<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> IMMATRICOLAZIONI AUTOCARRO: frode o legittima difesa? | Page 14 | Il Forum di Quattroruote

IMMATRICOLAZIONI AUTOCARRO: frode o legittima difesa?

Parzialmente in tema, noto segnalazioni provenienti dal forum di fuoristrada.it di gente fermata per "accertamenti fiscali" dato il loro possesso di veicoli DI LUSSO con oltre 21cv fiscali.

Al momento ho gia' letto di un Terracan e di un Patrol corto del 2003 fermati e rilasciati senza - ovviamente - osservazioni. Brava la GdF, dritta al bersaglio .... :rolleyes:
 
marimasse ha scritto:
Nano86 ha scritto:
...anche perché i miei genitori non sono disposti a spendere cifre troppo importanti per l'automobile...
Il fatto è che immatricolando autocarro si "risparmia" circa la metà e quindi ci si può "permettere" l'acquisto di una certa auto spendendo cifre molto meno importanti di quelle che devono spendere gli... altri.

Nel caso nostro, ad esempio, anziché la Freelander II comprammo un'altra auto, in qualche modo simile ma rientrante nei parametri che cercavamo (cilindrata non oltre 2mila, dimensioni e consumi e costi di manutenzione non superiori a quelle della Freelander precedentemente posseduta), spendendo decisamente meno di quello che avremmo dovuto spendere per la FL II autovettura, ma decisamente di più di quello che ci sarebbe costato l'autocarro FL II.

In altre parole, se avessimo aderito alla accorata proposta del venditore, avremmo potuto andare in giro molto più alti e comodi e suscitando molte più invidie (cosa che a molti pare interessi assai) spendendo addirittura meno.

PS. Nell'ultimo anno ho visto in giro un numero decisamente crescente di FL II.

Perché non dite mai le cose come stanno fino in fondo? Perché non dite che una macchina che costa 70 mila euro prima di tutto va pagata? Poi con calma si recupera qualcosa in 5 anni di ammortamento. Se però non hai quei soldi non la prendi. Non è, come vorreste far credere, che io con la partita iva quando entro in concessionaria mi fanno lo sconto. La macchina la pago ugualmente. Direte che ci sono prestiti e leasing. Vero. Ma per poterli avere si devono avere garanzie altrimenti non ti danno niente. Ovvero sei un imprenditore che può assolvere al suo debito? Si allora ti do i soldi. Sei un mezzo imbianchino che non può far fronte agli impegni? Non ti do niente. Non è facile e matematico come la passate.
 
|Mauro65| ha scritto:
...Se invece opera come impresa individuale ... può far valere il concetto di autocarro ai fini fiscali...
Sinceramente scusandomi per le mie impalpabili conoscenze in materia fiscal-contabile, faccio notare che la pur ineccepibile distinzione... tecnica tra professionista professionista e professionista impresa individuale influisce solo marginalmente sulla sostanza del mio discorso.

Essa infatti, mi pare, non esclude affatto ma anzi conferma quanto la mia esperienza mi ha insegnato: moltissimi "professionisti" o "imprenditori"hanno la possibilità, purché dotati della necessaria notevole faccia tosta, di "comprarsi" (si fa per dire) un veicolo più o meno lussuoso, lontano anni luce dal poter essere oggettivamente definito "autocarro", facendolo spudoratamente passare per tale e pagandolo circa la metà, alla faccia di coloro che sono meno... furbi e che di fatto gli pagano di tasca propria l'altra metà del prezzo.

In altre parole, se ho ben capito, da un lato io sbagliavo nel ritenere che tutti i titolari di p.iva potessero sfruttare proficuamente la... opportunità in oggetto, ma dall'altro neanche la tua affermazione ("I professionisti, in ogni caso ed a prescindere, non possono dedurre gli 'autocarri'.") era esente da errore.
 
G5 ha scritto:
Perché non dite mai le cose come stanno fino in fondo? Perché non dite che una macchina che costa 70 mila euro prima di tutto va pagata? Poi con calma si recupera qualcosa in 5 anni di ammortamento...
Non credo proprio di aver nascosto o deformato alcun che, anche perché io non parlo per sentito dire. Appartengo proprio alla categoria di persone di cui stiamo parlando e da sempre sono abituato a valutare determinate decisioni facendo calcoli con carta e penna (o, negli ultimi 15 anni, foglio elettronico).

L'affermazione secondo cui un'automobile andrebbe pagata al momento dell'acquisto mi sembra assai fasulla, a meno che non riferita alla realtà di 30 o 40 anni fa, forse. Da molto tempo, infatti, il concetto di "comprare pagando" è stato accantonato come arcaico e capillarmente sostituito a tutti i livelli da quello, disonesto ma molto più accattivante, di "comprare oggi e pagare in futuro"; parallelamente l'accesso al credito al consumo è diventato sempre più facile per chiunque, tanto che per avere un finanziamento presso un concessionario basta fornire "garanzie" irrisorie. Prova ne sia il grande numero delle persone che, avendo allegramente accolto l'invito, si trovano oggi nella impossibilità di onorare tutti i debiti che hanno fatto per "comprarsi" questo e quello.

Quando ho dovuto decidere il da farsi circa la scelta di comprare la macchina come tale o come "autocarro" avevo davanti due alternative ben precise e chiare: pagare complessivamente una certa cifra (anche in 3 o più anni di rate, fa poca differenza) oppure pagare complessivamente circa la metà, recuperando non "qualcosa" (a proposito di "dire le cose come stanno"...) ma una barca di quattrini, a cominciare dal totale recupero dell'iva che da solo corrisponderebbe, per un... autocarro da 70mila euro, ad uno "sconto" secco di 13mila.
 
marimasse ha scritto:
ma dall'altro neanche la tua affermazione ("I professionisti, in ogni caso ed a prescindere, non possono dedurre gli 'autocarri'.") era esente da errore.
No, la mia affermazione è assolutamente e totalmente esatta.
Non esistono i professionisti - professionisti ed i professionisti - imprenditori:
o si è professionisti, o si è imprenditori.

Accade poi che taluni imprenditori ambiscano a spacciarsi per professionisti, senza esserlo.
 
marimasse ha scritto:
Essa infatti, mi pare, non esclude affatto ma anzi conferma quanto la mia esperienza mi ha insegnato: moltissimi "professionisti" o "imprenditori"hanno la possibilità, purché dotati della necessaria notevole faccia tosta, di "comprarsi" (si fa per dire) un veicolo più o meno lussuoso, lontano anni luce dal poter essere oggettivamente definito "autocarro", facendolo spudoratamente passare per tale e pagandolo circa la metà, alla faccia di coloro che sono meno... furbi e che di fatto gli pagano di tasca propria l'altra metà del prezzo.

E' un'affermazione errata.

I professionisti non possono dedurre i cosiddetti autocarri fiscali. Punto.

Anche se, per fare un esempio, trattasi di un ingegnere o geologo o geometra che deve andare con strumentazione a bordo su strade o tratturi dissestati.

Quanto ai residui "autocarri fiscali" (quelli deducibili integralmente), oltre al Free2, che è tale unicamente in virtù del fatto che ne esiste una omologazione europea come ambulanza, ci sono solo pochi mezzi dall'aspetto molto "lavorativo" e ben poco "lussuoso"
 
G5 ha scritto:
Perché non dite mai le cose come stanno fino in fondo? Perché non dite che una macchina che costa 70 mila euro prima di tutto va pagata? Poi con calma si recupera qualcosa in 5 anni di ammortamento. Se però non hai quei soldi non la prendi. Non è, come vorreste far credere, che io con la partita iva quando entro in concessionaria mi fanno lo sconto. La macchina la pago ugualmente. Direte che ci sono prestiti e leasing. Vero. Ma per poterli avere si devono avere garanzie altrimenti non ti danno niente. Ovvero sei un imprenditore che può assolvere al suo debito? Si allora ti do i soldi. Sei un mezzo imbianchino che non può far fronte agli impegni? Non ti do niente. Non è facile e matematico come la passate.
Temo sia fatica sprecata.
 
|Mauro65| ha scritto:
marimasse ha scritto:
|Mauro65| ha scritto:
I professionisti, in ogni caso ed a prescindere, non possono dedurre gli "autocarri"...
A meno che non ci siano stati recenti cambiamenti, questo non mi risulta affatto.
E' dal 2002 che venne chiarito ciò che già si sapeva. Va detto poi che sul concetto di professionista molti fanno confusione: fin troppo volte ho sentito attribuire tale definizione, ad esempio, ai promotori finanziari (che invece sono imprenditori). In calce, ti copio e incollo la fonte (con i riferimenti, puoi facilmente cercare il testo completo).
Valuta che le esigenze professionali sono molto diverse tra di loro: c'è chi non si muove mai dallo studio, ma c'è anchi chi, da libero professionista, si fa 40.000 km all'anno: e non potersi detrarre le spese sostenute se non in misura francamente ridicola, è un'ingiustizia che genera la ricerca di ogni possibile forma di tax planning.
Nel caso oggetto di interpello, si trattava nei fati di acquistare un'utilitaria ad uso del personale di studio per fare il giro degli uffici (mica tutti i notai stanno in centro), e dato che le vetture normali, anche all'epoca, erano solo parzialmente deducibili, il notaro in questione pensò a questa soluzione.
Se poi, come qualcuno di certo dirà, "i notai guadagnano anche troppo e che dunque stiano zitti", tale considerazione prettamente soggettiva non risolve il problema oggettivo
Lampeggi cordiali

Risoluzione del 23/07/2002 n. 244
Agenzia delle Entrate - Direzione Centrale Normativa e Contenzioso

Oggetto:
Interpello dell'art. 11, legge 27 luglio 2000, n. 212. XY- Articoli
50, DPR 22 dicembre 1986, n. 917 e 19 bis 1, D.P.R. 26 ottobre 1972, n.
633.

Sintesi:
La risoluzione, relativa ad una istanza di interpello presentata ai sensi
dell'articolo 11 della legge 27 luglio 2000, n. 212, fornisce chiarimenti in
merito alla possibilita' da parte di un notaio di fruire anche parzialmente
delle deduzioni Irpef e delle detrazioni Iva relativamente all'acquisto e
all'uso di un veicolo immatricolato ai sensi della lettera d) dell'art. 54
del C.d.S.. A tale proposito l'Agenzia non ritiene che sussista un rapporto
di stretta inerenza tra l'attivita' professionale svolta e l'utilizzo del
veicolo immatricolato quale "autocarro".

eccone uno..... IO !!!!
 
|Mauro65| ha scritto:
No, la mia affermazione è assolutamente e totalmente esatta...
Va bene, va bene. Hai perfettamente ragione, le tue affermazioni sono ineccepibili. Nulla in esse è ambiguo o errato.
Nessun problema per me, ho già chiaramente ammesso la mia ignoranza in materia di distinzioni contabil-fiscal-burocratiche.

...Non esistono i professionisti - professionisti ed i professionisti - imprenditori: o si è professionisti, o si è imprenditori...
Speravo si capisse il senso della mia frase. Pazienza.
Comunque, ripeto, queste distinzioni assolutamente e totalmente esatte nulla tolgono al senso del mio discorso.
Molte persone, svolgenti attività lavorative che non prevedono assolutamente la necessità di autocarri (veri), possono, pelo sullo stomaco permettendo, "comprare" un veicolo più o meno lussuoso facendolo passare per autocarro (bugia n°1), per veicolo indispensabile allo svolgimento della propria attività (bugia n°2) e per veicolo utilizzato soltanto per quest'ultima (bugia n°3, in ordine crescente di consistenza).
Che si tratti di imprenditori con plurimi stabilimenti e migliaia di dipendenti o di imprenditori che lavorano in un ufficio con zero dipendenti (quelli che gli ignoranti come me possono scambiare per liberi professionisti) fa, da questo punto di vista, nessuna differenza. Sempre si tratta di persone che fanno premeditatamente e compiaciutamente pagare al prossimo quasi metà del prezzo della macchina che hanno "comprato".

...Accade poi che taluni imprenditori ambiscano a spacciarsi per professionisti, senza esserlo.
Può essere, anche se non capisco che interesse avrebbero nel farlo.
Più che una questione di "spaccio", a me sembra si tratti di una più semplice questione di confusione, anche in buona fede, generata da un lato dalla ambiguità di talune classificazioni burocratiche e dall'altro dall'impressione che l'attività di queste persone suscita nel prossimo. Non è che uno vada in giro con scritti sulla fronte l'elenco dei suoi titoli (diploma, iscrizione ad albi...) e il modo in cui la sua attività è inquadrata dal punto di vista fiscale.
 
Marimasse, purtroppo non posso essere esatto ma le cifre sono un po' diverse da quelle che dici. Se paghi le rate da 500 euro son rate da 500 euro che devi tirare fuori. Poi contabilmente alla chiusura della contabile fai le sottrazioni degli importi deducibili. Ma le rate hai da pagarle ed in contanti. Da li in poi inizi con le alchimie contabili e con soldi che fisicamente non vedrai mai, al limite soldi che risparmi di pagare. Il vantaggio è sicuro che c'è ma un geometra non ha lo stesso trattamento fiscale che può avere un muratore. La distinzione già di per se è sufficiente a giustificare il tutto.
 
Legge finanziaria 2007: veicoli immatricolati o reimmatricolati come N1: applicazione della tassa automobilistica
ulteriori chiarimenti del Ministero dell?Economia e delle finanze sull?applicazione della tassa automobilistica ai veicoli immatricolati o reimmatricolati come N1 (a cura Vincenzo D'Andò)

Premessa

Il Ministero dell?Economia e delle finanze, con propria nota (Prot. n. 3498-2007/DPF/UFF) del 15.03.2007, ha fornito chiarimenti sull?art. 1, commi 240 e 241, della Legge n. 296/2006 (legge Finanziaria 2007), in particolare sull?applicazione della tassa automobilistica ai veicoli immatricolati o reimmatricolati come N1.

Modifica dei criteri di tassazione degli autoveicoli

Tale articolo ha modificato i criteri di tassazione per gli autoveicoli di peso complessivo a pieno carico inferiore a 12 t assimilabili, per caratteristiche tecniche ed allestimento, alle autovetture, con il fine di eliminare l?uso dell?immatricolazione come autocarri (con assoggettamento ad un regime di tassazione di favore) di molti veicoli aventi caratteristiche tecniche più simili a quelle delle autovetture (dotazione di 4 o più posti a sedere; limitata capacità di carico).

La nuova norma dispone che, per i veicoli immatricolati o reimmatricolati come autocarro ma dotati delle caratteristiche sostanzialmente proprie delle autovetture, la tassazione deve avvenire in base alla potenza (e non più con riferimento alla portata dell?autoveicolo), compresi i veicoli, immatricolati come M1, che vengono trasformati in N1 a seguito di variazioni delle caratteristiche tecniche.

Questi di seguito sono i criteri per individuare le vetture che, immatricolate come autocarri, non possono più fruire del regime fiscale agevolato previsto per questo tipo di veicoli:

- codice di carrozzeria del veicolo (deve essere «F0», visibile nella carta di circolazione alla voce «J.2»);

- numero di posti, almeno pari a 4;

- rapporto tra la potenza del motore, espressa in Kw, e la portata del veicolo, espressa in tonnellate, uguale o superiore a 180.

Gli autocarri che posseggono tutti e tre i requisiti sono fiscalmente equiparati alle autovetture e, pertanto, devono scontare la tassazione in base alla potenza e non più in base alla portata dell?autoveicolo.

Termini di scadenza dei pagamenti

Pertanto, per i veicoli di categoria N1, fiscalmente assimilati alle autovetture, la disciplina dei termini di pagamento applicabile non è più quella prevista per gli autocarri, ma è quella stabilita per le autovetture.

Per adeguare i termini di pagamento dei veicoli di categoria N1, per i quali la base imponibile è divenuta la potenza, è necessario che, alla scadenza del periodo coperto dall?ultimo pagamento effettuato con le regole proprie per gli autocarri, il soggetto obbligato effettui un versamento della tassa quantificata in tanti dodicesimi dell?importo annuo tali da collegare la citata scadenza alla prima scadenza utile di pagamento fissata per le autovetture.

Queste di seguito sono le scadenze di pagamento:

- mese di aprile, agosto o dicembre, per le autovetture con potenza superiore a 35 Kw o 47 CV;

- mese di gennaio o luglio per le autovetture fino a 35 Kw o 47 CV.

Poiché il Piemonte e la Lombardia hanno introdotto un sistema di scadenze del pagamento della tassa automobilistica basato sul mese di immatricolazione, in dette Regioni il transito nel nuovo sistema tariffario sarà possibile mediante il versamento di tanti dodicesimi della tassa automobilistica che coprano il lasso temporale che va dal periodo coperto dall?ultimo pagamento effettuato fino al mese di immatricolazione, indicato sulla carta di circolazione, a decorrere dal quale il tributo sarà dovuto in ragione d?anno.

Decorrenza
Gli effetti della disposizione antielusiva vengono fatti decorrere dal 3 ottobre 2006.
Per cui i soggetti in possesso dei suddetti veicoli che hanno provveduto agli adempimenti inerenti la tassa automobilistica applicando il precedente sistema di tassazione basato sulla portata dell?autoveicolo, ed i soggetti che hanno usufruito della modalità di pagamento quadrimestrale devono integrare il pagamento effettuato sino alla successiva scadenza, senza corresponsione di sanzioni, eseguendo il versamento della tassa automobilistica esclusivamente presso gli sportelli ACI e presso le Agenzia di pratiche auto di cui alla legge n. 264/1991.

Tassa integrativa sulla massa rimorchiabile

Infine, l?avvenuta assimilazione ai veicoli adibiti al trasporto di persone dei veicoli che, pur immatricolati o reimmatricolati come N1, presentino le caratteristiche specificate dalla norma, porta ad escludere tali autoveicoli dal campo di applicazione della tariffa integrativa, invece dovuta per gli autoveicoli adibiti al trasporto di cose.

Appendice

MINISTERO DELL?ECONOMIA E DELLE FINANZE

Dipartimento per le Politiche Fiscali Ufficio Federalismo Fiscale Reparto IV

Roma, 15 marzo 2007
 
G5 ha scritto:
...Se paghi le rate da 500 euro son rate da 500 euro che devi tirare fuori. Poi contabilmente alla chiusura della contabile fai le sottrazioni degli importi deducibili. Ma le rate hai da pagarle ed in contanti. Da li in poi inizi con le alchimie contabili...
Come dicevo, quando devo valutare o meno la convenienza di un acquisto e la spesa che esso comporta sono abituato a fare i conti in maniera complessiva. Un metodo non molto lontano, credo, da quello degli imprenditori: se essi dovessero pagare per intero (senza tenere conto di possibili ammortamenti, deduzioni e "alchimie" contabili) ogni impianto o macchinario o capannone, quasi tutta l'imprenditoria, da molti anni assuefatta più al bluff che alla sostanza, si fermerebbe all'istante.

Le rate vanno pagate, ovviamente; pagando a rate però non si sborsa il prezzo complessivo; si porta a casa l'autocarro da 70mila euro senza cacciare fuori i 70mila euro ma spendendo Xeuro al mese per due o più anni, durante i quali di fatto tanti quattrini "tornano indietro" (e quindi, in ultima analisi, non sono stati spesi) grazie alle agevolazioni fiscali e alle "alchimie contabili". Altrimenti perché mai ci sarebbero stati e ci sarebbero ancora così tanti imprenditori (inclusi i simil-professionisti) che comprano "autocarri" come Freelander II, andando incontro a improbabili ma pur sempre possibili rogne (basta pensare all'assicurazione in caso di incidente durante l'uso non lavorativo)???

Ma tanto uno si fa l'autocarro per rubare a priori ..... secondo alcuni.
Se vuoi liquidare le mie osservazioni classificandomi come un "alcuno" invidioso incompetente fondamentalista accomodati pure, ma sbagli di grosso. Sono sempre stato profondamente contrario alla caccia alle streghe, ad es. nei confronti di chi possiede un suv o qualsiasi altro bene regolarmente ed onestamente acquistato.
Il mio ragionamento è molto semplice e, a dire il vero, non mi pare di aver letto finora alcuna risposta che lo abbia concretamente contraddetto.
Mi sono personalmente trovato ben due volte nella possibilità di comprare una bella macchina facendola passare per autocarro e spendendo complessivamente, a conti fatti, quasi la metà. Sarebbe bastato raccontare al fisco un paio di premeditate e lampanti bugie: che per lavorare avevo bisogno di quel particolare tipo di veicolo e che l'avrei utilizzato esclusivamente per l'attività lavorativa. Io ho scelto di non raccontare tali bugie, anche se ciò mi è "costato" una ventina di migliaia di euro, perché non mi sarei sentito a posto con la mia coscienza e avrei automaticamente perso qualsivoglia diritto di protestare contro le tante furberie e ipocrisie che vedo in giro. Non mi sarei sentito "furbo" ma disonesto. Altre persone, invece, non si sono fatte e non si fanno di questi problemi, anzi.

So bene che la legge, dopo la bellezza di dieci anni di totale miopia, sta gradualmente contrastando queste manovre, sebbene lo faccia come sempre in maniera molto più contorta ed ambigua di quanto sarebbe necessario. Benissimo, meglio tardi che mai. Ciò nulla toglie, però, a quanto da me affermato circa le mie personali esperienze.
 
Il qualunquismo è di questo forum (o di questo mondo che forse va meglio) perciò le mie osservazioni liquidatorie erano del sarcasmo verso certe posizioni non certo verso le persone. Prendere l'autocarro oggi non è come lo era 5 anni fa. Oggi per le varie categorie ci sono scaglioni ed il tempo di usare l'autocarro solo nei giorni lavorativi con gli addetti al carico e scarico è roba da medioevo che non esiste più. Giustamente. Se si vuol usare un mezzo tutti i giorni lo si può fare tranquillamente e senza pericolo alcuno. Cambiano le cifre di vantaggio economico che sono in ballo. Visto che parli sempre di conti fatti a 360° dovresti iniziare a guardarti le attuali normative e non riferirti più a quando era possibili immatricolare autocarro una Z4 coupé perché qualche funzionario della motorizzazione l'aveva visto possibile a termini di legge.
 
G5 ha scritto:
...dovresti iniziare a guardarti le attuali normative e non riferirti più a quando era possibili immatricolare autocarro una Z4 coupé...
Mi pare di averlo fatto, anche nell'ultima parte del mio precedente messaggio.

Ad ogni modo, continuo a pensare che sfruttare detrazioni fiscali cui non si "avrebbe" diritto da un punto di vista non formale burocratico ma oggettivo (la stessa differenza, enorme, che passa tra superare il limite 50 e guidare pericolosamente) sia un comportamento tanto più disonesto quanto più cospicue sono le quantità di denaro che in tal modo si intascano (o, per chi è più pignolo, "non si spendono").

Mi vengono in mente, caso solo in parte diverso, taluni miei coetanei che quasi 30 anni fa si presentavano alla mensa universitaria con la tessera di un colore differente da quello dalla mia e grazie a ciò pagavano metà tariffa in quanto appartenenti a famiglie aventi basso reddito. Peccato che i genitori fossero titolari di aziende agricole proprietarie di fior di vigne pregiate e terreni e che i figlioli frequentassero l'università abitando in appartamenti per loro appositamente acquistati e spostandosi con macchine nuove a loro intestate. Tutto perfettamente legale, ovviamente. L'onestà e la correttezza però sono ben altro.
 
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