<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> La promessa di Marine: «Via da Europa e Nato se diventerò presidente» | Page 11 | Il Forum di Quattroruote

La promessa di Marine: «Via da Europa e Nato se diventerò presidente»

Per carita non sto insinuando niente o meglio non voglio dire qualcosa di negativo o positivo con fermezza su una o altra valuta.... voglio solo che si legga l articolo , rimanendo coerenti al topic . Come articolo mi sembra abbastanza buono e pieno di esempi del passato ,visto che,sempre coerenti al topic, la domanda é,cosa succede se la Francia esce dall euro e l Italia facesse la stessa cosa.
se Francia e Italia uscissero dall'Euro, gli scenari sarebbero due:

1) privata della seconda e terza economia, l'eurozona sparirebbe perché a quel punto vorrebbero uscire anche altri.
[n.b. Questo è il motivo per il quale i trattati NON prevedono l'uscita dall'Euro ma solo l'uscita dell'Unione europea. Sarò noioso, ma ribadisco che uscire dall'Euro, ad oggi, non è possibile perché NON consentito dai trattati vigenti]
Occhio che se crolla l'eurozona, con la delicata questione dell'immigrazione, è a rischio l'intera Ue.

2) i Paesi del centro-nord Europa, alla fin fine, potrebbero lasciarci uscire dalla moneta unica visto che le due economie sono poco allineate. A quel punto, noi torneremmo alla lira (o, meglio, ad una nuova moneta nazionale, visto che la vecchia lira è morta e non può risuscitare), potremmo svalutare, ma poi nessuno si lamenti se i mercati ci chiederanno tassi elevati per compensare il rischio insolvenza. Ricordo che negli anni pre-crisi abbiamo goduto di tassi allineati a quelli della Germania (cioè basso spread) proprio perché eravamo nell'area monetaria e quindi non avevamo una politica monetaria autonoma.
Questo scenario ha un limite: uscire dall'Euro, restando nella Ue, non si può. Salvo uscire completamente dalla Ue - siamo sicuri che sia la scelta giusta? -, perché mai i partner europei dovrebbero consentirci un accordo in violazione di un pilastro della moneta unica, cioè l'irreversibilità? Dovrebbero consentire all'Italia di uscire dall'Euro restando nella Ue, ma poi a questo punto altri potrebbero chiedere la stessa cosa, insomma eurozona e Ue a forte rischio...

p.s. lo spread si calcola parametrando titoli italiani e tedeschi perché questi ultimi sono considerati dai mercati a bassissimo rischio di insolvenza, insomma sono il punto di riferimento del "segmento" (un po' come la Golf tra le compatte ;))
 
se Francia e Italia uscissero dall'Euro, gli scenari sarebbero due:

1) privata della seconda e terza economia, l'eurozona sparirebbe perché a quel punto vorrebbero uscire anche altri.
[n.b. Questo è il motivo per il quale i trattati NON prevedono l'uscita dall'Euro ma solo l'uscita dell'Unione europea. Sarò noioso, ma ribadisco che uscire dall'Euro, ad oggi, non è possibile perché NON consentito dai trattati vigenti]
Occhio che se crolla l'eurozona, con la delicata questione dell'immigrazione, è a rischio l'intera Ue.

2) i Paesi del centro-nord Europa, alla fin fine, potrebbero lasciarci uscire dalla moneta unica visto che le due economie sono poco allineate. A quel punto, noi torneremmo alla lira (o, meglio, ad una nuova moneta nazionale, visto che la vecchia lira è morta e non può risuscitare), potremmo svalutare, ma poi nessuno si lamenti se i mercati ci chiederanno tassi elevati per compensare il rischio insolvenza. Ricordo che negli anni pre-crisi abbiamo goduto di tassi allineati a quelli della Germania (cioè basso spread) proprio perché eravamo nell'area monetaria e quindi non avevamo una politica monetaria autonoma.
Questo scenario ha un limite: uscire dall'Euro, restando nella Ue, non si può. Salvo uscire completamente dalla Ue - siamo sicuri che sia la scelta giusta? -, perché mai i partner europei dovrebbero consentirci un accordo in violazione di un pilastro della moneta unica, cioè l'irreversibilità? Dovrebbero consentire all'Italia di uscire dall'Euro restando nella Ue, ma poi a questo punto altri potrebbero chiedere la stessa cosa, insomma eurozona e Ue a forte rischio...

p.s. lo spread si calcola parametrando titoli italiani e tedeschi perché questi ultimi sono considerati dai mercati a bassissimo rischio di insolvenza, insomma sono il punto di riferimento del "segmento" (un po' come la Golf tra le compatte ;))



vorrei capire il senso di
1) NON e' consentito uscire
2) se ti lasciano uscire....
??????????????????????
 
Complimenti a trotto@81 e aresdrivingauto che stanno arricchendo il topic con la loro competenza. Però continuo a non essere d'accordo con loro: siamo tutti ben consapevoli del fatto che l'eurozona funzioni male, perché il processo di creazione dell'area monetaria comune è stato affrettato ed ha seguito logiche politiche più che tecniche. Il problema è che la soluzione da molti proposta, l'uscita unilaterale, è quella peggiore in assoluto non soltanto perché lo è per la nostra economia, ma anche perché sarebbe un colpo mortale per l'Euro e, forse, per lo stesso processo di integrazione. Vogliamo davvero distruggere la Ue? Saremmo veramente più competitivi marciando da soli? Io cercherei di guardare il più lontano possibile e non limitarmi agli interessi di casa nostra.

-se lo sappiamo allora che aspettiamo?! tanto l'uscita unilaterale non ci sarà: La merkel ha detto che a marzo a Roma si discuterà dell'europa a più velocità.... vuol dire che le trattative per la dissoluzione coordinata sono già partite.


Capisco anche il ragionamento di fondo: il tasso di cambio fisso non consente di adeguare il cambio, appunto, quando servirebbe farlo per reagire a shock come quello che ha colpito l'Europa negli anni scorsi. Non a caso, correggetemi se sbaglio, il Regno unito ha potuto assorbire la crisi, senza eccessive ripercussioni, proprio perché la piena "sovranità" monetaria ha permesso di ricorrere alla svalutazione.

-la sterlina si è svalutata del 28%, la corona svedese del 25% e lo zloty polacco (tanto per citare un paese meno blasonato) del 40%... non mi risulta che questi paesi siano sparti dalle carte geografiche.

Però, se da quarantacinque anni circa - e cioè da quando Nixon decise di sospendere la convertibilità del dollaro in oro, abbattendo così il sistema monetario aureo - in Europa si tenta di contenere le oscillazioni dei tassi di cambio, con strumenti più o meno adatti e con politiche più o meno riuscite, credo che un motivo di fondo ci sia. Questo motivo, da quanto ho avuto di capire da letture varie, risiede nel fatto che una unione dogale - divenuta in seguito un mercato comune - funziona bene solo se vi è stabilità tra i tassi di cambio. Per tale ragione, dopo la fine di Bretton Woods furono subito avviate le trattative che portarono alla creazione del Serpente monetario e poi dello Sme. La moneta unica si pone in linea di continuità con questo approccio.

-Bretton woods serviva perchè i paesi erano distrutti dalla guerra. E' naturale che paesi distrutti debbano legare la loro moneta ad una forte nel periodo della ricostruzione. Una volta che le economie europee furono ricostruite non c'era più bisogno di B.W.
Lo SME nasce in continuità con Bretton woods nella falsa credenza che un sistema a cambi fissi potesse funzionare senza gli USA. Infatti lo SME fu un fallimento e si fece l'euro nel tentativo di tenere la parità col dollaro (come ora). Ma c'è una differenza sostanziale tra un cambio fisso vs USA (come B.W.) e un cambio fisso tra paesi che poi indirettamente lo tengono a sua volta (quasi) fisso vs gli USA (come l'euro).
L'errore in questo processo è che non si vuole capire che una volta che le economie sono ricostruite e di conseguenza sono "stabili" non si ha più bisogno di accordi di cambio.

Peraltro, dalla liberalizzazione dei movimenti di capitale, avvenuta negli anni '80, la sovranità monetaria non esiste più, poiché un regime a tassi di cambio fissi non consente ai singoli Stati di gestire una propria politica monetaria se i movimenti di capitale sono liberalizzati. Di fatto, era la Bundesbank a dettare la linea.

-la sovranità monetaria serve proprio a contrastare la liberalizzazione dei flussi di capitale. Infatti i paesi che ci rinunciano sono in "balia dei mercati" chi non ci ha rinunciato non ha avuto problemi coi mercati.

E' stato un approccio sbagliato questo? Non sono in grado di dirlo, ma se così fosse bisognerebbe ripensare l'Europa dalle fondamenta. Mi sono dilungato troppo, quindi vado al punto: l'Euro non funziona perché l'Europa non è un'area valutaria ottimale. Dovremmo tornare alle monete nazionali? Sarebbe una soluzione, ma solo se fosse pienamente condivisa, non certo in modo unilaterale. Del resto, se decidessimo di abbandonare la moneta unica bisognerebbe anche proporre un sistema alternativo. Per questo, anche se oggi è molto difficile andare in questa direzione, credo che la soluzione sia maggiore integrazione e non già un ritorno alle monete nazionali

la soluzione sarebbe il ritorno alla CECA con dazi esterni all'unione. oppure semplicemente basarsi sul WTO e poi negoziare accordi bilaterali.
(sembra una frase di trump ma i noeuro lo dicono da 10anni, è trump ad averci "copiato" non viceversa!xD)
 
vorrei capire il senso di
1) NON e' consentito uscire
2) se ti lasciano uscire....
??????????????????????
Chiarisco: l'uscita unilaterale dall'Euro non è prevista dai trattati e questa norma non è causale ma voluta. L'area monetaria comune è stata costruita in modo da evitarne il crollo, cosa che sarebbe molto probabile qualora si lasciasse ai singoli Paesi la decisione sulla permanenza o meno al suo interno.
Detto ciò, le norme non sono un dato immutabile, si possono sempre cambiare se c'è la volontà. Quindi, in astratto, se un Paese come la Francia o come l'Italia decidesse di lasciare l'Euro restando nell'Ue, ben potrebbe avviarsi una trattativa volta alla stipula di un nuovo accordo che lo permetta. E' un'ipotesi al momento remota, difficile da realizzare, ma resta un'ipotesi verosimile.
 
L'euro è un castello costruito sulla sabbia. ;)
La UE salterà anche senza che ci sia la volontà di uno dei membri di uscire, tutto grazie agli squilibri macroeconomici che hanno messo in crisi il sistema bancario, compreso quello tedesco, il peggiore fra i membri dell'area UE.
 
Pilota54 dixit:
Sono d'accordo con te. Come ho detto prima un po' di inflazione è sempre salutare, l'importante è che si mantenga sul 2, max. 3% e non arrivi assolutamente in doppia cifra, soprattutto per un Paese molto indebitato come il nostro.
Nel lungo post volevo solo aggiungere in estrema sintesi che, se l'azienda è sana, sopporta bene anche inflazioni alte, ma da queste ultime non ne trae certo un vantaggio come avevo letto in una "citazione" effettuata da un utente.

forse fai riferimento a una cosa che mi pare di avere scritto, quando dicevo che qualcuno con molta fantasia pensa che l'inflazione alta aiuta le aziende (e quel "molta fantasia" dovrebbe chiarire che sono d'accordo con quanto ci hai spiegato fino a ora.
Poi però leggo (e mi cadono le braccia) che qualcuno pensa che i tassi di interesse sui debiti siano indipendenti dal tasso di inflazione...forse è vero in un regime di moneta unica (cosa non vera perché c'entra quanta fiducia ha il creditore del debitore), a maggior ragione in un regime di cambi variabili. Il fatto è che nessuno (neppure tra gli addetti ai lavori, la cosiddetta classe dirigente) ci sa rispondere a come rientrare da un debito di 2300 miliardi di Euro. Ed è il debito che crea la crisi, non viceversa. Risparmio perché potrei diventare scurrile quello che penso di una politica industriale assente e di una politica fiscale che ha spostato ingenti quantità di denaro dai ceti produttivi a quelli improduttivi. E non c'entra l'Euro
 
forse fai riferimento a una cosa che mi pare di avere scritto, quando dicevo che qualcuno con molta fantasia pensa che l'inflazione alta aiuta le aziende (e quel "molta fantasia" dovrebbe chiarire che sono d'accordo con quanto ci hai spiegato fino a ora.
Poi però leggo (e mi cadono le braccia) che qualcuno pensa che i tassi di interesse sui debiti siano indipendenti dal tasso di inflazione...forse è vero in un regime di moneta unica (cosa non vera perché c'entra quanta fiducia ha il creditore del debitore), a maggior ragione in un regime di cambi variabili. Il fatto è che nessuno (neppure tra gli addetti ai lavori, la cosiddetta classe dirigente) ci sa rispondere a come rientrare da un debito di 2300 miliardi di Euro. Ed è il debito che crea la crisi, non viceversa. Risparmio perché potrei diventare scurrile quello che penso di una politica industriale assente e di una politica fiscale che ha spostato ingenti quantità di denaro dai ceti produttivi a quelli improduttivi. E non c'entra l'Euro
Hai ragione!
 
forse fai riferimento a una cosa che mi pare di avere scritto, quando dicevo che qualcuno con molta fantasia pensa che l'inflazione alta aiuta le aziende (e quel "molta fantasia" dovrebbe chiarire che sono d'accordo con quanto ci hai spiegato fino a ora.

Ok! :) Ma infatti non mi riferivo a te, bensì alla vaga citazione che avevi fatto. E' quella che non condividevo e avevo capito che non la condividevi nemmeno tu. ;)

La tua frase esatta era "si vuole pure far credere che una inflazione al 20% faccia bene alla industria"..........
 
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