Ok, ma comunque la situazione del trasporto pubblico è tale (ben descritta nelle sue linee generali da Omniae) che anche un incremento apprezzabile del servizio non avrebbe grandi effetti su cose come quella di cui si discute.
Concordo.
Se fosse possibile risolvere il cronico problema del sottofinanziamento del trasporto pubblico locale mettendo a disposizione i 10 miliardi di € del PNRR per la mobilità sostenibile, tale problema secondo me non si risolverebbe in maniera fruttuosa e senza sprechi di denaro e tempo.
Basti considerare la pletora di enti interessati ed aventi voce in capitolo, tra comuni, provincie, regioni, enti di trasporto, consorzi, e chi più ne ha più ne metta, tutti litigiosi e col complesso di essere la prima donna, e a oggi è una chimera trovare la soluzione. Impossibile metterli tutti d' accordo, ed in ogni caso servirebbero tempi lunghissimi.
Ormai la frittata è fatta: la pianificazione urbanistica si è sviluppata in modo poco orientato alla mobilità.
Non siamo in Germania dove molte città e zone dense da punto di vista abitativo ed industriale sono state costruite attorno a nodi stradali o ferroviari già presenti, integrandoli assieme. O costruendo prima i nodi di trasporto e poi urbanizzando.
Da noi esattamente il contrario, a volte per pressapochismo dei decisori pubblici , a volte per puro calcolo speculativo e vantaggio: non è il segreto di Pulcinella che spesso aree rurali periurbane acquistate a basso prezzo poi sono "magicamente " diventate aree di espansione abitativa o produttiva....con prezzi al mq ben diversi, e mi fermo qui.
Ricordo un servizio tv di qualche anno fa, dove veniva fatto un confronto proprio tra sviluppo urbanistico e integrazione dei trasporti proprio tra Italia e Germania, mettendo in evidenza un abisso in termini di pianificazione della mobilità, talmente efficiente che diversi intervistati raccontavano di non avere nessun bisogno dell' auto privata, sia per gli spostamenti di lavoro che personali, e che il relativo costo lo investivano nell' istruzione personale, dei figli, nello svago e nella cultura.
Da noi chi può permetterselo? Qualche radical chic da ZTL forse.
Con questo non voglio accusare gli italiani di essere tutti pressapochisti o speculatori, non sarebbe giusto, ma il ritardo accumulato ha origini storiche e culturali talmente sclerotizzate che la vedo dura che oggi i decisori pubblici abbiano il coraggio di intraprendere scelte politiche coraggiose, perché secondo me, a loro manca una visione di lungo periodo.
Stavolta non possiamo dire "mancò la fortuna non il coraggio": manca proprio il coraggio.