...  Non lo ha mai chiarito Maroni, non lo ha mai chiarito la cordata,  né Fca.  Ed ovviamente la stampa non é andata ad impiccciarsi della questione facendo domande fastidiose.  Di fatto risulta che i pezzi del museo,  già in costanza di vincolo, siano tranquillamente usciti dallo stesso,  abbiano viaggiato,  siano stati altrove esposti ed abbiano anche gareggiato in occasione di manifestazioni storiche.

Quindi con "gestione piú elastica" gli imprenditori maroniti intendevano necessariamente qualcosa di piú di quanto sopra,  che é giá  attestato e legittimo.  È questo quid in piú,  che evidentemente va oltre i limiti del vincolo, ( che reclama i beni sul territorio italiano) che necessitava di una trattativa ad hoc. È questo "elastico"  che preludeva ad una ridiscussione del vincolo,  non la vendita in sé,  che é concessa.

Ma se non vanno bene sul territorio di Arese,  dove li dovevano portare,  questi pezzi eventualmente acquistati? Ecchilosà. Se questo paese avesse una stampa,  qualcuno avrebbe già posto la domanda.  Invece questo paese ha uffici stampa,  che si preoccupano di stampare comunicati.

Di fatto,  se lo scopo fosse stato quello di tenerli nel museo,  ci sarebbe già stato il passaggio di proprietà.

Chiarissimo PierUgoMaria1!

Concordo, le cose stanno esattamente così.
La fondazione era il classico cavallo di Troia, ennesimo tentativo furbo di fiat per scardinare il vincolo.
Fortunatamente nè il ministero nè il giudice ci sono cascati.

....e intanto sto ancora aspettando una replica al mio intervento sull'articolo della giornalista Confalonieri......ed io aspetto...

beh, magari sarebbe interessante leggere anche una replica che comprenda l'interpretazione posta da PierUgo
 
vecchioAlfista ha scritto:
Gt_junior ha scritto:
fpaol68 ha scritto:
Gt_junior ha scritto:
PierUgoMaria1 ha scritto:
C'é una cosa che va chiarita,  credo,  anche per capire meglio le mosse di fca.

Il vincolo culturale non inibisce il diritto di proprietà,  né vieta la vendita ( salvo obbligo di conunicarla,  e di rispettare il diritto di prelazione riservato allo Stato ),  ma piuttosto vincola l'uso e la destinazione del bene. Non a caso é un diritto reale,  cioé connesso direttamente al bene, che come tale vale per ogni successivo proprietario.

Il vincolo quindi,  ripetiamolo perché non se ne parla abbastanza,  NON é la causa della chiusura del museo,  NON impedisce la vendita,  né la ristrutturazione dello stesso.

Non impedisce che fca possa vendere dei pezzi ad un collezionista mediorientale,  o tutto il museo in blocco a Piech: impedisce solo che i beni,  di precipuo interesse culturale  italiano,  vengano trasferiti in un garage del Bahrein oppure a Wolfsburg. Chiaro che a queste condizioni alcuni interessenti privatissimi si eclissino ( tipicamente il sultano del Bahrein che avesse voluto usare la 159 come mangiatoia per il proprio purosangue arabo), ma non perché la vendita sia impedita. 

Se ne evince che la cordata di Maroni,  fosse stata interessata ad acquistare dei pezzi rispettandone la destinazione d'uso vincolata,  le auto potrebbe averle già acquistate ( sempre che lo stato non avesse reclamato prelazione).

Perché allora non lo ha fatto?  Perché come condizione al proprio acquisto ha chiesto una gestione piú "elastica"  ( segnatevi questo termine)  dei pezzi eventualmente acquistati.

Cosa vuol dire "elastica"?  Boh...  Non lo ha mai chiarito Maroni, non lo ha mai chiarito la cordata,  né Fca.  Ed ovviamente la stampa non é andata ad impiccciarsi della questione facendo domande fastidiose.  Di fatto risulta che i pezzi del museo,  già in costanza di vincolo, siano tranquillamente usciti dallo stesso,  abbiano viaggiato,  siano stati altrove esposti ed abbiano anche gareggiato in occasione di manifestazioni storiche.

Quindi con "gestione piú elastica" gli imprenditori maroniti intendevano necessariamente qualcosa di piú di quanto sopra,  che é giá  attestato e legittimo.  È questo quid in piú,  che evidentemente va oltre i limiti del vincolo, ( che reclama i beni sul territorio italiano) che necessitava di una trattativa ad hoc. È questo "elastico"  che preludeva ad una ridiscussione del vincolo,  non la vendita in sé,  che é concessa.

Ma se non vanno bene sul territorio di Arese,  dove li dovevano portare,  questi pezzi eventualmente acquistati? Ecchilosà. Se questo paese avesse una stampa,  qualcuno avrebbe già posto la domanda.  Invece questo paese ha uffici stampa,  che si preoccupano di stampare comunicati.

Di fatto,  se lo scopo fosse stato quello di tenerli nel museo,  ci sarebbe già stato il passaggio di proprietà.

Chiarissimo PierUgoMaria1!

Concordo, le cose stanno esattamente così.
La fondazione era il classico cavallo di Troia, ennesimo tentativo furbo di fiat per scardinare il vincolo.
Fortunatamente nè il ministero nè il giudice ci sono cascati.

....e intanto sto ancora aspettando una replica al mio intervento sull'articolo della giornalista Confalonieri......ed io aspetto...

beh, magari sarebbe interessante leggere anche una replica che comprenda l'interpretazione posta da PierUgo

Assolutamente !

La limpida spiegazione di PierUgoMaria dovrebbe porre, più di qualche supposizione.
La prima, e' che FCA voglia (non volesse..) voglia spostare la parte più rappresentativa (secondo i suoi parametri) in siti non italiani, ad esempio negli United States. Questo perché li si ritiene che un Museo dedicato possa garantire maggior apporto mediatico al rientro dell'AR nel mercato Yankees.
La seconda, che è la conseguenza, della prima, ma la PRINCIPALE MOTIVAZIONE, e' cedere l'intera area ad investitori immobiliari.

Sono quattro anni che lo sostengo e lo ripeto.
Da quando la Fiat ha comprato l'Alfa Romeo, il suo obiettivo era distruggerla.
Vi posto una pagina tratta da un libro raro ed esclusivo tratto dalle testimonianze di Luraghi.

Poi mi dite cosa ne pensate. ;)
Tenete i forte....
 
vecchioAlfista ha scritto:
Gt_junior ha scritto:
fpaol68 ha scritto:
Gt_junior ha scritto:
PierUgoMaria1 ha scritto:
C'é una cosa che va chiarita,  credo,  anche per capire meglio le mosse di fca.

Il vincolo culturale non inibisce il diritto di proprietà,  né vieta la vendita ( salvo obbligo di conunicarla,  e di rispettare il diritto di prelazione riservato allo Stato ),  ma piuttosto vincola l'uso e la destinazione del bene. Non a caso é un diritto reale,  cioé connesso direttamente al bene, che come tale vale per ogni successivo proprietario.

Il vincolo quindi,  ripetiamolo perché non se ne parla abbastanza,  NON é la causa della chiusura del museo,  NON impedisce la vendita,  né la ristrutturazione dello stesso.

Non impedisce che fca possa vendere dei pezzi ad un collezionista mediorientale,  o tutto il museo in blocco a Piech: impedisce solo che i beni,  di precipuo interesse culturale  italiano,  vengano trasferiti in un garage del Bahrein oppure a Wolfsburg. Chiaro che a queste condizioni alcuni interessenti privatissimi si eclissino ( tipicamente il sultano del Bahrein che avesse voluto usare la 159 come mangiatoia per il proprio purosangue arabo), ma non perché la vendita sia impedita. 

Se ne evince che la cordata di Maroni,  fosse stata interessata ad acquistare dei pezzi rispettandone la destinazione d'uso vincolata,  le auto potrebbe averle già acquistate ( sempre che lo stato non avesse reclamato prelazione).

Perché allora non lo ha fatto?  Perché come condizione al proprio acquisto ha chiesto una gestione piú "elastica"  ( segnatevi questo termine)  dei pezzi eventualmente acquistati.

Cosa vuol dire "elastica"?  Boh...  Non lo ha mai chiarito Maroni, non lo ha mai chiarito la cordata,  né Fca.  Ed ovviamente la stampa non é andata ad impiccciarsi della questione facendo domande fastidiose.  Di fatto risulta che i pezzi del museo,  già in costanza di vincolo, siano tranquillamente usciti dallo stesso,  abbiano viaggiato,  siano stati altrove esposti ed abbiano anche gareggiato in occasione di manifestazioni storiche.

Quindi con "gestione piú elastica" gli imprenditori maroniti intendevano necessariamente qualcosa di piú di quanto sopra,  che é giá  attestato e legittimo.  È questo quid in piú,  che evidentemente va oltre i limiti del vincolo, ( che reclama i beni sul territorio italiano) che necessitava di una trattativa ad hoc. È questo "elastico"  che preludeva ad una ridiscussione del vincolo,  non la vendita in sé,  che é concessa.

Ma se non vanno bene sul territorio di Arese,  dove li dovevano portare,  questi pezzi eventualmente acquistati? Ecchilosà. Se questo paese avesse una stampa,  qualcuno avrebbe già posto la domanda.  Invece questo paese ha uffici stampa,  che si preoccupano di stampare comunicati.

Di fatto,  se lo scopo fosse stato quello di tenerli nel museo,  ci sarebbe già stato il passaggio di proprietà.

Chiarissimo PierUgoMaria1!

Concordo, le cose stanno esattamente così.
La fondazione era il classico cavallo di Troia, ennesimo tentativo furbo di fiat per scardinare il vincolo.
Fortunatamente nè il ministero nè il giudice ci sono cascati.

....e intanto sto ancora aspettando una replica al mio intervento sull'articolo della giornalista Confalonieri......ed io aspetto...

beh, magari sarebbe interessante leggere anche una replica che comprenda l'interpretazione posta da PierUgo

Assolutamente !

La limpida spiegazione di PierUgoMaria dovrebbe porre, più di qualche supposizione.
La prima, e' che FCA voglia (non volesse..) voglia spostare la parte più rappresentativa (secondo i suoi parametri) in siti non italiani, ad esempio negli United States. Questo perché li si ritiene che un Museo dedicato possa garantire maggior apporto mediatico al rientro dell'AR nel mercato Yankees.
La seconda, che è la conseguenza, della prima, ma la PRINCIPALE MOTIVAZIONE, e' cedere l'intera area ad investitori immobiliari.

Sono quattro anni che lo sostengo e lo ripeto.
Da quando la Fiat ha comprato l'Alfa Romeo, il suo obiettivo era distruggerla.
Vi posto una pagina tratta da un libro raro ed esclusivo tratto dalle testimonianze di Luraghi.

Poi mi dite cosa ne pensate. ;)
Tenetevi forte....
 
Continuano le iniziative dell'Alfa Club Milano a sostegno del museo e per far conoscere la verità e la realtà su questa incredibile vicenda.

https://www.facebook.com/alfaclubmilano/photos/a.397148571159.182043.141894056159/10151948539766160/?type=1&theater

Ancora un grazie ad Andrea Vecchi per il lavoro che con tanta passione svolge.
 
fpaol68 ha scritto:
Continuano le iniziative dell'Alfa Club Milano a sostegno del museo e per far conoscere la verità e la realtà su questa incredibile vicenda.

https://www.facebook.com/alfaclubmilano/photos/a.397148571159.182043.141894056159/10151948539766160/?type=1&theater

Ancora un grazie ad Andrea Vecchi per il lavoro che con tanta passione svolge.

:thumbup: :thumbup: :thumbup: :thumbup:

PS - Oggi per le strade mantovane ho assistito ad un passaggio di Alfa Romeo storiche (Giulietta, Giulia, 75 carburatori, Spider seconda e quarta serie, più qualche altra chicca rigorosamente "made in Arese").

Goccioloni agli occhi

Stando ai loghi riportati sui veicoli, veniva citato il 65° della Giulietta? Qualcuno sa nulla? :?:
 
Vi metto a conoscenza di quanto trovato sulla pagina Facebook di Alfa Club Milano, che bene mette in evidenza l'atteggiamento di fiat verso il museo ed i suoi difensori:

"Cari Amici, in privato ci state chiedendo insistentemente come mai non partecipiamo come associazione a questa iniziativa organizzata dal Comune di Arese "Rombo d'Autore" dedicata al Museo Storico.
Rispondiamo qui pubblicamente a tutti:
A gennaio Alfa Romeo Club Milano viene contattato dall'Assessore Roberta Tellini per un aiuto sull'organizzazione di questo evento che ha come fine la sensibilizzazione dei cittadini di Arese per la riapertura del Museo.
Insieme al Sindaco Michele Palestra ci viene chiesto una mano per organizzare il corteo per le vie cittadine, noi oltre a quello proponiamo di festeggiare anche i 60 anni della Giulietta organizzando la sfilata partendo da Piazza Sempione dove c'è l'Arco della Pace, dove la Giulietta Sprint era stata fotografata anni e anni fa, per entrare ad Arese, simbolicamente il passaggio dal Portello alla "Arese Industriale" con le Giulietta in testa.
Nel frattempo abbiamo avvisato i club storici più importanti di Milano e non solo.
Oltre a questo ci siamo attivati per ingaggiare due attori vestiti da Romeo e Giulietta e farli arrivare in elicottero tramite la Elite Aviation di Bresso esattamente come la presentazione del 1954 al Portello.
Purtroppo dopo il primo incontro non si è saputo più nulla ufficialmente ma solo un tiepido "tra le righe":
"Fiat e Riar non gradiscono la vostra presenza"!

Il Comune di Arese per evitare di dare l'ennesimo "pretesto" a Fiat nella questione Museo Storico, visto che comunque per lei o si svincolano le vetture o il Museo rimane chiuso, ci ha chiesto di non venire ma soprattutto che non possiamo collaborare insieme.
Hanno aggiunto che nel caso gli Alfisti di Alfa Romeo Club Milano possono parcheggiare sulle strade o nei parcheggi.
Scusateci: Non ce la siamo sentita di divulgare una simile "possibilità".
L'ennesimo bastone tra le ruote che questa associazione riceve per il suo costante impegno per la salvaguardia del Museo Storico.
Ogni Alfista può comunque partecipare ed entrare in Villa Valera parcheggiando di fronte al Museo o se volete al Parco Europa dove c'è il Monumento dedicato all'Alfa Romeo che ha presentato la persona che sta scrivendo in questo momento queste frasi.
Non ce la sentiamo di obbligare nessuno a non partecipare perchè è la passione che ci guida, quindi siete tutti liberi, d'altronde la brutta figura qui l'hanno fatta di nuovo le solite persone.
Un doppio lampeggio e FORZA ALFA sempre"
 
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