<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> La "Transizione": vantaggi, svantaggi, perplessità, criticità | Page 475 | Il Forum di Quattroruote

La "Transizione": vantaggi, svantaggi, perplessità, criticità

verranno installati nuovi motori termici su auto che oggi offrono poca scelta?

  • si

    Votes: 8 28,6%
  • si torneranno le sportive o comunque quelle più pepate

    Votes: 3 10,7%
  • no dipende dalle case

    Votes: 4 14,3%
  • no il futuro è elettrico

    Votes: 13 46,4%
  • no i motori costano troppo e saranno sempre gli stessi

    Votes: 8 28,6%

  • Total voters
    28
Stato
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Tanto ormai ci hanno distrutto come industria automotive. Il panorama automobilistico europeo sarà, nei prossimi decenni, come oggi in qualsiasi Paese con una industria automobilistica poco sviluppata, tipo Azerbaigian, Moldavia, Albania eccetera... Tutte auto coreane, giapponesi e in futuro, cinesi. Oltre chiaramente alle solite supercar...

Questo, in Italia, principalmente perchè FCA, prima di passare a Stellantis, ha fatto diverse operazioni a stampo "finanziario" e praticamente nessuna di carattere industriale, con il risultato di avere i bilanci alle stelle ed il tessuto produttivo smembrato ...
 
La svalutazione del fattore Lavoro a parità di prezzo delle materie prime rispetto agli altri paesi EU equivale alla svalutazione valutaria. Stessi identici effetti, l’import di beni aumenta di prezzo ma l’output risulta più competitivo.

Ti mostro, previa cancellazione dei riferimenti commerciali, un esempio concreto, riferito come capirai alla mia zona, in cui assistiamo all’invasione di acquirenti da oltre confine (anche, non solo) per la maggior convenienza dei prezzi (una cosa inaudita fino ad un anno fa)


Vedi l'allegato 28489


P.S. se correttamente mi obietti che si tratta di merce di importazione italiana e che pertanto sarebbe normale che l’olio Monini sia più caro in Slovenia, evidenzio che la Radenska è un’acqua minerale slovena …

P.S. 2 il Conad di cui ci serviamo abitualmente, vicinissimo al confine, sta incrementando il personale per stare dietro al mostruoso incremento di afflusso della clientela slovena. Un tempo venivano per acquistare solo alcuni prodotti italiani, da sempre più a buon mercato, ora prendono qui anche le birre della Lasko …


Aaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh

Che ricordi....
Tavolette Lilla....
....Vendute a MILIONI DI PEZZI
 
L'ho letto un paio di mesi fa, molto interessante. La pancia degli italiani è ancora molto piena. Valanghe di miei coetanei (ne ho 44) che vivranno ancora di rendita grazie ai patrimoni di nonni e genitori. Forse anche i figli di questi. Questo crea un esercito di persone che possono permettersi di non lavorare, visto anche che chi ha studiato tanto si aspetta da subito un livello di stipendio che non avrà mai. Non pensavo invece che è da decenni che le persone che lavorano sono molte meno rispetto alle altre, lo consideravo un fenomeno molto recente.


Esatto....
Sono comunque le donne, le vittime di questa situazione
 
A me pare anche che, come sistema paese, si sia deciso di cercare di rimanere competitivi comprimendo il costo del lavoro invece che cercando di aumentare la produttività. Anche di fronte all'ultima fiammata inflattiva, molti paesi europei hanno adeguato gli stipendi. Qui non se ne parla. Adesso abbiamo recuperato sulla crescita, ma a spese di chi lavora, mi pare.


Gia'....

Qualcuno parlava di pochi managers
( pochi, ma -aggiungo io- anche, con molti scarsi, e pure ben pagati ).
INFATTI, gli operai Italiani lavorano piu giorni l' anno di tutti i loro colleghi UE e lavorano pure piu' ore....
Sara' mica che siano i managers e dove ci sono ancora i padr...,
pardon, i proprietari....
I responsabili della bassa produttivita', perche' incapaci di mettere in campo la giusta e adeguata efficienza necessaria
??
A me ( e non solo ) viene quel dubbio
 
Ultima modifica:
INFATTI, gli operai Italiani lavorano piu giorni l' anno di tutti i loro colleghi UE e lavorano pure piu' ore....

Parlando con un olandese mi ha detto che dove lavora lui hanno proposto di lavorare 4 giorni al posto di 5 a parità di stipendio e senza variazioni sui giorni di permessi, ferie e pensione. Naturalmente ha accettato.

Io gli ho detto che invece a me hanno chiamato per dire che non mi pagano gli straordinari.

Facciamo un lavoro simile, io con qualche responsabilità in più. Io lavoro circa 50 ore settimanali, lui 32... il suo stipendio è più del doppio del mio.

Poi dall'Olanda arrivano frecciate sui paesi mediterranei che lavorano poco, etc, etc.

Poi mi si dice che non siamo competitivi...

A volte mi viene voglia di mollare... questo paese.
 
Gia'....

Eppure sembra, o meglio ci raccontano,
i cialtroni ( le maestranze ) siano solo gli unici responsabili della bassa produttivita'
 
chi ha studiato tanto si aspetta da subito un livello di stipendio che non avrà mai
Questa cosa in Italia viene demonizzata come se si stesse chiedendo la Luna... Quando ho iniziato io a lavorare (1995) era pressoché normale che un laureato partisse da subito (una volta messo in regola) da un livello più alto di un semplice diplomato. Una giusta valorizzazione per l'investimento e l'impegno in una istruzione superiore.

In Paesi in cui la classe media è ancora in forte espansione (Asia, Sudamerica, Paesi Arabi), il titolo di studio o l'abilità ad utililzzare strumenti informatici moderni, è ancora indice di livello contrattuale e stipendio più alti immediatamente riconosciuti, rispetto alla manodopera ordinaria.

Si dirà (come un mantra) che questo favorisce le disparità sociali.... Nelle società prospere, la disparità sociale esiste; ciò che va invece favorito è l'ascensore sociale, che permette a chi parte da una situazione di disagio, di raggiungere posizioni migliori grazie alle proprie qualità lavorative e ad un sistema incentivante del merito.

Tutte cose che invece si tendono, particolarmente in Italia, ad avversare. Cristallizzando di fatto un Paese che si avvita su sé stesso.
 
Ultima modifica:
.
Avevo scritto un papiro, ma diventava una lamentela quasi senza senso compiuto.
Riassumendo, da un lato ci sono aziende (e consulenti e subappalti) che tendono a pagare il meno possibile e dall'altra personale che non ha le competenze e non può averle neanche volendo (e per chi poi?).
Giocoforza la produttività cala e il gioco tiene, per alcuni, solo finchè il dumping salariale reggerà.
Dopodichè potremo sempre tornare a far concorrenza a India e Africa (non più Cina che nel frattempo sta investendo in formazione).
Cosa c'entra questo con la transizione ecologica?
Assolutamente niente ed è questa la parte IT: ogni ragionamento sul potere d'acquisto dell'italiano medio in relazione alla transizione è valido per qualsiasi altro ambito e quindi non dipende dalla transizione, ma dal nostro mondo del lavoro e della formazione.
 
Questa cosa in Italia viene demonizzata come se si stesse chiedendo la Luna... Quando ho iniziato io a lavorare (1995) era pressoché normale che un laureato partisse da subito (una volta messo in regola) da un livello più alto di un semplice diplomato. Una giusta valorizzazione per l'investimento e l'impegno in una istruzione superiore.

In Paesi in cui la classe media è ancora in forte espansione (Asia, Sudamerica, Paesi Arabi), il titolo di studio o l'abilità ad utililzzare strumenti informatici moderni, è ancora indice di livello contrattuale e stipendio più alti immediatamente riconosciuti, rispetto alla manodopera ordinaria.

Si dirà (come un mantra) che questo favorisce le disparità sociali.... Nelle società prospere, la disparità sociale esiste; ciò che va invece favorito è l'ascensore sociale, che permette a chi parte da una situazione di disagio, di raggiungere posizioni migliori grazie alle proprie qualità lavorative e ad un sistema incentivante del merito.

Tutte cose che invece si tendono, particolarmente in Italia, ad avversare. Cristallizzando di fatto un Paese che si avvita su sé stesso.

Ma a partita di mansioni perché il laureato dovrebbe guadagnare di più di un diplomato? Il problema invece sta nel fatto che il laureato ha mansiono inferiori rispetto al percorso di studi che aveva compiuto , infatti nelle prime aziende in cui ho lavorato i laureati non li assumevano per ruoli da diplomati perché erano solo fonte di problemi e di recriminazioni
 
a partita di mansioni perché il laureato dovrebbe guadagnare di più di un diplomato?
in generale per farlo crescere e/o affidargli compiti da subito più complessi... Oggi assumono dei laureati come apprendisti: ricordo che un laureato è un "dottore" cioè al limite sono altri che dovrebbero apprendere da lui... Possiamo poi discernere all'infinito sulla preparazione rilasciata dalle università (italiane), ma è un altro discorso.

Comunque la risposta principale alla tua domanda è: "perché è più preparato; inizia con una mansione ma gliene posso affidare sempre più di crescenti e responsabilizzarlo". Poi vediamo bene come sono andate le cose... oggi la laurea è solo un escamotage dell' HR manager per sfoltire i curricula dei poveracci..
 
Ma a partita di mansioni perché il laureato dovrebbe guadagnare di più di un diplomato? Il problema invece sta nel fatto che il laureato ha mansiono inferiori rispetto al percorso di studi che aveva compiuto

Infatti il problema imho è proprio la parità di mansioni.
In teoria almeno per accedere ai lavori meno specializzati non dovrebbe essere richiesto un titolo di studio avanzato.
in pratica invece ormai l'asticella viene alzata di continuo per escludere quante più persone possibile dalle selezioni.
Io di recente ho visto come funzionano le graduatorie per il personale ata nelle scuole e mi è sembrato assurdo.
Non perchè un laureato non si debba abbassare a svoglere lavori di segreteria o a fare il bidello.
Ma perchè non è indispensabile una laurea e non ha alcun senso che il titolo di studio diventi discriminante perchè non è detto che un candidato che ha solo la terza media non sia quello migliore.
Io comunque conosco ragazzi che per lavorare in certi settori devono avere una laurea più altre abilitazioni e patentini che guadagnano meno di chi frigge le patatine da McDonald.
Viene istintivo pensare che se la paga deve essere la stessa,anche se il lavoro e le responsabilità sono diverse,allora non vale la pena di sbattersi per prendere una laurea e poi mantenersi aggiornati.
Ad oggi credo che senza un titolo di studio (e nemmeno un titolo di studio qualsiasi perchè certi pezzi di carta purtroppo valgono quanto la carta igienica) l'unico modo per ottenere un lavoro è essere dei muli da soma.
Cosa sostenibile da giovani ma poi con l'età non so.
 
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