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La "Transizione": vantaggi, svantaggi, perplessità, criticità

verranno installati nuovi motori termici su auto che oggi offrono poca scelta?

  • si

    Votes: 8 28,6%
  • si torneranno le sportive o comunque quelle più pepate

    Votes: 3 10,7%
  • no dipende dalle case

    Votes: 4 14,3%
  • no il futuro è elettrico

    Votes: 13 46,4%
  • no i motori costano troppo e saranno sempre gli stessi

    Votes: 8 28,6%

  • Total voters
    28
Stato
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So bene che l'Europa sta facendo molto per decarbonizzare, infatti non ho scritto che in Italia serve una tassa sul carbonio ma che, in linea di principio, occorre tassare - ovunque, in tutto il mondo - le emissioni di CO2 perché è uno dei modi migliori per rendere meno convenienti i processi produttivi che comportano emissioni e rendere al contempo più competitivi i processi produttivi a basse emissioni. È un discorso generale che va poi calato nei singoli contesti
appunto.
io sarei anche favorevole a tutte le minchiate ideate, se fossero applicate a tutti, ugualmente, in qualunque parte del globo.
ma se le metti in europa e basta, il risultato e' uno solo, e non credo ci voglia un plurilaureato in economia, basta probabilmente la 3a media.

le fabbriche si spostano altrove.
e' di una banalita' talmente evidente, che io ormai ci vedo del dolo, in queste iniziative.
perche' se mi metti tasse e controlli sullo sversamento dei rifiuti nel fiume, io apprezzo il miglioramento del fiume, e se poi delocalizzi in cina, e inquini il fiume giallo, amen, problemi di altri.
ma la co2 non resta dove l'hai emessa, quindi o tutti, o nessuno.
o quanto meno, qualcuno, ma con un minimo di criterio, per mantenerci non dico concorrenziali coi cinesi, ma almeno non metterci la corda al collo, regalarci lo sgabello e il palo a cui appenderci
 
Tassare è un conto (basterebbero inizialmente i dazi, poi delle politiche di "convincimento"); "vendere" le emissioni è un'altra cosa e a parer mio intollerabile.
Tasse e dazi sono due cose completamente diverse. Non parlo di tassare le merci che viaggiano da un continente all'altro, bensì di tassare i processi produttivi. Cosa che, chiaramente, va fatta cum grano salis perché è impensabile trasformare da un giorno all'altro determinati processi, come ad esempio - per tornare ai nostri temi - è velleitario pensare di poter passare da una mobilità basata sui motori endotermici ad una totalmente elettrica da oggi per domani
 
ma se le metti in europa e basta
Infatti ho detto - e ribadisco - che l'idea di base è rendere meno competitivi i processi produttivi ad alte emissioni e rendere più competitivi quelli a basso impatto. Ovunque. Questo in termini generali, poi il principio va applicato nei singoli contesti e ovviamente non è una cosa facile
 
Infatti ho detto - e ribadisco - che l'idea di base è rendere meno competitivi i processi produttivi ad alte emissioni e rendere più competitivi quelli a basso impatto. Ovunque. Questo in termini generali, poi il principio va applicato nei singoli contesti e ovviamente non è una cosa facile
pero' e' proprio la situazione in cui ci siamo infilati.
noi abbiamo tasse sui processi produttivi, che il resto del mondo non ha.
il risultato qual'e'?
qui si chiude, e di la si apre.
co2 emessa? un po' piu' di prima, perche' ora devi anche riportare indietro quello che hai fatto dall'altra parte del mondo.
 
Comprendo le vostre critiche al meccanismo delle certificazioni, ma se approfondite un momento vi rendete conto che è un sistema virtuoso.
Sarebbe (teoricamente, potenzialmente) virtuoso se tutti i paesi adottassero le stesse norme. Ma non riusciamo ad adottare le stesse norme in molti campi (esempio quello fiscale) nemmeno in UE, figuriamoci appena fuori UE. Il problema è che a Bruxelles a colazione mangiano le brioches.
 
Sarebbe (teoricamente, potenzialmente) virtuoso se tutti i paesi adottassero le stesse norme. Ma non riusciamo ad adottare le stesse norme in molti campi (esempio quello fiscale) nemmeno in UE, figuriamoci appena fuori UE. Il problema è che a Bruxelles a colazione mangiano le brioches.

il problema è proprio questa, probabilmente quello che è accaduto negli ultimi decenni, intendo sia nei mezzi di traposto che in quelli di comunicazione ormai vede un modo unito, in cui le realtà nazionali cominciano a non essere più efficaci.
 
Come ho già detto, il mondo delle certificazioni è meraviglioso ... ed aggiungo per i certificatori ...
Breve storia triste

Tempo fa devo fare una pratica basta su un certificato di iscrizione al registro delle imprese di un paese UE (sottolineo, comunitario). La data riportata non mi andava bene, anzi mi creava enormi problemi (ed avevo avvisato prima quale fosse il giusto range temporale, ma questa è un'altra faccenda). "Nessun problema" mi fa la controparte. Tempo una settimana e mi arriva un nuovo certificato con data giusta, con tanto di timbri bolli e sigilli. Tutto ufficiale e originale, e la differenza non era di pochi giorni, ma di ... molti molti mesi, scavallando l'anno. Nella bistrattata Italia questo non sarebbe assolutamenet possibile, in altri paesi UE (ripeto e sottolineo, UE) evidentemente sì.

Al che gli ETS mi fanno semplicemente ridere per non piangere.
 
il problema è proprio questa, probabilmente quello che è accaduto negli ultimi decenni, intendo sia nei mezzi di traposto che in quelli di comunicazione ormai vede un modo unito, in cui le realtà nazionali cominciano a non essere più efficaci.
E' come conbattere una guerra in cui una parte (noi) abbiamo il moschetto a colpo singolo e gli altri (il resto del mondo) i droni a controllo satellitare.
 
Comprendo le vostre considerazioni, state contestando non tanto il principio quanto la sua applicazione. Mi è chiaro. Il punto che vorrei evidenziare è che la questione climatica va affrontata a livello globale perché è un fenomeno globale, non basta ridurre le emissioni in Lombardia o in Campania per avere un qualche giovamento. Se gli altri Paesi del mondo non collaborano ogni sforzo sarà inutile e chi governa questi processi deve esserne consapevole
 
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