<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> La promessa di Marine: «Via da Europa e Nato se diventerò presidente» | Page 9 | Il Forum di Quattroruote

La promessa di Marine: «Via da Europa e Nato se diventerò presidente»

"Montaq52" ha detto:
Poi si vuole pure far credere che una inflazione al 20%.....faccia bene alla industria....

Siamo ampiamente OT, ma chi lo ha detto? :eek:
Diciamo che una forte inflazione favorisce chi è molto indebitato, perchè il suo debito si svaluta fortemente. Ma non tutte le aziende sono molto indebitate.
Una inflazione auspicabile per un'economia sana è intorno al 2%.
 
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"Montaq52" ha detto:
Pilota54, permettimi di farti notare in veste di amministratore che il fatto che il forum non riporti l'autore citato è abbastanza scocciante. Ma so che già lo sai. :) Fine OT

Lo abbiamo segnalato più volte ai tecnici, ma purtroppo il problema non è stato ancora risolto.
PS: sono semplicemente MOD e non ADMIN. ;)

PS2: con uno stratagemma sono riuscito a far apparire il nome del "citato". :)
 
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Siamo ampiamente OT, ma chi lo ha detto? :eek:
Diciamo che una forte inflazione favorisce chi è molto indebitato, perchè il suo debito si svaluta fortemente. Ma non tutte le aziende sono molto indebitate.
Una inflazione auspicabile per un'economia sana è intorno al 2%.

Eh, già... ne saranno rimaste almeno tre o quattro che lavorano coi soldi propri. Pilota, hanno massacrato tutti per decenni, con la tiritera che senza finanziamenti non si diventa grandi. Stanno continuando ancora oggi, a dire che in Italia ci sono troppe microimprese. Peccato che si stanno dimenticando che non tutte le attività possono essere giganti, che quelle giganti hanno prodotto decine e decine di pesantissimi buchi ripianati regolarmente dalle microimprese, e che qualcuno potrebbe anche scientemente NON VOLER diventare grande/troppo grande/internazionale. Magari proprio per vergogna di poter finire sulle spalle del prossimo. Questi pagano le tasse, potranno fare il mestiere che gli pare e come gli pare, nella loro vita?
Ma questi pretendono di andare nelle aziende a insegnare come si lavor... ah, no... loro sanno come si guadagna, purtroppo per noi non è la stessa cosa.
 
lo so benissimo io.....solo che è sparito anni fa e non ha lo stesso valore dell'Euro, anzi è molto diverso.

il 1 gennaio 1999 l'ECU venne sostituito in rapporto 1:1 con l'euro.

fa come vuoi....altri magari sono interessati a informarsi e non sanno già tutto come nel caso tuo, intuisco. Però non mi pare che nell'ECU fosse compreso il dinaro albanese :rolleyes:

Il dinaro albanese no, ma Corona danese e LiraSterlina Inglese sì.

Sul valore d'ingresso della Lira Italiana nell'euro si può discutere quanto si vuole, le estenuanti trattative di Ciampi e Prodi ecc ecc, ma il problema dell'ECU è che era una media ponderata che conteneva valute come Corona Danese e LiraSterlina che non avrebbero fatto parte dell'euro.
Di conseguenza il valore dell'ECU e quindi dell'euro erano palesemente falsati.

https://it.wikipedia.org/wiki/Unità_di_conto_europea

PS. "lo so benissimo" appunto personale, scusami, la memoria ogni tanto fa cilecca, capita a tutti! quando si hanno dubbi basta leggersi una paginetta di wiki!;)
 
Forse la soluzione sarebbe uscire dall'europa, ma non dall'euro. Insomma ci stampiamo da soli gli euro. Ma ce lo permettono? :p
 
aresdrivingauto dixit:
il 1 gennaio 1999 l'ECU venne sostituito in rapporto 1:1 con l'euro.
Il dinaro albanese no, ma Corona danese e LiraSterlina Inglese sì.

Sul valore d'ingresso della Lira Italiana nell'euro si può discutere quanto si vuole, le estenuanti trattative di Ciampi e Prodi ecc ecc, ma il problema dell'ECU è che era una media ponderata che conteneva valute come Corona Danese e LiraSterlina che non avrebbero fatto parte dell'euro.
Di conseguenza il valore dell'ECU e quindi dell'euro erano palesemente falsati.

https://it.wikipedia.org/wiki/Unità_di_conto_europea

PS. "lo so benissimo" appunto personale, scusami, la memoria ogni tanto fa cilecca, capita a tutti! quando si hanno dubbi basta leggersi una paginetta di wiki!;)

Quella sul dinaro era una battuta....
No, il cambio a 1936 e spiccioli era esattamente il cambio prima dell'introduzione ufficiale dell'euro, ed era esattamente il cambio con l'ECU. Ci fu una enorme discussione al rientro nello SME quale dovesse essere il cambio della lira. Per curiosità vai a rivedere l'andamento dei cambi lira/marco lira/dollaro e di conseguenza marco/dollaro (per la storia dal 1970 a prima dell'introduzione dell'euro, vedrai che nonostante la continua svalutazione il sitema industriale non è diventato più competitivo e il debito pubblico è pure aumentato (il debito pubblico pare sia una cosa di cui non ci si voglia ricordare, ed è quello che crea la crisi, non l'euro)
 
Quella sul dinaro era una battuta....

ma quella sull'ECU non era una battuta, anzi un errore, forse frutto semplicemente della fretta di rispondere che mi sono limitato a correggere.

No, il cambio a 1936 e spiccioli era esattamente il cambio prima dell'introduzione ufficiale dell'euro, ed era esattamente il cambio con l'ECU. Ci fu una enorme discussione al rientro nello SME quale dovesse essere il cambio della lira. Per curiosità vai a rivedere l'andamento dei cambi lira/marco lira/dollaro e di conseguenza marco/dollaro (per la storia dal 1970 a prima dell'introduzione dell'euro, vedrai che nonostante la continua svalutazione il sitema industriale non è diventato più competitivo e il debito pubblico è pure aumentato (il debito pubblico pare sia una cosa di cui non ci si voglia ricordare, ed è quello che crea la crisi, non l'euro)

il cambio col dollaro è stato congelato fino al 1971.
poi cambi flessibili fino al 1978, anno del "primo" SME.
Non diventammo più competitivi perchè mantenevamo la competitività che avevamo, successivamente con lo SME la competitività l'abbiamo persa non potendo aggiustare il cambio.

Il punto focale, cioè l'errore in cui cadono molti secondo me, è credere che la "moneta forte" sia come un simbolo di virilità, una specie di "ce l'ho più del tuo" invece non è così...

La flessibilità del cambio serve a mantenere la competitività che si possiede, poi se la si vuole aumentare serve la politica industriale pubblica e privata. Pensare che il cambio fisso o l'adozione della moneta forte serva a sostituire, a fare le veci, della politica industriale è sbagliato, palesemente sbagliato e dannoso perchè poi col cambio fisso di politica industriale non se ne può fare per definizione (svalutazione interna vs. esterna).
 
Complimenti a trotto@81 e aresdrivingauto che stanno arricchendo il topic con la loro competenza. Però continuo a non essere d'accordo con loro: siamo tutti ben consapevoli del fatto che l'eurozona funzioni male, perché il processo di creazione dell'area monetaria comune è stato affrettato ed ha seguito logiche politiche più che tecniche. Il problema è che la soluzione da molti proposta, l'uscita unilaterale, è quella peggiore in assoluto non soltanto perché lo è per la nostra economia, ma anche perché sarebbe un colpo mortale per l'Euro e, forse, per lo stesso processo di integrazione. Vogliamo davvero distruggere la Ue? Saremmo veramente più competitivi marciando da soli? Io cercherei di guardare il più lontano possibile e non limitarmi agli interessi di casa nostra.

Capisco anche il ragionamento di fondo: il tasso di cambio fisso non consente di adeguare il cambio, appunto, quando servirebbe farlo per reagire a shock come quello che ha colpito l'Europa negli anni scorsi. Non a caso, correggetemi se sbaglio, il Regno unito ha potuto assorbire la crisi, senza eccessive ripercussioni, proprio perché la piena "sovranità" monetaria ha permesso di ricorrere alla svalutazione.

Però, se da quarantacinque anni circa - e cioè da quando Nixon decise di sospendere la convertibilità del dollaro in oro, abbattendo così il sistema monetario aureo - in Europa si tenta di contenere le oscillazioni dei tassi di cambio, con strumenti più o meno adatti e con politiche più o meno riuscite, credo che un motivo di fondo ci sia. Questo motivo, da quanto ho avuto di capire da letture varie, risiede nel fatto che una unione dogale - divenuta in seguito un mercato comune - funziona bene solo se vi è stabilità tra i tassi di cambio. Per tale ragione, dopo la fine di Bretton Woods furono subito avviate le trattative che portarono alla creazione del Serpente monetario e poi dello Sme. La moneta unica si pone in linea di continuità con questo approccio.

Peraltro, dalla liberalizzazione dei movimenti di capitale, avvenuta negli anni '80, la sovranità monetaria non esiste più, poiché un regime a tassi di cambio fissi non consente ai singoli Stati di gestire una propria politica monetaria se i movimenti di capitale sono liberalizzati. Di fatto, era la Bundesbank a dettare la linea.

E' stato un approccio sbagliato questo? Non sono in grado di dirlo, ma se così fosse bisognerebbe ripensare l'Europa dalle fondamenta. Mi sono dilungato troppo, quindi vado al punto: l'Euro non funziona perché l'Europa non è un'area valutaria ottimale. Dovremmo tornare alle monete nazionali? Sarebbe una soluzione, ma solo se fosse pienamente condivisa, non certo in modo unilaterale. Del resto, se decidessimo di abbandonare la moneta unica bisognerebbe anche proporre un sistema alternativo. Per questo, anche se oggi è molto difficile andare in questa direzione, credo che la soluzione sia maggiore integrazione e non già un ritorno alle monete nazionali
 
L'italia non ne viene fuori facilmente. Il nostro fallimento è vicino. Quello che serve è attrarre aziende straniere in cui possano trovare lavoro quei 5 milioni di italiani disoccupati. Come?
- Eliminando la tassazione alle aziende perlomeno per 10 anni.
- Costruendo a nostre spese i plant
- Cambiando la giustizia

Cosa potrebbe essere l'italia se invece di aver fatto andare via la Fiat, ci fossero stabilimenti di BMW VW, Mercedes, e Toyota, e se la Apple producesse qui? Purtroppo il nostro provincialismo politico ci ha costretti alla povertà.
 
Eh, già... ne saranno rimaste almeno tre o quattro che lavorano coi soldi propri. Pilota, hanno massacrato tutti per decenni, con la tiritera che senza finanziamenti non si diventa grandi. Stanno continuando ancora oggi, a dire che in Italia ci sono troppe microimprese. Peccato che si stanno dimenticando che non tutte le attività possono essere giganti, che quelle giganti hanno prodotto decine e decine di pesantissimi buchi ripianati regolarmente dalle microimprese, e che qualcuno potrebbe anche scientemente NON VOLER diventare grande/troppo grande/internazionale. Magari proprio per vergogna di poter finire sulle spalle del prossimo. Questi pagano le tasse, potranno fare il mestiere che gli pare e come gli pare, nella loro vita?
Ma questi pretendono di andare nelle aziende a insegnare come si lavor... ah, no... loro sanno come si guadagna, purtroppo per noi non è la stessa cosa.

Carissimo Grattaballe, continuo un attimo l'OT per controrispondere. Mio figlio e mia nuora hanno una piccola azienda del settore informatico e non hanno debiti bancari. Ok, non vuol dire nulla, allora ti faccio un bel discorso, molto più ampio e articolato.

Dal 1989 al 2013 ho avuto in banca un ruolo connesso al finanziamento alle imprese.
E' ovvio che la maggior parte delle imprese, come dici anche tu, ha debiti con le banche, debiti che sono connessi, se l'azienda è sana, ai crediti verso i clienti e all'eventuale magazzino (eventuali mutui finanziano immobili/macchinari aziendali o consolidano i debiti stessi). Questo è fisiologico e determina oneri finanziari fisiologici. Fisiologici significa che se l'inflazione è bassa e quindi i tassi sono bassi, l'incidenza sul fatturato sarà, poniamo, l'1%, se l'inflazione è molto alta e i tassi sono alti, sarà, mettiamo, del 4%. Ma se l'inflazione è del 20%, nell'arco dell'anno i prezzi aziendali aumenteranno del 20%, quindi alla fine l'incidenza, sempre nell'azienda posta ad esempio, sarà minore, circa del 3% e quel surplus del 2% andrà sempre a incidere sui prezzi, perchè l'inflazione esiste per tutti e i tassi sono + alti per tutti, alimentando ulteriormente l'inflazione.

Questo per dire che, con una inflazione sia del 2% che del 20%, per un'azienda "sana", ovvero "normalmente" indebitata, cambia poco, sarà comunque sana.

Se l'azienda invece è MOLTO indebitata il discorso cambia. Nel senso che un'inflazione alta comporterà oneri finanziari molto alti, che metteranno in difficoltà l'azienda. Il lato positivo però sarà che il DEBITO si svaluterà molto più rapidamente, consentendo all'azienda, per esempio, di consolidarlo, eventualmente, con un intervento a lungo termine (mutuo). Ecco quindi che anche l'azienda indebitata può uscire da una situazione di debito elevato pur in presenza di inflazione elevata.

In conclusione l'andamento "finanziario" di un'azienda non è influenzato in misura significativa dalla situazione inflazionistica.
E l'andamento generale dell'azienda dipenderà in ogni caso soprattutto da come è gestita, in quale mercato si muove e in quale situazione economica generale si muove.

Ripeto, queste mie esternazioni, che rimangono soggettive quanto volete, scaturiscono tuttavia da 24 anni interamente dedicati al rapporto banca-azienda, anni in cui ho lavorato in vari regimi di inflazione, "migrando" per 20 filiali e agenzie in tutta Italia, e ho sempre notato che le aziende che andavano bene erano sempre quelle "sane", cioè gestite con professionalità, oculatezza, lungimiranza, indipendentemente, ripeto, dai fattori esterni, che possono perturbare l'andamento, possono creare momenti di difficoltà, ma l'azienda "sana", ovvero ben gestita, è sempre in grado di superare qualunque difficoltà (salvo che arrivi un terremoto e distrugga tutto).

Bisogna infine considerare che tutto è collegato. Se l'inflazione è alta, gli stipendi aumenteranno, i tassi aumenteranno (attivi e passivi), i prezzi aumenteranno, tutto aumenterà, e quindi alla fine tutto resta, in proporzione, uguale.

Ecco perchè ho ritenuto semplicistica e avventata l'affermazione (non so da chi profferita) che "l'inflazione del 20% è favorevole alle aziende". A quali aziende? E perchè? E' un discorso a mio avviso campato in aria.

Restando in Topic, l'importante è che, se ci si muove come Europa e non come stati autonomi, nei vari Paesi membri non ci dovrebbero essere differenze troppo elevate in termini di sviluppo, occupazione, debito pubblico e trend economico in genere, perchè poi inevitabilmente si creano squilibri che possono mettere in discussione la coesione stessa degli "Stati Uniti" e la moneta unica scelta.

PS: se il discorso è troppo lungo passate avanti............
 
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Carissimo Grattaballe, continuo un attimo l'OT per controrispondere. Mio figlio e mia nuora hanno una piccola azienda del settore informatico e non hanno debiti bancari. Ok, non vuol dire nulla, allora ti faccio un bel discorso, molto più ampio e articolato.

Dal 1989 al 2013 ho avuto in banca un ruolo connesso al finanziamento alle imprese.
E' ovvio che la maggior parte delle imprese, come dici anche tu, ha debiti con le banche, debiti che sono connessi, se l'azienda è sana, ai crediti verso i clienti e all'eventuale magazzino (eventuali mutui finanziano immobili/macchinari aziendali o consolidano i debiti stessi). Questo è fisiologico e determina oneri finanziari fisiologici. Fisiologici significa che se l'inflazione è bassa e quindi i tassi sono bassi, l'incidenza sul fatturato sarà, poniamo, l'1%, se l'inflazione è alta e i tassi sono alti, sarà teoricamente del 4%. Ma se l'inflazione è del 20%, nell'arco dell'anno i prezzi aziendali aumenteranno del 20%, quindi alla fine l'incidenza, sempre nell'azienda posta ad esempio, sarà minore, circa del 3% e quel surplus del 2% andrà sempre a incidere sui prezzi, alimentando ulteriormente l'inflazione.

Questo per dire che, con una inflazione sia del 2% che del 20%, per un'azienda "sana", ovvero "normalmente" indebitata, cambia poco, sarà comunque sana.

Se l'azienda invece è MOLTO indebitata il discorso cambia. Nel senso che un'inflazione alta comporterà oneri finanziari molto alti, che metteranno in difficoltà l'azienda. Il lato positivo però sarà che il DEBITO si svaluterà molto più rapidamente, consentendo all'azienda, per esempio, di consolidarlo, eventualmente, con un intervento a lungo termine (mutuo). Ecco quindi che anche l'azienda indebitata può uscire da una situazione di debito elevato pur in presenza di inflazione elevata.

In conclusione l'andamento "finanziario" di un'azienda non è influenzato in misura significativa dalla situazione inflazionistica.
E l'andamento generale dell'azienda dipenderà in ogni caso soprattutto da come è gestita, in quale mercato si muove e in quale situazione economica generale si muove.

Ripeto, queste mie esternazioni, che rimangono soggettive quanto volete, scaturiscono tuttavia da 24 anni interamente dedicati al rapporto banca-azienda, anni in cui ho lavorato in vari regimi di inflazione e ho sempre notato che le aziende che andavano bene erano sempre quelle "sane", cioè gestite con professionalità, oculatezza, lungimiranza, indipendentemente, ripeto, dai fattori esterni, che possono perturbare l'andamento, possono creare momenti di difficoltà, ma l'azienda "sana", ovvero ben gestita, è sempre in grado di superare qualunque difficoltà (salvo che arrivi un terremoto e distrugga tutto).

Bisogna infine considerare che tutto è collegato. Se l'inflazione è alta, gli stipendi aumenteranno, i tassi aumenteranno, i prezzi aumenteranno, tutto aumenterà, e quindi alla fine tutto resta, in proporzione, uguale.

Ecco perchè ho ritenuto semplicistica e avventata l'affermazione (non so da chi profferita) che "l'inflazione del 20% è favorevole alle aziende". A quali aziende? E perchè? E' un discorso a mio avviso campato in aria.



Come sempre, cerco di essere lapidario,
altrimenti poi, il Forumista medio non legge....
Non facciamo la stima delle piccole Aziende....
-Quelle che, certamente la Telecom, non la comprano,
Bensi' delle poche potenze, le poche superstiti....
Quelle pero', che se non le finanziano le banche,
non schiodano di loro un ghello.
Quelle che poi, non pagano MPS
 
Come sempre, cerco di essere lapidario,
altrimenti poi, il Forumista medio non legge....
Non facciamo la stima delle piccole Aziende....
Quelle, certamente la Telecom, non la comprano,
bensiì delle poche potenze , quelle che se non le finanziano le banche,
non schiodano di loro un ghello.
Quelle che poi, non pagano MPS

Troppo lapidario, non ho capito quasi nulla. :);) Cosa vuoi dire?
 
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